I Poli Positivo e Negativo - Il Nodo: rappresentazione della dualità energetica - Il Nodo nel Quadro di Loggia massonica - Brevi cenni sulla costituzione di un Eggregore di Loggia - Caratteristiche di una Catena d'Unione
I Poli Positivo e Negativo
dal Nodo d'Amore alla Chorda Fratres, due elementi essenziali dell'Universalità iniziatica
|
Disse un Maestro:
«…essi guardano ma non vedono ciò su cui posano i loro occhi,
ed odono ma non capiscono ciò che sentono con le loro orecchie,
e le loro bocche parlano ma con le loro parole diffondono solo confusione.» |
Ampie fasce di cultura profana estranee al campo tecnico e scientifico, fanno uso di una terminologia imprecisa che induce confusione. L'esoterismo, curando la proprietà dei termini e l'esattezza dei significati cerca di rispettare l'originalità e le caratteristiche proprie di ogni realtà con cui si mette in relazione.
Esplorando con cura ogni specificità della realtà che analizza, l'esoterista raggiunge una visione concettuale comune a molte filosofie: la percezione della realtà attuata nella fantasia catalettica.
L'esoterismo è un metodo di ricerca usato per distinguere i diversi aspetti di concetti astratti come quelli di apparenza e di essenza, cioè, d'interiore ed esteriore o d'attivo e passivo.
Soffermandoci sulla morfologia dell'essenza, potremmo dire che l'essenza è il risvolto esoterico d'ogni esistenza. Il significato interiore d'ogni realtà, fatto, concetto o persona. E d'ogni realtà l'essenza è la parte che viene mascherata dalla propria apparenza. Il fatto che ogni essenza rimane velata dalla propria forma apparente, spiega il termine che le si dà di significato occulto, che quindi va ricercato in ogni forma apparente. E nella sua accezione originale, l'occultista è colui che investiga i significati nascosti delle realtà sia concettuali che fisiche e viventi. L'investigazione mentale profonda, che oggi appartiene anche ad alcuni rami della psicanalisi, un tempo era considerata la visione occulta. Quella che penetra l'apparenza per cogliervi il significato velato della sua causa.
Causa ed essenza sono aspetti di un'Unità indissolubile d'origine divina. La causa è l'archetipo che concepisce l'intima essenza d'ogni realtà apparente, mentre l'essenza è la causa che produce le sue forme.
Nella visione esoterica causa ed essenza sono la realtà, mentre l'apparenza è solo il suo retroscena. E distinguendo l'espressione esteriore d'una realtà dalla sua causa, si ha la visione dello psichismo superiore. E se causa ed essenza sono il massimo grado di realtà concepibile, con la stessa ottica la forma attraverso cui questa si presenta sarà sempre considerata la sua massima espressione exoterica.
L'esoterista penetra dinamicamente con la sua mente l'apparenza per ricercarne la matrice e conoscere, così, la causa che ne muove gli eventi. Ma se ciò non avviene, allora ci si limiterà alla visione superficiale dello psichismo inferiore, che si sofferma su come quella realtà s'esprime, sulla sua forma e sul susseguirsi temporale degli eventi.
Ancora diversità di linguaggio sorgono nell'indicare l'esterno (il fuori) che comunemente viene detto basso e l'interiore (il dentro) che abitualmente è detto l'alto. Ad esempio, per definizione comune la passionalità umana è individuata nel basso mentre l'anima dell'uomo, come il suo spirito, non sono posti al suo interno ma in un non ben identificato “alto”. E per indicare le polarità energetiche del corpo umano è usata, nel linguaggio corrente, la formula di mascolino e femminino. Ed è su quest'ultima interpretazione che vogliamo soffermarci per continuare ad approfondire gli insiemi di uomo e donna sul cammino iniziatico.
Mascolino-femminino sono due espressioni allegoriche ma fuorvianti, usate per indicare la polarità energetica che costituisce e muove ogni struttura esistente. Nel corpo umano il polo positivo è il suo lato destro, mentre il polo negativo è quello sinistro. E anche Dio, fatto da alcuni uomini a loro immagine e somiglianza, è maschio e femmina: Padre (mascolino) e Madre (femminino). Ma polo positivo e negativo sono i termini con cui la scienza iniziatica sostituisce il mascolino-femminino dei catechismi minori.
Quando la polarità positiva è addizionata al proprio complemento negativo si libera (fa nascere) un terzo elemento che è il moto. Quindi, ciò che forma ogni struttura e muove i mondi è il risultato dell'unione (detta Amore) tra due polarità.
Per comodità d'esposizione, noi passeremo con una certa progressività dalla terminologia più exoterica dei catechismi minori alla formulazione della scienza iniziatica.
