(continua) Istruzione n°III
Il fondamento filosofico del dogma
1. Immaginate, per amor di discussione, l'unica Essenza omogenea assoluta ed onnipresente, sopra il gradino superiore della “scala dei sette piani dei mondi”, pronta a cominciare il suo viaggio evolutivo. Man mano che il suo riflesso correlante discende, si differenzia e si trasforma in materia soggettiva e alla fine oggettiva. Chiamiamola Luce Assoluta nel suo Polo Nord; nel suo Polo Sud (che per noi sarà il 4° gradino o gradino intermedio, o piano, contando dall'alto o dal basso) la conosciamo esotericamente come la Vita Una Universale. Notate la differenza: Sopra, Luce, sotto, Vita.
La prima è immutabile; la seconda si manifesta sotto gli aspetti di innumerevoli differenziazioni. Secondo la Legge Occulta, tutte le potenzialità incluse nel Superiore diventano riflessi differenziati nell'inferiore; secondo la stessa Legge, niente di ciò che è differenziato può essere mescolato con l'omogeneo. E niente può sopportare ciò che vive e respira ed ha il suo essere nelle onde in tumulto del mondo, o piano di differenziazione. Così essendo Buddhi-Manas entrambi raggi della Fiamma Una – il primo, il veicolo (upadhi o vahana) dell'Essenza Eterna Una, il secondo, il veicolo di Mahat, o Ideazione Divina (Maha-Buddhi nei Puranas) l'Anima Universale – nessuno di loro, come tali, può essere estinto o annichilito, in Essenza o Coscienza.
Ma la personalità fisica con il suo Linga Sharira e l'anima animale con il suo Kama, possono farlo e diventare tali. (Nota – Kama Rupa, il veicolo dei Manas inferiori, si dice che dimorino nel cervello fisico, nei cinque sensi fisici ed in tutti gli organi di senso del corpo fisico). Essi sono nati nel regno della delusione e devono svanire come nuvole dal cielo blu ed eterno.
Colui che ha letto la Dottrina Segreta con attenzione deve conoscere le origini degli Ego umani, genericamente chiamati Monadi, e ciò che essi erano prima che fossero costretti ad incarnarsi nell'animale umano. Gli Esseri Divini, che il Karma ha portato a recitare nel dramma della vita Manvantarica, sono entità da mondi e pianeti più alti e precedenti, il cui Karma non si era esaurito quando il loro mondo entrò nel Pralaya.
Questo è l'insegnamento; ma che così sia oppure no, gli Ego Superiori sono – paragonati con tali forme transitorie ed il fango terrestre con noi – Esseri Divini, Dèi, immortali durante tutto il Mahamanvantara, o durante i 311.040.000.000.000 anni che dura l'età del Brahma.
Come gli Ego Divini, per poter ri-diventare Essenza Divina ed essere ri-assorbiti nell'AUM Universale, devono purificarsi nel fuoco della sofferenza e dell'esperienza individuale, così devono farlo anche gli Ego terrestri, le personalità, se vogliono condividere l'immortalità degli Ego Superiori. Possono ottenere ciò reprimendo in sé stessi tutto ciò che dà benefici solo alla natura personale inferiore dei loro “sé” ed aspirando a trasfondere il loro principio pensante Kamico in quello dell'Ego Superiore.
Noi (cioè le nostre personalità) diventiamo immortali per il semplice fatto che la nostra natura morale pensante sia innestata sulla nostra Monade Divina Una e Trina (Atma-Buddhi-Manas), i tre in uno e uno in tre (aspetti). Infatti la Monade che si manifesta sulla terra incarnando gli Ego è ciò che chiamiamo l'Albero della Vita Eterna, che può essere avvicinato solo mangiando il frutto della conoscenza, la Conoscenza di Bene e Male, o Gnosi, Saggezza Divina.
Negli insegnamenti esoterici questo Ego è il quinto principio nell'uomo. Ma lo studente che ha letto e compreso le prime due Istruzioni sa qualcosa di più. È consapevole che il settimo non è un principio umano, ma Universale in cui l'uomo partecipa; ma così fa anche ogni atomo fisico e soggettivo ed ogni filo d'erba e tutto ciò che vive nello spazio, che sia sensibile o no. Lui sa, inoltre, che se l'uomo è più strettamente connesso con esso e lo assimila con un potere cento volte più forte, è semplicemente perchè è dotato della suprema conoscenza su questa terra. Quell'uomo, in breve, può diventare uno spirito, un Deva, o un Dio nella sua prossima trasformazione, mentre una pietra o una pianta, o un animale, non possono farlo a meno che non diventino prima uomini a loro volta.
