«La meditazione è una tecnica mentale che instaura
relazioni giuste e senza ostacoli; ciò significa, in altre parole,
allineamento. Si tratta dunque di stabilire una linea di comunicazione
diretta non solo fra la fonte unica, la Monade e la sua espressione, la
personalità purificata e disciplinata, ma anche fra i sette centri del
veicolo eterico umano.»
Questa definizione di allineamento, mi offre l’occasione, di
riproporre
un utilissimo metodo dettato dai Tre Maestri di raggio, per
“avvicinarsi” all’anima che, come è noto, è il solo vero Discepolo.
Avvicinarsi all’anima, significa per il Discepolo accettato avvicinare
anche il proprio Maestro di raggio. Questa, potremmo dire, è una “via a
senso unico” senza alternative.
Avendone riferito più volte, mi limiterò per ora a riproporne
alcuni
tratti importanti, sperando che possano offrire un buon punto di
partenza nella ricerca della Verità.
Introduzione e breve esposizione del Metodo della Presenza
Il Raja Yoga e
l’addestramento alla visualizzazione,
accelerano il manifestarsi delle condizioni che portano all’apertura di
quella particolare visione mentale
che, metaforicamente, è detta “Terzo
Occhio”.
È la consapevolezza
dell’anima, della sua Presenza e del “riflesso” del
suo Pensiero (l’Ego sup. o vero Sé).
Allinearsi con l’asse coscienziale dell’anima (v. telepatia verticale e
baricentro egoico) consolida quella capacità di coscienza che i mistici
chiamano visione spirituale. Questo processo d’avvicinamento tra le
“due parti della stessa coscienza”, ha inizio concretizzando nella
mente gli aspetti superiori dell’Arte
di visualizzare, com’è dettato
nell’insegnamento esoterico dell’Agni Yoga (lo Yoga del Fuoco
spirituale).
* * *
Il nome di questa tecnica (interiore) d’avvicinamento ai
Maestri, è
chiamata Metodo della Presenza.
Che non è, però, un metodo d’ordine
generale. Perché, sono troppi gli “stati di autocoscienza” che
differenziano Allievo da Allievo, quindi, come si comprenderà
facilmente, l’Istruttore potrà solo trasmetterlo singolarmente seguendo
le varianti d’ogni specifico caso (v. Psicologia Esoterica).
Il Metodo della Presenza
consta di fasi d’avvicinamento tra l’io
inferiore (la personalità impermanente) e l’Ego superiore (la parte
manifesta della triade animica). Per le diverse “tensioni energetiche”
che caratterizzano l’io personale e l’Ego transpersonale, le fasi
d’avvicinamento sono accompagnate da momenti d’intensa sofferenza
psichica. Che va sopportata e rivissuta più volte, affinché la mente
fisica si abitui alla vibrazione più intensa proveniente dai piani
sottili dell’Ego. Con questo metodo, la mente personale dovrà
“crescere” in frequenza (espansione), per poter raggiungere il
“sollievo” di un contatto equilibrato con il Sé superiore.
L’Ego sup. o Sé permanente, è la “Porta” della Gerarchia
Bianca.
I Maestri di raggio, se non nei casi legati al Servizio
planetario, non
operano mai al di sotto del piano buddhico. Quindi, è compito primario
raggiungere quel piano dentro di sé. Perciò, l’Aspirante avanzato deve
imparare a raggiungere quel livello di coscienza, e può farlo solo
sviluppando l’intelligenza intuitiva (v. articolo sul Dharma). Con
l’aiuto sapiente dell’Istruttore, il discepolo in prova dovrà imparare
a “crescere” di livello energetico (da qui l’assioma: intensità
energetica=vibrazione-suono-colore), sino a che non si giunga a
percepire la presenza dell’anima.
Ecco come nasce il termine: Metodo della Presenza. Dalla
“percezione”
in se stessi della presenza dell’anima. Una presenza che
dall’Istruttore deve essere riconosciuta per veritiera e non sorta a
causa di suggestioni devozionali.
* * *
Ecco alcuni tra i fattori significativi della “crescita
mentale”
dell’Aspirante.
La disposizione a sopportare
la sofferenza della rivelazione.
Poiché è molto difficile sopportare il peso della verità,
l’umanità ha
sempre preferito “costruire” attorno a sé mondi di sogni e d’illusioni,
così da non doversi confrontare con la responsabilità del vero e del
reale.
Infatti, è più facile non “vedere” ciò che si teme come la
paura di
nascere, la paura di vivere, la paura di morire.
La capacità di persistere
nella “luce” della rivelazione.
La rivelazione interiore è la condizione del Discepolo
avanzato, che
resiste nella Luce dell’anima. Questa “posizione” mentale viene
espressa dal motto: “E così, nella
Luce, saldo io sto”.
Il Discepolo avanzato resta focalizzato sulle immagini che gli
provengono dalla rivelazione interiore (v. Insegnamento occulto)
trasferendole, poi, attraverso la visualizzazione, a quella parte di
coscienza immedesimata nel cervello fisico. Così, lui riesce ad
“illuminare” la sostanza fisica del cervello rendendone, allo stesso
tempo, più limpida e veloce la
capacità di percepire e trasmettere i
pensieri formulati dalla mente.