Porre in opposizione l'impulso femminino e quello mascolino, o peggio separarli esaltando o reprimendo ora l'una ora l'altra delle due caratteristiche è una forzatura arbitraria della ragione umana. Un artifizio concettuale che si regge sull'esaltazione d'una delle parti solitamente a discapito dell'altra. Ma sul cammino iniziatico non viene mai repressa o esaltata una delle due parti, perché, nell'equilibrare l'unicità naturale dell'individuo, che appare, invece, divisa in esteriore ed interiore, sarebbe un errore valorizzare separatamente solo la parte mascolina o quella femminina.
Insomma, sbagliano tanto quelli che esaltano la ragione volitiva sottovalutando la forza della percettività intuitiva, quanto chi celebra il proprio trasporto emotivo non curandosi di potenziare la profondità d'analisi. Per queste lacune, da colmare, uomo e donna sono creduti l'uno la metà del cielo dell'altro. Ma la lacuna non si colma, come è detto abitualmente, cercando di completare la parte mancante di sé nella perfezione d'un anima gemella. Ma cercando in sé stessi la metà incompiuta del proprio cielo.
In natura non esiste nulla di assolutamente mascolino o femminino. Anche la sostanza d'un essere s'esprime (impulso mascolino) e riceve (impulso femminino) attraverso i sensi. Proviamo, ad esempio, ad immaginare uno dei sensi privo della facoltà di trasmettere (imp. mascolino) o di quella di ricevere (imp. femminino) e pensiamo come si ridurrebbe la mente di un corpo con tali inconvenienti. Se all'udito, elemento intrioettivo (imp. femminino) mancasse lo stimolo dell'attenzione (imp. mascolino), il sentire non sarebbe recepito dalla mente. Se il suono, estroflessione dall'atto della parola (imp. mascolino), non fosse preceduto dall'inspirazione dei polmoni (imp. femminino), la bocca resterebbe muta ed il pensiero sarebbe inespresso. Se il vedere dell'occhio (imp. femminino) non fosse attivato dalla volontà di guardare (imp. mascolino), la vista rimarrebbe uno strumento inerte. La stessa idea può essere trasposta dal corpo umano ad un gruppo umano, come quello degli “aspiranti” iniziati ed è facile immaginare che tipo di realtà s'imporrebbe nell'utilizzo delle sue risorse.
Il tatto si trasmette nel gesto di una stretta di mano, di un bacio o di un abbraccio. Il contatto fisico è il mezzo più immediato per segnare momenti di gioia, affetto, amore e solidarietà. Per sostenere, incoraggiare o compatire. Per suggellare alleanze o testimoniare distacchi. I gesti sono segni distintivi o di riconoscimento. Nella gioia o nel dolore il contatto è il mezzo comunemente usato per dare e ricevere emozioni. Ma in ambito iniziatico, il contatto fisico (imp. femminino) è trasformato in toccamento. Il toccamento è per gli iniziati un segno tradizionale di riconoscimento e di sapienza che, attraverso la conoscenza dei simboli dimostra il grado d'appartenenza nella scala gerarchica. Perché, ogni livello iniziatico s'esprime, appunto, attraverso dei propri segni specifici. Ma si può anche considerare un uso più reale del semplice toccamento dimostrativo o del gesto simbolico svolto con la mano, con la spalla o con il piede.
Il toccamento iniziatico può trasmettere un atto di volitività energetica. Quello che, tradizionalmente veniva definita: trasmissione iniziatica. Con quest'atto si tramanda da Iniziato ad Adepto lo Spirito dell'Ordine d'appartenenza. Gli iniziati minori, invece, con un atto simbolico si trasmettono solo l'ombra della sua memoria, il ricordo di quello spirito.
Quindi, perché la trasmissione ci sia realmente, nell'iniziatore, che con quell'atto conclude il processo operato dall'Adepto stesso, debbono essere presenti e nella stessa misura, l'energia del polo attivo quanto quella del polo ricettivo. Come per l'anello di un circuito energetico, il mascolino ed il femminino, raggiunto il più alto equilibrio nell'atto di volontà iniziatica, proiettano quel terzo elemento attivo nella forma fisica e passiva del recipendario attivandone i centri delle energie profonde.
Se quanto è stato trasmesso vale per il singolo iniziato, per egual ragione dovrebbe valere per la forza energetica espressa ritualmente da un intero Gruppo o per una Comunione di Gruppi d'iniziati.
La concentrazione energetica espressa da un cerchio di veri iniziati nel suo moto costituisce una forma psicoenergetica a suo modo senziente che è detta Eggregore.