2. Quali sono dunque le funzioni del Buddhi? Su questo piano, nessuna, a meno che sia unito a Manas, l'Ego conscio. Buddhi sta all'Essenza Radice Divina con lo stesso rapporto con cui Mulaprakriti sta a Parabrahma, nella Scuola Vedantina; o come Alaya, l'Anima Universale, allo Spirito Eterno Uno, o ciò che è oltre lo spirito. È il suo veicolo umano, strappato dall'Assoluto che non ha alcun rapporto con il finito ed il condizionato.
3. Ancora, che cosa è Manas e qual'è la sua funzione? Nel suo aspetto metafisico puro, Manas, essendo rimosso (sul piano basso) da Buddhi, è ancora tale, incommensurabilmente più alto dell'uomo fisico, che non può entrare in rapporto con la personalità, eccetto attraverso il suo riflesso, cioè la mente inferiore. Manas di per sé è l'Auto Coscienza Spirituale, e Coscienza Divina quando è unito a Buddhi, che è il vero “produttore” di quella “produzione” (viscere) di Auto Coscienza attraverso Mahat. Buddhi-Manas, perciò, è assolutamente inadatto a manifestarsi durante le sue incarnazioni periodiche, se non attraverso la mente umana dei Manas Inferiori. Entrambi sono collegati tra loro e sono inseparabili e possono avere a che fare con i Tanmatras inferiori (atomi rudimentali) tanto poco, quanto l'omogeneo ha a che fare con l'eterogeneo. (Nota – Tanmatra significa forma sottile e rudimentale, il tipo grezzo degli elementi raffinati).
I cinque Tanmatras sono in realtà le proprietà caratteristiche delle qualità di materia, come di tutti gli elementi; lo spirito vero del mondo è “qualcosa” o “puramente trascendentale” nel senso di proprietà o qualità.
È quindi compito del Manas inferiore, o personalità pensante, se si mescola con il suo Dio, l'Ego Divino, di disperdere e paralizzare i Tanmatras, o proprietà della forma materiale. Per questo Manas è mostrato doppio, come ego e mente nell'uomo. È Kama-Manas, o l'ego inferiore che, illuso dall'idea dell'esistenza indipendente, come il “produttore” a sua volta e Sovrano dei cinque Tanmatras, diventa egoistico, il sé Egoista, in cui deve essere considerato Mahabhutico e finito, nel senso di essere connesso con Ahankara, la facoltà personale “creatrice dell'Io”.
Perciò Manas deve essere considerato come Eterno e non-eterno; Eterno nella sua natura atomica (paramanu rupa) e come Sostanza Eterna (dravya) finita (karya rupa), quando collegato come coppia con Kama (desiderio animale o volontà egoistica umana), in breve una produzione inferiore. Con questo ripeto solo quello che ho scritto nell'Agosto 1883 in risposta ad una critica nel Theosophist, in un articolo chiamato Il Reale e l'Irreale. Perciò, mentre l' Ego Individuale, grazie alla sua essenza e natura, è immortale per tutta l'eternità, con una forma (rupa) che prevale durante l'intero ciclo di vita del Quarto Giro, il suo Sosia, o simile, Ego personale, deve conquistarsi l'immortalità.
4. Antahkarana è il nome di quel ponte immaginario, il sentiero che si stende tra gli Ego Divini e umani, poiché essi sono Ego, durante la vita umana, per ri-diventare un Ego in Devachan o Nirvana. Questo potrà sembrare difficile da comprendere ma, in realtà, con l'aiuto di un'illustrazione familiare, sebbene fantasiosa, diventa semplice. Immaginiamo una lampada luminosa nel mezzo di una stanza, che diffonde la sua luce sul muro. Diciamo che la lampada rappresenta l'Ego Divino, e la Luce diffusa sul muro rappresenta il Manas inferiore; il muro sarà il corpo. L'atmosfera che trasmette il raggio dalla lampada al muro rappresenterà nel nostro simile l'Antahkarana. Dobbiamo inoltre supporre che la luce così trasmessa è dotata di ragione e intelligenza, per di più possiede la facoltà di disperdere tutte le ombre maligne che si proiettano sul muro e di attrarre tutta la luminosità su sé stessa, ricevendo le sue impressioni indelebili.
È nel potere dell'Ego umano di scacciare tutte le ombre (cattive abitudini e azioni errate) e moltiplicare la luminosità (azioni giuste), che producono queste impressioni e così, attraverso l'Antahkarana, si assicura la connessione permanente e la riunione finale con l'Ego Divino. Ricordate che quest'ultimo non può aver luogo fino a che rimane anche una sola traccia di terrestre o materia nella purezza di quella luce.
