L’intuizione è la luce stessa e quando è ridesta il mondo è visto come luce e il corpo di luce di tutte le forme si fa gradatamente visibile. Ciò comporta la facoltà di entrare in contatto con il seme di luce esistente in ogni forma; si stabilisce così un rapporto essenziale e il senso di superiorità e di separazione recede.
Qualità dell’Anima /6
a cura di Adriano Nardi
Estratti dagli scritti di Alice A. Bailey e del Maestro D. K.
Intuizione
Intuizione è la comprensione sintetica che è prerogativa dell’anima e questa si manifesta solo quando, dal proprio livello, si protende in due direzioni: verso la Monade e verso la personalità integrata e che sia (anche solo temporaneamente) coordinata e unificata. È il primo indizio d’unione profondamente soggettiva che troverà il proprio compimento alla terza iniziazione.
Intuizione è afferrare il principio di universalità e, quando è attiva, il senso di separazione scompare, almeno temporaneamente. Nella sua espressione più elevata è nota come Amore universale, che non ha alcun nesso con il sentimento o la reazione affettiva, ma è prevalentemente identificazione con tutti gli esseri. Si prova allora la vera Compassione, diviene impossibile criticare e solo allora si può scorgere il germe divino, latente in tutte le forme.
L’intuizione è la luce stessa e quando è ridesta il mondo è visto come luce e il corpo di luce di tutte le forme si fa gradatamente visibile. Ciò comporta la facoltà di entrare in contatto con il seme di luce esistente in ogni forma; si stabilisce così un rapporto essenziale e il senso di superiorità e di separazione recede.
Perciò l’intuizione introduce con il suo apparire tre qualità.
Illuminazione. Non si tratta qui della luce nella testa, fatto secondario e fenomenico che molti veri intuitivi ignorano completamente. La luce che intendo è quella che illumina la Via. È la “luce dell’intelletto” che in realtà illumina la mente e può riflettersi nell’apparato mentale tenuto “stabile nella luce”. È la “Luce del Mondo”, Realtà eternamente esistente, ma che può essere scoperta solo quando la luce interiore individuale viene riconosciuta come tale. È la “Luce delle Età” che splende sempre più fino a che il “Giorno sia con noi”. Perciò l’intuizione è il riconoscimento interiore, non teorico, ma come fatto acquisito nella propria esperienza, della propria completa identificazione con la Mente Universale, del fatto d’essere parte costitutiva della Vita del Mondo e della propria partecipazione all’Esistenza che persiste in eterno.
Comprensione. La vera comprensione implica grande capacità di amare tutte le creature, pur serbando il distacco personale. Quest’ultimo può facilmente derivare dall’incapacità d’amare, dal desiderio egoistico del proprio benessere: fisico, mentale o spirituale e soprattutto emotivo. Chi è di primo raggio ha orrore dell’emotività e la sdegna, ma talvolta deve trovarsi in una situazione emotiva per imparare ad usare quella sensibilità nel giusto modo.
La comprensione implica il contatto con la vita come personalità integrata sommata alla reazione egoica a propositi e piani di gruppo. Implica l’unione personalità-anima, vasta esperienza e pronta attività del principio cristico. La comprensione intuitiva è sempre spontanea. Il ragionamento che interviene nella comprensione non è attività dell’intuito.
Amore. Come già detto, non è sentimento affettuoso o disposizione amorevole, che ne sono aspetti secondari e derivanti. Quando l’intuizione è sviluppata, affetto e spirito amorevole nella loro forma pura si palesano inevitabilmente, ma ciò che li genera è qualche cosa di molto più profondo e inclusivo. È quella comprensione sintetica e inclusiva della vita e delle necessità di tutti gli esseri (ho scelto di proposito queste parole) che è alta prerogativa di un divino Figlio di Dio dimostrare. Essa esclude tutto ciò che crea barriere, critiche e separazione. Non fa distinzioni, anche se valuta il bisogno, e in chi ama come anima produce l’unificazione immediata con l’oggetto amato.
