Il Viaggio attraverso la Grande Opera /2.5

MassoneriaDall’Ars Muratoria all’Ars Pontificia, tratto risolutore alle questioni poste dalla Cosmogonia Mistica

Abbiamo tratteggiato sinora i contenuti che accomunano ogni Cosmogonia Mistica; tratti di linguaggi e di emozioni, che ogni uomo attraversa nella sua infanzia psicologica in risposta al meraviglioso e nella sua ricerca al fuggevole senso della vita.

Il Viaggio attraverso la Grande Opera /2.5

di Athos A. Altomonte

Dall’Ars Muratoria all’Ars Pontificia, tratto risolutore alle questioni poste dalla Cosmogonia Mistica

Abbiamo tratteggiato sinora i contenuti che accomunano ogni Cosmogonia Mistica; tratti di linguaggi e di emozioni, che ogni uomo attraversa nella sua infanzia psicologica in risposta al meraviglioso e nella sua ricerca al fuggevole senso della vita.

Il primo impatto con il lato occulto della vita, nella sua interpretazione meno esoterica, è velato drammaticamente dal dolore dei ricordi d’una umanità spirituale ma dalla mente bambina, che “abbandonata” nella materia priva d’ogni attributo “meraviglioso” dell’Archetipo spirituale, da cui ricorda confusamente di discendere e che le fungeva da guida o da riferimento sicuro.
Questo “dramma”, così ben idealizzato nella “cacciata dell’uomo dal paradiso terrestre” che, ormai completamente fisico perché completamente rivestito “dalle pelli animali “ della propria Forma ha da sempre lasciato in quell’animo dimentico la profonda angoscia di chi, lasciato un luogo sicuro e protetto, brancola nella tenebra non sapendosi più dirigere “senza più una fonte di Luce esterna”.
In realtà per l’uomo faticosamente evolutosi solo con la propria Luce interiore sino alle Soglie dell’Iniziazione questo dramma, pur restando tale nelle proporzioni, è rasserenato dalla comprensione della necessità di quell’atto di “apparente abbandono”. Necessità duplice che l’Iniziato lentamente riconosce ed impara ad accettare, come sublime dono di sé, per rafforzare la tensione in quell’Opera ch’è definita: Evoluzione dell’Umanità ed Evoluzione del Pianeta, di cui egli è parte integrante in tutte le sue controparti, dalla più concreta alla spirituale. Certamente perché ogni energia che forma le Vesti dell’Uomo sono porzioni della Veste più grande del Pianeta che viviamo e che facciamo vivere in una funzione che viene definita nei Catechismi esoterici come la: Comunione Universale tra tutte le Cose viventi.
Quel dramma a cui si faceva riferimento, è il dramma dell’individualizzazione dell’uomo che, dal Regno Animale e sotto l’egida di una intelligenza comune e complessiva che lo dirigeva “dall’esterno”, andava a costituire, da solo e senza più influenze visibili, il Regno Umano, il nuovo e penultimo dei 5 Regni di Natura, che il Grande Architetto ha disposto che facciano parte del suo dominio al termine dell’Opera.
Questa volta, nella costituzione di questo “nuovo” Regno di Natura era necessario per l’uomo essere “cacciato ed allontanato” dalla protezione d’Una Intelligenza Superiore ma predeterminata ed assoluta, per passare all’apprendimento “non senza il dolore dell’errore di colui che ha perduto la chiara-visione dello spirito” d’una determinazione individualizzata che si chiamerà, Libero Arbitrio.
Ciò avviene una volta che, sviluppatosi nella coscienza dell’uomo una risposta alla presenza dell’Ego, inizialmente solo intuitiva, essa sarà sufficiente a richiamare nell’inferiore della materia mentale, l’energia superiore della Triade definita: la Luce dell’Anima, da cui ci si era sentiti sino ad allora, allontanati e rifiutati. Ma anche questo era solo apparenza.

