Simbolismo archetipico /1

Letture d'EsoterismoSecondo le antiche Tradizioni Esoteriche tutti gli organismi viventi, senza eccezione, seguono il modello di crescita prefissato dai loro semi. Come una ghianda contiene la formula completa archetipo per l’evoluzione di una quercia, così il seme dello spirito umano contiene il modello per l’evoluzione spirituale dell’umanità. Per comprendere la natura e lo scopo dell’evoluzione, dunque, dobbiamo prima esaminarne i semi. Questi semi contengono gli archetipi essenziali, lo scopo, il significato e il destino del mondo.

Simbolismo archetipico /1

di Dorje Jimpa – autore del libro Sensa: The Lost Language Of The Ancient Mysteries – Ed. Pentarba Publications
traduzione di Adriano Nardi

Tutti gli insegnamenti esoterici sono basati sulla corrispondenza che esiste tra il macrocosmo e il microcosmo. – Rudolf Steiner

Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per fare il miracolo di una cosa sola. – Ermete Trismegisto

Sebbene tutto sulla terra è un riflesso più o meno diretto di una realtà superiore, possono essere chiamati veramente simbolici solo i riflessi più diretti. – Abu Bakr Siraj Ed-Din

Quando gli Elohim crearono il mondo, fecero il mondo inferiore, come un riflesso di quello superiore. Così stabilirono una corrispondenza diretta tra il superiore e i mondi inferiori, tra le lettere superiori ed inferiori del linguaggio spirituale con cui fu creato il mondo. – The Book of Light

Il simbolismo della Saggezza Antica si basa sul confronto tra il macrocosmo e il microcosmo. – Agni Yoga

Secondo le antiche Tradizioni Esoteriche tutti gli organismi viventi, senza eccezione, seguono il modello di crescita prefissato dai loro semi. Come una ghianda contiene la formula completa archetipo per l’evoluzione di una quercia, così il seme dello spirito umano contiene il modello per l’evoluzione spirituale dell’umanità. Per comprendere la natura e lo scopo dell’evoluzione, dunque, dobbiamo prima esaminarne i semi. Questi semi contengono gli archetipi essenziali, lo scopo, il significato e il destino del mondo.

Negli Antichi Misteri la comprensione di questi principi-seme è stata notevolmente facilitata attraverso l’uso di un linguaggio naturale di simboli, che è stato scoperto e sviluppato per questo scopo. Così come la scienza si basa sul linguaggio della matematica per dare una descrizione precisa e accurata dei risultati, così gli scienziati spirituali della Religione degli Antichi Misteri, per esprimere con precisione la loro comprensione dei principi fondamentali, fecero uso del linguaggio naturale inerente la struttura geometrica interna della natura stessa. Questo linguaggio, che è sempre stato tenuto segreto ai non iniziati, si differenzia sostanzialmente dagli altri in quanto i suoi simboli non rappresentano arbitrariamente oggetti, ma piuttosto i modelli archetipici originali da cui gli oggetti discendono.

Le lingue del mondo sono state create quasi interamente in risposta al mondo materiale e quindi sono raramente applicabili alle dimensioni superiori della realtà metafisica o sottile.

Ogni volta che veggenti mistici tentano di descrivere i mondi superiori devono farlo, per lo più, simbolicamente, ricorrendo al linguaggio analogico, usando simboli fisici per rappresentare verità superiori corrispondenti.

Bachofen, nella sua Gräbersymbolik der Alten, offre questa visione sulla natura dei simboli:

  • Il linguaggio umano è troppo povero per vestire a parole, la ricchezza della percezione intuitiva che l’interazione della morte e della vita risveglia, o quelle aspirazioni superiori che appartengono agli Iniziati. Solo i simboli, ed i miti ad essi collegati, sono in grado di soddisfare questo nobile requisito. I simboli risvegliano la comprensione intuitiva, mentre il linguaggio non può che spiegare. I simboli toccano tutte le corde dello spirito umano allo stesso tempo, il linguaggio, invece, è sempre obbligato a dedicarsi ad un unico pensiero. Il linguaggio, tocca solo la superficie della comprensione, come un soffio leggero di vento; le radici di un simbolo raggiungono le profondità più segrete dell’anima. Uno è diretto verso l’esterno, l’altro verso l’interno. Solo il simbolo può collegare le cose più disparate in un’espressione unitaria d’insieme.

