Sulla Legge del Karma
Legge del Karma - Karma come Legge d'Amore - Pensiero e Karma - Il dare aiuto e i carichi karmici
Legge del Karma

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Nel piano dell'evoluzione vi sono ruoli ingrati che devono essere assunti da qualcuno. Spesso questi ruoli sono portati avanti da spiriti che non sono poi così cattivi come si pensa di solito. E questi ruoli sono attribuiti da quel grande impresario che è la Legge del Karma (vedi anche altri articoli sulla Legge del Karma). Molto probabilmente perfino questi concetti non vengono assimilati facilmente dalle coscienze impreparate, che mai pensano alla grandezza e alla inevitabilità della Legge di Causa ed Effetto (definizione occidentale della Legge del Karma, n.d.c.). Se guardiamo senza pregiudizio la ragione di questa o quella calamità, arriviamo alle più sorprendenti "rivelazioni". |
La vita è così complessa che prima di dare un verdetto finale dobbiamo arrivare a conoscere le vere ragioni che hanno causato questo o quell'atto rovinoso. Certo, il problema dell'umanità è che, per la maggior parte, i caratteri forti, anche quando credono in una buona idea, tendono a concepirla in modo unilaterale e intollerante. Da ciò tutte le azioni distruttive. La storia di tutti i popoli è piena di pagine sanguinose e rivoltanti. Così tanto sangue è stato versato per ogni costruzione nuova, per ogni insegnamento o religione! Ecco perché l'umanità deve imparare con urgenza i due grandi concetti: Tolleranza e Cooperazione. Su queste basi deve essere costruita la Nuova Epoca.
Il Cosmo intero è costruito sulla Legge di Responsabilità o, come viene più spesso chiamata, Legge del Karma o di Causa ed Effetto. E non è possibile ignorare questa legge senza causare a lungo andare la propria autodistruzione. Tutti gli Insegnamenti antichi, senza eccezioni, insegnano questa legge di grande responsabilità, questo pegno del Divino con noi. Ciò è indicato con chiarezza nelle parole di Mosè "Occhio per occhio, dente per dente", male interpretate e trattate come esempio della vendicatività degli Ebrei. Riflettiamo comunque sulle parole del Cristo:
"Avete inteso che fu detto agli antichi: ‘Non ucciderai'; infatti chi uccide è sottoposto al giudizio. Io invece vi dico: chiunque s'adira col fratello sarà sottoposto al giudizio. Chi dice al fratello suo: stupido, sarà sottoposto al sinedrio. Chi dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna". (Matteo 5:21-22)
Non appare ciò più severo delle leggi di Mosè se rifiutiamo di vedervi la medesima inevitabile legge del Karma? Senza dubbio sono note anche le parole del Cristo:
"In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa, o fratelli, o sorelle, o madre, o padre o figli, o campi, a causa mia e del vangelo, il quale non riceva ora, nel tempo presente, il centuplo in case, fratelli, sorelle, madri, padri, figli e campi insieme alle persecuzioni, e la vita eterna nel secolo futuro". (Marco 10:29-30)
E come può uno "ora, nel tempo presente", avere più madri e più padri, etc. se non viene ammessa la Legge della Reincarnazione? Precisamente, qui si dà enfasi al contrasto tra "al tempo presente" (una durata di esistenza terrena "tra le persecuzioni") e la vita nel mondo a venire.
Sebbene la Legge della Reincarnazione fosse un caposaldo di ogni antica religione d'Oriente e naturalmente la religione giudaica non faceva eccezione, già nei giorni di Gesù questa legge era malamente distorta dal clero e mantenuta nella sua purezza solo tra sette particolari. Nel Nuovo Testamento c'è abbondanza di prove riguardo a questa conoscenza degli Ebrei; Cristo stesso lo conferma. Per esempio, nel Vangelo di Matteo (17:10-13):
"Allora i suoi discepoli lo interrogarono dicendo: ‘Perché allora gli scribi dicono che deve prima venire Elia?' Egli rispose: ‘Certo Elia deve venire e restaurerà ogni cosa. Ma io vi dico che Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto, anzi l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'Uomo dovrà soffrire per causa loro.' Allora i discepoli compresero che intendeva parlare di Giovanni Battista."
E nel Vangelo di Giovanni (9:1-3):
"Mentre Gesù passava vide un uomo cieco dalla nascita. E i suoi discepoli gli chiesero ‘Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché nascesse cieco?' Gesù rispose: ‘Né lui né i suoi genitori. Ma perché in lui si manifestassero le opere di Dio...' " (Giovanni 9:1-2)
Non rivelano queste domande che essi conoscevano la legge del Karma e che anche Cristo non la negava? Allo stesso modo deve essere intesa la parabola dei talenti. E allora perché i padri della Chiesa si sono rifiutati così persistentemente di accettare questa grande legge cosmica che sola spiega le differenze, tutte le apparenti ingiustizie, tutte le differenze nelle condizioni di nascita e tutte le sfortune che ci accadono? Vi è una sola risposta: per non rinunciare al potere e per accrescere ricchezze e prestigio. Di conseguenza le masse ignoranti in tutto il mondo e per lunghi secoli sono state tenute tra la paura del fuoco e della dannazione eterna e la speranza della pace eterna col godimento del paradiso, mentre le chiavi delle Porte del Cielo, ci viene detto, sono state affidate ai sacerdoti "da Dio stesso".
