Significato esoterico delle Tre Aule d’Apprendimento

Alchimia del FuocoAggiungere nozioni alle idee di un Maestro è un compito assai delicato, perché avverto bene la “responsabilità karmica” di affermare qualcosa in nome dell’Insegnamento vivente. Per “approfondire” i temi connessi all’Iniziazione (reale) è necessario, però, “aggiungere” sempre nuovi dettagli, fatti di idee e non d’opinioni.

Significato esoterico delle Tre Aule d’Apprendimento

di Athos A. Altomonte

Aggiungere nozioni alle idee di un Maestro è un compito assai delicato, perché avverto bene la “responsabilità karmica” di affermare qualcosa in nome dell’Insegnamento vivente. Per “approfondire” i temi connessi all’Iniziazione (reale) è necessario, però, “aggiungere” sempre nuovi dettagli, fatti di idee e non d’opinioni.

Nel lavoro sul linguaggio dei raggi (vedi La scienza dei Raggi) viene affrontato, ancora una volta, il tema del chaos della comprensione che, come fosse un guado, ogni buon Aspirante deve imparare ad attraversare.

La torre di Babele dei linguaggi persiste con la controinformazione iniziatica, che è lo strumento più subdolo e sottile della controiniziazione nera. Ma per gli adepti della Gran Loggia Nera, la confusione può persistere ancora oggi solo perché siamo ancora immersi nell’orgoglio individuale.

Grigi“, è una definizione data da Maestri come D.K. e K.H.*, per definire gli “inaffidabili”. Che sono una maggioranza assoluta, composta da coloro che non sono più del tutto neri, ma non sono ancora nemmeno bianchi. Ed è tra i grigi, che non sono né bianchi né neri, che i Discepoli della Gran Loggia Bianca “scendono” per dar battaglia alle forze predominanti della Gran Loggia Nera. I due schieramenti si affrontano per motivi antitetici: i Discepoli bianchi “compaiono” per trasmettere un Insegnamento con cui il grigio, se vuole, può “liberarsi” dalla schiavitù dell’illusione fisica. Gli Adepti neri, invece, mantengono il loro predominio terreno rafforzando la cecità di coscienza nel “popolo della materia”: gli “schiavi del mondo” che i Maestri chiamano con affetto i “Prigionieri del Pianeta”.

Un primo passo verso la libertà interiore può venire dal far capire a quanti più grigi possibile, che prima di “essere” bisogna “diventare”. E come questo richieda una profonda trasformazione interiore, che non può essere raggiunta a chiacchiere.

Questo è il senso del motto: parlare non fa cuocere il riso.

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* Nota: bisognerebbe ricordare che questi nomi, assieme a quelli di tutti gli altri Maestri sono “nomi antichi”, che non corrispondono alla Loro “attuale realtà”, cioè, non corrispondono alla Loro attuale o prossima incarnazione.
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Il simbolismo sull’argomento è chiaro. I tre Maestri di Compassione (compassionevoli per il nostro essere “prigionieri” di una mente cieca, perché “povera di spirito”) che operano sui Tre raggi di Sintesi (1°, 2°, e 3° raggio), hanno elaborato molte immagini minori per far comprendere ai “bambini che siamo” la necessità di progredire sulla via della conoscenza che, sola, conduce all’autorealizzazione di Sé (anima).

Il Maestro D.K. (ricordo che questo non è il Suo nome attuale), per comunicare questa idea ai “suoi bambini”, ha elaborato l’immagine di un mondo suddiviso in “Aule di Apprendimento“, dove ogni aula corrisponde ad una Iniziazione.

La prima, che conduce alla Prima Iniziazione, l’ha definita l’Aula dell’Ignoranza (sviluppo della mente astrale), ed è questa la più lunga e difficile da attraversare (con un numero assai elevato d’incarnazioni).

La seconda, che porta alla Seconda Iniziazione, l’ha chiamata l’Aula dell’Apprendimento (sviluppo della mente concreta).

L’ultima, per raggiungere la Terza Iniziazione (la fusione con l’Anima), l’ha definita l’Aula di Saggezza (sviluppo della mente egoica ovvero l’accesso della mente individuale al piano buddhico).

Mi sembra che queste definizioni, non possano che essere interpretate come un invito all’apprendimento profondo, evitando di perdersi nel “mondo delle parole”, che, senza Iniziazione, non sono altro che forme d’illusione (illusione della conoscenza).

Il M.M. (altro nome non-attuale) trasmette la stessa idea ai “suoi bambini”, ma elaborando un’altra immagine, quella di un Tempio contornato da un Giardino (v. i Giardini di M.). Il Tempio è il simbolo centrale e rappresenta l’Iniziazione maggiore. Entrare nel Tempio spirituale, è l’allegoria dell’ingresso alla Gerarchia Bianca (il piano spirituale è una dimensione di coscienza, ch’è dentro di noi e non fuori, né “sopra” e né “sotto”).

Il Giardino nel suo complesso è composto di più cerchi (più Giardini) ed ogni cerchio rappresenta una “tappa d’avvicinamento” al Tempio, simbolo centrale dell’Iniziazione.

I Giardini rappresentano il “fiorire delle idee” che il Discepolo deve imparare a coltivare (imparando a pensare, che non è un compito facile come potrebbe sembrare dall’esterno), per essere “ammesso” (Discepolo Accettato) nella Gerarchia Bianca (Iniziazione spirituale).

L’ingresso del Giardino è protetto da un Cancello che segna il trapasso dall’ignoranza della cecità spirituale (Aula dell’Ignoranza), alla volontà d’imparare per comprendere (Aula d’Apprendimento).

Ogni Aula è la rappresentazione simbolica d’altrettanti “stati di coscienza”, che vanno elaborati e modificati per “trasportarli” ad una voluta maggiore (spirale iniziatica).

Un metodo, collaudato, per affrontare nel modo più veloce ed efficace possibile le prove dell’Aula d’Apprendimento, è quello di confidare s’un aspetto del tutto speciale, che un tempo ho definito la “furba modestia”.

Questo è stato il mio modo d’interpretare la volontà di apprendere e di procedere, “rubando con occhi ed orecchie” tutto ciò che i più bravi “potevano e volevano mostrami”.

La “furba modestia”, per me significa “farsi spugna”, cioè una coscienza sempre pronta a “gonfiarsi”, per assorbire più di quello che potrebbe far credere la sua “forma esteriore” (la coscienza fisica).

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