Argomento:Agni Yoga


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La filosofia Vedanta e il Buddismo

a cura di Adriano Nardi

prodotto per Esonet.it

 

Stronghold of Tibet (Potala)

Il Vedanta afferma giustamente che lo spirito permane inviolato.

Il suo seme igneo serba la propria consistenza primordiale perché l’essenza degli elementi è immutabile. Ma con il progredire della coscienza varia la sua emanazione.

Così si capisce che il seme dello spirito è un frammento del fuoco elementare.

E l’energia che gli si accumula intorno è la coscienza.

Ciò significa che la filosofia del Vedanta concerneva il seme, mentre il Buddismo predicava il perfezionamento degli involucri.

Tanto strettamente sono fra loro correlati l’immutabile e il mutevole.

È perfettamente comprensibile che il Buddha, che diresse l’umanità verso l’evoluzione, mostrasse la natura della mutazione, mentre il Vedanta espose i fondamenti.

Qualsiasi ingrediente aggiunto a una fiamma ne cambia la forma e il colore, ma la natura primaria del fuoco resta inalterata.

Non vedo contraddizioni insanabili fra Buddismo e Vedanta.

 

Il Mahayana è connesso all’Hinayana strettamente, quanto il Buddismo al Vedanta.

Il Mahayana sa e rivela la natura del mondo degli elementi. L’Hinayana insiste sulle cause e gli effetti e insegna ad evitare il ricorrere delle cause.

L’Insegnamento trae scintille dal caos degli elementi. Chi vuole può studiare queste immagini, ma è altrettanto corretto concentrarsi su causa ed effetto.

Se chiamiamo il Buddha la Causa, Maitreya allora è l’Effetto.

 

 da Agni Yoga

 

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