Lourdes, ovvero le Porte della Luce

Miti e SimboliIl toponimo della città della piccola Bernadette Soubirou, contrariamente a quanto possa di primo acchito venire in mente, non sembra derivare dall’aggettivo “lourd” con il significato di “pesante”, ma più semplicemente dal sostantivo familiare lourde al plurale, ovvero gli usci o Le Porte, che rimanda probabilmente al significato di porte dei Pirenei ma che conteneva in sé il viatico del suo luminoso futuro.

Lourdes, ovvero le Porte della Luce

di Sidus

“…la caverna appariva come l’unico luogo illuminato,
e illuminato necessariamente dall’interno;
  nessuna luce poteva infatti venire da fuori…”

Renè Guénon, Simboli della Scienza sacra

Il toponimo della città della piccola Bernadette Soubirou, contrariamente a quanto possa di primo acchito venire in mente, non sembra derivare dall’aggettivo “lourd” con il significato di “pesante”, ma più semplicemente dal sostantivo familiare lourde al plurale, ovvero gli usci o Le Porte, che rimanda probabilmente al significato di porte dei Pirenei ma che conteneva in sé il viatico del suo luminoso futuro. Le apparizioni della Madonna (la Vergine Immacolata Concezione), di incomparabile bellezza, racchiusa e circondata da un alone di Luce avvolgente, una “giovane signora ancora adolescente con una veste bianca e un nastro azzurro alla vita, una corona di rosario alle mani e due rose gialle ai piedi” come la descrive la piccola veggente, apparsa a Lei per ben 18 volte nell’interno della Grotta (il “ristoro dei maiali”) di Massabielle, avvennero nel 1858, in prossimità della riva del fiume Gave che colà forma una stretta ansa. La piccola quattordicenne Bernardette, ultima tra gli ultimi, povera tra i poveri, figlia di un umile mugnaio finito in disgrazia dopo un’annata di scarso raccolto di grano, parla con La Vergine e questa riconoscente le indica una fonte di acqua (veram medicinam), che la giovane riesce a far affiorare scavando la terra con le nude piccole mani. Fin qui la cronaca che tutti noi ben conosciamo.

Ma analizzando da un punto di vista Tradizionale la vicenda e i luoghi degli eventi possiamo rilevare come il portentoso avvenimento sia ricchissimo di spunti e simboli di alto valore iniziatico, anche se spostato oggidì in una dimensione pressoché exoterica.

La cosa veramente straordinaria quando si ripercorrono quei luoghi è la sensazione di pace, di calma armonia e di letizia percependo un’ineffabile quid non facilmente esprimibile con l’uso delle parole poiché proiettati, credenti e non, verso una dimensione che trascende lo stato grossolano [1], per approdare in quella che Guenon ha chiamato manifestazione Sottile [2] (manifestazione luminosa o Taijasa) ne L’Uomo e il suo divenire secondo il Vedanta, ampliando e sviluppando i concetti presenti nella Mandukya Upanisad (testo iniziatico vedico). In questo stato, come spiega il filosofo perennialista, le facoltà esterne si riassorbono nel senso interno (manas). Il pellegrino in questi luoghi appare come nello stato di sogno che caratterizza questa condizione di Atma (dello Spirito Universale) nell’essere umano.

La manifestazione sottile (che si realizza anche nell’atto della iniziazione ai piccoli misteri e quindi anche nella iniziazione libero-muratoria [3]) è l’anima vivente che “è essa stessa la sua luce”, che produce un mondo che procede interamente da se stessa, i cui oggetti consistono esclusivamente in concetti o combinazioni di idee rivestite di forme impalpabili ovvero sottili. Questa condizione anche se illusoria e transitoria è dotata di un’esistenza manifesta. Guenon ci suggerisce che il dominio della manifestazione sottile può per la sua “natura mentale” essere avvicinato al mondo delle idee distinguendolo dal mondo sensibile che è il dominio della manifestazione grossolana o prima manifestazione dell’essere [4].