Manly P. Hall, il grande storico d’occultismo del XX secolo, nel suo magnifico libro sugli Antichi Misteri, The Secret Teachings of all Ages, ha dedicato diversi capitoli al simbolismo.

  • Il simbolismo è il linguaggio dei Misteri, infatti, è il linguaggio non solo del misticismo e della filosofia, ma di tutta la Natura, poiché ogni legge e potere attivi nella prassi universale, si manifestano alle percezioni sensoriali limitate dell’uomo per mezzo del simbolo. Ogni forma esistente nella sfera diversificata dell’essere è simbolica dell’attività divina, attraverso la quale viene prodotta. Con i simboli gli uomini hanno sempre cercato di comunicare gli uni agli altri, i pensieri che trascendono i limiti del linguaggio. Rifiutando le lingue ideate dall’uomo, come inadeguate e indegne a perpetuare idee divine, i Misteri scelsero i simboli come un metodo ideale e molto più ingegnoso di preservare la loro conoscenza trascendentale. In una singola rappresentazione un simbolo può sia rivelare che nascondere; all’occhio del saggio il soggetto velato dal simbolo è evidente mentre per l’ignorante la figura rimane imperscrutabile. Quindi chi cerca di scoprire la dottrina segreta dell’antichità deve cercarla non sulle pagine aperte di libri, che potrebbero finire anche in mani indegne, ma nel luogo dove fu originariamente nascosta.

Kenneth Mackenzie nel suo libro The Royal Masonic Cyclopaedia, pubblicato per la prima volta nel 1877, afferma:

  • Tutte le società esoteriche hanno fatto uso di emblemi e simboli, come la società Pitagorica, l’Eleusina, la Fratellanza Ermetica d’Egitto, i Rosacroce e i Massoni. La divulgazione alla vista comune di questi emblemi non è opportuna, poiché differenze assai minute possono rendere il significato dell’emblema o del simbolo molto diverso. I sigilli magici, fondati su principi numerici, ben rendono questo aspetto, tanto che agli occhi degli stolti potranno apparire assurdi o ridicoli, mentre a coloro addestrati a riconoscerne i significati potranno trasmettere un intero corpo d’insegnamenti.

La chiave principale per comprendere la vera natura dei simboli usati dagli iniziati, così come i principi di cui parlano, è la legge di corrispondenza o il simbolismo archetipico.

Il simbolismo archetipico, come insegnato dai Misteri, dimostra la verità fondamentale che tutto nel mondo fisico (il microcosmo) è un riflesso diretto e proporzionato che trova la sua più alta corrispondenza nel mondo spirituale (il macrocosmo), sì che le leggi fisiche, per esempio, sono un riflesso diretto delle leggi superiori delle armoniche celesti.

Abu Bakr Siraj Ed-Din nel suo classico Sufi, The Book of Certainty, che si basa in larga misura sugli scritti esoterici di uno dei più grandi maestri sufi, Muhyddin Ibn’Arabi (1165-1240), illustra questa verità:

  • «I simboli hanno il potere di ricordarci delle loro controparti nei mondi superiori, non attraverso la mera somiglianza incidentale, ma perché sono in realtà legati ad esse, nel modo in cui l’ombra è legata all’oggetto che la proietta. Non c’è cosa anche minima in esistenza che non sia l’ombra… Né c’è qualcosa che sia più di un’ombra. Infatti, se il mondo non getta ombre dall’alto verso il basso, i mondi sottostanti dovrebbero subito scomparire del tutto, dato che ogni mondo nella creazione non è altro che l’espressione di ombre dipendenti dagli archetipi del mondo sovrastante.» [1]

Ibn’Arabi afferma che quando il termine Mathal, che significa “somiglianza simbolica”, è usato nel Corano si riferisce alla “somiglianza essenziale o verticale che esiste tra i mondi superiori e inferiori”; rappresenta sia un’immagine simbolica (Mathal), che la scienza stessa dell’analogia (Alm al-Mathal). Nel Corano il termine è stato spesso utilizzato insieme a una parola o ad una frase simbolica per indicare al lettore il significato più alto o più basso corrispondente a quel simbolo. [2]

Quando i simboli sono usati per rappresentare un significato nascosto, sono detti esoterici od occulti. Uno dei vantaggi della scrittura simbolica, oltre a velare verità esoteriche inappropriate ad un uso generale, è che una gran quantità d’informazioni può essere espressa molto brevemente e semplicemente. Un simbolo ben rappresentato può indicare ad una coscienza evoluta, un’ampia gerarchia di significati su più livelli di corrispondenze.

