Abraham Abulafia e la Qabalah

Arte ed EsoterismoDramma ermetico dall’Opera teatrale di Élie-Georges Berreby – Tratto da Hokhmah; Les Cahiers d’étude de la Kabbale n° 32. Traduzione di Alexander S.I.I.
Per gentile concessione del Fr. Rino Follien – Curato per Esonet da Athos A. Altomonte

(opera teatrale scritta da Élie-Georges Berreby)

Abraham Abulafia e la Qabalah

di Élie-Georges Berreby

Dramma ermetico dall’Opera teatrale di Élie-Georges Berreby – Tratto da Hokhmah; Les Cahiers d’étude de la Kabbale n° 32. Traduzione di Alexander S.I.I.
Per gentile concessione del Fr. Rino Follien – Curato per Esonet da Athos A. Altomonte

Abraham Abulafia e la Qabalah

(opera teatrale scritta da Élie-Georges Berreby)

L’azione si svolge a Roma nel 1290 e pur essendo immaginaria si basa su fatti storici.

Scena I

Buio. Canto ebraico. Aboulafia accende un fuoco, che ci rivela il palcoscenico. Alimenta il fuoco recitando la seguente preghiera.

Aboulafia

L’eccellenza e la fedeltà appartengono al Nome eternamente vivente.

La grandezza e la benedizione appartengono al Nome eternamente vivente.

La maestà e la saggezza appartengono al Nome eternamente vivente.

La conoscenza e la parola appartengono al Nome eternamente vivente.

La magnificenza e la bellezza appartengono al Nome eternamente vivente.

Il consiglio e la forza appartengono al Nome eternamente vivente.

Lo splendore ed il bagliore appartengono al Nome eternamente vivente.

La grazia e la benevolenza appartengono al Nome eternamente vivente.

La trasparenza e la luce appartengono al Nome eternamente vivente.

L’unità e l’adorazione appartengono al Nome eternamente vivente.

La corona e la gloria appartengono al Nome eternamente vivente.

Il rigore e l’intelligenza appartengono al Nome eternamente vivente.

La sovranità ed il regno appartengono al Nome eternamente vivente.

Il fondamento e la permanenza appartengono al Nome eternamente vivente.

Il trionfo e la saggezza appartengono al Nome eternamente vivente.

La potenza e l’efficacia appartengono al Nome eternamente vivente.

Lo splendore e la nobiltà appartengono al Nome eternamente vivente.

La scienza e l’energia appartengono al Nome eternamente vivente.

La volontà e la giustizia appartengono al Nome eternamente vivente.

La fecondità e la santità appartengono al Nome eternamente vivente.

Il canto e l’esultanza appartengono al Nome eternamente vivente.

La lode e la gloria appartengono al nome eternamente vivente.

(Aboulafia si ferma. Digana appare nella penombra)

Scena II

Suono del vento. Con sulla spalla un bastone con un fagotto, Aboulafia cammina sulla via per Roma. Deve talvolta rallentare il passo a causa del vento. Improvvisamente un rumore. Si ferma, guarda a sinistra e a destra. Silenzio.

Digana

(invisibile) Di cosa hai paura Aboulafia?

Aboulafia

Il mondo corre verso la sua rovina.

Digana

Anche tu, Aboulafia. (silenzio) – Ho letto molti dei tuoi scritti.

Aboulafia

(che ha ascoltato attentamente) Hai la voce di una donna ed il comportamento di un uomo.

Digana

Bene!

Aboulafia

Affermi di aver letto Aboulafia e non appartieni al mio popolo.

Digana

Bravo!

Aboulafia

Appartieni alla nobiltà romana ma disprezzi gli sciocchi. (Digana appare) – Vedo che mi conosci.

Digana

Aboulafia, non devi entrare in Roma, questa sera.

Aboulafia

Chi me lo impedirebbe?

Digana-

Non potrai avvicinare Sua Santità.

Aboulafia

Il Papa ha bisogno di sentire ciò che ho da dirgli. Deve convertirsi.

Digana

(sconcertato) – Sua Santità?… a cosa?

Aboulafia

È tempo che il Papa diventi ciò che pretende di essere.

Digana

Tutta la polizia di Roma è avvisata della tua venuta. Ad una lega da qui i soldati della Chiesa sono pronti ad arrestarti. Sei stato denunciato come stregone.

Aboulafia

Ho una lettera del vescovo di Barcellona per il Papa Nicola III. Sai chi è il vescovo di Barcellona?

Digana

(disilluso) – Il confessore del Re, Alfonso il Saggio. Non è una buona presentazione. Sua Santità non ama il Re di Spagna.

Aboulafia

(rimettendosi il bastone sulla spalla per riprendere la sua strada) – Spero che ci rivedremo un giorno. (vuole passare. Lei lo trattiene, gli sbarra la strada).

Digana

(parandosi davanti a lui) – Se entri in Roma, nessuno potrà salvarti. I soldati di Roma hanno ricevuto l’ordine di condurti direttamente sulla strada di Napoli e di bruciarti vivo. Il rogo è già pronto. I carnefici ti aspettano.

Aboulafia

Senza essere giudicato?

Digana

Sei stato giudicato. Da un collegio speciale. E la sentenza è stata comunicata ai dignitari ebrei… Essi l’hanno approvata.

Aboulafia

Cosa ci si può aspettare dagli ebrei di Corte? Sono sempre esistiti ebrei equivoci nella cerchia del potere. (tentando di continuare la sua strada) – Parlerò ai carnefici… ed i carnefici si faranno da parte.

Digana

Fermati! I carnefici di Roma sono persuasi che bruciandoti saranno i loro peccati ad essere bruciati. Non si può nulla contro gli idealisti.

Aboulafia

(con ostinazione) – I miei giudici mi ascolteranno.

Digana

Aspetta, Maestro! Come sei impulsivo! Per i tuoi giudici, sei già una pratica archiviata. L’elite intellettuale e finanziaria non ama gli spiriti indipendenti. La tua audacia spaventa. Se quantomeno tu citassi piamente le Scritture. Ma, no! Tu affermi! Tu affermi! E dei miracoli accompagnano le tue parole. I miracoli…, la gente a posto non gradisce queste cose! Fai troppa impressione sul popolino. Questo è male per l’ordine pubblico. A morte il profeta! A morte il rivoluzionario! I giudici hanno obbedito. I carnefici obbediranno. La bolla è stata firmata di suo pugno da sua Santità. E tu sai bene che il Papa non può ritornare sulle sue decisioni… Aboulafia, guarda quella locanda sulla collina. La tua camera è pagata per tre notti. Ed anche il vitto.

Aboulafia

Non mangio mai nelle locande.

Digana

Mangerai in questa. Mangerai con la proprietaria: la signora Cohen-Moravia. Lei dà del maiale ai suoi gatti ma non ne consuma. Serve ostriche ai suoi clienti ma lei non ne consuma. E quando mangia pollame, indovina chi l’ha sgozzato.

Aboulafia

Il vecchio Benamozegh.

Digana

Sei rassicurato? (rumore di passi e di armi) – Zitto! Nasconditi. (Aboulafia scompare. Digana scruta i dintorni. I passi dei soldati si allontanano. Aboulafia ricompare)– Tutti i gendarmi di Roma ti cercano. Sii prudente.