D'altra parte la connessione non può mai essere interrotta, e la riunione finale impedita, fino a che rimane un atto spirituale o potenzialità che serva da filo conduttore; nel momento in cui quest'ultima scintilla si estingue, però, e l'ultima potenzialità si esaurisce, arriva la separazione. In una parabola Orientale l'Ego Divino si fa rassomigliare al Maestro che manda i suoi lavoranti a dissodare il terreno e a raccogliere la messe, e che è ben felice di mantenere il campo fino a che ne ottiene anche il più piccolo frutto. Ma quando la terra diventa veramente sterile, non solo viene abbandonata, ma anche il lavorante (Manas inferiore) perisce.
D'altra parte, comunque, usando sempre la stessa similitudine, quando la luce gettata sul muro, o l'Ego umano razionale, raggiunge il punto di vero esaurimento spirituale, l'Antahkarana scompare, la luce non è più trasmessa e la lampada diventa inesistente per esso. La luce che è stata assorbita gradualmente scompare e si verifica “un'eclissi dell'Anima”; l'essere vive sulla terra e poi passa nel Kama-Loka, come un mero ammasso sopravvissuto di qualità materiali; non può più passare verso il Devachan ma rinasce immediatamente, un animale umano ed un flagello. Diciamo che “Jack lo Squartatore” è uno di questi tipi.
Questa similitudine, per quanto fantastica, aiuterà ad afferrare l'idea giusta. Tranne che attraverso la mescolanza della natura morale con l'Ego Divino, non c'è immortalità per l'Ego personale. Solo colui che è simile alle emanazioni più spirituali dell'anima personale umana sopravvive. Essendo stato permeato, durante la vita, del sentimento di “Io sono Io” della personalità, l'anima umana, portatrice dell'essenza degli atti Karmici dell'uomo fisico, diventa, dopo la morte di quest'ultimo, parte della Fiamma Divina (l'Ego). Diventa immortale meramente attraverso il fatto che è ora fortemente innestato sulla Monade, che è l'Albero della Vita Eterna.
Ed ora dobbiamo parlare del dogma della “seconda morte”. Cosa succede all'anima umana Karmica, sempre quella di un uomo cattivo e degradato o di una persona senz'anima? Questo mistero sarà ora spiegato.
L'anima personale, in questo caso – cioè, quella di una persona che non ha mai avuto un pensiero sconnesso con il sé animale, non avendo nulla da trasmettere al Superiore o da aggiungere alla somma di esperienze dalle incarnazioni passate, che la sua memoria conserverà in eterno, – quest'anima personale si separa dall'Ego. Non può innestare niente di sé su questo tronco eterno, la cui linfa nutre milioni di personalità come foglie dai suoi rami, foglie che si imbiancano e muoiono alla fine della loro stagione; esse sbocciano e muoiono, alcune senza lasciare traccia, altre dopo aver mescolato la propria vita con quella del ramo creatore. Sono le “anime” del primo tipo che sono destinate all'annichilimento, o Avitchi (meglio noto come Inferno), uno stato così erroneamente compreso ed ancor peggio descritto da alcuni scrittori Teosofici, che non è in realtà situato sulla nostra terra ma è la terra stessa.
Quindi vediamo che l'Antahkarana è stato distrutto prima che l'uomo inferiore avesse l'opportunità di assimilare il Superiore e diventare tutt'uno con esso; e perciò l'anima Karmica diventa una entità separata, che vivrà d'ora in poi – per un periodo lungo o breve, a secondo del suo Karma – come una “creatura senz'anima”.
Prima di elaborare questa domanda devo spiegare più chiaramente i significati e le funzioni dell'Antahkarana. Come già detto, è rappresentata nella Tavola I come una stretta striscia che connette i Manas Superiori e Inferiori. Se guardate nel glossario alla Voce del Silenzio (pp. 888-89), troverete che è la proiezione dei Manas Inferiori, o piuttosto il legame tra questi ultimi e l'Ego Superiore, o tra l'Anima umana e Divina o Spirituale. (Nota – dato che l'autore di Buddhismo Esoterico e il Mondo Occulto chiama Manas l'anima umana e Buddhi l'Anima Spirituale, ho lasciato questi termini invariati nella Voce, visto che è un libro diretto al pubblico).
Alla morte è distrutto come un sentiero, o mezzo di comunicazione, e i suoi resti sopravvivono come Kama-Rupa il “guscio”. È questo ciò che a volte gli Spiritisti vedono apparire nella stanza della seduta spiritica come forme materializzate, che scioccamente confondono con gli “Spiriti dei Defunti”. (Nota – negli insegnamenti exoterici del Raja Yoga, Antahkarana è chiamato l'organo interno di percezione ed è diviso in quattro parti; i Manas [inferiori], Buddhi [ragione], Ahankara [personalità] e Chitta [egoismo]. Forma anche, insieme con diversi altri organi, una parte di Jiva, Anima, chiamata anche Lingadeha. Gli Esoteristi, comunque, non devono essere fuorviati da questa versione popolare).