A soccorso dell’Iniziato, libero nella mente ma ancora “infisso” alla croce della propria manifestazione nella materia, non giungono solo i “giusti motivi” del travaglio per l’Evoluzione dell’Umanità ma, come noto, anche l’opera di “sacralizzazione” del Pianeta ch’egli vive e fa vivere attraverso il raffinare, con l’uso costante, le energie planetarie ch’egli utilizza creando continuamente con esse le proprie Vesti energetiche; dall’eterico all’astrale, dal mentale all’animico. Non solo, attraverso l’alimentazione e la respirazione l’uomo trasforma gli elementi più densi della materia, ch’egli discrimina dalle scorie, in energie ed in pensiero, in emozioni ed atti sempre più fini, a seconda delle qualità personali e delle caratteristiche del Pensiero ch’egli ha raggiunto procedendonel suo percorso evolutivo, sino a poterne costituire, con esso, forme stabili e perfette perché «…il Figlio creerà nei dominii a Lui sottoposti per Volontà del Padre Suo ed in Suo nome amministrerà con giustizia».

Antichi Commentari affermano che, con quelle energie (del Pensiero) continuamente rigenerate attraverso un uso, lentamente, sempre più qualificato l’uomo prima, l’Iniziato poi, qualificano sempre più, elevandone il potere di vibrazione, lo Spazio che li contiene. Sviluppare queste poche indicazioni, significherebbe per l’Iniziato Maggiore, fare il proprio ingresso attraverso la Porta stretta come la cruna d’un ago nel “lato occulto” della Grande Opera in Bianco degli Alti Gradi, che proprio su questi termini “fonda le Grandi Alleanze col 5° Regno di Natura”, il Mondo spirituale.

Questo spiega il postulato presente in ogni Scuola e Filosofia esoterica d’Oriente e d’Occidente: pensa con rettitudine e farai del bene; non cadere in pensieri bassi (volgari) o negativi; pensa sempre positivo e vedrai in ogni cosa e in ogni evento la ragione del Bene; ma se non puoi, smetti di pensare a ciò che stai pensando.

L’Uomo, giunto alla comprensione che “i dolori ed i drammi della vita” non scaturiscono da una sorta d’ignota ed oscura punizione ma, al contrario, sono parte integrante delle “12 fatiche dell’Iniziazione” e dello sforzo ch’egli affronta come compartecipe, alla Grande Opera di rigenerazione della materia sino a che non sia resa sacra, per Volontà del Grande Architetto dell’Universo; quell’Iniziato dicevo, non solo accetta di grazia i doveri che l’attendono, ma fa tesoro d’ogni insegnamento di quella Tradizione costituitasi dallo sforzo e dall’esperienza di quanti lo hanno preceduto, in quella Via di Comprensione e di Conoscenza.
Questa Via, collega tutti gli uomini all’universalità della propria esistenza ed è indispensabile, per alleviare la tensione e lo sforzo di quanti la percorrono, accelerando così le tappe di quel Viaggio Iniziatico che chiameremo: «dal Chaos alla Luce».

Nel percorso che viene indicato come “il Sentiero o Viaggio Iniziatico”, la Saggezza della Tradizione, quale summa delle esperienze di quanti quel tratto evolutivo hanno già compiuto, ha composto “un tracciato ragionato” nella selezione graduata dei suoi simboli e dei loro significati, permettendo d’attraversare in maniera rapida ed economica quel tratto “d’incoscienza spirituale” che viene appunto chiamato dalle tenebre di Chaos alla Luce, sino alla conquista di quella dignità iniziatica che rappresenta, per l’uomo, l’aver raggiunto l’intima consapevolezza della propria coscienza animica.
Di qui l’assunto che la dignità dell’Iniziazione non risiede nel “linguaggio del metodo” o “della dottrina” che l’uomo sceglie, perché a lui più vicine e comprensibili, ma nella nobiltà di quello spirito umano, che riesce a trasfondersi nella propria forma inferiore per l’aver amalgamato in sé, l’intimità con quei simboli e con quei significati.

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