Aboulafia

(ridendo) – Sei una diavolessa, ma una buona cristiana.

Digana

Tra gli eruditi cristiani hai molti amici.

Abulafia

Che il cuore del Cielo sia ringraziato. Ogni volta che incontro un uomo sottomesso alla Volontà Unica incontro un fratello. (contemplandola) – Hai un viso grazioso. Ma i tuoi occhi sono cerchiati dallo studio. Cosa cerchi?

Digana

Quello che cerco, tu solo me lo puoi dare.

(Buio)

Scena III

Buio. Durante il buio, lo stesso inno declamato da una decina di voci. Luce. Aboulafia è accovacciato sui talloni, immobile. Schiena verso il pubblico. Digana entra, lo vede in meditazione, fa per ritirarsi.

Aboulafia

(senza voltarsi) – Puoi restare.

Digana

(aggressiva) – La signora Cohen-Moravia mi ha detto che pregavi con dieci uomini. Dove sono?

Aboulafia

La preghiera è terminata, si sono ritirati.

Digana

Ero davanti alla porta. Li avrei visti uscire.

Aboulafia

Si sono ritirati.

Digana

Dalla finestra?

Aboulafia

Si sono ritirati.

Digana

Devono essere delle spie. Esigo di vederli… ho sentito le loro voci.

Aboulafia

(voltandosi) – Sei molto fortunata.

Digana

Ma tu… hai due bocche…

Aboulafia

(toccandosi tranquillamente la guancia) – È proprio quello che occorre per convincere il Papa a ricevermi e a graziarmi.

Digana

(reprimendo un singulto) – Nicola III è appena morto.

Aboulafia

(sorpreso) – Improvvisamente?

Digana

Improvvisamente.

Aboulafia

Era malato? (doloroso silenzio di Digana) – Lo conoscevi?

Digana

(dopo una pausa, col groppo in gola) – Il Papa Nicola III era mio zio, il mio confessore ed il mio amico. (con la gola stretta) – Perché hai fatto questo?

Aboulafia

(interdetto) – Non ho richiesto che il trionfo della giustizia. (camminando avanti e indietro) – Avresti dovuto portarmi da lui. L’avrei salvato.

Digana

Preparavo il vostro incontro. Ma doveva rimanere segreto… Il Maestro Eléazar, di Palermo, mi aveva avvertito dei tuoi poteri. Se avessi saputo che li avresti usati contro la nostra famiglia…

Aboulafia

Rispettavo il Papa Nicola III. Sono stato avvertito in sogno che disapprovava le misure discriminatorie contro gli Ebrei. Si proponeva di riunire un nuovo Concilio per abolire gli effetti del Concilio Laterano.

Digana

(stupefatta) – Tu sapevi questo? Non avrete mai più un Papa così benevolo.

Aboulafia

(con violenza) – Sono i banchieri e gli usurai che chiedono la vostra benevolenza. Io, reclamo la giustizia.

Digana

Ebbene, stai per essere servito! Ti consegnerò ai soldati di Roma. La tua condanna è stato l’ultimo atto del Papa. Sarai bruciato. Prima, ti farò frustare fino a quando non confesserai quanto sia forte la tua magia. Mio zio era protetto da un’armata di alchimisti, di occultisti, di astrologi e di maghi. Tutti gli intrighi dei suoi nemici per eliminarlo erano falliti. E tu, uno sporco piccolo ebreo … (Aboulafia si muove leggermente) – Non cercare di scappare… Tu hai dei poteri che noi non abbiamo ma noi abbiamo il potere di annientare te ed i tuoi.

Aboulafia

Annientarci è un compito difficile.

Digana

Abbiamo tutto il tempo.

Aboulafia

Noi, abbiamo l’Eternità. (furiosa, Digana si getta su di lui, lo immobilizza).

Digana

(crollando) – Aboulafia, non ero tua nemica.

Aboulafia

(con strana tenerezza) – Io so quello che so. E so quello che ho visto. (luce attenuata. Come allucinato, evocando). Tu, vestita da prete… ho guardato bene. Sì, era il tuo viso. (in crescendo) – E altri preti ti servivano. E tu li comandavi con dolcezza e benevolenza… Hai un fratello gemello? (silenzio) – Non puoi essere contemporaneamente, una donna ed un uomo.

Digana

(con tono di sfida) – E perché no?

Aboulafia

No. Sono ancora lontani i tempi in cui l’uomo e la donna non saranno che uno nel loro corpo e nel loro spirito.

Digana

(curiosa) – E cos’hai visto d’altro?

Aboulafia

Un monastero dove mai nessuna donna è penetrata. Mangiamo insieme. Ti insegno i tre metodi di interpretazione delle Scritture: letterale, allegorico e mistico. E tu mi poni delle domande. Ed io ti rispondo. Ma tu vuoi sapere tutto. È troppo presto. Quando ti dico: “Più tardi, più tardi. Pratica intanto ciò che sai…” (s’interrompe).

Digana

Cosa rispondo?

Aboulafia

(dopo un lungo silenzio, stupito) – Tu ordini che io sia frustato. (interdetto) – Sei tu il Padre Superiore di quel collegio. (spaventato) – Ma chi sei tu?

(Buio)

Scena IV

Durante il buio, una parte dell’inno declamato dalle voci. Una pausa. Poi cinguettio d’uccelli e campane di un monastero. Luce. Una cella del collegio dei Francescani a Roma. Digana, trasformata in cardinale, entra.

Digana

(presentandosi) – Cardinale Giovanni-Maria Digana.

Aboulafia

(senza sorpresa) – Che la pace sia con voi, Eminenza.

Digana

Non dimenticare mai che il mio solo scopo è il bene della Chiesa. (pausa) – Una mia parente mi ha molto parlato di te. È persino riuscita a farmi leggere molti dei tuoi trattati. Non ho capito tutto. Mi sembra tuttavia che non sei così lontano da noi. Sei il primo dottore Ebreo che osa parlare della Santa Trinità senza confutarla.

Aboulafia

Bisogna intenderla come i tre aspetti dell’Intelligenza. Ma se qualcuno afferma che la Divinità è frazionata, sono costretto a dirgli che è una menzogna.

Digana

(sussultando) – Sai che potrei farti frustare?

Aboulafia

(tranquillo) – Sì, Eminenza.

Digana

(ridendo) – Non ancora. (prendendolo per le spalle) – Se l’hai visto, questo accadrà. Ma abbiamo tutto il tempo.

Aboulafia

Mi pare di avervi sentito minacciare, Eminenza. Ma non ho visto eseguita la minaccia.

Digana

(ironico) – Avresti paura dei colpi?

Aboulafia

Volete la verità?

Digana

Non sei qui che per questo.

Aboulafia

No.

Digana

Non sei qui per proclamare la verità? (Aboulafia sorride) – Ah! Così non hai paura dei colpi.

Aboulafia

Esiste la prova. Ed il rimedio alla prova.

Digana

Non vorrai farci lo scherzo di Daniele nella fossa dei leoni?

Aboulafia

Ma certo, Eminenza.

Digana

Non ho mai incontrato un Ebreo come te. Devi entrare in seno alla Chiesa.

Aboulafia

Credo che il Nome Sublime si riceva direttamente. E la Chiesa adora un mediatore. Come potrei vivere il contrario di ciò che ho ricevuto?