Questo è così lontano dalla realtà che nel sogno, sebbene Antahkarana sia lì, la personalità è sveglia solo per metà; perciò si dice che Antahkarana, durante il nostro stato normale di sonno, sia ubriaco o pazzo. Se questo è il caso durante la morte periodica (sonno) del corpo vivente, si potrebbe giudicare ciò che la coscienza di Antahkarana diventa quando viene trasformata dopo il “sonno eterno” in Kama Rupa. Ma, per non confondere la mente dello studente con le difficoltà astruse della metafisica Indiana, lasciamogli vedere il Manas inferiore, o Mente, come l'Ego personale durante lo stato di veglia e come Antahkarana solo durante i momenti in cui aspira verso il Sé Superiore, e questo diventa il mezzo di comunicazione tra i due.
Per questa ragione è chiamato il Sentiero. Quando un arto o un organo appartenente all'organismo fisico umano viene lasciato inutilizzato, diventa debole e infine si atrofizza; ciò accade anche con ogni facoltà mentale; quindi, l'atrofia delle funzioni della mente inferiore chiamate Antahkarana diventa comprensibile, sia in nature completamente materialistiche che in quelle di persone depravate. Secondo la filosofia esoterica, comunque, l'insegnamento è come segue.
Visto che la facoltà e la funzione dell'Antahkarana è necessaria quanto il mezzo dell'orecchio per sentire e quello dell'occhio per vedere, sempre che il sentimento di Ahankara (dell'Io personale o egoismo) non sia completamente soffocato nell'uomo e la mente inferiore non sia completamente assorbita e diventata tutt'uno con il Superiore (Buddhi-Manas), sembra ragionevole assumere che distruggere Antahkarana è come distruggere un Ponte su un abisso invalicabile: il viaggiatore non potrà mai raggiungere la meta dell'altra sponda.
E qui sta la differenza tra gli insegnamenti exoterici ed esoterici. I primi fanno sostenere ai Vedanta che, purché la Mente (l'inferiore) rimanga attaccata allo Spirito (Buddhi-Manas) attraverso Antahkarana, è impossibile per essa acquisire la vera Saggezza Spirituale, Jnana, e che questo può essere ottenuto soltanto cercando di avere un rapporto con l'Anima Universale (Atma); infatti è ignorando completamente la Mente Superiore che si raggiunge il Raja Yoga. Noi diciamo che non è così. Nessun gradino della scala che conduce alla conoscenza può essere saltato. Nessuna personalità potrà mai raggiungere Atma o entrare in comunicazione con essa, tranne che attraverso Buddhi-Manas; cercare di diventare un Jivanmukta o un “Mahatma” prima di essere diventato un Adepto o un Narjol (un uomo senza peccato) è come cercare di andare da Ceylon in India senza attraversare il mare.
Perciò ci viene detto che se distruggiamo Antahkarana prima che l'Ego personale sia completamente sotto il controllo dell'impersonale, rischiamo di perdere quest'ultimo e di esserne separati per sempre, a meno che non ci affrettiamo a ristabilire la comunicazione con uno sforzo supremo e finale. È solo quando siamo indissolubilmente legati all'essenza della Mente Divina che dobbiamo distruggere Antahkarana. “Come un guerriero solitario inseguito da un esercito cerca rifugio in una fortezza; per isolarsi dal nemico egli distrugge prima il ponte levatoio, poi comincia a distruggere l'inseguitore; allo stesso modo deve comportarsi il Srotapatti prima di uccidere Antahkarana”. O, come un assioma occulto dice: “L'unità diventa tre e tre generano quattro. Quest'ultimo (il Quaternario) deve ri-diventare tre ed il Divino tre si deve espandere nell'Uno Assoluto.”
Le Monadi (che diventano diadi sul piano differenziato, per svilupparsi in triadi durante il ciclo delle incarnazioni) anche quando incarnate, non conoscono Spazio o Tempo, ma sono propagate attraverso i princìpi inferiori del Quaternario, essendo onnipresenti ed onniscienti per natura. Ma questa onniscienza è innata e può manifestare la sua luce riflessa solo attraverso quello che è almeno semiterrestre o materiale; anche come cervello fisico, che a sua volta è il veicolo dei Manas inferiori che sono investiti in Kama Rupa. E questo è ciò che si annichilisce nel caso di “seconda morte”.