La Chiesa ha screditato il grande concetto di Giustizia Divina. Perdendo la comprensione della responsabilità e della giustizia, l'uomo inevitabilmente incomincia la sua involuzione, perché quelli che mancano di seguire le leggi del Cosmo sono destinati al decadimento.
Finché l'uomo non avrà capito tutta la grandezza della propria origine, e che l'essere suo è una parte immortale dell'Ego Divino, e che la sua forma è eternamente mutevole, e finché non avrà capito tutta la propria responsabilità, e che non vi è nessuno che possa perdonare i suoi peccati o che possa riconpensarlo per i suoi meriti, che egli stesso è il creatore delle cause e degli effetti, che egli è il seminatore e il raccoglitore di qualunque cosa da lui creata, finché non si renderà conto di ciò, rimarrà un seminatore e raccoglitore di pazzia, criminalità e corruzione, che minacciano il nostro pianeta con una distruzione paurosa.
Karma come Legge d'Amore
In tutto l'Universo regna il grande principio del Giusto Fine e di perfetta affinità di vibrazioni.
Viviamo in un Gigantesco Laboratorio e, per così dire, noi stessi siamo delle fornaci. Perciò è facile immaginare come le energie o gli ingredienti chimici che entrano nella nostra aura agiscono sul nostro ambiente e a loro volta assorbono o respingono le energie attorno a noi.
La reciprocità sta dappertutto e in tutto. Il mondo è basato sul principio dell'Equilibrio e questa legge scorre come un filo in tutti gli insegnamenti dell'antichità. Nel raggiungimento dell'equilibrio l'uomo diviene libero dall'attrazione della terra ed è capace di agire coscientemente e simultaneamente sui tre piani - terreno, sottile e spirituale o mentale. Con una tale esistenza espansa, con una tale coscienza illuminata, la vita diviene piena di significati, bellezza e di una speciale e gioiosa saggezza. Una coscienza espansa ci indica le vie dell'evoluzione e del futuro e la nostra mente diventa umilmente grata alla grandezza e alla saggezza dell'Unica Legge d'Amore, che in Terra si esprime come Legge del Karma (già prevedo le proteste d molta gente per questa definizione di karma). Perciò, posso dire che ogni violenza è certamente contro le leggi dell'Universo e inevitabilmente deve causare esplosioni e distruzioni.
Pensiero e Karma
Il nostro karma è creato, aggravato o alleggerito principalmente dai pensieri. Precisamente, pensieri e motivazioni interiori intessono la nostra aura, la quale è un campo magnetico che attrae o respinge le possibilità. Infatti, il pensiero-motivazione, questo fattore decisivo del nostro karma, viene spesso trascurato da coloro che discutono del karma.
Le azioni sono solamente un fattore secondario: è proprio il pensiero a generare il karma. Se non fosse così, sarebbe impossibile infrangere il cerchio magico delle cause e degli effetti. Ciò perché tutto è karma e tutto viene mantenuto dal karma.
"Non ciò che entra nella bocca di un uomo lo rende impuro, ma ciò che ne esce".
Il Karma è tessuto dai pensieri. Il pensiero può indebolire o intensificare qualsiasi effetto karmico. Il pensiero purificato libera dal karma negativo, poiché non genera cause negative. Pensiero e volontà sono i governatori del Karma.
Un uomo non può liberarsi completamente dal karma, perché il karma è vita. Ma il completamento di un ciclo di karma, di qualunque durata, dipende dalla nostra crescita spirituale e anche dalla missione che abbiamo intrapreso su un certo pianeta. Ciò significa l'aver acquisito una certa conoscenza dell'Insegnamento e il trascorrere di un certo intervallo di tempo.
Comunque quando terminiamo una porzione di karma per un certo ciclo, iniziamo un nuovo ciclo su altri piani ed altri mondi e così via all'infinito. Quando si parla di termine del karma, si intende che è terminato solamente il karma relativo ad un certo ciclo o pianeta, etc. Quindi l'esaurimento del karma di un uomo sul nostro pianeta significa che la sua natura interiore è stata purificata e le sue energie trasmutate ad un grado tale che una vita ulteriore in Terra non può dargli nulla; precisamente, tutti gli elementi o energie che hanno formato il suo essere hanno raggiunto quello stadio di perfezionamento che è il limite per questo pianeta. Tale spirito, dipendentemente dalla sua missione, o sta nelle sfere superiori che circondano la terra oppure parte per i mondi superiori.
Pertanto il pensiero è la causa primaria e la corona di tutta la creazione. I pensieri governano i mondi, per conseguenza il karma.
Il dare aiuto e i carichi karmici
Se, mentre facciamo del bene, ci prendiamo una certa parte del karma su noi stessi, tale karma di sicuro non ostacola il nostro progresso spirituale. Solo un Arhat sa dove e quando non deve aiutare; quanto a noi stessi dovremmo tendere in aiuto la nostra mano ogni volta che il cuore ci dice di farlo. Comunque, anche agendo in questo modo, dobbiamo sempre avere presente la legge di Commensura e di Adattabilità allo Scopo, considerando inoltre che l'aiuto spirituale è il più elevato.
Se rifiutiamo di dare aiuto possiamo con tale scelta aumentare il nostro debito (karmico) a causa della accumulazione degli "interessi". è un grande sbaglio rifiutare di aiutare il vicino per paura di complicare il nostro karma. Non sarà piuttosto un atto di massimo egoismo questo? Certamente, allo stesso tempo bisogna imparare a discriminare. Anche qui il solo giudice è il cuore. Pertanto se l'aiuto richiesto sta nel perimetro delle nostre possibilità, dovremmo darlo. 
