La Via del Maestro interiore

Alchimia del FuocoPremessa al concetto di coscienza – Chi sono le guide, gli istruttori e i maestri minori? – Caratteristiche di un Istruttore

Il Maestro è una presenza interiore che, assecondando il graduale sviluppo dell’aspirante, si presenta sottoforma d’ispirazione, poi come idea intuitiva ed infine come dialogo interiore tra due punti della medesima coscienza. Solo negli stadi più prossimi all’Iniziazione reale si avvera il contatto extra-coscienzale tra il Discepolo e Maestro, e quasi esclusivamente per motivi di “servizio al bene comune”.

La Via del Maestro interiore

di Athos A. Altomonte

Sommario: Premessa al concetto di coscienzaChi sono le guide, gli istruttori e i maestri minori?Caratteristiche di un Istruttore

Premessa al concetto di coscienza

Il Maestro è una presenza interiore che, assecondando il graduale sviluppo dell’aspirante si presenta sotto forma d’ispirazione, poi come idea intuitiva ed infine come dialogo interiore tra due punti della medesima coscienza. Solo negli stadi più prossimi all’Iniziazione reale si avvera il contatto extra-coscienzale tra Discepolo e Maestro, e quasi esclusivamente per motivi di “servizio al bene comune”.

I testi religiosi usano spesso il dialogo interiore per sostenere la veridicità del proprio profeta. I dialoghi riportati dialoghi sono quelli con la coscienza divina, e da questi nascono i precetti religiosi di quella fede. Precetti, in genere, di spessore assai modesto, perchè, in realtà, quei dialoghi sono il prodotto di due diversi punti della coscienza del veggente. Tra i Libri più rappresentativi, in occidente ricordiamo il Timeo di Platone ( il cui vero nome era Aristocle) come una lettura di antica sapienza. In o riente ricordiamo la Bhagavad Gita per lo spessore delle metafore tra lo spirito guerriero di Arjuna e Srî Krisna .

Per semplificare, diciamo che il primo contatto importante che s’instaura nella coscienza ordinaria è quello tra la mente dell’aspirante e il senso della coscienza sottile: che con una definizione indovinata qualcuno ha chiamato la voce nel silenzio.

Sviluppando le potenzialità interiori, il contatto può spostarsi all’esterno arrivando a comunicare con altre aure di grado elevato. Ma questo può avvenire solo attuando una serie obbligata di collegamenti minori (i cosiddetti Ponti) che finiscono per formarne uno maggiore, tra la coscienza ordinaria e quella sottile. Per concretizzare questi “ponti di comunicazione” tra aspetti diversi della stessa coscienza è necessario sviluppare le capacità mentali, perchè la mente è l’unico medio, o tramite, tra coscienza fisica e coscienza sottile.

La coscienza sottile è il piano d’esistenza dell’anima, e l’anima si esprime attraverso un focus mentale che gli occidentali chiamano Ego superiore. Gli orientali chiamano buddhico, il piano dove comincia la coscienza sottile, da Buddha, che significa saggezza.

L’Ego superiore fa parte del supercosciente e si distingue dall’io fisico (ch’è limitato nel tempo) perchè è un aspetto indeteriorabile. Mentre la personalità fisica, legata al corpo fisico, deve dissolversi per rigenerarsi, la coscienza sottile, legata alla coscienza dell’anima, conserva le proprietà di quel nucleo.

Chi sono le guide, gli istruttori e i maestri minori?

Non sono Maestri nel vero senso della parola, anche se paragonati al comune buon senso appaiono uomini illuminati. È solo che un Maestro, nel senso più alto del termine, è oltre la soglia dell’illuminazione e gestisce interi comparti umani.

Quando il concetto di «Magistero iniziatico» passa dalla visione di meta esteriore, a quella di condizione interiore, l’adepto ha operato la sua decisione. Potremmo dire che superato il punto di “non ritorno” egli abbandona per sempre il modo di concepire profano, accentrato sui conflitti, sulle formule ideologiche e sulle apparenze. Intuisce che la fonte di saggezza che cerca è in lui, non all’esterno. Come recita un antico Commentario: “… solo procedendo in se stesso l’iniziato potrà vedere l’eterno cosmico…”. In effetti si tratta di un “contatto coscienziale” per cui la fonte di saggezza perenne e il principio chiamato maestro interiore sono aspetti coincidenti.

Molte antiche parole rituali sono state assorbite in sistemi moderni che ne hanno mutato i significati, occultandone i principi in titoli dal valore puramente simbolico. Mi riferisco al Maestro Segreto (già trattato da Esonet), Maestro Perfetto, Segretario Intimo, oppure, al Superiore incognito. Di questi termini si usa solo l’aspetto metaforico, che li riduce a titoli privi di significato iniziatico. Un maestro segreto o un superiore incognito, non sono personaggi coperti da cappucci, ma guide interiori, intese come livelli mentali. In altri termini, le guide interiori sono il senso della coscienza sottile (superconscio) ed i chakra che, assieme, influenzano (positivamente) la mente.