Abu Bakr Siraj Ed-Din continua:

  • È a causa della corrispondenza tra i due mondi che espressioni sacre, che si riferiscono direttamente al macrocosmo, possono essere interpretate come riferite anche a microcosmo. Per esempio si può dire che la Fontana dell’Immortalità che scaturisce dal centro del Giardino dell’Eden è la controparte dell’Occhio della Certezza nel centro dell’anima del vero uomo, o meglio, che tale occhio è esso stesso la vera Fontana dell’Immortalità, rispetto al quale la Fontana dell’Eden è un riflesso esteriore, cosicché quando si dice che Adamo fu scacciato dal giardino dell’Eden, il significato è la perdita per l’uomo dell’Occhio interiore, il Paradiso del mondo esteriore. [3]

Proclo, l’interprete illuminato degli insegnamenti di Platone e dei Pitagorici, nelle righe d’apertura del suo libro Dissertazione sulla Teurgia, afferma:

  • Allo stesso modo nel quale gli amanti della bellezza gradualmente avanzano dalla bellezza apparente al senso della bellezza divina, così gli antichi sacerdoti, gradualmente procedono nella comprensione che esiste una certa corrispondenza e simpatia tra le cose naturali e quelle occulte, per scoprire che tutto è contenuto nel tutto. Da questa reciproca simpatia e corrispondenza essi generarono le loro scienze sacre. Così essi riconobbero nelle cose supreme esservi delle subordinate come nelle subordinate delle supreme.

S. Agostino, che fu molto influenzato dagli scritti di Platone e dei filosofi Neoplatonici, afferma nel suo De Musica che la funzione della geometria nell’arte e nella musica, giace nei suoi aspetti analogici, ovvero in ciò che ha l’abilità di condurre la mente dal mondo delle apparenze alla contemplazione dell’ordine divino ch’esso vela. La vera bellezza, egli sostiene, è ancorata nella realtà spirituale (non-fisica). Quando le forme fisiche sono create, nella pittura, nell’architettura o nella musica, secondo una corrispondenza ai principi divini, il risultato è la bellezza. Questa idea, assieme al suo riflesso divino delle leggi della geometria, divenne il tema centrale e l’impulso motivante che fu dietro al grande Rinascimento in Europa. Molte delle grandi cattedrali furono erette su questi principi. Leonardo Da Vinci, Raffaello, Durer, e molti altri grandi artisti di quel periodo, affermarono ciò a fondamento della loro estetica e della loro arte. Essi crearono echi acustici e visivi di perfezione metafisica, seguendo ciò che i mistici Pitagorici attribuivano alla sacra scienza della polarità, del numero e della proporzione armonica. Essi cercarono di applicare le stesse corrispondenze che esistono naturalmente tra le armonie celesti e le armoniche udibili, o musica, alla loro arte ed architettura. Proprio come le icone religiose furono pensate per far partecipi della porzione di realtà sacra ch’esse rappresentavano, così le proporzioni visiva ed uditiva delle armoniche divine quando applicate alla loro arte, furono concepite per far partecipi delle verità metafisiche che ad esse corrispondevano.

Uomo Vitruviano

Otto von Simon, nel suo illuminante libo Le Cattedrali Gotiche: Origine dell’Architettura Gotica e Concetti Medievali di Ordine, ci dà alcuni suggerimenti sulla visione del mondo e dell’impulso che motivarono i disegni delle cattedrali in Europa. L’idea, dice Simon, fu quella di creare un vero “simbolo del regno di Dio sulla terra”. Gli architetti delle grandi cattedrali ritenevano che ogni cosa in natura era un riflesso del mondo spirituale, così la casa di Dio doveva corrispondere il più possibile alla forma archetipa del mondo spirituale. Uno dei modi in cui ciò poteva essere fatto, essi ragionarono, era nel trasporre le naturali armonie della consonanza musicale in rapporti geometrici ed architettonici. Questa idea la chiamarono “commodulatio” o “symmetria”.

