Si tramanda che Narciso fosse di straordinaria bellezza e grazia, ma celasse grande superbia e noia intollerabile. Pertanto, amando solo se stesso e disprezzando gli altri, menò vita solitaria nelle selve tra le cacce con pochi compagni, per i quali rappresentava tutto. Lo seguiva ovunque la ninfa Eco.
Narciso o l’amore di séSi tramanda che Narciso fosse di straordinaria bellezza e grazia, ma celasse grande superbia e noia intollerabile. Pertanto, amando solo se stesso e disprezzando gli altri, menò vita solitaria nelle selve tra le cacce con pochi compagni, per i quali rappresentava tutto. Lo seguiva ovunque la ninfa Eco. In questo ritmo di vita gli era fatale giungere ad una qualche limpida fonte, e sdraiarsi presso di essa durante la calura del mezzogiorno. Vedendo però riflessa la propria immagine nell’acqua, rapito ed attonito in contemplazione ed ammirazione di sé, in nessun modo poteva essere distratto da siffatta apparizione o sembianza; ma a forza di stare perpetuamente così si mutò nel fiore che porta il suo nome, che appare allo sbocciare della primavera ed è caro agli dèi degli inferi, a Plutone, a Proserpina e alle Eumenidi. La favola sembra rappresentare le qualità e le fortune di quelli che, o per la bellezza o per un’altra dote da cui sono stati senza nessun merito proprio, insigniti e onorati dalla natura, amano pazzamente se stessi e quasi si struggono. Con questo stato d’animo è spesso congiunto il fatto che costoro non siano molto versati per la vita pubblica e le attività politiche, essendo necessario in questo genere di vita andare incontro a molte noncuranze e offese che possono turbare gli animi e abbatterli. Pertanto conducono una vita solitaria, isolata, con una stretta cerchia di amici e per di più di quelli che sembrano maggiormente disposti ad ammirarli e ad esaltarli, a secondare le loro parole come fa l’eco e a porgere termini ossequiosi. Depravati e gonfiati da questa consuetudine e attoniti per l’ammirazione di se stessi, sono accecati da un’incredibile inerzia e pigrizia e privi di ogni alacre vigore.
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