Tale annichilimento, però – che è in realtà l'assenza della più piccola traccia dell'anima condannata dalla memoria eterna, e per questo significa l'annichilimento nell'Eternità – non significa semplicemente discontinuità della vita sulla terra, poiché la terra è Avitchi, ed il peggiore Avitchi possibile. Banditi per sempre dalla coscienza dell'Individualità (l'Ego reincarnante), gli atomi fisici e le vibrazioni psichiche della personalità ora separata, sono immediatamente reincarnati sulla stessa terra solo in una creatura inferiore ed ancora più abietta, un essere umano solo nella forma, condannato al tormento Karmico per tutta la sua vita.
Inoltre, se persiste nel suo corso criminale o dissoluto, soffrirà una lunga serie di reincarnazioni immediate. Qui si presentano due domande:
A) Cosa ne è dell'Ego Superiore in tali circostanze?
B) Che tipo di animale è una creatura umana nata senza anima?
Prima di rispondere a queste due naturali domande, devo attirare l'attenzione di tutti voi che siete nati in paesi cristiani, sul fatto che il fascino della missione di Gesù e della redenzione per suo tramite, fu tratta o presa in prestito, da Iniziati troppo liberali, dalla dottrina misteriosa e strana, dell'esperienza terrena dell'Ego reincarnato. Quest'ultimo è certamente la vittima sacrificale del suo Karma ed attraverso di esso e di un Manvantara precedente che si accolla, volontariamente sebbene ne sia poco propenso, il dovere di salvare quelli che altrimenti sarebbero uomini o personalità senz'anima. La verità orientale è quindi più filosofica e logica della rappresentazione occidentale. Il Christos (Buddhi-Manas) di ciascun uomo non è proprio un Dio innocente e senza peccato, sebbene in un certo senso sia il “Padre”, essendo della stessa essenza dello Spirito Universale, e allo stesso tempo il “Figlio”, poiché Manas è il secondo rimosso dal “Padre”.
Tramite l'incarnazione il Figlio Divino si rende responsabile dei “peccati” di tutte le personalità che permeerà. Questo lo può fare solo attraverso il suo inviato o riflesso, il Manas inferiore. Questo, quindi, è ciò che succede quando deve staccarsi dalla personalità. È l'unico caso in cui l'Ego Divino può sfuggire alla punizione e alla responsabilità individuale come principio guida, poiché la materia, con le sue vibrazioni psichiche ed astrali, viene allora a trovarsi, per la grande intensità delle sue combinazioni, oltre il controllo dell'Ego. Apophis il Drago, essendo diventato il conquistatore, il Manas reincarnante che si separa gradualmente dal suo tabernacolo, si separa dall'anima psico-animale. Dunque, in risposta alla prima domanda dico:
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L'Ego Divino fa una di queste due cose: o (a) ricomincia immediatamente sotto il suo impulso Karmico una nuova serie di reincarnazioni; o (b) cerca e trova rifugio nel “grembo della Madre”, Alaya, l'Anima Universale, il cui aspetto Manvantarico è Mahat. Liberato dalle impressioni di vita della personalità, si mescola in una specie di interludio di Nirvana, dove non c'è nulla oltre al Presente eterno, che assorbe il Passato e il Futuro. Privo del “lavorante”, avendo perso sia il campo che il raccolto, il Maestro, nell'infinità del suo pensiero, non conserva naturalmente nessun ricordo dell'illusione finita ed evanescente che è stata la sua personalità passata. Quest'ultima, quindi, viene annichilita.
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Il futuro del “manas” inferiore è più terribile, e ancora di più lo è per l'umanità che per l'uomo ora animale. A volte accade che dopo la separazione, l'anima personale esausta diventa supremamente animale, scompare in Kama Loka, così come accade a tutte le altre Anime animali. Ma siccome più la mente umana è materiale, più a lungo dura, in questo stadio intermedio accade spesso che la vera vita dell'uomo senz'anima sia finita ed egli sia ripetutamente reincarnato in nuove personalità, ognuna più abietta della precedente. L'impulso della vita animale è troppo forte. Non può esaurirsi solo in una o due vite. In casi più rari, comunque, qualcosa di molto più orribile può accadere.