I Rosacroce insegnarono gli stessi principi di base nel XV, XVI e XVII secolo. Thomas Vaughn, nel suo Coelum Terrae, punta a questa creatività divina citando una lettera ch’egli ricevette da “il Cabalista”, dalla Confraternita dei Rosacroce. “La costruzione del santuario, qui in basso è in proporzione con il Santuario che è in alto”. Thomas Vaughn continua:

  • Qui abbiamo due mondi, visibile ed invisibile, due Nature universali, visibile ed invisibile, da cui entrambe questi mondi procedono. La natura universale passiva fu fatta ad immagine di quella universale attiva e la conformità di entrambe i mondi o “santuari” consiste nella conformità originale dei loro principi. [4]

Nelle scuole misteriche il principio del simbolismo archetipico fu applicato per la comprensione delle corrispondenze che esistono naturalmente tra i piani, le dimensioni ed i vari livelli dell’essere. Platone, che in modo velato riferisce di essere stato iniziato ai Misteri Egizi, disse che il rapporto analogico che esiste tra il paradigma [5] divino ed il suo riflesso nella forma è chiamato “uguaglianza geometrica”, il quale egli disse era “potente sia tra gli Dei che tra gli uomini”. Uno degli esempi più evidenti di questo tipo di corrispondenza può essere osservato tra l’atomo di materia ed il sistema solare. Sebbene questa analogia che esiste tra i due aspetti dell’universo fisico non funziona in tutti i dettagli, tuttavia dimostra in una certa misura i principi coinvolti. Sir James Jeans, l’illustre scienziato britannico, spiega:

  • Nell’universo attorno a noi l’attrazione tra cariche elettriche di opposto segno, positive e negative, proprio come avviene per la legge di gravitazione, è inversamente proporzionale al quadrato della distanza tra due cariche. Così il sistema nucleo-elettrone [di un atomo] è simile in tutto e per tutto ad un sistema sole-pianeta.

Un altro esempio di questa legge può essere osservato nel modo in cui le note di una scala di sette intervalli corrispondono in natura nelle loro ottave più alte e più basse. Pitagora si dice abbia usato l’esempio delle ottave e dei rapporti armonici per insegnare le armoniche celesti e l’analoga struttura del cosmo. Attraverso la legge di Analogia Pitagora applicherebbe le leggi dell’armonica musicale ad una comprensione della natura della musica delle sfere. Robert Fludd, che fu un allievo della filosofa Rosacrociana, nel suo Temple of Music, ha cercato di dimostrare la corrispondenza tra le armoniche celesti e quelle musicali così:

Robert Fludd Monocordo

Manly P. Hall nel suo capitolo La Teoria Pitagorica della Musica e del Colore, indica un altro ambito di corrispondenze armoniche che è stato indagato dalla scienza moderna:

  • Un notevole esempio costituisce una moderna conferma di un antico insegnamento, è quello relativo alla progressione degli elementi secondo rapporti armonici. Nel formulare l’elenco degli elementi in ordine crescente secondo i loro pesi atomici, John A. Newlands notò che le proprietà chimiche si ripetevano ad intervalli di otto elementi. Questa scoperta è nota come la legge delle ottave nella chimica moderna. [6]

Il Fratello Djwhal Khul afferma l’importanza della Legge di Analogia nel suo monumentale lavoro Trattato sul Fuoco Cosmico, reso pubblico nel 1925 sotto il nome della sua discepola, Alice Bailey:

  • Lo studio della legge di Corrispondenza, o di Analogia, è quel filo attraverso il quale possiamo ritrovare la strada attraverso il labirinto e l’unico raggio di luce che brilla nelle tenebre dell’ignoranza che ci attornia… Nello studio di questa legge dobbiamo ricordare che la corrispondenza giace nell’essenza e non nel lavoro essoterico sui dettagli. [7]

H. P. Blavatsky, l’iniziata fondatrice della Teosofia disse che la legge di Analogia è “la prima e più importante chiave per la fisica cosmica”. In una delle istruzioni riservate fornite alla Sezione Esoterica della Società Teosofica, afferma:

  • Colui che comprende le spiegazioni di cui sopra vedrà facilmente quanto sia importante per ogni studente, sia che si applichi per l’acquisizione di pratici poteri occulti, che per i soli doni puramente psichici e spirituali di chiaroveggenza e di conoscenza metafisica, il padroneggiare con maestria la giusta corrispondenza tra l’umano, o principi naturali e quelli del Kosmos. [8]

Gli Iniziati ai Misteri hanno insegnato che le vere leggi di natura non sono affatto fisiche, poiché il piano fisico è semplicemente un piano di effetti prodotti da cause originanti nei piani superiori di esistenza e che anche le leggi di evoluzione, come percepite dagli scienziati materialisti non sono altro che una sorta di riflesso delle superiori leggi d’evoluzione spirituale.