Digana

Tu insegni che l’amore del Nome Sublime è più importante dei dogmi.

Aboulafia

Tra sei mesi mi brucereste come eretico.

Digana

(ridendo) – Ti proteggerò.

Aboulafia

I miei protettori sono altrove.

Digana

Aboulafia, ti sei fatto molti nemici affermando di aver ricevuto l’ispirazione profetica per gli Ebrei, per i Cristiani e per i Musulmani. I capi degli Ebrei della Spagna non ti riconoscono più il titolo di maestro. Sai che ti avevano denunciato al Papa come spia degli Arabi? In questi tempi di crociata, sei capitato male.

Aboulafia

Andrò verso i più umili ed insegnerò loro la Via Diretta. Addio, Eminenza.

Digana

(imperioso) – Ti prego di restare con noi. (diplomatico) – Cosa importano le nostre divergenze. Conserva il tuo salvacondotto ebraico, ma resta con noi. (pausa) – Non sono degno di essere tuo discepolo?

Aboulafia

Non lo so. Sto seminando… ed annaffiando. Se qualcosa germoglia e cresce in voi, avrete la risposta. Muri imprigionano le nostre anime ed impediscono al soffio divino di raggiungerci. Non guardiamo che le forme quotidiane ed ordinarie dell’esistenza. Non recepiamo che ciò che ricevono i nostri sensi, essi stessi comandati dalle nostre emozioni. Vedete Eminenza, è tutto semplice: si tratta di percepire oltre le nostre emozioni. Di toccare il Cuore del Cielo, di respirare a pieni polmoni la vita del Cuore del Cielo, di lasciarsi accarezzare dalle lingue di fuoco. Riempito del soffio di luce, pronuncerete le sillabe che formano il destino di un servitore.

Digana

“Nulla, non sono nulla. Nulla, non voglio nulla. Non so nulla”. Ti cito a memoria.

Aboulafia

Citate molto bene, Eminenza. Si tratta ora di praticare ciò che avete citato.

Digana

Sento già sulle tue spalle il sibilo della frusta. (Aboulafia si toglie la camicia) – Ebreo, non provocarmi.

Aboulafia

(guardandolo fisso) – Eminenza, chi sarà il prossimo Papa?

Digana

Tu consideri il successore di Nicola III come già trapassato?

Aboulafia

Tutta Roma mormora che si tratta di un Papa di transizione.

Digana

Sono io che l’ho fatto eleggere. È vecchio, molto vecchio, ma che sta bene di salute. Se tu potessi aiutarmi a farlo durare. Oh! Non ti chiedo di farne un centenario. (pausa) – La Chiesa ha bisogno di un polso giovane… Capisci cosa voglio dire?

Aboulafia

(dolcemente) – L’intravvedo.

Digana

In questo monastero vive il delicato fiore della cristianità. Quello che ha abbandonato il paganesimo greco-romano per ritornare alle sue origini. Tutti i miei fratelli hanno capito che la Conoscenza è più importante dell’osservanza dei riti. Tutti sono versati nello studio della cabala. Li ho inviati in Spagna, in Francia ed in Palestina per incontrare i più rinomati fra i cabalisti. Sappiamo ora che soltanto Aboulafia possiede la chiave dei poteri magici. (Aboulafia ha un gesto di insofferenza) –Io, il più vile degli esseri, sono stato scelto dai miei fratelli per diventare il sovrano della Chiesa. Grazie a te, la cristianità avrà un Papa che restituirà al tuo popolo il suo ministero di testimone profetico. Grazie a te la Chiesa non perseguiterà più i Figli d’Israele. E riconosceremo pubblicamente Abraham Aboulafia come il profeta inviato agli Ebrei e ai Cristiani. Non è lo scopo che ti proponevi venendo a Roma? (pausa) – Tu sarai vicino a me come il profeta Nathan presso il Re Davide: il porta-parola del Nome Sublime.

Aboulafia

(dolcemente) – Cosa mi chiedete?

Digana

Di essere coerente con te stesso. Quello che sei venuto a cercare a Roma, io te lo offro, ed anche di più. Un solo passo mi separa dal Trono di San Pietro.

Aboulafia

Non avete dunque bisogno di me. Addio, Eminenza.

Digana

(trattenendolo con un gesto) – Sai in quanti siamo candidati alla successione del fantasma? (irritato) – Tredici. Cosa pensi di questo numero?

Aboulafia

Tredici significa morte, termine di un ciclo. Ed anche rinascita: attraverso l’amore.

Digana

Un’alba d’amore sta per alzarsi. Ma devo eliminare, caritatevolmente, gli altri postulanti. Alcuni sono potenti. Hanno l’oro, il sostegno di principi e di duchi. Ho poco tempo per trasformare il numero 13 in numero dell’Unico. UNO è pur il numero del punto di partenza, dell’abilità, dell’iniziativa?

Aboulafia

Tra l’altro…

Digana

Abbiamo appreso con la Cabala che i Numeri sono l’involucro visibile degli esseri.

Aboulafia

Eminenza, non sono né un oracolo, né un indovino. Non ho altro potere che l’assoluta sottomissione del mio pensiero alla Volontà del Nome Sublime.

Digana

Oggi la Volontà del Nome Sublime coincide esattamente con la mia volontà.

Aboulafia

Eminenza, conoscerete la Volontà del Nome quando conoscerete il Potere del Nome. Attraverso il Nome ogni cosa acquisisce il suo significato. Attraverso il Nome si diventa indifferenti ai significati.

Digana

(pressante) – Insegnami la vocalizzazione del Nome. Che io lo inscriva tra i miei due occhi. Allora, guidato da te, supererò tutti gli ostacoli.

Aboulafia

Tutto è in voi e tutto dipende da voi. Gli intrighi che oscurano il vostro animo devono dissiparsi. Cominciate a sciogliere i nodi che fanno di voi la prigioniera delle vostre ambizioni. Quando sarete riuscita a sciogliere quei nodi potrete procedere.

Digana

Sono stata eletta per regnare sul Trono di San Pietro, come tu per istruirmi.

Aboulafia

(freddamente) – Non posso insegnarvi che a cerchiare il vostro cerchio.

(Buio)

Scena V

Musica del vento. Rumori d’uccelli e di torrente. Luce. Camminano in campagna. Digana è nuovamente donna con uno scialle ricamato sulle spalle, molto seducente.

Digana

Che vento! Non hai freddo?

Aboulafia

Amo il vento.

Digana

Vuoi che andiamo fino al fiume? Vedi il mulino sulla collina? Tutte queste terre ci appartengono. (con derisione) – Il vostro Libro dello Splendore pretende che la terra sia rotonda e che giri. La senti girare, tu? (ridendo) – Dice anche che delle stelle sono abitate da esseri più evoluti di noi. Pretendere questo alla fine del XIII secolo, non è serio.

Aboulafia

È una verità trasmessa dalla Tradizione.

Digana

Tu credi veramente che dei Cabalisti siano visitati da abitanti di quelle stelle?

Aboulafia

È una verità trasmessa dalla Tradizione.

Digana

(sarcastica) – E tu, tu hai ricevute di queste visite?

Aboulafia

Soltanto colui che è pronto, riceve.