Quando il manas inferiore è condannato a morire d'inedia, quando non c'è più speranza che un residuo della luce inferiore possa, grazie a condizioni favorevoli – diciamo un periodo, anche breve, di aspirazione spirituale e pentimento – attrarre di nuovo verso di sé l'Ego Genitore, e il Karma guida l'Ego Superiore verso nuove incarnazioni, allora qualcosa di molto più terribile può accadere. Lo spettro Kama-Manasico può diventare quello che in Occultismo viene chiamato “l'Abitante sulla Soglia”. Questo abitante non è quello descritto così dettagliatamente in Zanoni, ma un fatto reale in natura, non una finzione da romanzo, per quanto bello quest'ultimo possa essere. Bulwer deve aver preso l'idea da qualche Iniziato Orientale. Il nostro “Abitante”, guidato da affinità ed attrazione, si introduce nella corrente astrale ed attraverso l'Involucro Aurico del nuovo tabernacolo abitato dall'Ego Genitore, e dichiara guerra alla luce inferiore che l'ha rimpiazzato.
Questo, naturalmente, può accadere solo nel caso di debolezza morale della personalità così ossessionata. Nessuno forte della sua virtù e retto nel corso della sua vita, può rischiare o temere qualcosa del genere, ma solo i depravati nel cuore; Robert Louis Stevenson ha di sicuro intravisto una verità quando ha scritto il suo “Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde”. La sua storia è un'allegoria vera. Ogni Chela vi riconoscerà un substrato di verità e vedrà in Mr. Hyde un “abitante”, colui che ossessiona la personalità, il tabernacolo dello “Spirito Genitore”. “Questo è il racconto di un incubo!” mi disse una persona, non più nelle nostre file, che aveva un vero “Abitante”, un Mr. Hyde, come compagno quasi costantemente. “Come può aver luogo un processo del genere senza che uno se ne accorga?” Può accadere ed accade, ed io l'ho quasi descritto una volta nel Theosophist.
“L'anima personale, la mente inferiore, diventa un principio semi-animale quasi paralizzato dal vizio quotidiano e diventa man mano meno cosciente della sua metà soggettiva, il Signore, e dell'Ospite potente”, e “in proporzione al rapido sviluppo sensuale del cervello e dei nervi, presto o tardi, essa (l'anima personale) infine perde di vista la missione Divina sulla terra”. Veramente, come un vampiro, il cervello si nutre e vive e si rafforza alle spese del Genitore Spirituale – e l'anima personale semi-inconscia diventa insensata, senza speranza di redenzione.
Non ha il potere di discernere la voce del suo “Dio”. Mira solo allo sviluppo e ad una migliore comprensione della vita naturale, terrena, e quindi può solo scoprire i misteri della natura fisica. Comincia diventando virtualmente morto, durante la vita del corpo; e finisce morendo completamente – cioè, annichilito come un'Anima completamente immortale. Tale catastrofe può spesso accadere molti anni prima della morte fisica di una persona. “Sgomitiamo con uomini e donne senz'anima ad ogni passo della nostra vita”.
E, quando la morte arriva, non c'è più un'Anima (l'Ego Spirituale reincarnante) da liberare, poiché è fuggita anni prima. Risultato: privo dei suoi princìpi guida, ma rafforzato dagli elementi materiali, il Kama-Manas, si trasforma da “luce derivata” in entità indipendente. Dopo essersi permesso di affondare sempre più in basso sul piano animale, quando arriva l'ora di morire per il suo corpo terreno, una di queste due cose avviene: o il Kama-Manas rinasce immediatamente in Myalba (lo stato di Avitchi sulla terra) o, se diventa troppo maligno – l'espressione occulta è “immortale in Satana” – gli viene permesso a volte, a scopi Karmici, di rimanere in uno stato attivo di Avitchi nell'Aura terrestre.
(Nota – la terra, o meglio la vita terrena, è l'unico Avitchi [Inferno] che esista per l'uomo del nostro genere su questo pianeta. Avitchi è uno stato, non un posto – una controparte di Devachan. Tale stato segue l'anima personale dovunque questa vada, sia in Kama Loka come uno “spettro” semi-conscio che in un corpo umano, dove rinasce per subire Avitchi. La nostra filosofia non riconosce altro Inferno).
Poi tramite disperazione e perdita di speranza diventa come il “diavolo” mitico nella sua cattiveria infinita; continua nei suoi elementi, impregnata completamente dell'essenza della materia; poiché il male è coevo della materia separata dallo Spirito. E quando il suo Ego Superiore si è reincarnato ancora una volta, sviluppando un nuovo riflesso, il nostro Kama-Manas, l'Ego inferiore condannato, come un mostro di Frankenstein, si sentirà per sempre attratto dal suo “Padre” che ripudia il Figlio, e diventerà un “abitante” regolare della soglia della vita terrestre.
Ho delineato a grandi linee una Dottrina Occulta nel Theosophist dell'Ott. 1881 e Nov. 1882, ma non sono entrata in dettagli e quindi ho provato molto imbarazzo quando mi è stato chiesto di spiegarla. Eppure avevo scritto chiaramente in quella sede sugli “inutili fannulloni” – quelli che rifiutano di lavorare con la natura e che muoiono a migliaia durante il ciclo di vita Manvantarico; quelli (come in questo caso) che preferiscono soffrire per sempre in Avitchi sotto la Legge Karmica piuttosto che abbandonare le loro vite “maligne”, ed infine quelli che collaborano con la natura a scopo di distruzione.
