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«Svegliati!» Gli uomini ripetono volentieri questo comando.
È un monito sorprendente, specie quando è detto proprio da quelli che in sonno, continuano a dormire. Dormono per anni; dormono per tutta una vita; a volte si addormentano di colpo e nel dormiveglia ripetono parole incomprensibili. Non parliamo dei passanti occasionali; persino alcuni che già sono sul sentiero, sono soggetti all'incanto del sonno animale.
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Il Maestro deve allora destarli, se necessario, anche con un fulmine. Poiché il sonno conduce facilmente alla possessione.
India benedetta! Tu sola hai serbato il concetto di Maestro e discepolo. Il Guru sa dirigere la nave dello spirito dell'allievo. Sa disperdere l'assalto del sonno. Sa risollevare lo spirito scoraggiato. Guai a chi mente presentandosi a qualcuno come suo Maestro, e a chi pronuncia con leggerezza quella parola per onorare sé stesso! In verità, fiorisce lo spirito che ha compreso la via dell'ascesa, mentre sprofonda chi sconfortato rimane nell'incertezza.
Domandate a un ragazzo Indù se vuole avere un Maestro. Non avrà bisogno di parlare per rispondere, perché gli occhi ne diranno il desiderio, la devozione, l'impegno. Il fuoco di Aryavartha* si accenderà nel suo sguardo. Il fiume dei Rig-Veda scorrerà per i pendii dei monti.
Chi può descrivere a parole l'intera successione dei Maestri? Va intesa come un serpente di sapienza, altrimenti, si ha tenebra, sonno, ossessione.
Non per intimorire, ma è il caso di dire a chiunque approcci allo Yoga: «Il tuo sostegno è il Maestro. Il tuo scudo è la lealtà nei Suoi confronti. La tua rovina sono l'indifferenza e l'ambiguità di pensiero».
Chi sorride sia agli amici che ai nemici del Maestro è ignobile. Chi non Lo tradisce, nemmeno con la reticenza quando occorre parlare, è degno di passare la soglia.
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* Aryavartha – terra degli Arii, posta tra l'Himalaya e i monti Vindhya. È considerata la culla della cultura classica indiana – n.d.r.
da Agni Yoga 