Per “viaggiare” all’interno di se stessi, bisogna conoscersi negli spazi della coscienza solitamente inaccessibili. O perchè troppo profondi, o perchè troppo sottili.

Anche se non abbondano le indicazioni su come trovare il maestro interiore, la cosa più saggia è quella di affidarsi ad un maestro esteriore, una guida, un esperto che abbia già compiuto quel cammino. Che possa fungere da specchio (speculum iniziatico), per consentire al neofita di riconoscersi, di vedersi per quello che è, e non per quello che egli crede di essere.

Ma la verità è cruda e pochi sanno sopportarla. E poi il mondo pullula di mistificatori e di cattivi maestri. Quindi l’impresa è ardua e serve moto intuito e molto buon senso per evitare gl’inganni.

Progredendo, l’aspirante deve prima riconoscersi come immagine fisica (tipologia caratteriale), poi come figura mentale (io sono ciò che penso). Imparando che solo trasformando le proprie strutture mentali, l’aspirante potrà mutare sé stesso. Una prima metamorfosi è indispensabile per comunicare con il maestro esteriore e capire gli insegnamenti che trasmette.

Il maestro esteriore ha la funzione di supplire al mancato collegamento tra la mente dell’aspirante ed il suo Ego sup. che, a sua volta, supplisce al collegamento mancante con l’anima ch’è il vero maestro.

A questo punto, però, bisogna fare bene attenzione a come si costituiscono i ponti di collegamento: che sarebbe più appropriato chiamare riflessi mentali e riflessi spirituali.

Il maestro esteriore supplisce alla mancanza del maestro interiore. Si preoccupa della crescita dell’aspirante fino a che raggiunga il livello di iniziato minore. Il collegamento con l’Ego (il primo maestro occulto) e poi con l’anima (il maestro interiore) renderà superfluo ogni sostegno esteriore.

L’anima è la sola a comunicare con un vero Maestro.

Il vero discepolo è l’anima.

L’aspirante, fino a quando non diventa un iniziato minore, è la sua ombra.

Dopo il contatto con l’Ego la mente dell’Iniziato si sviluppa in modo esponenziale perché diventa il riflesso dell’anima.

La mente non s’illumina perchè “sale” verso l’anima, ma perchè la coscienza dell’anima “discende” nella mente.

L’anima è il riflesso diretto dello spirito detto monade.

Il maestro interiore siamo sempre noi, ad una voluta superiore. Possiamo chiamare supercoscienza l’entità che guida verso la Ragion Pura senza mai poterla sostituire.

Caratteristiche di un Istruttore

Tornando al maestro esteriore (istruttore), assolve alle sue funzioni in maniera impersonale assecondando criteri e canoni inderogabili, poiché i suoi compiti fanno parte di una Regola di cui lui stesso è diventato l’alfiere. Come nel campo scientifico, anche in quello iniziatico non è difficile distinguere chi interpreta liberamene un principio da chi unicamente lo applica. Per chi cerca un maestro, piccolo o grande, il metodo che regola il contatto è sempre lo stesso:

«… non è l’allievo che sceglie l’istruttore (o il Maestro) ma è l’istruttore (o il Maestro) a scegliere il discepolo …». Viene un giorno in cui qualcuno ti mostra come “sistemare” cosa che stai facendo, magari con grande semplicità anche se con destrezza. Quello è il primo giorno d’istruzione. Che spesso avviene in maniera tanto lieve da non sembrare accaduto. Un semplice incontro, un tocco, una parola e … riconoscendo sarai riconosciuto.

L’istruttore si distingue per la semplicità con cui imposta concetti e idee, unendone forme verbali e significati fino a rivelare la combinazione nascosta che apre il “mistero” sotto gli occhi del neofito. Soprattutto sa fare ciò che insegna.

Non usa parole misteriche. Non è folkloristico né usa attrarre l’attenzione. Sembra severo perchè non concede nulla ai giochi fantastici di una mente bambina, che deve crescere lasciando i trastulli che la gratificano. Non serve per utilità o prestigio, ma per conseguire, nell’umanità, l’ideale di progresso iniziatico. Usa giudizi impersonali, quindi realistici. Non cede al piacere o al non piacere, perché, ciò che serve non è sviluppare opinioni, ma solo i canoni della scienza iniziatica. Sarebbe bello poter continuare a seguire l’onda di questo pensiero. Ma altri aspetti ci attendono per raggiungere quell’ultimo ed unico traguardo chiamato “Sintesi iniziatica”.

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