Proveremo ora a constatare la bontà di questo Postulato.
Il Nodo: rappresentazione della dualità energetica
|
Il nodo, come simbolo, è stato usato per rappresentare il moto del tempo e dell'energia. La Croce ansata nel Nodo di ANK, ad esempio, vela il significato cosmico della Croce mobile, fissa e cardinale, del Dodecaedro, simbolo dell'universo e del Numero Dodici, allegoria del Grande Zodiaco, a cui si rifanno tutte le Cosmogonie arcaiche. La Croce egizia in posizione eretta è detta TAU ( T ), simbolo dell'armonico celeste. La Croce Egizia, simbolo di generazione e di nascita è la Croce della Materia ma, se sovrapposta da un cerchio, il Nodo di Ankh, diventa la Croce ansata.
|
Questa Croce è l'antico simbolo dello Spirito di Vita ed il cerchio del nodo, unito alla TAU, diventa l'Uovo simbolo d'immortalità. Il defunto incamminato verso l'immortalità veniva raffigurato risplendente nell'energia del suo Uovo Aurico. Altrimenti, nella Croce ansata può trovarsi un uomo con le braccia aperte nello Spazio a raffigurare il prototipo spirituale dell'umanità. Questa figura è anche il simbolo del settenario: l'uomo animato dallo spirito solare e divino.
|
|
Risalendo nel tempo sino alla più antica tradizione brahminica il nodo era rappresentato nel “Pasha” indiano. Questo reggeva la “corda di Shiva” che, nella mano destra inferiore della Divinità, emetteva il suono creatore o distruttore. Il Pasha è tenuto in mano in modo che il primo dito della Divinità e la sua mano formino una croce. L'allegoria del nodo è pervenuto sino alla Massoneria nel cosiddetto Nodo d'Amore.
L'energia del macrocosmo racchiusa in ogni Entità dell'universo, con l'amore si riversa nell'immensamente piccolo, sino a raggiungere quella frazione di microcosmo racchiuso nell'uomo.
Nella Croce, Materia, Spirito e Vitalità sono i 3 elementi che governano le strutture ad ogni livello d'esistenza. Gli stessi 3 elementi (passivo, attivo e moto) sono riconoscibili nel moto della corda che intreccia il Nodo d'Amore. Col movimento si attiva (moto) il capo della corda che penetra (mascolino) la parte ansata per formare l'intreccio (unione col femminino) del nodo (sintesi dell'unità). Ancora una rappresentazione dell'attivo e passivo che si fondono per trasformarsi in un'Unità. Il Nodo rappresenta l'entità che, nella sua unicità, trasforma e sintetizza la dualità dei due opposti, e riassumendo in sé la separatività dei due distinti attributi, resta solo l'unità. Ma il modello vitale del Nodo è l'uomo.

Anche se non è facile concepirsi come un'unità composita, l'uomo è una complessa molteplicità di emozioni, sentimenti e pensieri contenute da un'entità triplice che, come ogni altra entità fisica universale è composta di materia, spirito e vitalità. Una stupefacente sintesi di diversi attributi mediati dalla coscienza vitale che, una volta svelati alla visione della mente fisica, si riunificheranno anche “nel basso” di quella mente, come erano già “in alto” nello spirito, ricomponendo anche in terra (nella fisicità materiale) l'androgino celeste.
Ricomporre in terra l'androgino celeste è un'altra allegoria nella quale antichi esoteristi imprimevano, nel loro linguaggio pittorico, il principio di precipitazione psichica che avveniva per similitudine, ovvero per mancanza di ostacoli, dall'entità di coscienza superiore al suo frammento più fisico ed esterno. In altre parole, la coscienza superiore resta confinata in piani impercettibili ai sensi corporali della propria porzione di coscienza fisica. A fomentare la diversità nelle due parti della stessa identità di coscienza, è la barriera psichica sorta dalla profonda identificazione di una parte della coscienza con uno dei due poli della natura materiale (maschio-femmina). L'identificazione con la natura fisica crea delle identità parziali che, nella loro diversità, disconoscono la radice comune e allora si respingono.
Ma se viene realizzata un'unità concettuale sintetica che riassuma le diversità dei due poli, queste si attenuano sino a scomparire. Nell'equilibrare le tendenze del lobo sinistro del cervello (centro delle attività estroflesse) con quella del lobo destro (centro delle attività introflesse), la divergenza nelle tendenze riconvergono in un'unità mentale detta, appunto, sintesi.
