Riporto qui di seguito brani estratti da un articolo di tale Giuseppe Cosco – che mi è stato sottoposto come testo “denuncia” (!) – che userò come pretesto per esprimere alcune riflessioni sulla figura di René Guenon.
Riporto qui di seguito brani estratti da un articolo di tale Giuseppe Cosco – che mi è stato sottoposto come testo “denuncia” (!) – che userò come pretesto per esprimere alcune riflessioni sulla figura di René Guenon. L’articolo in questione, a mio parere, trasuda di quel tipo di apocalittico catastrofismo che ricorda da vicino quello dei “testimoni di geova” che predicono prossima la fine del mondo, anche se bisogna ammettere che dopo 8 date sbagliate, i loro “profeti” hanno smesso di annunciarlo. Francamente mi meraviglio che si trovi ancora “pubblico” per tali confusi cumuli di banalità. Come sulle riviste da spiaggia, insomma, ci troviamo a dover leggere un gossip (pettegolezzo) senza limiti. Quello del “complotto mondiale”, a volte comunista, altre sionista, altre ancora massonico e così via, è ancora di moda tra quei “cronisti”, incapaci di riempire “intelligentemente” una pagina di giornale. Per quanto riguarda il “famigerato”: “Skull and Bones” (teschio e ossa incrociate), al quale sono iscritti “insospettabili VIP” (!), i velisti sanno che quello è il simbolo “goliardico” (che ricorda la bandiera degli antichi pirati) di un gruppo “velico” americano tra i più esclusivi d’America. Quel “vessillo” è il segno distintivo (molto holliwoodiano direi) di un club per velisti straricchi. Per intenderci, di regatisti extralusso. Allora, scambiare un club esclusivo (fin che si vuole), con un covo di complottatori mondiali ce ne vuole. Che poi nei club ci si vada “anche” per fare incontri interessanti e, magari, affari, è cosa comune anche al più dimesso Circolo del Golf o al Rotary Club più periferico. A meno che non si voglia credere che banchieri e industriali pensino al “Bene Comune”. E questa sì, sarebbe una sciocchezza mondiale. Poi con tanto di bandiera pirata che garrisce al vento…! È anche noto che “Il Potere” pensa solo a sé stesso, e se pensa alla buona salute delle “proprie pecore” è solo per poterle tosare ancora. Direi: chi è senza peccato scagli la prima pietra. Suvvia, anche da noi, gli uomini politici della “repubblica delle banane” tentano, nel loro piccolo, di aggiustare leggi e processi a “propria immagine e somiglianza”. Questo il sig. Cosco non lo dice! Forse per la misura lillipuziana degli inghippi nostrani. È il caso di dirlo, tutto il mondo è paese. Poi, se come è scritto nel testo: «Il mondo si divide in tre categorie di persone…» , questo lo diceva già Totò! Il motivo di questo breve intervento, però, non è tanto quello di commentare il passaggio di fantapolitica di un furbo cronista. Quanto di sottolineare, come ho già fatto in passato, le mille incongruenze “dell’uomo” Guenon. Tanto genio quanto paradosso. Riprendo le parole del testo: «…lo stesso René Guenon, che era un 33° grado del Rito Scozzese Antico Accettato e un 90° del Rito Egiziano di Memphis-Misraim, …» Guenon non è stato mai accettato dalla Massoneria ufficiale, ma solo dalla Gran Loggia di Andorra, che ancora oggi è considerata spuria ed irregolare. Quindi, non potendo appartenere alla Massoneria Azzurra (i primi 3 gradi dell’Ordine) tanto meno poteva appartenere al Rito (dal 4° al 33° grado). Il motivo della sua respinta, va detto, era la sua appartenenza alla “chiesa gnostica” di Papus (il sig. Encusse), che si era autonominato “vescovo”, ed al quale Guenon voleva succedere nel titolo, a dispetto del figlio di Encusse che, alfine, ebbe la meglio. Questo “smacco” portò Guenon alla decisione di lasciare la Francia per andare a fare il maestro elementare in Nord Africa, nei territori coloniali francesi dove sposò la figlia … ecc. ecc. e per questo si fece mussulmano … ecc. ecc. Genio e sregolatezza, allora. Ma il vero paradosso deve ancora venire. E lo si può leggere appresso. «…René Guenon ci informa, nel suo articolo “Réflexions à popos du pouvoir occulte” pubblicato, con lo pseudonimo di Le Sphinx, sul numero dell’11 giugno 1914, pag. 277, della rivista cattolica “France Antimaconnique”, …». Infatti, mentre militava nella Massoneria (anche se spuria), Guenon guadagnava quattrini scrivendovi contro, come si può leggere nel trafiletto precedente, al soldo della rivista antimassonica tenuta dai Gesuiti. Vedo scorrere da anni uno stereotipo: Guenon grande iniziato. Studiando in dettaglio la sua vita si evince il grosso divario che si pone dalle scelte dell’uomo e l’opera del pensatore. Allora, può essere che si stia confondendo la capacità intellettuale (della ragione) con la capacità iniziatica (dello spirito)? Così facendo non si corre il rischio di ergere la “ratio” (il candelino di cera del G.d.R.) a summa iniziatica. La scelta del positivismo è chiara ed accettabile. Ma pone una questione: trovare una gratificazione nello sviluppo della ragione è un traguardo più semplice e assai più “certo”, dell’incerta illuminazione che si “potrebbe” raggiungere oltrepassando la stretta fessura dell’intuizione. Dunque, bisogna distinguere iniziazione da Iniziazione. Concludendo, a proposito della frase: «Quanto ai poteri occulti, presumo ci siano oggi come nel passato. Sicuramente chi detiene il potere, politico ed economico, cerca di mantenerlo con tutti i mezzi possibili, leciti, e molto spesso illeciti…». Vorrei dire che è vero, il potere usa ancora ogni mezzo per mantenere il proprio predominio, ma almeno ci risparmia i “roghi” nelle piazze. Penso, allora, che ognuno di noi possa contribuire a limitare lo strapotere dei potenti, ma non certo seguendo “le note” suonate dai tanti pifferai magici che circolano qua e là. |