Sono uomini completamente cattivi e depravati, eppure intellettualmente alti ed acutamente spirituali verso il male, tanto quanto chi è spirituale lo è verso il bene.
Gli Ego (inferiori) di queste persone possono sfuggire alla legge di distruzione finale ed annichilimento per secoli a venire. Quindi troviamo due tipi di esseri senz'anima sulla terra: quelli che hanno perso il loro Ego Superiore in questa incarnazione e quelli che sono nati senz'anima, essendo stati separati dalla loro Anima Spirituale nella nascita precedente. I primi sono candidati per l'Avitchi; i secondi sono “Mr. Hyde”, sia dentro che fuori dei loro corpi umani, sia che siano incarnati o che vadano in giro come demoni invisibili ma potenti.
In tali uomini l'astuzia si sviluppa in sommo grado e nessuno, tranne quelli che sono familiari con la dottrina, avrebbero sospetti sul loro essere senz'anima, poiché né la Religione né la Scienza hanno il minimo sospetto che tali fatti esistano realmente in Natura. Nel corpo che ha perso la sua “Anima Superiore” a causa dei suoi vizi, invece, c'è ancora speranza. Potrebbe ancora essere redento e portato ad attivare la sua natura materiale; in qual caso un forte senso di pentimento, un solo onesto appello all'Ego che se ne è andato o, meglio ancora, uno sforzo attivo per correggersi, possono riportare indietro l'Ego superiore. Il filo di connessione non è completamente rotto, sebbene l'Ego sia ora fuori dalla portata, poiché l'Antahkarana è distrutto, e l'entità personale ha già un piede in Myalba; (vedi Voce del Silenzio, p. 97) ma non è ancora fuori dal raggio d'ascolto di un forte appello spirituale.
C'è un'altra affermazione in Iside Rivelata (loc. Cit.) su questo argomento. Si dice che questa terribile morte a volte può essere evitata “tramite la conoscenza del Nome misterioso, il Verbo”. (Leggete l'ultima nota a piè di pagina 368, Vol. II di Iside Rivelata, e vedrete che anche egittologi profani e uomini che, come Bunsen, erano ignoranti di Iniziazioni, furono colpiti dalle loro scoperte, quando trovarono il “Verbo” menzionato in vecchi papiri).
Cosa sia questo “Verbo” che non è una “Parola” ma un suono, lo sapete tutti. La sua potenza si trova nel ritmo o accento. Questo significa semplicemente che anche una persona cattiva, attraverso lo studio della Scienza Sacra, può essere redenta e fermata sul sentiero di distruzione – ma, a meno che sia in completa unione con il suo Ego Superiore, potrebbe ripeterlo come un pappagallo diecimila volte al giorno ed il “Verbo” non lo aiuterebbe. Al contrario, se non è completamente unito alla sua Triade Superiore, potrebbe produrre l'opposto di un effetto benefico, come i “Fratelli dell'Ombra”, che lo usano molto spesso per scopi malefici; in questo caso sveglia e stimola solo male, gli elementi materiali della natura.
Ma se la natura di una persona è buona e tende sinceramente al Sé Superiore, che è l'AUM, attraverso il suo Ego Superiore, che è la sua terza lettera (Buddhi è la seconda) non c'è attacco del Drago Apophis che essa non possa respingere. Da quelli a cui molto è dato, molto ci si aspetta. Colui che bussa alla porta del Santuario nella piena coscienza della sua sacralità, e dopo aver ottenuto l'accesso, fugge dalla soglia, o si gira e dice: “Oh, non c'è niente dentro” e quindi perde la sua occasione di imparare la verità Completa – può solo aspettare il suo Karma.
Tali sono le spiegazioni esoteriche che hanno lasciato perplessi molti, che hanno creduto di trovare contraddizioni in vari scritti Teosofici, inclusi i Frammenti di Verità Occulta, Vol. III e IV del Theosophist, etc. Prima di concludere l'argomento devo aggiungere un avvertimento, che vi prego di tenere bene a mente.
Sarebbe naturalissimo, per voi che siete Esoteristi, sperare che nessuno di voi appartenga finora alla parte senz'anima di umanità, e che vi sentiate tranquilli riguardo all'Avitchi, come un buon cittadino si sente riguardo alle leggi penali. Anche se forse non siete ancora esattamente sul Sentiero, ne state toccando i bordi, e la maggior parte di voi nella giusta direzione. Tra le nostre colpe venali – inevitabili nel nostro ambiente sociale – e la cattiveria eclatante descritta nella nota dell'Editore sul Satana di Eliphas Levi, c'è un abisso. (Vedi Theosophist, Vol. III, Ott. 1882, p. 12).
