Dubbio, incertezza e autostima. Fasi diverse dell’aspetto interiore

Letture d'EsoterismoL’incertezza è compagna dell’insicurezza ed allora il dubbio del pavido non può essere messo in relazione con la prudenza del ricercatore. Da questa differenza possiamo trarre dei principi di massima. Uno, che il dubbio possa essere sinonimo di  prudenza e secondo che il dubbio possa anche essere sintomo d’incertezza e mancanza di autostima.

Dubbio, incertezza e autostima. Fasi diverse dell’aspetto interiore

di Athos A. Altomonte

«La presenza del dubbio distrugge l’armatura. Ogni pietra malferma indebolisce la torre». – Appello

«Soffocate il dubbio, che molte volte estingue i fuochi del cuore. Liberatevi dal verme se volete sfuggire al drago. Oggi specialmente il dubbio è distruttivo, perché la spada deve essere una sola: non si va in battaglia con due spade, né con due lance, o due frecce. La vittoria si consegue con un solo colpo e con la virtù del fervore omogeneo. È cosa difficile, ma il successo è attratto dal fuoco del cuore». – Cuore

Le severe parole sul dubbio, sono tratte da un insegnamento d’oriente, arcaico e tradizionale, che ha prodotto numerosi Commentari di Agni Yoga (un livello superiore a quello del Raja Yoga che è la filosofia della mente).

Tali Commentari hanno superato con successo la critica di molte generazioni prima di giungere a noi, e questo potrebbe essere una prova della loro consistenza filosofica e della buona natura iniziatica. Ma, l’occhio disabituato ad approfondire il senso delle parole, può finire per deflettere i significati di un lessico antico. Allora è meglio restare alla terminologia di un’epoca più moderna dove, nonostante il passare del tempo, si continua a “filosofare” sul principio del dubbio.

Cartesio, esempio già citato, riprende l’idea del dubbio sostenendo che in sua presenza, sia bene “esercitarsi” nella sospensione del giudizio. E l’idea di un’azione che possa sospendere la propria volontà, ponendo un veto allo stimolo di scelta (spinta insopprimibile in un carattere impulsivo), è un paradosso realizzabile solo con una forte capacità autocritica. E questa è una dote apprezzata dall’esteta.

Se la visione su una questione, una persona o un’idea è insufficiente o imperfetta è auspicabile agire “prendendo tempo”. Ma il fermarsi però non inganni, perché in questo caso solo apparente.

Come il “guerriero” studia l’opponente in cerca di una via di accesso alle sue difese, anche lo studioso studia gli aspetti di un problema per penetrare i segreti della sua struttura. Questo, sino a raggiungere una cognizione che gli consenta di esprimere un giudizio che non sia né un’opinione né un preconcetto.

Il dubbio, quindi, può essere un momento di salvaguardia e di sicurezza di sé, del proprio pensiero e delle proprie cognizioni.

Ogni memoria individuale ha il diritto d’esistere, ma deve sempre essere pronta a confrontarsi con la realtà, adattandosi a tutte le modifiche, gli aggiornamenti e gli ampliamenti ch’essa comporta con l’aggiunta di nuovi elementi. E se così non fosse, ci si renderebbe intellettualmente statici e spiritualmente già morti. Perché l’evoluzione è moto perpetuo, quindi, anche il mondo degli uomini è soggetto a continua metamorfosi ed opporvisi, anche se impossibile, significherebbe mettersi contro il proprio progresso che ad ogni costo si farà avanti.

Tutto si muove e tutto si modifica, così solo uno stolto vorrà restare aggrappato a certezze perenni e immodificabili. Ma è anche vero che prima di accettare il nuovo o il diverso, che non va mai respinto a priori, il saggio assume un atteggiamento cauto e riflessivo. Ma questo non è dubbio ma è solo prudenza.

D’innanzi al nuovo ed al diverso che si affaccia di continuo alla mente, il saggio è consapevole che ogni idea, suono, parola, immagine, impressione e sensazione, finiscono per modificare irreversibilmente la sua psiche e l’io. E per salvaguardare il proprio sé, non c’è bisogno di seguire sino in fondo ogni impulso di curiosità, ma è meglio adottare un comportamento attento e ponderato.

Prima di divenire nutrimento della mente, ogni idea, impressione o sensazione deve sottostare al vaglio della comparazione e del buon senso.

