Il conflitto che si pone tra la realtà oggettiva, la visione soggettiva e l’opinione personale
Il perenne conflitto tra una realtà oggettiva e la visione soggettiva dell’individuo sorge perché ogni realtà oggettiva, seppur già di per sé circoscritta rispetto all’idea radicale da cui trae origine (l’archetipo), dall’osservatore viene nuovamente suddivisa in più parti, formalmente separate tra loro. Questo procedimento mentale è detto specializzazione.
Posta all’apice del simbolo dell’intelligenza, la Sfera raffigura la coscienza superiore dell’uomo in cui trova posto la Ragion Pura. La sfera contiene un Triangolo equilatero, assunto ad immagine speculare di quel principio di perfezione che la Massoneria trae dal Grande Architetto dell’Universo che è la denominazione del suo Principio spirituale. « Nostra nos sine comparatione delectent: nunquam erit felix quem torquebit felicior » – Seneca «Che le nostre cose ci dilettino senza fare confronti: chi sarà turbato dalla vita di uno più felice non sarà mai felice» Il conflitto che si pone tra la realtà oggettiva, la visione soggettiva e l’opinione personale«La mente oppone il concetto all’intuizione. L’intuizione è la funzione psichica della sensibilità, mentre il concetto, è la funzione psichica dell’intelletto. Mentre l’intuizione è la comprensione sintetica dell’oggetto pensato, il concetto si riferisce sempre ad una pluralità di oggetti». Kant Il perenne conflitto tra una realtà oggettiva e la visione soggettiva dell’individuo sorge perché ogni realtà oggettiva, seppur già di per sé circoscritta rispetto all’idea radicale da cui trae origine (l’archetipo), dall’osservatore viene nuovamente suddivisa in più parti, formalmente separate tra loro. Questo procedimento mentale è detto specializzazione. La specializzazione, consente ad una mente incapace di elaborare una visione sintetica (visione complessiva), di appropriarsi per singoli settori, di concetti altrimenti troppo vasti da circonchiudere nei limiti delle proprie sensazioni. Questo comporta che per i limiti imposti da una visione soggettiva, la frammentazione di una realtà concettuale non consentirà mai ad un pensiero, di mantenere una grandezza invariabile. L’interpretazione che emerge da una visione soggettiva varierà, invece, anche di molto da individuo ad individuo proprio per la diversa peculiarità intellettiva che li contraddistingue. È allora comprensibile come, per ogni evento, siano sempre sorte molteplici verità nate dalla diversità con cui, anche una medesima realtà e fatto sono stati recepiti e interpretati dalla sensibilità dei suoi testimoni. E se per ogni circostanza esistono molteplici verità, altrettanto diverse e contrastanti saranno, dunque, anche le conclusioni che se ne trarranno. Da questo assunto nasce il conflitto di opinioni che divide e oppone i pensieri dell’uomo. Un genere di conflitto che affligge anche il singolo individuo, in cui si trovano spesso in contrapposizione gli stimoli di diverse nature che sono il sintomo della sovrapposizione di differenti livelli di coscienza. In ogni circostanza, le divergenze di pensiero nascono dalle diverse sensibilità di tono e di colorazione emotiva dell’osservatore, le cui conclusioni, frutto della propria visione personale, non potranno che essere considerate alla stregua di opinioni personali e quindi opinabili. Inoltre, ogni visione soggettiva comporta un altro fattore limitante. Quello che ogni frammento di realtà, nella sua specificazione d’entità separata, possa finire per essere ritenuto dall’osservatore di per sé esaustivo, tanto da considerarlo concluso pur nei limiti di un semplice convincimento personale. Ma la specificazione incosciente è sinonimo di superficialità, la specificazione cosciente si rende necessaria per una mente decisa a penetrare ogni dettaglio di un vasto complesso d’idee. E questo accade anche per la molteplicità* della realtà iniziatica che, suddivisa per necessità d’analisi, finisce anch’essa per essere fissata per frammenti. __________ * Il problema della giustificazione logica della molteplicità in contrapposizione con l’unità, fu posta nell’antica Grecia dal filosofo Elea, secondo il quale la molteplicità è la proprietà caratteristica del mondo sensibile in contrapposizione all’unità dell’Essere. Secondo Parmenide, attraverso il molteplice si può raggiungere un’opinione ( doxa ), mentre, la vera cono-scienza ha per oggetto la comprensione dell’Uno quale rappresentazione della Sintesi. La capacità di sintesi è,infatti, una delle prime virtù dell’Iniziato. In una visione mentale incapace di sintesi, la molteplicità delle parti porta alla formazione di isole concettuali, separate ed incapaci di rivelare la fonte del proprio significato. Ciò rende arduo il corretto esito della ricerca. Il ricercatore, allora, dovrà accostare e ricomporre pazientemente ogni frammento nella sua debita forma, per ritrovarvi, nella loro summa, quella essenziale veridicità altrimenti inafferrabile. La summa d’ogni parte farà sempre trasparire una conclusione essenzialmente diversa da quelle che si potranno trarre dalle singole parti prese a sé stanti. E se si volesse riconoscere la coerenza di questa proposizione, allora, si potrà evitare di impregnare i propri pensieri negli opinionismi di visioni troppo schematiche e parziali adoperandosi, invece, a ridare integrità ad ogni realtà con cui si viene a contatto. Con un po’ d’umorismo, si potrebbe paragonare la suddivisione di un tema centrale in diversi frammenti complementari come è stato fatto per l’iniziazione, a quanto accadrebbe in cucina se si parlasse solo dei condimenti senza pensare all’arrosto, che invece è la parte più importante, mentre i vari intingoli, servono solo a renderne più godibile le sostanza. Il ricercatore, allora, eviterà di pensare ad argomenti come il catechismo esoterico, il cerimoniale, l’etica e la morale iniziatica, la simbologia o di quant’altri frammenti si possano riconoscere in un sistema iniziatico come realtà a sé stanti e separate. Estrapolate cioè dall’idea radicale ed alla quale ogni adepto dovrebbe ricongiungersi: e quell’Idea è indiscutibilmente l’iniziazione. «Il concetto è la conoscenza dell’Idea da parte della mente umana». Platone Ma nella sfera d’opinioni in cui anche ogni adepto è immerso, questi potrebbe legittimamente domandarsi da quante interpretazioni è stato frammentato il significato della propria iniziazione. In quante parti la propria realtà iniziatica, è stata suddivisa per conciliare usi, costumi e sensibilità di uomini tanto diversi tra loro? Forse in 33 frammenti come la Massoneria ed il Rito Scozzese? E se così fosse, sarà possibile restaurare il significato ultimo dell’iniziazione partendo dalla considerazione comune che riconosce quelle 33 rappresentazioni come consessi a sé stanti, apparentemente disarticolate nei nessi e nei significati ? O non sarà più vero che quel significato è di tipo sintetico e riapparirà solo col funzionale di ricollegamento di ogni sua parte? Ma se ciò è vero, nel ricomporre il senso dei 33 consessi, non va dimenticato che il loro collegamento profondo non è lineare né susseguente come può apparire in superficie. Infatti, la complessa geometria delle loro relazioni è, per così dire, asimmetrica. Con un andamento che ricorda il movimento del cavallo nel gioco degli scacchi. A rafforzare la necessità di ricomporre la giusta geometria delle relazioni ci si pone un’ultima domanda. Com’è possibile reintegrare il significato iniziatico della piramide rituale a prescindere dalle interpretazioni exoteriche che la deformano, se il comune massone ha la negligenza ti omettere dal proprio processo cognitivo, un numero considerevole di quei 33 parziali consessi iniziatici? Questo, per quanti ricercano una iniziazione che non abbia solo un valore simbolico, dovrebbe essere un serio spunto di riflessione sul proprio destino iniziatico, in una Massoneria che soffre di tutti i vincoli di un Ordinamento riformato ed exoterico. «Tutte le religioni e tutte le scienze si riconnettono ad un’unica Scienza, sempre nascosta alla comune moltitudine e trasmessa di epoca in epoca, da Iniziato a iniziato, sotto il velo delle favole e dei simboli. Così si conservano per un mondo avvenire, i segreti di un mondo passato. Fu chiamata Scienza Reale e Scienza Sacerdotale, perché innalzava gli Iniziati al grado di Re (Colui che domina gli Elementi inferiori) e di Pontefice (Colui che fa da Ponte tra fisico e metafisico). Questa Scienza, nella Bibbia, fu raffigurata in Melchisedec, misterioso personaggio, pacifico, re ed eterno sacerdote, che non ebbe né padre né madre, né genealogia. Perché l’Iniziato sta da se come la Verità». Abate Louis Constant (Eliphas Levi). |