Meditazione Martinista

Letture d'EsoterismoLe nostre povere anime hanno in sé le tre luci: quella dei sensi, quella dell’intelligenza, quella del cuore. Seguendo il loro cammino, attraverso la pesante materia, l’uno o l’altro domina sempre. La terza luce spesso brilla solamente per alcuni istanti. Siate felici se questi istanti sono frequenti!

Meditazione Martinista

traduzione a cura di Giuseppe Barbone

Le nostre povere anime hanno in sé le tre luci: quella dei sensi, quella dell’intelligenza, quella del cuore. Seguendo il loro cammino, attraverso la pesante materia, l’uno o l’altro domina sempre. La terza luce spesso brilla solamente per alcuni istanti. Siate felici se questi istanti sono frequenti!

Soprattutto in gioventù, quando la luce pura del cuore riscalda l’anima. In quell’epoca molto viva, la luce del cuore tende ad essere coperta da quella dei sensi che sembra più brillante e più attraente; l’altra luce, l’immaginazione, quella che gli uomini chiamano spirito, tende a sopprimere la terza, perché l’anima è ubriaca, come di un profumo troppo forte. C’è tuttavia una rivelazione: la tenerezza, il raggio puro brilla improvviso, ecco il cielo si è aperto! Ma ahimé, più il raggio brilla, più l’anima è delusa! Il raggio passa attraverso la carne, certamente purificandola, ma con quali dolori!

D’altra parte, l’intelligenza che aspira alla luce, l’ha cercata vicino a lei, tra gli uomini, fra i suoi fratelli; ma, appena si accorge che quello che ha preso per una fiaccola, era solamente un’onda di luce! Tristi e scoraggiate, cercano, cercano ancora le povere anime, si attaccano di nuovo ai corpi ferendoli e deludendoli, finché infine, si fermano sconvolte. Alcune, meno chiaroveggenti, restano nella carne o nella gioia amara del loro orgoglio, del loro egoismo, altre superano il cerchio fatale, perché hanno, attraverso gli errori e la menzogna, sempre guardato il cielo, perché attraverso la carne, hanno amato l’amore e, non trovandolo mai quaggiù senza legami, credono più che mai, aspirando sempre alla loro sorgente. Poi improvvisamente, le loro illusioni spariscono, la verità appare sotto i loro occhi: l’amore e l’intelligenza insieme alla Saggezza, la Trinità risplende felice sotto un unico sole. Tutto viene rivelato, tutto viene compreso, non ci sono più parole, ma solo adorazione.

Oramai, l’anima purificata, scaldata dal vero, dal solo amore, non conoscerà più la solitudine, in ogni amore terrestre vedrà l’ambita chiamata e penserà a pregare solo per richiamare il divino amore, in questa altra parte di sé stessa, perché ci sono miliardi di anime ma lui non ha che un’anima; ed è una gioia pensare che attraverso le passioni, le ingiurie, le maledizioni, gli odi, le sofferenze, tutte le grida si alzano con amore, per Lui solo. Lei si sente infine felice, consolata definitivamente, la povera Psichè , poiché l’amore non è un’illusione, poiché la scintilla che lo vivifica saprà ritrovare il Sole da cui è venuta. Sotto la scorza di cui sono coperte, sotto la carne di cui sono rivestite, le altre anime la guarderanno passare. Molti saranno coloro che si chineranno con più sollecitudine, non la riconosceranno, la crederanno nemica, dovrà bene nascondersi per non essere raggiunta dal loro smarrimento. In compenso altri si sentiranno attirati e verranno per sentire il calore divino. Quelli canteranno insieme l’inno della gioia, ma quanto poco numerosi saranno! Che importa, l’ignoto camminerà, umile e dolce, senza imporsi mai, soccorrendo in silenzio e senza aspettarsi niente dalla terra, poiché non può dargli niente, così esso distribuisce senza stancarsi mai il suo inesauribile tesoro. Il suo amico divino, sempre presente, sarà la sua forza, lo sosterrà sempre e lo guiderà fino al momento in cui sarà attirato così forte da abbandonare la sua prigione di carne!

Le tre luci illuminano anche l’alchimista. Egli è solamente un altro simbolo, possiede i preziosi fermenti che devono essere rinchiusi nella materia affinché siano purificati; inizialmente è il nero, la lotta con le proprie passioni, l’inferno del dubbio; poi, è il bianco, il presentimento della Bellezza; quindi è la pietra che dà l’eterna gioventù, l’eterna salute, l’eterna bellezza! Poi, è il metallo prezioso, infine! Non conosco l’alchimia, e non ho mai letto niente in proposito, ma sento che va intesa in questo senso.

Che cosa è mai, per noi, una realizzazione materiale qualsiasi? L’oro? Lui è noi, le pietre preziose che possiede sono tutto ciò che ammiriamo nell’universo, il nostro cuore è l’Athanor Magico ed Immortale.

F. S.

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