Gli uomini che hanno esercitata la mente nell’arte del pensare chiaramente, del concentrare l’attenzione e del rendersi ricettivi alla verità, ce ne sono sempre stati, ma sinora in scarso numero e distanti l’uno dall’altro nel tempo; sono le menti che si elevano al di sopra delle altre in tutte le epoche e che ora sono sempre più numerose. La mente umana è sulla via del progresso e molti uomini si librano ai margini di una nuova conoscenza. L’intuizione che guida i pensatori più avanzati verso nuovi campi del sapere non è che la precorritrice dell’onniscienza, caratteristica dell’anima. La conoscenza della verità su tutte le cose esiste ed è chiamata onniscienza ed infallibilità; nel linguaggio della filosofia indù è detta “corretta conoscenza”. Quando l’uomo ne coglie un frammento e l’assorbe nella coscienza umana, si giunge alla formulazione di una legge, alla scoperta di un processo della natura. Lavoro che è stato fin qui lento e frammentario; fra non molto però, la luce affluirà, la verità sarà rivelata e gli uomini verranno in possesso della loro eredità: l’eredità dell’anima.
In base a quale criterio un uomo può riconoscere la giusta linea d’attività da intraprendere fra le molte possibili? In altre parole, esiste un indizio rivelatore che lo metta in grado di scegliere infallibilmente la giusta azione da compiere, la giusta via da percorrere? La domanda non si riferisce alla scelta fra il sentiero della ricerca spirituale e il cammino della vita mondana, si riferisce alla scelta della giusta azione, quando si è di fronte a diverse alternative.
Le possibilità sono due. La prima è che l’aspirante può seguire la propria inclinazione e scegliere la linea d’azione, fra tutte le altre, che gli sembra la più saggia e la migliore. Ciò comporta la fiducia nella legge del karma e anche la dimostrazione di quella risolutezza, che è il miglior modo in cui la sua personalità può imparare ad attenersi alle decisioni della propria anima. Comporta anche la capacità di procedere secondo la decisione presa, accettandone i risultati senza rimpianto e senza rammarico. La seconda è di aspettare, fidando in un senso di direttiva interiore, sapendo che a suo tempo, a mano a mano che le porte si chiuderanno, quella che rimarrà aperta indicherà la via da seguire. Vi è infatti una sola porta aperta che l’uomo può oltrepassare. Per riconoscerla occorre l’intuizione. Nel primo caso si può sbagliare e l’uomo può trarne insegnamento ed esperienza che lo arricchiranno; nel secondo caso, l’errore è impossibile e l’azione compiuta sarà quella giusta.
…tutto si risolve nel saper comprendere quale sia il posto che si occupa sulla scala dell’evoluzione. Solo l’essere umano altamente progredito può conoscere il momento e l’occasione e discernere adeguatamente la sottile distinzione tra un’inclinazione psichica e l’intuizione.
A proposito dei due metodi per giungere ad una decisione definitiva, l’uomo che dovrebbe far uso del senso comune e stabilire una linea d’azione basata sull’impiego della mente concreta, non cerchi di applicare il metodo più elevato, attendendo che una porta si apra. Egli pretenderebbe troppo al punto in cui si trova. Deve ancora imparare a risolvere i propri problemi prendendo la giusta decisione e usando la mente in modo corretto. Con tale metodo progredirà, poiché le radici della conoscenza intuitiva si trovano nella profondità dell’anima e deve quindi esserci il contatto con l’anima prima che l’intuizione possa operare.
Si può dare solo un breve cenno: l’intuizione riguarda sempre l’attività di gruppo e non i piccoli affari personali. Se siete ancora accentrati nella personalità, riconoscetelo e con i mezzi a vostra disposizione governate le vostre azioni.
Se riconoscete di agire come anima e siete immersi nell’interesse per gli altri, liberi da desiderio egoistico, allora adempirete ai vostri obblighi, assumerete le vostre responsabilità, procederete nel vostro lavoro di gruppo e la via si aprirà dinanzi a voi mentre eseguirete il compito e adempirete il dovere del momento. Dal dovere perfettamente adempiuto emergeranno i doveri più ampi, che rientrano nel lavoro mondiale; l’assunzione delle responsabilità familiari renderà più forti le nostre spalle, permettendoci d’assumere quelle del gruppo più ampio.
