D: …mi chiedo come mai gli eminenti studiosi della materia non intervengano. Forse perché hanno bisogno di un pubblico e quando questo viene a mancare essi preferiscono il silenzio?
Una volta mi fu detto che, per ricevere occorre prima dare…
Cosa impedirebbe di dar vita ad una lista in cui si viene chiamati per invito? Che ne pensi?
R: Caro Amico, anche se sarà una risposta sgradita, ti dirò volentieri cosa penso al riguardo. D'altronde il detto popolare ricorda che "il medico pietoso fa la piaga purulenta".
1. Non conosco eminenti studiosi che siano prossimi alle aree dove bivaccano i cosiddetti ermetisti, alchimisti, templisti, rosacruciani, e quant'altro possa attirare l'immaginario popolare. Oppure, sono io incapace a riconoscere le presunte qualità.
Lo dico aiutato dal fatto che mi è assolutamente chiara la distinzione tra "dialettica discorsiva" e "conoscenza fattiva"; tra esperienza dedotta e sapere reale. Per non parlare, poi, del poco eminente uso ed abuso dello "scimmiottare", con cui si cannibalizzano i soliti pochi pensieri "veraci", rinnovandone ossessivamente le personali supposizioni.
Talvolta, le guide esperte hanno ben altro da fare che ambire ad "intrattenere" un pubblico che si dimostra fin troppo spesso insolente. Già scrissi che il creativo non considera il pubblico come entità, ma solo un riflesso della propria azione. Se poi il pubblico è intellettualmente tortuoso, dai pensieri ingarbugliati se non addirittura antagonisti dell'arte del sapere, non vedo come e perché se ne debba sentire la mancanza.
Allora, forse, sono altre le ragioni del silenzio, e magari più intelligenti di un semplice desiderio di "apparire in ribalta". Un palcoscenico non sempre così gratificante!
2. Dare, dici, ma cosa? Cosa può dare un Fratello che si pone alla ricerca di Sé stesso… e della conoscenza incomunicabile, se ci viene detto che «le chiacchiere non servono a cuocere il riso!»
Forse il ricercatore potrebbe dare attenzione, apprezzamento e rispetto per l'Insegnamento perenne della Tradizione iniziatica. Cosa, però, che non mi risulta.
Quello che mi risulta più evidente, invece, è che una moltitudine di "esoteristi" è talmente occupata a intrattenersi con il "suono delle proprie parole" da non prendersi la briga di imparare a riconoscere il vero, il bello ed il giusto del percorso iniziatico, rivolto al progresso individuale e collettivo (il Bene Comune). Un progresso (le civiltà) che non può essere determinato dalla sola tecnologia, ma dovrebbe essere deputato all'intelligenza, alla coscienza ed alla sensibilità dell'essere. Aspetti che nessun cip elettronico può dare. Allora, se si vuol dare, cosa c'è di meglio se non la volontà di migliorare se stessi.
Ma non vedo "volontà di bene" negli "strani personaggi" che tu ricordi nel tuo scritto. Mi appaiono come ombre di una coscienza, ancora velata dalla presenza troppo invadente di un "io egocentrico" e spocchioso. Più appendici parlanti di una macchina, che esseri senzienti.
E allora cosa dire o cosa dare a chi non ha cognizione del: «migliora te stesso!» Talvolta è meglio il nulla, che non offende né chi sa, né chi non sa.
E se non è sempre così, ringraziamo la Sophia, Madre d'ogni Filosofo occulto.
«Dio è morto», ha scritto Nietzsche. Il "Sacro" è stato ucciso dalla cecità dell'orgoglio umano.
Uno schizzo d'insensibilità ha morso la tua coscienza, e così ti sei risvegliato ad una realtà millenaria. Ma ben venga questo risveglio. Perché non si vive di sola aspirazione, di sola sete di bellezza, di sola sete di giustizia. Anche il crudo risvolto della realtà va riconosciuto e sperimentato sulla propria coscienza. Ed ora che anche tu hai patito il suo amplesso urticante, se vuoi dare qualcosa "agli altri", attrezzati ad opporti a che quell'amplesso si ripeta, e ferisca ancora qualcuno.
Puoi coniare per te strumenti più efficaci, attingendoli dalla saggezza perenne, che come saprai è un "attrezzo silente".
Il silenzio interiore risuona di significati, però, è dai più misconosciuto. Ed il motivo è che la via silente della saggezza non è ambita da chi: "usa far del proprio cuor trombetta".
3. Il silenzio del momento corrente, almeno quello che tu lamenti, è dovuto ad una fase "generativa" nella quale Esonet sta incubando la sua nuova forma (scritto nel febbraio 2002, n.d.r.). E nell'attesa che diventi da crisalide farfalla, a che scopo incrementare una "forma" in via di trasformazione?
Non farti fuorviare da quella che sembra inattività. In realtà è il fervore della metamorfosi che, se ben condotta, darà presto i suoi frutti. E sono convinto che nel "nuovo edificio", se si riuscirà davvero a rinnovarne le fondamenta, saranno ovviati almeno i problemi più grossolani.
Altrimenti a che scopo accumulare esperienza, se non a farne uso prezioso nel cambiare e migliorare? Credimi, restare aggrappati alle "antiche forme", soprattutto se personali, è segno di poco ingegno e forse di un pizzico di codardia. In attesa di eventi migliori.
Fraternamente