La sintesi di una mente priva degli attributi più grevi, diventa la tenue via senza opposizioni che la coscienza superiore usa, per superare i limiti con cui essa stessa respingeva (v. diamagnetismo) la diversità dei propri attributi inferiori. Senza più vincoli repulsivi la coscienza attrae la consapevolezza della mente fisica e, precipitandovi parte della propria sostanza, la “illumina”.
La fusione della coscienza fisica con parte della propria sostanza superiore, si riflette nella mente fisica con una nuova percezione di sé. Una consapevolezza della propria natura diversa e più ampia. Se la consapevolezza e l'identificazione dell'uomo risiedono soprattutto nella capacità della sua mente, ampliare i confini della propria coscienza significa che egli può trascendere l'abito di “pelle animale” che un tempo gli fu fatto indossare (v. libro della Genesi). L'uomo sente di non appartenere più all'abito (mentale) della propria fisicità, che può svestire riconoscendosi, infine, per quello che è. Non più maschio o femmina ma l'incarnazione di un'idea.
Un moto energetico posto in forma geometricamente armonica produce un suono assolutamente armonico: e questo rappresenta “l'Ordine” in tutte le forme. Dunque, rompere l'armonia d'una struttura (fisica o psichica) significa destrutturare la sua forma, danneggiandola o distruggendola.
Il Nodo nel Quadro di Loggia massonica
I Quadri che decorano ogni Loggia sembrano raffigurare degli strumenti muratorii ma, in realtà, quegli strumenti manuali velano, in forma esoterica, altrettanti strumenti psichici della mente umana. Il Quadro posto ritualmente sul pavimento del Tempio illustra i significati d'ognuno dei 3 gradi massonici ed è il simbolo emblematico del livello operativo raggiunto dai loro cerimoniali.
Nel Quadro di Loggia in grado d'Apprendista Introdotto sono raffigurati 3 Nodi, perché, tre sono i Maestri Liberi Muratori necessari alla prima configurazione rituale che regge una Loggia. Configurazione che, nella geometria sacra, è quella di un triangolo. Nel livello successivo, quello di Compagno d'Arte, nel Q.d.L. sono raffigurati 5 Nodi come cinque sono i Maestri che formano una Loggia accettata. Poi, in grado di Maestro Libero Muratore, nel Q.d.L. sono raffigurati 7 Nodi che è il numero di Maestri necessari per costituire una Loggia regolare. Sette è, infatti, il numero “giusto” di Maestri per rendere ritualmente operativa una Loggia: ma sotto quale aspetto? Quello geometrico ed energetico di un corpo umano. Per attivare energeticamente l'operatività di un Tempio cominciamo col rammentare che il Corpus massonicum, nella ritualità cerimoniale, è rappresentato da una coppia di uomini che si trovano “distesi” sul pavimento del Tempio. Uno è la raffigurazione exoterica dell'uomo fisico mentre l'altro è la raffigurazione esoterica dell'uomo metafisico. Questa rappresentazione è tratta dall'idea cosmogonica cabbalistica dove, l'Adamo Kadmon è l'essenza archetipa dell'Uomo spirituale, l'Adamo celeste che discende direttamente, come la monade platonica, dal supremo divino Principio generatore; al suo fianco c'è l'Adamo terrestre che è il simbolo archetipo della razza umana dalla pelle bianca. L'Uomo celeste è il polo attivo dell'essenza divina che ha il proprio riflesso speculare nella sostanza fisica dell'uomo, l'Adamo terrestre, è il polo passivo della stessa unità.
L'Uomo celeste (l'archetipo spirituale) è il figlio diretto del Principio divino, mentre, la “sua ombra” sorge dalla sostanza di Mater Materia che, “priva della luce” interiore di quel Principio, è la vedova dello spirito dell'Unità cosmica. Ma se pur inconsciamente, l'uomo terrestre ha in sé, nella propria radice interiore, l'essenza spirituale da cui ha tratto origine, è rivitalizzando quell'essenza che l'identità impermanente (la singolarità personale) può ricomporsi con l'identità permanente (l'individualità spirituale), congiungendosi in una completa unità di coscienza sino a ri-formare l'unica antica entità.
L'Uomo spirituale incarnato nella propria controparte fisica appare nella sostanza di quel contenitore (la mente fisica) come un suono intelligente il cui potere è ricordato dalla Massoneria come la Parola perduta.*
__________
* Come recita un antico rituale: «Che ora è? / È la prima ora del giorno in cui il velo del Tempio fu scisso / e la tenebra e la costernazione si diffusero sulla Terra. / E la Luce fu oscurata. / E gli attrezzi furono spezzati. / E la Stella Fiammeggiante disparve. / E la Pietra Cubica fu spezzata. / La Parola è andata perduta».