I Sufi, che fanno risalire la loro discendenza agli antichi Misteri Persiani, correttamente sostengono che la scienza della corrispondenza (alm al-Mathal), si basa sulla maggiore Scienza dell’Equilibrio Universale (‘ilm al-mizan), che governa l’equilibrio e l’armonia del cosmo sia al suo interno e che all’esterno. Henry Corbin, un dotato interprete della dottrina esoterica dei Sufi, dedica un capitolo a questa idea nel suo libro, Temple and Contemplation. [9]

Nella gnosi Isalmica… l’equilibrio delle cose religiose (mizan al-diyanah) consente di specificare la corrispondenza tra la gerarchia esoterica terrena e la gerarchia angelica celeste, e più in generale la corrispondenza tra il mondo fisico e quello spirituale. L’aspetto visivo di un essere presuppone l’equilibrio con la sua controparte celeste ed invisibile; l’apparente e l’essoterico (zahir) è bilanciato dall’occulto e l’esoterico (batin). [10]

Albert Pike che ha scritto molto sugli antichi Misteri dal punto di vista della Massoneria, nel capitolo del suo Sublime Principe del Real Segreto, dice:

  • Il Real Segreto… è come il Mistero dell’Equilibrio per lo Zohar. [11] Il segreto dell’Equilibrio Universale. [12]

Il Dott. Theodor Landscheidt parla della rinascita del principio di analogia nel suo libro Cosmic Cybernetics:

  • Ovunque, vediamo forze che furono parte integrante dell’antico stato dell’essere che stanno riemergendo. In particolare l’approccio analogico, che a cavallo del XX secolo era ancora considerato come una forma primitiva di percezione, oggi sta vivendo una inaspettata rinascita. Questo vale non solo per i campi della grafologia e della psicologia del profondo, ma anche in alcune scienze rigorose, come la fisica teorica, in cui la teoria quantistica può essere collegata alle leggi della fisica tradizionale solo per mezzo della corrispondenza. [13]

La Legge di Corrispondenza è uno dei temi centrali della Scienza Ermetica. Ermete trismegisto, il Grande Ierofante dei Misteri Egizi, afferma questa legge nelle righe d’apertura della sua famosa Tavola di Smeraldo:

«Ciò che è in basso è come ciò che è in alto,
ciò che è in alto è come ciò che è in basso,
per fare il miracolo di una cosa sola.»

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Note

1. Rider London, 1952 pag. 50. (torna al testo)

2. Vedi The Quram 2:24-26, 13:3, e 47:15. (torna al testo)

3. The Book of Certainty, Abu Bakr Siraj Ed-Din. P. 32-33. (torna al testo)

4. The Works of Thomas Vaughan, University Books, 1968, pag. 192. (torna al testo)

5. Il termine “paradigma” usato da Platone e dai Pitagorici, significa la realtà divina archetipica dietro la manifestazione fisica. Che non significa “teoria di funzionamento della realtà” nell’accezione del termine oggi spesso abusata. (torna al testo)

6. The Secret Teachings of All Ages. Philosophical Research Society, 1928, Page LXXXII. (torna al testo)

7. Vedi pag. 245-359. (torna al testo)

8. Collected WritingsVolume XII, pag. 566. Theosophical Publishing House 1980. (torna al testo)

9. The Science of Balance and Correspondences between Worlds in Islamic Gnosis, pag. 55-131. (torna al testo)

10. Pag. 57. (torna al testo)

11. Zohar: The Book of Light. (torna al testo)

12. Morals and Dogma of the Ancient and Accepted Scottish rite of Freemasonry. Pag. 858-859. (torna al testo)

13. Pag. 7. (torna al testo)

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