|
Tutti possono imparare a vedere un'aura, ma non tutte e non subito. Perchè, la visione dell'aura dipende dal livello evolutivo dei nostri strumenti interiori, i sensi fisici, che dovranno evolversi fino a diventare percezioni sottili. L'uomo, infatti, è in grado di rapportarsi solo con quanto sa riconoscere perchè gli è simile.
Per cui, prima di essere in grado di percepire le aure sottili, dovrà egli stesso essere focalizzato nel livello di coscienza corrispondente. Così, chi è focalizzato nel piano più materiale della coscienza fisica è in grado di vedere solo il corrispettivo fisico, concreto, superficiale e letterale di ciò che guarda. Un livello considerato oscuro.
|
Chi è focalizzato nel piano mentale della coscienza fisica può sviluppare la vista eterica ed astrale ved endo l'aura eterica, ch'è l'alone di bio-energia che avvolge corpi ed oggetti, e l'aura astrale, ch'è l'irraggiamento della coscienza emotiva e passionale. E qui si arrestano i più.
Le menti più avanzate, attraverso l'empatia si focalizzano sui piani sottili della propria coscienza e da questo “contatto” si sviluppa una visione profonda, non solo in grado di percepire l'aura mentale dell'interlocutore, ma di percepirne le intenzioni, anche se velate dalle parole.
Oltre questa sottigliezza energetica c'è la visione del mentale superiore, che gli occidentali chiamano Ragion Pura e gli orientali piano buddhico. Ed anche se le definizioni sembrano diverse entrambe significano “Luce”.
Un significato che noi riassumiamo così. Nel contatto sempre più fluido tra coscienza fisica e coscienza sottile, alla mente giungono sempre maggiori energie. Questo la elettrifica e l'energizza rendendone più fulgide le idee ed immediate le elaborazioni, e per questo s'illumina.
Va detto che per mente superiore non s'intende la capacità di formulare pensieri astratti, ma la percezione della coscienza dell'Ego superiore. Ed è questo che produce la visione egoica, sottostante a quell' area di coscienza chiamata anima, ch'è adombrata da quella spirituale.
Se ne conclude che la mente vede solo quello che corrisponde a se stessa e percepisce solo ciò che entra nel raggio delle proprie capacità sensoriali. In altre parole, la mente vede solo quello che lei è.
Nel mondo ordinario, l'uomo riconosce solo quello che gli piace, o a cui è abituato (astrale), o quello che sa (ragione fisica), ma è del tutto alienato da ciò che appartiene ai piani sottili dei pensieri. Per questa ragione, non si può avanzare se non si è prima posto un contatto tra la personalità (io sono questo, io sono quello) e la coscienza superiore. E non basta la dedizione all'idea o la buona volontà, ma bisogna anche imparare come si costruisce il contatto tra le due parti di se stessi.