In mancanza di conoscenza diretta, la comparazione può dare un senso compiuto ad un’idea inesplorata, ma in mancanza di certezza il buon senso è un metro naturale di giudizio innato che, partendo dal cuore, può giungere a “percepire” la liceità di chi o di cosa voglia impressionarci.

Allora il dubbio è soprattutto una fase “interlocutoria” del confronto tra l’osservatore ed una nuova realtà.

Il dubbio, insomma, è uno spazio di verifica di una realtà che, in buona sostanza, potrebbe essere “diversa” da come appare. E ancora, il dubbio è uno stato di tempo sospeso, che dura lo stretto necessario per giungere al retto giudizio, che precede uno scegliere assennato e consapevole.

Viene detto che il “dubbio coerente” è frutto della saggezza ed anche che il “dubbio incoerente” è quello dell’incertezza, perciò, porre entrambi sullo stesso piano sarebbe assolutamente contraddittorio.

L’incertezza è compagna dell’insicurezza ed allora il dubbio del pavido non può essere messo in relazione con la prudenza del ricercatore. Da questa differenza possiamo trarre dei principi di massima. Uno, che il dubbio possa essere sinonimo di  prudenza e secondo che il dubbio possa anche essere sintomo d’incertezza e mancanza di autostima.

La disistima e l’indecisione sono il freno maggiore del progresso individuale; progresso, che mira a sommarsi nel “riconoscimento” generale dell’Idea, ma che non soggiace all’appiattimento del conformismo.

Anche la separatività, magari vissuta con orgoglio distruggente, è un altro segno di forte disistima. E la mancanza di autostima fomenta ogni genere d’incertezza sulla realtà che circonda chi ne soffre. Ma l’autostima non si conquista con la condiscendenza propria o altrui, ma superando le prove che, giorno dopo giorno ci fronteggiano.

Affrontare molte prove produce la cognizione di sé, dei propri limiti ma anche delle proprie forze e delle proprie potenzialità. Ogni prova ci mette in contatto con noi stessi, con quella parte che forse ancora non conosciamo, ed ogni vittoria riporta e produce autostima. Questa è la via per conquistare le proprie certezze, e la via delle cognizioni astratte (studio, lettura, ecc.) sono solo l’ombra della coscienza di sé. Per cui, il superamento di ogni genere di paura è un lungo processo di avvicinamento alla vittoria spirituale che, lungi dall’essere astratta, è una conquista ardua ma più che reale.

Per terminare questa piccola dissertazione, vorrei rammentare due dei principali triangoli psicologici che fanno da baricentro ad “estremi opposti”.

Disegnate su un foglio di carta un triangolo, ponete al suo apice la “comprensione spirituale” (il cui significato non possiamo qui discutere), nella base ed al centro della sua verticale ponete il “buon senso” (al cui significato abbiamo accennato), all’estremità  sinistra della base mettete il “dubbio” (al cui significato abbiamo accennato)  ed a quella destra il “dogmatismo” (il cui significato non possiamo qui discutere).

Al primo triangolo se ne aggiunge un secondo, che nella stessa sequenza, ha posto all’apice “l’energia spirituale”, in basso e al centro la “forza di una personalità equilibrata” che si frappone a “debolezza” (estrema sinistra) e “violenza” (estrema destra).

Questi 2 triangoli emotivi sono usati in psicologia  per dimostrare la risoluzione mediata ad un conflitto tra opposti: tra dubbio e dogmatismo nel primo, e tra debolezza e violenza nel secondo triangolo.

La sintesi che risolverebbe il conflitto tra dubbio e dogmatismo sarebbe la comprensione d’origine spirituale, mentre il secondo conflitto sarebbe superato dall’intervento di energia di natura spirituale.

In mancanza di sintesi (o in attesa che l’allievo la raggiunga) si ricorre ad un compromesso per attenuarne la difficoltà ed il conflitto.

Il compromesso sarà, come si vede alla base del primo triangolo, il buon senso, mentre il secondo è la forza di una personalità equilibrata.

A questo punto, però, la discussione si fa troppo pratica, troppo lunga e articolata per essere immessa nei limiti di un breve scritto. Spero, allora, che ciò basti a dimostrare quanto possa esserci d’interessante oltre il significato letterale di ogni parola. E portare alla luce (svelandolo) il significato interiore d’ogni forma ed espressione usati per rappresentare (senza esserla) una realtà, è la via del più puro esoterismo.

torna su