Da questa affermazione si può giustamente dedurre come
cervello
(l’organo) e mente (l’energia autocosciente dell’Aura) non siano la
stessa cosa.
L’immaginazione è l’aspetto
mentale che precede la visualizzazione.
Sviluppare la facoltà di creare complesse immagini psichiche
(sentire,
vedere, toccare, gustare, odorare nel piano eterico e mentale) mette a
contatto la mente (Aura, campo radiante dell’energia cosciente)
e
cervello fisico, esprimendo così anche sul piano della personalità lo
splendore svelato dall’Ego.
Per sviluppare la capacità d’immaginazione il Discepolo in
prova
(Chela) viene educato ad approfondire gli esercizi di Meditazione
attiva. Che significa visualizzare in tre dimensioni simboli e
mandala
(ancora sentire, vedere, toccare, gustare, odorare nel piano eterico e
mentale), così da imparare come penetrane le forme (ingannevoli)
esteriori (la rappresentazione exoterica) sino a raggiungerne i
“significati occulti” che vi sono riposti. A questo servono gli
esercizi di visualizzazione.
L’Arte della Visualizzazione
è una vera forma di arte creativa. È una
funzione del pensiero dell’Ego sup. Per questo l’Allievo d’ogni grado,
meditando, si allinea a questa funzione, non più focalizzando
l’attenzione sui significati esteriori delle forme (segni e scritture),
ma sul mondo dei loro significati interiori.
* * *
Breve esposizione del Metodo della Presenza
Il termine “allineamento” (del
piano eterico, astrale, mentale inf.,
Mentale sup., Egoico, Buddhico, ecc. ) è una formula che fa riferimento
ad un modello d’Insegnamento dettato dai Tre Maestri di raggio.
Il Metodo della Presenza consta di
diversi fasi, tutte necessarie a
raggiungere diversi scopi.
I punti 1) 2) 3) sono gli
stadi preliminari della pratica
dell’Allineamento.
1) Evocazione dello stato di
tensione:
tensione ottenuta mediante il completo dominio dell’io o se
personale
(l’io impermanente) così che possa venire a contatto col Sé reale.
2) Conseguimento di uno stato di
fusione con la Triade (v. Angelo
Solare)
3) Mantenere la mente salda nella
luce della Triade:
costanza nel mantenere il proprio sé inferiore presso il punto
di
tensione dell’anima (v. baricentro egoico), senza più sforzo o
resistenza da parte della personalità ormai “integrata”.
I punti 4) 5) 6) 7) e 9)
costituiscono la base di un’attenta quanto
intelligente riflessione (Meditazione attiva), che si mantiene stabile
durante tutte le fasi della vita quotidiana e l’adempimento dei Doveri
ch’essa impone. Dunque, la Meditazione
attiva è un modo di essere e di
divenire e non un’attività a cui dedicarsi in certi particolari
momenti.
In questo caso, l’Aspirante avanzato ed il Discepolo in prova
dovranno
imparare a vivere una vita “simultanea e duplice”, fatta di attività
esterna: la vita profana; e d’attività interna: l’intensa riflessione
spirituale posta a Servizio del Vessillo Bianco della Gerarchia
spirituale.
4) Intento determinato e
persistente a percepire la “presenza”
dell’Anima cosmica in tutto l’universo, in ogni sua forma, non solo
come teoria, ma come risposta vibrante alla “Sua esistenza”.
5) Comprendere ciò che per mezzo
suo, il principio divino sta cercando
di incarnare. Il «grande proposito», ch’egli mostra ad ogni momento del
suo ciclo evolutivo.
6) La posizione presa su ogni
particolare problema mondiale o progetto
individuale che la mente abbia elaborato per il bene comune attraverso
il cuore e nella “triplice luce dell’intuizione”.
7) Stati preparatori alla
rivelazione:
a) Rinuncia della personalità individuale alla Via Superiore
b) Ri-concentrazione della Psiche nella coscienza dell’Angelo
Solare
c) Ricominciare ad operare costruttivamente sotto l’influsso
dell’Angelo Solare
d) Costruzione di Forme-Pensiero (idee-azioni) che possono
incarnare la
Rivelazione
e) Interruzione detta “Pausa che precede la Presentazione”
8) Presentazione della
Rivelazione e delle verità impartite dal piano
buddhico (spirtuale) che, una volta immesse nel mondo dell’illusione,
distruggono le forme ingannevoli edificate dall’uomo.
Questo è il “Cimento del
Fuoco”. Una parte del Fuoco esistente in ciò
che è stato rivelato torna alla Sorgente da dove è venuto, un’altra
parte distrugge gli aspetti sfavorevoli del Rivelatore, mentre
un’ultima parte arde gli aspetti sfavorevoli di quanti si riconoscono
nella Rivelazione.
9) La Rivelazione è
sopraffatta dalla generale illusione.
La rivelazione interiore discende nel mondo dell’annebbiamento
emozionale del mondo astrale, dove, di conseguenza, scompare come
rivelazione e diviene dottrina e principio teorico.
Tutti e nove gli stadi costituiscono la formula per un più
avanzato
metodo di meditazione.