__________
Ma anche in una realtà fisica, dove gli strumenti sensoriali dell'uomo hanno capacità assai ridotte, una flebile presenza di questo “suono intelligente” è sempre presente. Anche quando la mente umana è ancora una forma pensante assai approssimativa e confusa, l'attività di quel suono intelligente è percepito ed interpretato come la voce della coscienza.
La voce della coscienza è l'innato senso di giustizia che prende corpo dalla facoltà di sopravvivenza di ogni essere vitale, che gli fa riconoscere impulsivamente la differenza tra giusto ed ingiusto. Nel distanziarsi dal mondo animale, l'uomo ha sviluppato maggiormente la capacità d'intendere o di negare, questo spontaneo distinguo tra lecito ed illecito, che lo ha reso capace di decidere tra bene e male. Ed anche se interessi e ragioni egoistiche finiscono spesso per prevalere sull'istinto di giustizia, questo è sempre presente anche in assenza di un preciso codice sociale di comportamento. Il codice di comportamento sociale è basato sulla distinzione di una gerarchia di valori che è presente in ogni gruppo animale. L'uomo, che è un animale sociale, esprime la ragionevolezza della sua socialità, nelle oscillazioni tra egoismo ed altruismo. Sono sentimenti sociali che vengono enfatizzati dal piacere dell'altrui approvazione o dal dispiacere dell'altrui disapprovazione. Il senso di benessere e di ricchezza interiore che si trae dall'offrire agli altri, si alterna all'aridità di coscienza, al dolore ed al senso di colpa, di chi sceglie invece di trattenere, magari con l'inganno o con la violenza. Quindi, una prima presenza del potere spirituale in un uomo, può essere determinata dalla semplice osservazione delle sue abitudini e dal suo comportamento.
Un carattere prevalentemente estroverso, il tono della voce (che è il riflesso del pensiero) netto e distinto, lo sguardo fermo e diretto e, soprattutto una forte tendenza ad offrire benefici (ed al livello più alto: ad offrire se stesso), sono i primi segni che il suono della coscienza spirituale (il potere della parola perduta) ha iniziato ad effondersi nella coscienza fisica dell'uomo. Egli comincerà, così, ad esternarlo nell'equilibrio delle sue azioni, nella pacatezza dei suoi gesti e nell'energia che profonderà nelle sue parole. Al contrario, se i suoi atteggiamenti sono prevalentemente introversi o instabili, il tono della sua voce (che è il riflesso del suo pensiero) è indefinito o disarmonico, il suo sguardo mobile e sfuggente e, soprattutto la sua tendenza è quella di trattenere benefici, è segno che la coscienza di quell'uomo è ancora un punto d'ombra da ravvivare.
Per aiutare l'uomo a dissolvere l'ombra interiore con la luminosità di una coscienza d'ordine superiore, bisogna educarlo ad operare sulla sua mente, impedendole di continuare a considerarsi il punto centrale del proprio universo. A favorire questo processo, e non altro, è deputato l'Ordinamento iniziatico.
Ogni Società iniziatica o cultura religiosa ha sempre voluto destinare un proprio termine, arbitrario ed umano, al concetto di Principio divino ed al modello spirituale che ne discendeva.
Il Principio divino, per sua natura intangibile, è rimasto del tutto intrasmissibile alla mente dell'uomo, mentre, il modello spirituale, forse perché concettualmente più vicino al mondo degli uomini, ha sempre subito delle terribili distorsioni. Comunque, colpiti entrambi dalla stessa sorte, sono stati calati in sembianze ed attributi antropomorfi.
La Massoneria, dal canto suo, ha denominato il supremo Principio divino: Grande Architetto dell'Universo, mentre, il suo modello spirituale è stato raffigurato nel Maestro Hiram.
La figura di Hiram è il modello, la guida ed il polo spirituale scelto dal popolo massonico (gli adami terrestri) ed il suo Principio dovrebbe poter risorgere alla costituzione d'ogni suo nuovo maestro, come ogni maestro massone, attraverso lui, dovrebbe risorgere all'illuminazione d'una nuova vita iniziatica. Se ciò accadesse davvero, il maestro massone passerebbe dalla polarità passiva dell'inerzia materiale, alla polarità attiva della propria essenzialità spirituale.
Questo passaggio oltre la morta materia e fino alla vividezza spirituale è la resurrezione iniziatica. La resurrezione iniziatica è rappresentata in una cerimonia svolta al centro di un triangolo rituale composto da tre Fratelli d'alto grado. Il triangolo rituale “ricorda e rappresenta” le 3 maggiori correnti energetiche dell'edificazione cosmica. Invero, queste tre energie sono tre “specializzazioni” d'una stessa ed unica energia che la Massoneria chiama Bellezza, Forza e Saggezza.
