D: Volgere lo sguardo a 360 gradi ci permette di crescere e nel contempo, avvicinarci sempre più a quella Luce che risplende in noi, talvolta offuscata…
R: Forse resta offuscata, perché girando di 360° si torna al punto di partenza.
A volte si fallisce per piccoli dettagli. Magari potrebbe essere più saggio “aprire” la mente per piccoli spiragli, diciamo di 5° giusto per dare una proporzione, piuttosto che mirare ai grandi spazi in cui, poi, si finisce per perdere l’orientamento, restando così a camminare sempre sul sposto.
Certo, per chi cerca la luce dell’anima è forse meglio scegliere di “offrire” la propria mente, senza condizioni, e con tutto quello che c’è dentro. Un atto di umiltà responsabile sarebbe quello di aspettare di essere “chiamati”. Costruendo, nel frattempo, le condizioni necessarie per “attirare” l’attenzione dell’anima sul piccolo sé oscuro.
Quest’atto di umiltà intelligente, sempre apprezzato dai Maestri, è però poco apprezzato dalle personalità dei postulanti; perché significa abbandonare i presupposti su cui si basa il sé inferiore, per eseguire con attenzione le istruzioni dettate da un insegnamento, a cui si deve obbedire. Ma obbedire non è nella natura del sé inferiore. E le sue “immaginazioni”, di solito finiscono per allontanare il viandante dallo scopo principale del viaggio: ch’è quello di richiamare l’attenzione del Sé superiore. Perché questi è il primo Maestro occulto del Discepolo.
Fraternamente 