Qual è quindi il criterio da seguire? Riassumendo, ripeto, che per l’aspirante di grado elevato, la scelta dell’azione dipende da un saggio uso della mente inferiore, dall’impiego di un sano senso comune, dall’oblio del proprio benessere egoistico e dell’ambizione personale. Questo conduce all’adempimento del dovere. Per il discepolo, tutto quanto sopra verrà automaticamente e necessariamente mantenuto, ma in più vi sarà l’uso dell’intuizione, che rivelerà il momento in cui più ampie responsabilità di gruppo potranno essere giustamente assunte e sostenute simultaneamente a quelle del gruppo minore. Riflettete su tutto ciò. L’intuizione non rivela il modo per alimentare l’ambizione, né la maniera per gratificare il desiderio di progresso egoistico.
Quando l’uso dello strumento soggettivo diventa volontario e l’uomo sa come deve essere usato, quando lo sta usando, e può usarlo o meno a volontà; a questo punto la sua condizione cambia completamente e la sua utilità aumenta. L’uso della mente ha portato l’umanità alla consapevolezza dei propositi e dell’impiego dell’apparato fisico. Ora, con l’uso di una facoltà ancora superiore, caratteristica dell’anima, egli accede al dominio volontario e intelligente del suo strumento e impara a comprendere gli scopi per cui esso esiste. Questa facoltà superiore è l’intuizione.
Esorto soltanto tutti voi che leggete queste istruzioni a comprendere la necessità di rinnovare lo sforzo per rendervi idonei al servizio, uno sforzo cosciente e deliberato per sviluppare l’intuizione e giungere all’illuminazione. Ogni essere umano che perviene alla meta della luce e della saggezza, automaticamente dispone di una sfera d’influenza che si estende verso l’alto e verso il basso, che penetra sia all’interno verso la sorgente della luce, sia all’esterno verso i “campi delle tenebre”.
Pervenuto a ciò, egli diverrà un centro di vita cosciente, che dispensa forza senza alcuna fatica. Egli stimolerà, infonderà energia e vivificherà a nuovi sforzi tutte le vite con le quali verrà in contatto, sia che si tratti degli aspiranti suoi compagni, che di un animale o di un fiore. Sarà un trasmettitore di luce nelle tenebre. Disperderà le nebbie dell’illusione attorno a sé, facendo penetrare lo splendore della realtà.
Quando un gran numero di figli degli uomini sarà in grado di agire in questo modo, la famiglia umana potrà iniziare il servizio mondiale cui è predestinata. La sua missione è di fare da ponte fra il mondo dello spirito e il mondo delle forme materiali. Nell’uomo, tutti i gradi di materia s’incontrano e in lui tutti gli stati di coscienza sono possibili. Il genere umano può operare in tutte le direzioni, elevare al cielo i regni subumani e portare il cielo sulla terra.
Il potere dell’intuizione, che è lo scopo di buona parte del lavoro che devono compiere i discepoli, richiede lo sviluppo di un’altra facoltà presente nell’uomo. L’intuizione è anche una funzione della mente e, quando rettamente usata, consente all’uomo di cogliere la realtà con chiarezza, senza le nebbie e le illusioni dei tre mondi.
Quando l’intuizione sarà attiva nell’essere umano, egli potrà agire in modo immediato e corretto, poiché in contatto col Piano, con realtà pure e genuine e con idee non distorte, scevre d’illusione e scaturite direttamente dalla Mente divina o universale. Lo sviluppo di questa facoltà consentirà il riconoscimento mondiale del Piano, e ciò sarà il massimo raggiungimento dell’intuizione per questo ciclo.
Quando il Piano sarà percepito si realizzerà l’unità di tutti gli esseri, la sintesi dell’evoluzione del mondo e l’unità del proposito divino. Ogni vita e ogni forma saranno allora vedute nella loro vera prospettiva e si perverrà a un giusto senso dei valori e del tempo. Quando il Piano è veramente intuito, senza intermediari, allora l’attività costruttiva diventa inevitabile e nessuno sforzo andrà perduto. Sono la comprensione parziale del Piano e la sua interpretazione di seconda o terza mano, mediata da parte di chi non sa, che causano sciupio di sforzo e le stolte imprese che caratterizzano oggi le organizzazioni occulte del mondo.