Se anche non siamo diventati “Immortali nel bene per identificazione con (il nostro) Dio” o AUM, Atma-Buddhi-Manas, sicuramente non ci siamo resi “immortali nel male”, coalizzandoci con Satana, il sé inferiore. Dimenticate, comunque, che tutto deve avere un inizio e che il primo passo su un ripido pendio di montagna è il precedente, necessario per cadere precipitosamente a valle e morire. Lungi da me il sospetto che alcuno degli studenti esoterici si trovi in un punto così in basso nel piano della discesa spirituale. Eppure vi metto in guardia dall'intraprendere quel primo passo. Potreste non raggiungere la valle in questa vita o nella prossima, ma potreste generare cause che assicurano la vostra distruzione spirituale nella vostra terza, quarta, quinta o qualche successiva rinascita.
Nella grande epica indiana potete leggere come una madre, la cui intera famiglia di figli guerrieri fu massacrata in battaglia, si lamentava con Krishna che, sebbene ella avesse la saggezza spirituale per vedere le sue precedenti 50 incarnazioni, non riuscisse a trovare un peccato commesso che avrebbe potuto causare tale terribile Karma; e Krishna le rispose: “Se tu potessi guardare indietro alle tue precedenti 50 rinascite, come posso fare io, ti vedresti uccidere con crudeltà lo stesso numero di formiche quanti sono i figli che ora hai perso”. Questa, naturalmente, è solo un'esagerazione poetica; eppure è un'immagine straordinaria che mostra come grandi risultati possano derivare da cause apparentemente insignificanti. Bene e male sono relativi e sono intensificati o attenuati a seconda delle condizioni da cui l'uomo è circondato. Uno che appartiene a quella che chiamiamo “l'inutile porzione dell'umanità”, cioè la maggioranza, è in molti casi irresponsabile. I crimini commessi in Avidya, o ignoranza, comportano responsabilità, o Karma, fisiche ma non morali. Prendete, per esempio, il caso di idioti, bambini, selvaggi e persone che non hanno conosciuto niente di diverso. Ma il caso di quelli che si votano al Sé Superiore è tutt'altra faccenda. Non potete invocare questo Testimone Divino impunemente e quando vi siete messi sotto la sua tutela, avete chiesto che la Luce Radiante splenda e illumini tutti gli angoli bui del vostro essere; consapevolmente avete invocato la Giustizia Divina del Karma perchè tenesse conto del vostro motivo, esaminasse le vostre azioni e le mettesse in conto per voi. Il passo è irrevocabile, come quello di un bambino che nasce. Non potete più cadere nell'oblio della Matrice di Avidya e dell'irresponsabilità. Le dimissioni e la ritrattazione dei vostri voti non vi aiuteranno. Per quanto possiate fuggire agli estremi confini della terra, e nascondervi alla vista dell'uomo, o cercare l'oblio nel tumulto del vortice sociale, quella Luce vi troverà ed illuminerà ogni vostro pensiero, parola ed atto. Qualcuno di voi è stato così sciocco da credere che stava dando i suoi voti alla povera, miserabile H.P.B.? Tutto quello che lei può fare è mandare ad ogni persona onesta tra voi la più sincera simpatia e speranza di un buon risultato per i vostri sforzi. Tuttavia non vi scoraggiate, provate, provate sempre, venti fallimenti non sono irrimediabili se sono seguiti da altrettante impavide lotte verso l'alto. (Leggete pp. 40 e 63 in Voce del Silenzio).
Non è così che si scalano le montagne? E sappiate inoltre che se il Karma registra inesorabilmente sul conto degli Esoteristi le cattive azioni che nell'ignorante saranno perdonate, è anche vero che ognuna delle sue buone azioni è, a causa della sua associazione con il Sé Superiore, cento volte più potente nel bene.
Infine, tenete sempre a mente la Consapevolezza che, sebbene non vediate un Maestro accanto a voi, o non possiate udire un sussurro nel silenzio della notte quieta, il Potere Sacro è intorno a voi, la Luce Sacra splende nella vostra ora di bisogno Spirituale ed aspirazione; non sarà colpa dei Maestri o del loro umile portavoce e servitore, se a causa della perversione o della debolezza morale alcuni di voi si separeranno da queste Potenze Superiori e compiranno il primo passo che porta all'Avitchi.
H.P.B.
Fine delle Istruzioni III 