Digana

(bruscamente) – Aboulafia, non giochiamo a chi è più furbo. I tuoi poteri, non li avrò mai. Ciò che hai ricevuto, hai ricevuto e nessun umano può eguagliarti. (breve pausa) – Ti chiedo di diventare il mio maestro. (gesto di rifiuto di Aboulafia) – Così ci riveleremo l’un l’altro, ci compenetreremo l’un l’altro, ci ameremo e ci rallegreremo insieme. Ed un giorno ci confonderemo. Sono abbastanza versata nella magia per riconoscere che la Cabala è la magia delle magie.

Aboulafia

(irritato) – La magia è la caricatura della Cabala. La magia è un’arma che distrugge quelli che la usano. Colui che è fedele al Nome Sublime non ha bisogno della magia. Egli vede il mondo venire a lui.

Digana

Chiama i tuoi poteri come vuoi. Cosa importano le parole.

Aboulafia

Eminenza, se avete letto i miei trattati, sapete che tutta la mia scienza viene dalle parole; dalla permutazione delle lettere della lingua sacra.

Digana

(impaziente) – Abbiamo imparato la lingua sacra. Abbiamo studiato i tuoi trattati. Abbiamo cercato di combinare le lettere per aprire un passaggio allo Spirito Santo. Non è accaduto nulla. Non abbiamo ottenuto nulla. I tuoi poteri sono al di là dei processi che tu riveli.

Aboulafia

Ogni potere ci viene dato per forgiare il mondo in vista del suo compimento. In ebraico, le parole luce e segreto sono numericamente equivalenti. Quando due parole hanno lo stesso valore, significa che sono collegate. In quanto tutte le cose sono state create attraverso la permutazione delle lettere. (con improvvisa stanchezza) – Non si costruisce una cittadella partendo dal tetto. Voi volete il potere della Saggezza senza essere idonea a riceverla, senza essere idonea a custodirla. (breve pausa) – Posso tentare di guidare i destini scelti. Ma ciascuno deve tracciare il suo cammino, ciascuno è il suo cammino e ciascuno è solo sul suo cammino.

Digana

(tesa) – Il desiderio compiuto è un albero di vita. (breve pausa) – Dalla morte di Nicola III, sono diventata terribilmente vulnerabile. Sono giovane, troppo giovane per un cardinale. Che solo si scopra che sono una donna e sono perduta. Già corre voce a Roma che il Papa vada a letto con suo nipote. Se si venisse a sapere che sono sua nipote!… Non sono mai andata a letto con mio zio. Ha soltanto baciato le mie labbra. Ed i miei seni. Tremava di gioia accarezzandomi. La gioia è forse un peccato? Aboulafia, mi aiuterai a regnare sui popoli e sui Re. Come te, non sono che lo strumento dello Spirito Santo. Ed ho bisogno del tuo sapere.

Aboulafia

Diventate innanzitutto voi stessa: trasparente, trasparente.

Digana

(digrignante) – Vale a dire? Ritornare nella mia condizione di donna? Sposare un ricco signore e dargli molti figli?

Aboulafia

Diventate trasparente, non per gli altri, ma per ricevere il Soffio-Luce. Fintanto che sarete occupata a conquistare il Trono pontificio, non succederà niente.

Digana

(chinandosi per raccogliere un fiore) – Aboulafia, cosa devo fare per acquisire il potere della Saggezza? (silenzio di Aboulafia) – Ti ho fatto una domanda. (silenzio di Aboulafia) – Sono pronta a tutto.

Aboulafia

Andiamo verso il fiume. (lei lo guarda stupita, e lo segue. Rumore di acqua che scorre) – Sei pronta a seguirmi nell’acqua?

Digana

Certamente.

Aboulafia

(togliendosi le calze ed entrando nell’acqua) – È ghiacciata. (anche Digana si toglie i sandali).

Digana

(prendendo la mano che le tende Aboulafia ed entrando a sua volta nell’acqua) – E adesso? (Aboulafia l’afferra per le spalle e bruscamente le tuffa la testa sotto l’acqua. Digana compie sforzi disperati per liberarsi. Mancandole l’aria, si dibatte con tutte le sue forze. Dopo un momento Aboulafia la lascia andare. Digana si scrolla e riprende penosamente il respiro indirizzandogli sguardi furiosi).

Aboulafia

(tranquillo) – Quando avevi la testa sotto l’acqua, cosa desideravi maggiormente?

Digana

(senza animosità) – Dell’aria.

Aboulafia

Non avresti preferito il Trono di San Pietro?

Digana

No.

Aboulafia

Non pensavi al potere che ti darebbe il Trono pontificio?

Digana

(furiosa) – Avevo bisogno d’aria.

Aboulafia

Soltanto d’aria? Ebbene, per acquisire il potere della Saggezza desiderala nella stessa misura in cui desideravi l’aria. Che essa sia la tua unica aspirazione. (Digana continua a rivolgergli sguardi furiosi. Dolcemente) – Se tu ricerchi il potere della Saggezza come testé ricercavi l’aria, un giorno essa ti possiederà. (breve pausa) – In questo momento usurpate il titolo di Servitore del Nome.

Digana

(esasperata) – Sono stanca del tuo atteggiamento da vecchio saggio. Sei povero, prigioniero, condannato al boia. Ti offro di compiere la tua missione e tu non smetti di cavillare. Schiaccerò il tuo orgoglio, Ebreo! (l’inno con le dieci voci).

Scena VI

Nel buio: canto di uccelli. Poi campane del monastero. Silenzio. Canto di uccelli e campane del monastero. Luce. La prigione del monastero. Aboulafia, a torso nudo, mani incatenate dietro alla schiena è seduto, diritto, immobile, gli occhi aperti, estasiato. Sulle sue labbra un leggero sorriso. La voce del Fratello Converso è la voce calda e burbera di un uomo del popolo.

Converso

(come una litania) – Aboulafia, vuoi un indumento? (silenzio) – Aboulafia, vuoi mangiare? (silenzio) – Aboulafia, vuoi bere? (silenzio) – Aboulafia vuoi orinare? (silenzio) – Aboulafia, vuoi defecare? (lungo silenzio. E la litania riprende) – Aboulafia, vuoi un indumento? (silenzio) – Aboulafia, vuoi mangiare? (silenzio) – Aboulafia, vuoi bere? (silenzio) – Aboulafia vuoi orinare? (silenzio) – Aboulafia, vuoi defecare? (lungo silenzio. E la litania riprende)– Aboulafia, vuoi un indumento? (silenzio) – Aboulafia, vuoi mangiare? (Aboulafia è sempre immerso nella sua estasi catalettica. Digana entra, come cardinale lo osserva con inquietitudine mista ad ammirazione) – Padre, lo osservo da ventidue giorni. Il Fratello Luca l’ha osservato per ventidue notti. (spaventato) – Non si è mosso… Come può un uomo mettersi in simili stati?

Digana

(con voce sfinita) – Fratello Converso, il Maestro Aboulafia è sull’altra sponda della vita.

Converso

(incredulo) – Credete che possa ancora risvegliarsi? (Digana, gira intorno ad Aboulafia, lo accarezza, tenta di farlo uscire dolcemente dalla sua estasi. Poi, improvvisamente, spaventata, lo scuote. Aboulafia cade dallo sgabello senza che un muscolo del suo corpo o del suo viso si muova. Ella tenta di trattenerlo, ma non può che ammortizzare la sua caduta).