Grillot de Givry [5] così riportava le sue impressioni sul luogo nel 1902 a cinquant’anni circa dall’evento nel suo libro Lourdes, Ville Initiatique: «Nel Santuario dei Pirenei i miracoli della ierofania si rinnovano; appena l’individuo […] ha messo piede sul suo suolo benedetto sente l’influsso della Divinità scendere in lui; è afferrato da un’atmosfera satura di preghiere e di voti […]; la sua anima staccata dal corpo si innalza in sfere sconosciute; si sente invaso da quel fremito e scosso da quella forza impetuosa che faceva vacillare il treppiede della sibilla, e agitava i Calcante, i Tiresia e […] quando ha bevuto dalla sorgente che contiene la Sapienza, simile allo Ierofante del Clario esce dalla vita attuale, esulta e profetizza».

Facendo ritorno alle prodigiose visioni della piccola Soubirou osserviamo, questa volta riapprodati nello stato di manifestazione “grossolana”, ma non perdendo minimamente il punto di vista Tradizionale delle nostre riflessioni, che la piccola grotta si presenta come una cavità in seno a una modesta collinetta che mostra un orientamento di tipo equinoziale cioè est-ovest, orientamento che poi ha ricevuto canonicamente anche la Basilica costruitale sopra, con ingresso rigorosamente a Est e Tabernacolo a Ovest. La Madonnina apparendo a Bernardette volge lo sguardo esattamente in direzione della Stella Polare, l’asse fisso “intorno al quale si compie la rivoluzione di tutte le cose” [6]. La polarità assiale nord-sud ovvero l’Asse del Mondo si propone nella magnifica apparizione come Omphalos, Centro del Mondo o Betilo, di solito sin dall’antichità rappresentato materialmente da una pietra sacra, il Betilo [7], che Guenon fa derivare dal sostantivo Beith (casa) – El (Dio), ovvero il nome che Giacobbe diede al luogo in cui Dio si era manifestato in sogno. Nella Genesi (XXVIII, 22) infatti si legge “questa pietra che ho eretta come pilastro sarà la casa di Dio”.

La Vergine mostrandosi a mezzogiorno (Sud) come il Sole che irradia allo Zenith, anch’esso (sole) in ogni Tradizione una delle figure del Cuore del Mondo, sottintende all’Asse Solare (simbolismo Solare) che si identifica e si unisce all’Asse Polare (simbolismo Polare) e il tutto porta all’unità degli Assi (il Meridiano locale che unisce il polo nord al sud passando per lo Zenith). Secondo la tradizione estremo orientale la stella polare rappresenta la sede della “grande Unità” (Tai-i) ma anche alla “Grande vetta” (Tai-ki). [8]

L’asse del Mondo, identificato con la direzione verticale, richiama fortemente la Via Ascendente, la Via Retta che pontifica (da ponte-facio) cioè congiunge la terra al cielo:
il V.I.T.R.I.O.L. alchemico insegna che visitando l’Inferiora Terrae, Rectificando si scoprirà l’Occultum Lapidem, che, trasposto nella grotta delle apparizioni, significa che visitando la Grotta-Caverna, Cuore del Mondo (e non può non venirci in mente anche la Caverna Platonica), attraverso la rettificazione cioè il raddrizzamento [9] che porterà, dopo la discesa verso la parte più materiale e grezza dell’esistenza (che Jung definirebbe in linguaggio psicoanalitico come Inconscio [10]), all’Inizio (initium-initiatione) di un movimento ascensionale, alla risalita verso la Nuova Luce. Questo movimento ascensionale ci eleverà a una dimensione superiore dell’essere, all’aspirazione all’Assoluto e all’anelito (irrealizzabile per i più, compresi gli iniziati ai piccoli misteri) alla Liberazione totale ovvero al quinto stato del Veda.

Ma in questa dimensione, in questo viaggio divino nell’affrancamento definitivo dell’essere (Moksha o Mukti), superiore sia allo stato indifferenziato (terzo stato) e all’incondizionato (quarto stato) di Atma [11], si dissotterrerà la Pietra Occulta come Veram Medicinam che si identifica anche con l’amrita, cibo o Bevanda dell’immortalità.

Dalla caverna iniziatica, che potremo accostare così bene all’athanor ermetico, si compierà la Grande Opera attraverso i raggi che emanano dalla visione solare della Beatitudine di Maria che trasforma la cruda pietra nera (lapis niger-ombelicus urbis) dell’Omphalos di Massabielle, nell’Oro del Pardes dei Caldei, o Paradesha (in sanscrito Contrada Suprema) dell’Agartha francese, Polo Solare e Montagna Polare di Dio.