La meta attuale della Gerarchia è spezzare e dissipare l’annebbiamento mondiale. Questo deve verificarsi su scala mondiale proprio come succede nella vita di ogni discepolo. Come un uomo trasferisce la focalizzazione della sua coscienza (quando è sul Sentiero del Discepolato) sul piano mentale e impara a sconfiggere l’annebbiamento che lo ha trattenuto finora sul piano astrale, così il problema odierno della Gerarchia è di indurre un mutamento consimile nell’umanità intera, dato che essa è a un bivio e la sua coscienza rapidamente si focalizza sul piano mentale. Un colpo mortale dev’essere inferto all’illusione mondiale che tiene schiavi i figli degli uomini. Imparando nella loro propria vita ad aprirsi un varco attraverso gli annebbiamenti e a vivere nella luce dell’intuizione, i discepoli possono rafforzare l’opera di Coloro che hanno il compito di risvegliare l’intuizione nell’uomo.
La manifestazione della percezione intuitiva sul piano fisico è notevolmente aiutata dallo sforzo di leggere, comprendere e quindi esprimere la comprensione a parole. Ciò non è mai facile per chi è intuitivo di natura, ma la ricompensa sarà grande.
L’intuizione è soprattutto un accrescimento di sensibilità e di rispondenza interiore all’anima; dev’essere coltivata con cura, senza prestare attenzione al fattore tempo.
L’istinto spirituale è la capacità dell’anima di percepire il contatto con la Gerarchia di cui è parte integrante, proprio come nel corpo le risposte meccaniche istintive, le reazioni e i riflessi sono parte integrante del meccanismo materiale. Nel caso degli istinti spirituali è l’intuizione che interpreta e illumina la mente.
L’iniziazione non è mai possibile fino a che l’intuizione non diventi attiva. L’istinto spirituale, aspetto inferiore dell’intuizione, indica che si è pronti per la prima iniziazione; una mente illuminata e un’intelligenza spirituale sono l’indice ben preciso che un uomo può prendere la seconda iniziazione, mentre la percezione spirituale o istinto intuitivo significa che si è pronti per la Trasfigurazione, la terza iniziazione.
Il discepolo impara infine a sostituire con l’intuizione, rapida e infallibile, il lento e faticoso lavoro della mente, con le sue tortuosità, illusioni, errori, dogmatismi, culture e concezioni separative.
Come sapete, il polo opposto dell’illusione è l’intuizione, che è possibile allorché annebbiamento e illusione scompaiono. Si reagisce in modo intuitivo alla verità quando, ricercandola, si riesce a placare la tendenza della mente a costruire forme-pensiero. Allora la luce fluisce libera, senza deviare, dai mondi superiori dello spirito.
L’intuizione agisce quando l’annebbiamento non avvince più l’uomo inferiore i cui desideri, bassi o elevati, emotivi ed egocentrici, non interferiscono fra la coscienza cerebrale e l’anima. Durante la loro vita di lotta tutti i veri aspiranti sperimentano attimi fugaci di questa libertà superiore e un lampo di comprensione intuitiva. Il futuro nelle sue grandi linee e la natura della verità si presentano per un istante alla loro coscienza, e la vita non sarà più quella di prima. Hanno ricevuto garanzia della validità dell’impegno e dell’adeguata ricompensa.
L’intuizione è un potere superiore a quello della mente, è una facoltà latente nella Triade spirituale; è ragione pura, espressione del principio Buddhico, e ha sede oltre i mondi dell’Ego e della forma. Solo l’iniziato usa normalmente la vera intuizione. Intendo con questo che essa è per lui altrettanto facilmente operante del principio mentale nell’uomo intelligente. Tuttavia, l’intuizione può agire molto prima in casi d’estrema necessità.
Ciò che più importa è che l’intuizione è sorgente e datrice di rivelazione. Per suo mezzo si realizzano progressivamente le vie di Dio nel mondo per il bene dell’umanità.