L'interpretazione esoterica di questi termini è che, la bellezza risiede nell'armonica composizione degli elementi; la forza nella dinamicità del potere spirituale, cioè, nel moto della volontà costruttiva dell'universo, mentre, la saggezza risiede nell'intelligente equilibrio della sua azione vitale. L'insieme di questi elementi sono generati da una Causa Prima che è detta il Grande Architetto dell'Universo.
Brevi cenni sulla costituzione di un Eggregore di Loggia
anima o spirito di Gruppo
Sul pavimento del Tempio massonico è posta, invisibile agli occhi fisici, la rappresentazione mentale di un insegnamento. È insegnato all'adepto che su quel pavimento giacciono due figure antropomorfe. Una rappresenta il modello spirituale, cioè, il polo dinamico e volitivo dell'energia del Tempio che, exotericamente, chiameremo la «sorgente spirituale». L'altra figura, invece, è la rappresentazione della sua controparte fisica che, sempre exotericamente, chiameremo l'«attività cerimoniale» e che di quell'energia è il polo passivo e ricettivo.
Nella geometria del Tempio, la testa dell'archetipo spirituale è posta ad oriente con il volto che guarda ad occidente, mentre il suo “gemello”, l'archetipo fisico, sempre adagiato sul pavimento, ha la testa poggiata ad occidente con il volto che guarda ad oriente. Quest'ultima figura è il maestro massone al momento del suo trapasso iniziatico. Per raggiungere la maestranza, il massone, prima di rinascere dovrà prima morire al suo precedente sé stesso. Cessando di esistere alle consuetudini acquisite nel mondo profano, aprirà gli occhi della propria mente alla visione spirituale e vi vedrà rispecchiato, nel proprio Oriente interiore, il volto del proprio Maestro Segreto. Perché Hiram, o in qualsiasi altro modo si voglia chiamare il modello spirituale, in realtà non è altro che il volto della controparte sovramondana e spirituale di ogni iniziato.
Le due figure “gemelle” del Tempio massonico sono, allora, due controparti dello stesso archetipo umano. La controparte spirituale, essendo di natura universale, è racchiusa nell'unica figura del Maestro Hiram, mentre la sua la controparte materiale è composta dalla pluralità fisica di tutti i maestri massoni, e diviene attiva ai più alti livelli se gli iniziati che compongono l'anello rituale, sanno far rivivere in sé quella parte d'universalità ed unica fonte di vitalità immortale, che unisce ambedue le identità. Questo, per la regola rituale che: il simile minore evoca il simile maggiore, come il simile maggiore attrae a sé il simile minore. E la compatibilità energetica di una Catena iniziatica 'sì fatta, è la base per la costituzione d'un Eggregore rituale (anima o spirito di Gruppo).
La doppia immagine che abbiamo descritto è posta al centro del Tempio. Luogo che è la microrappresentazione del pianeta, il logos planetario. Vediamo allora apparire un significato binario in queste due rappresentazioni.
Logos è il suono, anticamente Parola o Verbo, che invero definisce l'essenza cosmica d'ogni struttura energetica. Il Tempio, allora, è la controparte fisica del macrocosmo planetario ed i massoni che lo abitano sono la controparte fisica del macrocosmo spirituale dell'umanità. Hiram invece è l'Iniziato risvegliato. Questi diventa il punto d'unione tra l'umanità e l'Opera del Grande Architetto che allora gli appare comprensibile.
Risvegliatosi a questa nuova visione del mondo, il magister vitae comprende che le diverse condizioni di malessere o i diversi livelli di benessere, in realtà, non sono fattori individuali com'egli aveva immaginato, ma sono tutte graduazioni d'una stessa realtà comunemente condivisa. Tutte condizioni che talvolta frenano ed altre facilitano l'avanzamento dell'umanità, e la visione di un “destino comune”sollecita l'iniziato a porre in secondo piano gli interessi individuali per privilegiare le opere d'interesse comune, e come è detto: egli comincia a lavorare a Benefizio dell'Umanità.
Per sviluppare la conoscenza della geometria occulta del Tempio, il massone dovrebbe acquisire una certa dimestichezza con i significati dell'Albero Sephirotico, il cosiddetto Albero della Vita che, come l'Uomo metafisico, è anche un'altra raffigurazione dell'essenza divina nell'uomo fisico.
Questa geometria prevede 3 colonne poggiate parallelamente sul pavimento del Tempio, nella cui area s'intersecano in varie direzioni (verticalmente, orizzontalmente e obliquamente) 10 centri energetici. Ciò conferisce alla sua struttura la complessità di un Sistema e lo spessore di un insegnamento esoterico.