La piccola Bernarde era davvero la favorita della Regina Coeli, poiché nella sua estrema semplicità, bontà e povertà trascendeva lo stato grossolano, passando attraverso tutti gli stati molteplici dell’essere sin alla trasfigurazione (così ben descritta dai medici dell’epoca nell’osservazione del volto della piccola pastorella durante le visioni) degli stati finali; il piccolo granello di senape, lo jod insignificante della nullificazione, il “ciò che è in basso” che, come insegnava Ermete Trismegisto, era come “ciò che è in alto”, nel passaggio al quarto stato, l’incondizionato di Atma, arriva alla Visione della Divinità, nella Rivelazione della Forma della Sacralità della Madre di Dio. La Trasfigurazione finale nella Liberazione conclusiva o quinto stato è l’identificazione della Santa con Dio e l’Unione all’Assoluto, l’Identità Suprema, che porta all’abbandono della corporeità in vita e che al momento del distacco per le celesti soglie, manterrà una corporeità miracolosamente immacolata per la meraviglia dei profani e come testimonianza della Fede: la Santa a tutt’oggi, a oltre 150 anni dalla morte, senza intervento esterno, è rimasta nella sua giovanile bellezza senza alcun segno di corruzione della carne.

Come non rimanere colpiti dalla piccola caverna le cui pietre nere e lucide dalle carezze dei fedeli distilla ancora lacrime di acqua anche nei giorni più assolati, giusto sotto la divina apparizione, a ricordare la pochezza di questo miserrimo mondo, accorata commozione del divino verso le umane vicende.

Le Porte della Luce di Lourdes rimarranno nei cuori di ogni uomo che le ha visitate percependo, sia pure per un istante, l’afflato della dimensione extratemporale del divino in uno stato ineffabile di sospensione della mente.

Talvolta attraverso questi sottili canali al di sopra dello Spazio e del Tempo (e questo, oltreché alle guarigioni, spiega la smisurata confluenza di persone al sito) anche i più tra i pellegrini davanti (pro) al tempio (fanum) pervengono, anche per pochi preziosi istanti, a percezioni iniziatiche da serbare nel profondo dell’animo, perle di una esistenza votata alla quotidiana routine della materialità.

Nel piazzale antistante la Basilica, nella notte di Mercoledì Santo, io e la mia famiglia abbiamo preso parte alla processione del Rosario, immersi ognuno a suo modo nella recitazione multilingue, con esili ceri in mano, sotto una pioggerellina che qua e là riusciva a stento ad affievolire il fuoco di qualche fiammella, ma invano. Alle circumambulazioni orarie [12] ha fatto quindi seguito, al davanti del simulacro della Immacolata, una serpiginosa processione finale, Vero Kundalini risvegliata e arrotolata tutta intorno al nocciolo dell’immortalità, all’Uovo del Mondo, ma anche Serpens Salutis che salvifica nella Pasqua di Resurrezione verso una nuova Luce.

Quando si ha dalla propria parte la Potenza della Verità,

quand’anche non si possieda nient’altro di fronte agli ostacoli più temibili,

non si può cedere allo scoramento,

perché questa potenza è tale che

nulla riuscirà alla fine a prevalere contro di essa.

Solo possono dubitarne coloro che non sanno che

tutti gli squilibri parziali e transitori devono necessariamente

concorrere al Grande Equilibrio Totale dell’Universo

René Guénon

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Note

1. L’uomo e il suo divenire secondo Vedanta; René Guénon, Adelphi, 1992 (torna al testo)

2. ibid. (torna al testo)

3. Considerazioni sulla Via Iniziatica ; René Guénon; Melita Ed. 1987 (torna al testo)

4. L’uomo e il suo divenire secondo Vedanta ; René Guénon, Adelphi, 1992 (torna al testo)

5. Lourdes città iniziatica . Grillot de Givry, Ed. Mediterranee 1987 (torna al testo)

6. Il Re del Mondo; René Guénon, Adelphi, 1977 (torna al testo)

7. ibid. (torna al testo)

8. Simboli della Scienza sacra; René Guénon, Adelphi, 1975 (torna al testo)

9. ibid. (torna al testo)

10. L’uomo e i suoi Simboli . CG Jung e Coll, TEA 1991 (torna al testo)

11. Gli Stati Molteplici dell’Essere; René Guénon, Adelphi, 1996 (torna al testo)

12. La Grande Triade; René Guénon, Adelphi, 1980 (torna al testo)

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