Digana

(supplicante) – Abulafia, so che mi senti, Aboulafia torna tra noi. (per terra, con le ginocchia piegate, Abulafia conserva il suo sorriso estatico) – Abulafia, ti prego. (silenzio) – Aboulafia, ti supplico!

Converso

Quest’uomo se lo gettaste nel fiume, risalirebbe con un pesce in bocca.

Digana

Egli mi diceva, non si può essere liberi senza diventare padroni di sé. Egli mi diceva: un lago riflette le stelle meglio di un torrente.

Converso

Non è originale. (riprendendosi) – Perdonatemi, Padre. Ma ciò che conta, è ciò che si vede.

Digana

Egli mi diceva: il servitore del Nome è sulla terra un esiliato. Ed ho avuto paura dell’esilio. Egli mi diceva: vi sono delle luci che si spengono mettendole su di un candeliere. E non capivo.

Converso

Eppure è semplice.

Digana

(inginocchiata presso di lui) – Aboulafia, i 22 segni dell’alfabeto sono esauriti. Non potrai andare al di là.

Converso

Non è dimagrito. Non è neppure diventato pallido. (buffo) – Al contrario, trovo che ha preso colore.

Digana

(accarezzandogli i capelli) – È più bello di un’aquila azzurra. Fratello Converso, guarda e porta testimonianza. Potrebbe, attraverso la magia, vivere 22 giorni senza mangiare e senza bere? E con questo freddo non tremare?

Converso

È un miracolo, Padre. (a malincuore) – Un miracolo ebreo ma un miracolo.

Digana

No, Fratello Converso, non è un miracolo. Non è un fatto sopranaturale. È naturale, naturale. (soffocando un singhiozzo) – Ma perché siamo esclusi dalla natura di Colui che serviamo?

Converso

Padre, ho lasciato il mondo perché i cristiani non sono più il corpo di Cristo. È tempo, è proprio tempo che nostro Signore ritorni.

Digana

Chi preparerà il suo ritorno? (rialzando Aboulafia sempre come pietrificato) – Se avesse letto nel mio cuore, avrebbe potuto vedervi più amore che ambizione.

Converso

(dottamente, insolito) – Il Talmud dice: “Se vuoi conoscere l’invisibile, osserva il visibile con occhi bene aperti”.

Digana

(voltandosi, stupita) – Tu conosci il Talmud?

Converso

(riscotendosi) – Io? No.

Digana

Lo hai appena citato.

Converso

Io… Io… non so neppure cosa dico. (con la voce di Aboulafia) – “Digana, se vuoi sopravvivere, esci dal tuo destino così come è stato scritto nelle stelle”. (Digana, sbalordita guarda verso il Fratello Converso e verso Aboulafia sempre assolutamente immobile. Senza più sapere a chi rivolgersi).

Digana

(ad Aboulafia) – Sono minacciata? Parla! Parla! Ti scongiuro. Non mi lasceranno giungere sul Trono, hein? Aboulafia, dimmi: mi uccideranno prima o poi?

Converso

(con la voce di Aboulafia) – Il Servitore del Nome Sublime diventa Re senza desiderare di regnare. E poiché è senza desiderio, il suo regno è giusto ed il suo reame facile da governare.

Digana

(spaventata) – Fratello Converso!

Converso

(debolmente) – Sì, Padre.

Digana

Ti sei sentito parlare?

Converso

(debolmente) – Sì, Padre, ma non ho ben afferrato. (pausa. Poi la voce di Aboulafia) – “I cani abbaiano contro tutto ciò che è carogna. (attonita, disorientata, Digana guarda da ogni parte, poi stacca i lacci di Aboulafia, ma i suoi polsi rimangono come saldati).

Digana

Sei libero, Aboulafia. Intendo dire che sei libero di partire. Ecco il tuo salvacondotto per la Sicilia. (con voce rotta) – A Palermo, saluterai per noi il Maestro Eléazar. Lui ti ama veramente. Digli che ti abbiamo offerto un trono e che lo hai rifiutato. Digli che auspichiamo una Chiesa governata dallo Spirito dei Profeti di Israele. Digli che faremo sempre il nostro possibile per il vostro popolo perseguitato. Con questo salvacondotto, potrai fermarti in tutti i monasteri francescani. E sarai onorato come un profeta. (Aboulafia non si muove) – Colui che non è fatto per la meta, non è fatto per il cammino: sono andata ogni notte a bagnarmi nell’acqua del fiume ed ogni notte vestita di bianco, mi sono isolata nel priorato. Ho letto e riletto tutti i trattati. Ho imparato il valore numerico di mille parole. Dopo 22 notti, eliminando dalla mia meditazione tutto ciò che non è il Nome Sublime, ho capito che non ero pronta a riceverlo.

Voce di Aboulafia

Vi saranno dieci altre notti. E la decima sarà la notte della morte che è resurrezione. (Ebbra di gioia, copre di baci un Aboulafia sempre immobile).

Converso

Il leone dorme con i suoi denti. (pausa) – Padre, cos’è un Cabalista?

Digana

(voltandosi, come intontita) – Un Cabalista? Non lo so. Forse è un uomo che fa la verità.

Converso

Ma la verità non è tutta nel Vangelo? Nostro Signore non ha detto: “Io sono la via, la verità e la vita?”.

Digana

Sì, Fratello Converso. La verità, tutta la verità è nel Vangelo. Ma Aboulafia la fa vivere davanti ai nostri occhi.

Converso

Come può un Ebreo …?

Digana

Ti ricordi le ultime parole del Signore prima dell’Ascensione?

Converso

A memoria, Padre. A memoria: Gli Apostoli gli chiesero: “È in questo tempo che ristabilirai il Regno di Israele? Ed il Signore rispose: Non spetta a voi di conoscere il tempo ed i momenti… Ma riceverete un potere, lo Spirito Santo che discende su di voi”.

Digana

Un potere, Fratello, un potere.

Converso

(disorientato) – Eppure gli Apostoli erano Ebrei. Eppure il Concilio Laterano afferma che gli Ebrei hanno ucciso nostro Signore!

Digana

Il Signore, siamo noi che lo assassiniamo, ogni giorno di più.

Converso

Padre, testimonierò ovunque e persino davanti al boia che l’Ebreo Abraham Aboulafia è protetto da legioni di angeli.

Digana

(Aboulafia comincia a muoversi. Allunga le gambe, si rialza e guarda lungamente Digana, sorridendo. Folle di gioia) – Maestro!

Aboulafia

(tranquillo) – Buona sera, Eminenza.

Scena VII

Aboulafia sta mangiando con appetito

Converso

Pare che la Provvidenza vegli su di te.

Aboulafia

(sorridendo dolcemente) – Mi farete credere alla carità cristiana.

Converso

La Sinagoga ha sempre avuto una benda sugli occhi.

Aboulafia

È per evitarci di vedere cosa ne facevate della nostra eredità.

Converso

Che disgrazia! Un uomo come te che rifiuta di riconoscere il Cristo come suo salvatore.

