Falsa trasmutazione

Letture d'EsoterismoI “cattivi maestri” sono i “finti iniziati” chi bisogna imparare a riconoscere per evitarli.
La differenza tra un “pifferaio” ed un iniziato è la stessa che passa tra illusione, sogno e realtà. Ma i seguaci dei “pifferai” non sempre sono vittime. Sarà pur vero che alcuni non sappiano distinguere il vero dal falso; ma è altrettanto vero che per comodo, quella distinzione molti non vogliono vederla.

Falsa trasmutazione

di Athos A. Altomonte

«Nel mezzo della piazza era una rotonda pietra de diametro di dodici passi e alta sei; sopra d’essa vidi un’ aureata figura, la quale per quello che potei immaginare pensai che fosse opera di Apuleio o di quello nostro moderno autore, qual tratta del suo asino d’oro. Questa figura sedendo nel mezzo della pietra, stava con le spalle appoggiate ad un alto Cornucopia pieno di fiori e frutti, inutili, e sonando con certi ciuffoletti ; stava circondato da gioiose scimmiette , le quali a due a due facevano ridicolosi balli».

La satira è capace di tratteggiare con immediatezza anche concetti complessi, per questo, volendo parlare di “pifferai” e finti iniziati abbiamo scelto un’immagine tratta dal primo di tre volumi* del Trattato della Trasmutazione Metallica del bresciano Nazari G.Battista (1599).

Nel volume che tratta della falsa trasmutazione sofistica, a pag. 16 troviamo una xilografia che mette in ridicolo i proseliti delle false iniziazioni, che allegramente danzano alla musica dell’asino, che raffigura il cattivo maestro che ne comanda l’Ordine.

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* Della Trasmutazione Metallica, Sogni Tre.

Nel primo dei quali si tratta della falsa trasmutazione sofistica.

Nel secondo della utile trasmutazione detta reale usuale.

Nel terzo della divina trasmutazione detta reale Filosofica.
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I “cattivi maestri” sono i “finti iniziati” chi bisogna imparare a riconoscere per evitarli.

La differenza tra un “pifferaio” ed un iniziato è la stessa che passa tra illusione, sogno e realtà. Ma i seguaci dei “pifferai” non sempre sono vittime. Sarà pur vero che alcuni non sappiano distinguere il vero dal falso; ma è altrettanto vero che per comodo, quella distinzione molti non vogliono vederla.

E questo ci riporta alla “libera scelta”, che raramente si coniuga con l’intelligenza.

«Saper scegliere» è tanto importante da essere la “prova” che segue l’iniziando, dal periodo del probantato sino ai maggiori traguardi. Scegliere o meno con intelligenza è una “selezione naturale” che non coinvolge solo gli iniziandi, ma pure gli iniziati più avanzati, perché, più la “via si fa stretta” e più illusioni ed inganni si fanno più difficili da identificare.

Esiste una iniziazione e molte iniziazioni exoteriche, così come esiste una spiritualità e molte religioni. L’iniziazione procede dalla trasmutazione di sé stessi e porta ad un’estrema consapevolezza; mentre le false trasmutazioni diventano iniziazioni exoteriche che non aggiungono altro al semplice nozionismo se non intricati ricami dialettici.

Concezioni così diverse comportano una doppia fratellanza, una esoterica e l’altra exoterica.

È nella dimensione exoterica che i cattivi maestri possono occupare posti di primo piano, per affabulare chi non ha ancora la consapevolezza per smascherarli.

Distinguere le differenze tra le due Fratellanze non è difficile, anche basandosi su due soli aspetti. La Fratellanza iniziatica è discreta, non pratica il proselitismo, ma agisce per chiamata diretta, perché il suo metro di misura è la qualità. La Fratellanza exoterica ostenta una visibilità chiassosa e autocelebrativa; persegue fortemente il proselitismo, poiché, la sua misura di potere sta nella quantità.

La Fratellanza bianca non fa proselitismo e noi crediamo alle ragioni di quest’atteggiamento.

A cosa servirebbe sollecitare l’attenzione di scimmiette interessate a rincorrere ruoli e titoli dai nomi imponenti. Paramenti, copricapo e vestimenti decorati ornati da simboli enigmatici.

In attesa che crescano, accettarli è quindi compito dei promotori del proselitismo simbolico e dei maestri del virtuale. Crescendo, troveranno la forza di orientarsi verso un vero «riconoscimento».

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