Anche il principiante sulla via dell’intuizione può educarsi a riconoscere ciò che la mente inferiore non comprende. Un pensiero di potenza rivelatrice per il bene dei molti può colpire la sua mente; una nuova luce su un’antichissima verità può penetrarvi, liberandola dalle pastoie dell’ortodossia e illuminando la sua coscienza. Egli deve usare tutto ciò a beneficio di tutti, non per sé solo. A poco a poco distingue la via nel mondo dell’intuizione; giorno per giorno, anno per anno, si fa più sensibile alle Idee divine, più capace di appropriarsene saggiamente a vantaggio dei suoi fratelli.
La speranza del mondo e il disperdersi dell’illusione dipendono dagli intuitivi e dalla loro preparazione cosciente. Molti sono intuitivi per natura e l’opera loro è un misto di psichismo superiore e lampi di vero intuito. Ma occorre formare veri intuitivi. Parallelamente alla loro risposta intuitiva e al tentativo di precipitare le intuizioni nel mondo del pensiero umano, deve proseguire lo sviluppo della mente umana affinché possa afferrare e capire ciò che viene proiettato e anche in ciò sta la speranza per l’umanità.
L’intuizione non riguarda nulla che sia dei tre mondi delle esperienze umane, ma solo le percezioni della Triade spirituale e il mondo delle idee. È per il mondo del significato ciò che la mente è per i tre mondi dell’esperienza. Genera comprensione, così come la luce dell’anima, per mezzo di quelle esperienze, genera conoscenza, che non è una reazione puramente mentale, ma qualcosa che esiste a tutti i livelli e sotto qualche forma è istintiva in tutti i regni della natura. Questo è assiomatico. I cinque sensi procurano conoscenza fisica; la sensibilità psichica procura conoscenza del piano astrale; la mente porta percezione intellettuale, ma tutti sono aspetti della luce della conoscenza (proveniente dall’anima) che informa i propri veicoli d’espressione nel triplice vasto ambiente in cui decide di imprigionarsi a fini evolutivi.
Su una voluta più alta della spirale, l’intuizione è espressione della triplice Triade spirituale e la pone in rapporto con livelli più elevati d’espressione divina; è generata dalla vita della Monade, energia che rivela il proposito divino. È nel mondo di questa rivelazione divina che il discepolo impara infine ad operare e l’iniziato ne è cosciente. La vita attiva nei tre mondi è una distorsione di questa esperienza superiore, ma è il campo di addestramento in cui lentamente si acquisisce lentamente la capacità di vivere la vita iniziatica di percezione intuitiva e di servire il Piano.
Queste distinzioni (nel tempo e nello spazio, poiché tutte fanno parte della grande illusione, pur essendo necessarie e inevitabili quando la mente governa) devono essere attentamente esaminate. I discepoli giungeranno a sapere se reagiscono alla luce dell’anima o alla percezione intuitiva della Triade. Capiranno allora che la percezione intuitiva non è che la reazione della personalità illuminata alla tendenza a identificarsi propria della Triade.
L’intuizione è l’agente sensibile e infallibile, latente in ogni essere umano; come sapete è basata sulla conoscenza diretta, non ostacolata da alcun strumento che funzioni normalmente nei tre mondi. Il Cristo è l’Uomo-Seme di questa futura era dell’intuizione, poiché “Egli sapeva ciò che era nell’uomo”. Oggi un gruppo, o un complesso di gruppi, può alimentare il seme dell’intuizione; coltivare la sensitività alle impressioni telepatiche è uno dei mezzi più efficaci per sviluppare l’uso futuro della facoltà intuitiva.
Un’intuizione è un’idea rivestita di sostanza eterica, e nel momento in cui un uomo diviene responsivo a quelle idee, può cominciare a essere padrone dei metodi del dominio eterico. In realtà, tutto questo è un aspetto del grande processo creativo: le idee che emanano dai livelli buddhici (il primo o inferiore, etere cosmico) debbono rivestirsi di materia dei livelli astratti del piano mentale; successivamente di materia del piano mentale concreto e poi di materia del desiderio, e infine (se vivono tanto a lungo) assumono una forma fisica. Un’idea proveniente dai livelli intuitivi della coscienza divina è una vera idea. Essa viene notata o appresa dall’uomo che, nella propria costituzione, possiede sostanza della medesima qualità, giacché è il rapporto magnetico fra l’uomo e l’idea che rende possibile comprenderla.