Le due colonne laterali dell'Albero Sephirotico illustrano la complementarietà e l'equilibrio tra il passivo e l'attivo (i poli positivo-negativo dell'energia fisica). La colonna centrale è, come nell'uomo, l'asse spirituale del Tempio. Infatti, nella fisicità dell'uomo ritroviamo il medesimo ordinamento. Il lato sinistro del corpo è la sua colonna passiva, il lato destro è la colonna attiva, mentre, la spina dorsale è la colonna spirituale. La spina dorsale, con la sua triplice canalizzazione energetica (v. l'immagine del Caduceo Ermetico) è la via diretta (la via stretta dell'iniziato), che dal centro energetico più basso del corpo* raggiunge, per l'inversione di polarità che avviene nel centro cardiaco (sephirà Tiphereth), i 12 centri alti della testa (sephirà Kether) ravvivandoli sino a sbocciare nell'illuminazione della mente fisica.
__________
* Ganglo che gli orientali chiamano chakra coccigeo sede della Kundalini, il fuoco serpentino, l'energia generativa della libido. La kabbala la riconosce nella sephirà Malkuth che è il centro della sostanza più terrena della fisicità umana.
Vedi l'analogia delle sephirot ebraiche con i chakra della più antica cultura brahaminica.
__________
Le 10 sephirot dell'Albero della Vita, sono la raffigurazione di 10 sfere di coscienza e conoscenza e 10 mondi d'esperienza, attraverso cui s'è involuta la pura essenza spirituale del “divino”, materializzandosi nelle forme fisiche. L'Adamo celeste, cui abbiamo accennato, sta ad indicare la coscienza spirituale dell'uomo altrimenti chiamato paradiso. Una coscienza che perde la memoria di sé nella congiunzione con l'assordante vitalità degli attributi della forma dell'adamo terrestre.
Nell'Opera di rinnovata evoluzione, detta sacralizzazione della materia, l'umanità dovrà risalire da un mondo d'esperienza all'altro, riappropriandosi di tutte e 10 le sfere di coscienza e conoscenza, con un metodo di rivelazione interiore il cui risultato è l'Iniziazione maggiore.
La rivelazione interiore è la ricongiunzione (il ponte) della coscienza fisica con la parte originale della propria essenza primigenia, composta di pura essenza spirituale. Questa forma spirituale è l'immagine di Dio ed il Padre che “siede” nel cielo interiore d'ognuno di noi.
Anche il Tempio massonico ha il suo cielo interiore: la Volta stellata.
Il Tempio è la rappresentazione del logos planetario nel proprio sistema, ovvero, il simbolo di un microsistema collocato all'interno d'un sistema solare maggiore che, a sua volta, non può essere, però, considerato un macrosistema.
In alto, attraverso tutte le pareti e a ridosso della Volta stellata, scorre una corda con 12 Nodi, che sono il segno emblematico dell'influsso che ha l'energia delle 12 costellazioni dello Zodiaco sulla vita di ogni microsistema, da quelli solari a quello d'ogni singola vita del pianeta. Il moto cosmico ha un suo riflesso nel moto della coscienza umana ed è questa la chiave nascosta dell' astrologia esoterica.
In Massoneria queste rivoluzioni si definiscono anche attraverso le forme del pavimento del Tempio. Il quadrilungo, dove si svolgono i 4 Viaggi del neofito, è la rappresentazione dell'opera umana. L'opera d'evoluzione, si svolge nel riconoscere sé stessa attraverso l'essenza dei 4 elementi di Natura, che ne esprimono i diversi gradi di vitalità. Il corpo dell'uomo è collegato all'elemento terra, l'acqua sono le sue passioni e le emozioni, l'aria è l'elemento dove si muove il suo pensiero ed il fuoco è la coscienza spirituale che diviene l'unità col Tutto. Ancora sulle pareti attorno al pavimento, sono posti i simboli astrologici che rappresentano i tempi fisici dell'opera nella processione delle stagioni, negli equinozi e nei solstizi. Nella Volta, il Grande Zodiaco segna i confini del Tempio circolare dove opera l'iniziato.