Aboulafia

(stesso sorriso) – Amo molto quel profeta che chiamate il Cristo. È il mio, figlio e nipote di Israele. Sempre fedele al suo popolo, sempre fedele alla sua terra, sempre fedele alla Tradizione.

Converso

(pieno di speranza) – Allora? Cosa aspetti a riconoscerlo come tuo signore? Lui solo può lavarti dai tuoi peccati. Egli è la via, la verità e la vita. In quanto Jahvé ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unico affinché ogni uomo che crede in lui non perisca ma abbia la vita eterna. In quanto Jahvé non ha inviato suo figlio per giudicare il mondo ma perché il mondo sia salvato per suo mezzo.

Aboulafia

Vangelo di Giovanni. Capitolo III.

Converso

Tu conosci le nostre Scritture?

Aboulafia

Posso recitarti il Nuovo Testamento, il Corano e molte altre scritture del lontano Oriente.

Converso

Ah! Se avessi la tua memoria!

Aboulafia

Avresti cinquemila anni.

Converso

Aboulafia, tu sai che in questo monastero rispettiamo il popolo di Israele.

Aboulafia

Sì, ma in tutte le chiese del mondo si insegna alla brava gente che il popolo dei profeti ha crocifisso il suo Messia. Mentre tutti gli sforzi di Israele consistono nel partorire il Messia.

Converso

Indietro Satana!

Aboulafia

La Tradizione chiama “Satana” le forze di morte che vogliono distruggere la creazione. Se sono in questo monastero, è che qui è stato riconosciuto in me un operaio della creazione.

Converso

(bruscamente ostile) – Mi è stato chiesto di vegliare su di te. Obbedisco. Ma, attenzione: tu non hai il diritto di violare le porte del monastero.

Aboulafia

Tu sei, in certo qual modo, il mio angelo custode.

Converso

Non ho lo humour ebreo. Vi serve per dire il contrario di ciò che pensate.

Aboulafia

E molto di più…

Converso

Io, sono un uomo semplice. (minaccioso) – Ma chi non rispetta la Chiesa…

Aboulafia

Io rispetto la Chiesa. E ammiro la tua fede.

Converso

Ma tu rifiuti di riconoscere Nostro Signore.

Aboulafia

Riconosco volentieri che egli è grande fra i grandi, che era umile, che era vero. Non è responsabile di tutto quello che si fa in suo nome.

Converso

(brandendo una croce) – In ginocchio davanti al Signore!

Aboulafia

(irrigidendosi) – Sai che hanno ucciso molte persone con questo strumento?

Converso

(inebetito) – Con la croce?

Aboulafia

Con la croce.

Converso

Ma come un cristiano…

Aboulafia

Non dimenticare mai che il vostro Signore è figlio d’Israele.

Converso

Gesù è Dio.

Abulafia

Se lo dici tu… Ammetti che discendere dal cielo nei panni di un Ebreo, era un rischio.

Converso

Ci insegnano qui che la salvezza viene dagli ebrei.

Aboulafia

Vangelo di Giovanni.

Converso

Vedi che siamo fedeli alle Scritture.

Aboulafia

Vedo. Tu ed io guardiamo verso la stessa cima. Ma non siamo sullo stesso sentiero.

Scena VIII

Lontane, molto lontane, le campane del monastero. Luce. Una stanza: la sottana del Cardinale Digana è appesa ad un grosso chiodo; Digana ha ritrovato, con la sua femminilità, il suo semplice abito di lino.

Digana

È la potenza del Nome che mi permetterà di accedere al trono di San Pietro.

Aboulafia

Oggi, l’influsso del Nome ti spingerà verso la dimora e provocherà in te un gran disordine. Vuoi fare del Nome una forza cieca e distruttiva? Lascia il Nome inscriversi in te e trasformarti. I prossimi anni saranno importanti. In quanto ogni passo ti avvicinerà alla Saggezza che è potere.

Digana

Non c’è più nulla di buono a Roma. Devo salire sul trono di San Pietro.

Aboulafia

Non vi è più granché di buono nel mondo. Con le nostre sole forze, non possiamo cambiare nulla. Orienta il tuo pensiero verso quella vita nuova che viene dal tuo profondo. Tutto è in te e non aspetta che la tua buona volontà. Abbandona i preconcetti e preparati. (Digana prende una pergamena e scrive) – Purifica il tuo corpo e scegli un luogo solitario dove nessuno sentirà la tua voce. E quando tu dirai Jahvé, aggiungi subito Elohim, in quanto il Nome completo contiene il Principio ed i figli del Principio. Quando sarai preparato a ricevere l’influsso, considerati come una messaggera che sta per ascoltare qualcosa circa la sua missione. Ciò che sentirai deve accordarsi con la tua ragione. Il tuo essere sarà colto da un violento tremito. E penserai che la tua fine è vicina, perché la tua anima lascerà il tuo corpo. Allora, saprai che sei pervenuta abbastanza lontano per ricevere lo Spirito-Luce. (silenzio, ella lo guarda attenta) – Aderendo a Lui, diventerai Lui. (breve pausa) – ed incontrerai il tuo sé come se fosse davanti a te. (va alla finestra, guarda) – Della neve in aprile sulla campagna romana. È raro.

Digana

(sorridendo) – Non durerà. (Aboulafia esce bruscamente. Digana lo aspetta, stupita. Ritorna con un piccolo fiore dei campi. Lei gli sorride turbata e felice) – È per me?

Aboulafia

(imbarazzato, poi) – Sì. (Digana lo mette in un piccolo vaso d’argilla).

Digana

È sfuggito al seppellimento.

Aboulafia

Ma non alla morte. (Digana reprime un sorriso inquieto. Aboulafia, con voce affettuosa) – Concentrati su questo fiore. (Digana s’installa ben diritta, immobile. Il respiro è profondo e regolare, lo sguardo fisso) – Non pensare che a questo fiore. (pausa) – E poi dimentica la sua forma per concentrarti sul ricordo dell’immagine della forma. (pausa) – Avanti, continua ad avanzare verso l’astrazione. (pausa) – Dal momento in cui non vi sarà più niente, installati in questo nulla.

Digana

(sempre immobile. Dopo una pausa di silenzio) – È difficile.

Aboulafia

(la guarda lungamente, poi) – Comincia.

Digana

Perché darmi un fiore quando ai tuoi discepoli Ebrei raccomandi la contemplazione dell’Alfabeto sacro?

Aboulafia

L’Alfabeto sacro è ancora più astratto di un fiore. Se puoi dimenticare che sei Cardinale, se puoi dimenticare tutto ciò che sei, mediterai su ciascuna lettera dell’Alfabeto sacro. Disegnandola, contemplandola, pronunciandola. La scrittura, il pensiero e la vocalizzazione sono i tre strati della meditazione. (Digana si è impossessata della sua pergamena e scrive) – Vi sono sul corpo umano 22 punti di risonanza. Ciascuno corrisponde ad una lettera dell’Alfabeto sacro. Entra in vibrazione. La vibrazione dà accesso al nostro spazio interiore. Si tratta di inserirsi nel movimento dello Spirito-luce, di identificarsi col Nome Sublime, di lasciarlo istruirci, utilizzarci… ed appianare i nostri ostacoli. Il Verbo ha vibrato nello spazio per dare forma a tutta la vita. Oh!, non abusare del meraviglioso potere della tua vibrazione. Proteggi il Verbo, conservalo in te. Che scorra prezioso e raro, creatore. Proteggi il tuo silenzio. Diventa il padrone del silenzio. Ed allora, una tua parola, riconcilierà, calmerà, guarirà, costruirà. Guarda intorno a noi. Ciascuno non aspetta che se stesso. Abbiamo appuntamento con le nostre paure, i nostri doveri, i nostri piaceri, le nostre emozioni, le nostre sofferenze. Gli altri ci strappano quello che strappiamo a loro. Al di fuori dei sentieri di Saggezza, l’esistenza non è che una serie di conflitti dove si cerca di stroncare il prossimo.

