Sinergia di Gruppo significa innanzi tutto capacità di far rifluire in un unico punto capacità diverse.
In altre parole: concentrazione di elementi diversi che nell'unisono si accrescono in modo esponenziale.
L'insegnamento esoterico indica che “gli opposti vengono fatti diventare complementari”.
In un gruppo operativo gli opposti, dovrebbero rendersi complementari.
Tanto facile a dirsi quanto difficile a farsi finché predominano, più o meno coscientemente, i pregiudizi, le opinioni, i punti di vista e le preferenze individuali (colorazioni emotive).
Questo è accaduto, accade e accadrà ancora. E nessuno di noi ne è esente.
Tutto scontato, si dirà. Tutto noto e saputo. Ma quanto ad applicarlo, però.
Distacco. A meno che … il punto di vista particolare non venga sostituito dalla volontà di raggiungere il traguardo, ovvero, dalla volontà di raggiungere l'ideale astratto. Perseguendo lo “spirito del progetto” (l'ideale) e non il particolare che ci piace o attira di più la nostra (stupida) mente.
Si dovrebbe evitare, nell'idea, il frammento che “ci” valorizza (orgoglio). O meglio, quella parte che meglio valorizza il nostro punto di vista (superbia).
Un divulgatore dell'Insegnamento perenne dovrebbe parlare da iniziato.
E questo non è poi troppo difficile. Anche i pappagalli sanno imparare parole difficili.
Difficile è agire con l'acume degl'iniziati, la cui lungimiranza è inimitabile.
Agire da Discepoli poi, paradossalmente, è la parte più difficile. Perché l'intelligente modestia è un evento raro. E per muoverlo bisogna saper mettere in disparte la propria (modesta) ragione tacitando se stessi, e ascoltare.
Ascoltare (non solo sentire), vedere (non solo guardare) e pensare (lanciare il pensiero oltre se stessi, e non solo ragionare sulle proprie idee), sono i primi strumenti che riempiono l'Astuccio dell'iniziato.
Bisognerebbe scoprire, come recita l'Insegnamento perenne, quali strumenti contiene l'Astuccio del Grande Architetto dell'Universo.
Quell'Astuccio con i suoi strumenti è la vera pietra di paragone dell'Apprendista Maestro.
Non quello che piace, o si crede, o s'immagina.
Il piccolo deve imitare il grande per crescere.
E noi l'imitiamo, o piuttosto imitiamo noi stessi?