Il moto cosmico crea lo spazio ed il tempo. E non è la materia, ma sono lo spazio ed il tempo ad essere i due strumenti nodali attraverso cui si esteriorizza il Progetto del Grande Architetto dell'Universo. Spazio e tempo sono due strumenti rituali presenti anche nel Tempio massonico che, però, vengono utilizzati nella misura in cui l'iniziato è in grado di sapersene servire. Gli spazi regolati dalla geometria sacra ed i tempi regolati dalle cadenze rituali del cerimoniale, sono vivificati dalle assonanze con i ritmi dell'Opera planetaria che l'iniziato sa correlarvi. Qui dovremmo entrare nell'ambito della pura astrologia esoterica. La conoscenza delle forme rituali, dei ritmi degli armonici sonori e delle cadenze gestuali è una delle chiavi di volta dei misteri cerimoniali.
Il moto, lo spazio ed il tempo hanno la loro triplice rappresentazione nella forma del Tempio. Questa forma muta con l'ampliarsi del livello cognitivo e ritualmente operativo dell'iniziato.
Il Tempio avrà la forma di un quadrilungo (doppio quadrato v. significato del numero 8) per tutti coloro che concepiscono lo spazio temporale basato solo sui cicli del proprio presente soggettivo di uomo fisico .
Il Tempio assume la forma di un quadrato (v. significato del numero 4) per l'iniziato immedesimato in una concezione spazio temporale di chi “vede lo Zodiaco senza attraversarlo” facendolo diventare, così, una rappresentazione exoterica ed immaginaria le cui cadenze hanno una durata di uno, tre e nove anni (v. significati dei numeri 1, 3, e 9).
Il Tempio avrà una forma circolare per l'iniziato che, smesso di concepire se stesso come il punto centrale della realtà pone, invece, nell'epicentro della propria visione i ritmi della Grande Opera. Ritmi raramente considerati perché legati allo Zodiaco cosmico che, in realtà, “ruota” con moti di 2500, 25.000 e 250.000 anni.
Caratteristiche di una Catena d'Unione
Una Catena universale dovrebbe partire dal centro di un'unica realtà iniziatica. Uno stesso Principio che sia valido per ogni genere di Catena che, mistica o misteriosofica, di quel Principio sono solo un'interpretazione concettuale edificata dall'immaginario umano. Gli anelli di una Catena d'Unione universale sono tutte le Comunioni d'uomini e donne che si poggiano sulle colonne degli stessi principi: Armonia e Bellezza, Volontà e Forza, Amore e Saggezza.
Ma molti anelli sono stati corrotti, la Catena iniziatica è stata spezzata, la trasmissione iniziatica si è interrotta e la sua “Parola” è creduta persa. Questa interruzione ha reso una effimera rappresentazione ciò che era un'antica prerogativa dell'uomo: l'Iniziazione.
Ma sostituendo con un atto simbolico una realtà iniziatica, sono sfumati anche i valori di capacità e conoscenza che questa comportava e che erano la vera forza dell'Ordinamento. La sua forza, ormai oscurata, era quella che gli proveniva dall'anello degli iniziati che ne “costituivano” la struttura: fisica, psichica e spirituale. Ma se l'universalità della Catena iniziatica è stata sostituita da una forma di sbilenco internazionalismo, retorico, dogmatico e pericolosamente restrittivo, neanche le Catene minori delle Logge sono rimaste indenni nel passaggio verso una virtualità sempre più marcata condotta da “dispensatori” di titoli, che hanno seriamente compromesso i principi iniziatici rendendo, per i più, la Massoneria un contenitore d'antichi ricordi.
Il valore peculiare d'ogni singola Loggia di una Comunione, dovrebbe essere salvaguardato e accresciuto in un'armonica coralità che risalti, integrandole tra loro, le diverse realtà che vi si possono rappresentare. Questo, partendo dalla giusta collocazione d'ogni anello d'ogni singola Loggia. Anelli minori ma non per questo di minore valore. La Catena di ogni singola Loggia dovrebbe essere curata da chi ne ha il dovere, con l'attenzione con cui s'incide un cammeo. Giungendo a realizzarvi con amore e comprensione fraterna, un primo microscopico principio d'universalità da aggiungere a quella della macroscopica Catena d'Unione universale.
In futuro, forse si avrà sempre più coscienza che bisogna riscoprire l'antico metodo per operare un'attenta costruzione di una Catena Fraterna. Saper costituire la giusta amalgama psichica di una Loggia per renderla, se non giusta e perfetta, almeno un anello integrato armonicamente con gli altri anelli della Comunione. Se questo potesse avvenire, superando ogni chiusura regressiva, si consentirebbe ad ogni Comunione massonica d'essere l'anello di un'unica grande Catena Universale. Per raggiungere almeno la fase progettuale di questa costruzione si dovrà seguire, come accadeva in passato, un metodo e non procedere, come accade nel presente, ad un semplice assemblaggio, confuso, interessato o casuale di uomini più o meno incoscienti della Via secolare di Sapere ch'essi intraprendono. 