Digana

(esitante) – Quando mi consegnerai la vocalizzazione del Nome?

Aboulafia

La scoprirai tu stessa. Il Nome ha settantadue pronunce. E molte altre ancora. Non dimenticare mai che per diventare il padrone del Nome, occorre diventarne innanzitutto il servitore. (quando lei riprende la sua pergamena per scrivere, Aboulafia con voce forte) – Ora devi smettere di scrivere. E soltanto ascoltare.

Digana

Ma dimenticherò.

Aboulafia

Se non ascolti che le parole, è allora che dimenticherai. Ascolta il contenuto. La cosa importante è quanto avviene in te. Come potrai ricevere la totalità quando non vi è posto in te che per il suo riflesso?

Digana

Nessuno mi ha umiliata quanto te. Non dimenticare che la Provvidenza mi ha fatto Principe della Chiesa e maestro di una congregazione.

Aboulafia

Devi rallegrartene? Preferisci convincere una persona che abusare di migliaia. Il Nazareno ha cacciato i mercanti dal Tempio e voi avete elevato il commercio del Sacro al rango di istituzione. Predicate il vangelo dei poveri e strisciate davanti ai potenti. Ovunque a Roma l’intrigo politico ha sostituito la vita dello Spirito-Luce. (stanco) – Dove occorrerebbero dei santi non si incontrano che diplomatici. (guardandola con tenerezza) – Che il potere della Saggezza ti fecondi e ti dia un volto, ecco che mi sorprende e mi meraviglia. (Digana gli tende la mano in un gesto di riconciliazione. Egli esita poi la prende, la tiene tra le sue due mani) – Non vi è Conoscenza che con la Giustizia. Non vi è Scienza che con l’Amore. Non vi è Saggezza che con lo Spirito-Luce.

Digana

Sei tu il Messia che ritorna?

Aboulafia

Ogni generazione ha il suo Messia. Fortunato il messia che può svelarsi. Grande è il dolore del Messia la cui generazione è indegna.

Digana

Parlami delle permutazioni delle lettere.

Aboulafia

(con voce svelta e mimando) – Dieci come il conto delle dieci dita. Cinque contro cinque. Dieci e non nove (toccandosi la fronte, prima a sinistra e poi a destra) – Comprendi con saggezza, istruisciti con intelligenza. Esamina e scruta partendo dalle lettere. Conosci la cosa nel suo scopo e rimetti il Formatore sul suo Trono.

Digana

(ridendo) – Annego.

Aboulafia

È l’inizio della saggezza. (di nuovo molto rapido con i gesti) – Trattieni la tua bocca dal parlare ed il tuo cuore dal pensare. E se la tua bocca insiste a parlare ed il tuo cuore si mette a pensare, ritorna a quel versetto del profeta Ezechiele dove dice (più lentamente) “Gli esseri divini vanno e vengono”.

Digana

Non conosco questo passaggio.

Aboulafia

Perché i cristiani hanno tradotto male i nostri profeti. Voi traducete la parola ebraica “Haïoth” nostri venerati visitatori, con la parola latina “animalus”. Chi è l’Animale? Noi, o Quelli “che vanno e vengono” per regolare il nostro pianeta e farci uscire dalla nostra condizione di scimmie chiacchierone? (una breve pausa) – Tutte le cose non hanno esistenza che per il loro grado di partecipazione al Cuore del Cielo. C’è un linguaggio che esprime tutte le dimensioni e voi l’avete sostituito con il latino.

Digana

Aboulafia, lasciami prendere degli appunti.

Aboulafia

(indifferente) – Le lettere sacre sono i segni della Realtà. Tu cerchi la strada e sai appena leggere i segni che indicano il cammino. Sei un cieco che vuole guidare altri ciechi.

Digana

(dolcemente) – Continui ad essere ingiusto. Ho lavorato per aprire una strada al potere della Saggezza. Ed ho trovato nei tuoi libri le tre vie che permettono di progredire. Ma per la tua orgogliosa insolenza, ti farò frustare. (alzandosi) – Poi continueremo questa conversazione.

Aboulafia

(alzandosi) – Al vostro servizio, Eminenza. (si guardano in silenzio, poi scoppiano a ridere) – La gloria del Nome Sublime poggia sugli esseri allegri.

Scena IX

Una luce debole. Aboulafia accende le candele. Digana entra agitata.

Aboulafia

Cosa succede?

Digana

Giovanni, Giovanni! Era il più fidato, il più puro dei miei fratelli. Mi ha denunciata al cardinale Padovani. Il mio peggiore nemico sa ormai che sono una donna.

Aboulafia

Stai tranquilla, tranquilla. Sì, lo so, è difficile. Calma, calma. (pausa) – Adesso dimmi.

Digana

Perché Giovanni ha fatto questo?

Aboulafia

(chiude gli occhi, si raccoglie) – Il fratello Giovanni ti ama.

Digana

Ma…

Aboulafia

Ti ama sopra ogni cosa.

Digana

Allora…

Aboulafia

Ti ho dato la spiegazione. Ti ha denunciata ad altri?

Digana

Non vedo. Non so. Padovani mi ha fatto recapitare questa lettera. (Aboulafia la prende e legge).

Aboulafia

“Una donna non può pretendere al trono di San Pietro. Cardinale Padovani”.

Digana

Cosa devo fare?

Aboulafia

Rivestirti delle armi di luce.

Digana

Per combattere quel mostro?

Aboulafia

Come vincere in altro modo un mostro?

Digana

Aboulafia!

Aboulafia

Eminenza?

Digana

Non permettere che il cardinale Padovani diventi Papa. Non te lo chiedo per me.

Aboulafia

Il Papa attuale seppellirà il cardinale Padovani.

Digana

Ne sei sicuro?

Aboulafia

Il Papa attuale vivrà a lungo.

Digana

Ah?

Aboulafia

Non hai premura?

Digana

(sconcertato) – No.

Aboulafia

Allora, ritorniamo alla Tradizione. Fa della Sua Volontà la tua volontà affinché faccia la tua volontà la Sua Volontà. (pausa) – Come un musicista compone della musica, impara a suonare con le sonorità delle lettere. Componi la tua melodia. Nessuno può comporla al tuo posto. E quando ti sentirai idonea a percepire nuove realtà, apri molto bene il tuo cuore ed ascolta. (breve pausa ed alzando il tono) – Allora poiché avrai attraversato il velo delle apparenze, ciò che tu vuoi tu lo potrai. (lei lo guarda, sorpresa) – Ho poche cose da insegnarti. Sul sentiero della Liberazione, non avevi bisogno che di una guida. Tu sei orgogliosa, dura e violenta. Tu sei umile, pura e serena. Una persona che possiede le tue qualità è degna della Tradizione intera. Un maestro non può che confermarti ciò che tu ricevi direttamente. (le consegna un grosso volume).

Digana

(con un sorriso stupito) – Dove l’avevi nascosto?

Aboulafia

L’ho scritto questa notte. Per te. Vi leggerai ciò che è già nel profondo del tuo cuore.

Digana

(sfogliandolo) – Riconosco la pergamena del collegio. (attonita) – Tutto questo lavoro in una notte?

Aboulafia

Per le illustrazioni, mi sono fatto aiutare. (breve pausa) – Imparerai qualcosa in più sui modi di respirare e sulle posizioni del corpo per favorire l’alzarsi in volo dell’anima. Imparerai qualcosa in più sui dieci numeri che, con le 22 lettere, hanno scolpito la Creazione. (disilluso) – Imparerai qualcosa in più sull’interpretazione simbolica delle Scritture. Sulla pratica che è superiore allo studio. Ma sempre cercherai e più tu cercherai, più amerai ciò che tu cerchi. Vi sono anche alcuni buoni racconti. Per allietarti. Respira queste parabole. Mi sono state raccontate da mio padre. Afferrerai per intuizione ciò che la ragione non può ricevere. (breve pausa) – Insegna ai tuoi fratelli che la Cabala esige di essere vissuta, che occorre sciogliere i suoi nodi e soprattutto non tagliarli. Non si tratta di annullarsi ma di ricongiungersi. Risali senza fretta gli scalini. Fin quando sarai toccata dall’Intelligenza pura. Allora i tuoi fratelli ti chiameranno Maestro perché tu sarai il loro servitore.

Digana

(tesa) – E rinuncerò al trono pontificio?

Aboulafia

(sibillino) – Lascia che il fiume ti porti.

Digana

Mio zio Nicola III mi diceva che la povertà è uno degli aspetti della Morte. Roma non rispetta che l’oro.

Aboulafia

D’ora in poi, sarai tu ad irradiare. Non la tua funzione. Vedrai… vedrai… È terribilmente efficace.

Digana

Mi avrebbero uccisa, non è vero?

Aboulafia

Non possono più nulla contro di te. (improvvisamente inquieto) – Permutando le lettere, ricordati che ciascuna è collegata ad una parte del tuo corpo.

Digana

E se commetto un errore?

Aboulafia

Ti ammalerai. Potresti anche perdere un membro. (rassicurandola) – La meditazione regolare eserciterà il tuo orecchio: tu sei il compositore ma anche lo strumento. (esitando) – Forse incontrerai l’essere che ti completerà. Due strumenti diversi possono produrre una nuova melodia. Se le vostre vibrazioni si armonizzano, riconoscerai che l’altro è la metà… riconoscerai che l’altro è la tua metà.

Digana

Chi è la mia metà, Abraham? Rimani con me. Non lasciarmi. Ti nominerò intendente di tutti i collegi francescani. Il mondo intero saprà che Abraham Aboulafia è l’uomo di fiducia del Cardinale Digana. Sii il mio maestro. Voglio appartenerti per sempre.

Aboulafia

Tu non puoi appartenermi che se ti appartengo. Il soffio-luce…

Digana

Il soffio-luce, è nel mio sangue che danza in questo momento.

Aboulafia

Lo stesso fiume scorre attraverso il mondo. E come te, danza, danza, danza. Come vuoi che ti chiami?

Digana

Amore.

Aboulafia

Lasciaci il tempo di costruirlo. Non temere le mie assenze. Quaggiù niente è permanente. E tu non puoi avanzare che nella solitudine. Ti innalzerai quanto prima ad altezze senza fine. E scenderai quanto prima a profondità senza fine. Scoprirai che tutte le lingue della Terra sono in relazione con l’Alfabeto. Potrai giocare con parole latine, francesi, sassoni, africane. Quando sarò lontano da te, riceverai i miei scritti. Rimani in rapporto, con questo Rabbi.

Digana

Ma non è sui miei elenchi.

Aboulafia

Sono certo che non lo denuncerai. Il suo unico compito è di ricopiare i miei trattati. Vai a vederlo, tre volte all’anno. Ti rimetterà ogni volta una nuova opera. E poco a poco tu riceverai le chiavi del Cantico dei Cantici.

Digana

E se il tuo Rabbi lasciasse Roma?

Aboulafia

Un altro lo sostituirebbe.

Digana

E se partissi con te? E ti sposassi?

Aboulafia

Saremmo dei paria. A Roma, abbiamo bisogno, abbiamo molto bisogno di te.

Digana

Per proteggere gli Ebrei di corte? Quelli che ti mandavano a morte? Li conosco bene: egoisti, vanitosi, intriganti. Come riconoscere in loro gli eredi dei Profeti?

Aboulafia

Proteggendoli, proteggi gli altri. Il nostro popolo è povero. E vive in una tale angoscia del domani.

Digana

In te la mia volontà non avrebbe fine. Come puoi partire senza di me? Tutta l’aria vibra del nostro accordo. Perché, siamo così fortunati?

Aboulafia

Non lo so.

Digana

Ecco infine una buona parola. Io sono te, non è così?

Aboulafia

Sono molto vicino all’unico stando vicino a te.

Digana

Sui miei pensieri e sulle mie azioni, sulle mie giornate e sul mio sonno, so che tu veglierai. Quando ti rivedrò?

Aboulafia

Più tardi, più tardi. Quando sarai te stessa.

Digana

Non farmi aspettare troppo. Prima di te, il mio migliore amico era il silenzio. Dopo di te, sarà ancora il silenzio. Non partirai senza abbracciarmi? Ritornerai e ripartirai nuovamente?

Aboulafia

Non prima che abbiamo Realizzato il Cantico dei Cantici.

Digana

“Il mio amato passerà la notte tra i miei seni. Mi ha parlato e mi ha detto: Vieni. L’inverno è passato. La pioggia è cessata e la stagione dei canti è arrivata”. (al pubblico) – Avete visto colui che amo? Nel mio letto per notti intere, l’ho cercato e non l’ho trovato.

Aboulafia

(continuando) – Sei bella amica mia. I tuoi occhi sono colombe. E sotto la tua lingua ho bevuto il latte ed il miele.

Digana

(recitando) – Mi sono spogliata della mia tunica e il mio amato ha messo la sua mano in me. Dove andavamo? Dove eravamo? Quando si è ritratto per riprendere il fiato, il nostro letto era verdeggiante.

Aboulafia

È insieme che ritroveremo il fiato.

Digana

Mi prendi per un’ignorante?

Aboulafia

Nessun uomo ti ha avvicinata e devi andare ai gesti dell’amore come un’officiante dell’Eterno.

Digana

Tu ci sarai. E tu mi guiderai affinché io possa guidarti.

Aboulafia

Arrivederci, Eminenza.

Digana

Quando ci ritroveremo?

Aboulafia

Presto.

Digana

Per molto tempo?

Aboulafia

Per un tempo in cui ogni minuto avrà valore d’eternità. (sono di fronte, le mani nelle mani. La luce si spegne gradualmente).

Digana

Non v’è più né giorno, né notte. Né forma né colore.

Aboulafia

Né suoni, né parole.

Fine