Presentazione del ”Primo Rotolo” /1

MassoneriaIl “Rotolo” è lo sviluppo di un ragionamento mediato per indicare ai fratelli, un inizio ed una fine, attraverso tutta una serie di passi, rappresentati da una successione di tavole.

Presentazione del “Primo Rotolo”

di Adriano Nardi

dedicato al lavoro d’istruzione di Athos A. Altomonte

Andremo ad illustrare perché è stato fatto questo lavoro e quale scopo si prefigge colui che lo ha creato.

La prima cosa da sottolineare è che come per il pavimento del tempio anche per questo “Rotolo” l’allegoria del labirinto è appropriata. Ciò sottintende che ha un’entrata ed un’uscita. Solo che l’entrata, “verso il basso” e l’uscita, “verso l’alto”, è la stessa. Questa è la prima cosa fondamentale. Si entra nel “biscione” (appellativo confidenziale usato per questo lavoro) e se ne esce dalla stessa materia.

Nel Tempio tradizionalmente regna un’idea tra le altre, la conoscenza, base della ricerca simbolica della chiave della “Parola perduta”. Si entra quindi alla ricerca della Parola perduta, il Suono. Il resto è una concezione sintetica di tutti i sentieri, se per sentiero noi concepiamo un linguaggio iniziatico o un linguaggio esoterico.
Il suono quindi costituisce la porta d’ingresso di questo viaggio simbolico, inteso appunto come ricerca della Parola perduta ed anche l’uscita, quando risuona nel Tempio, il Tempio dell’Iniziato.

La tradizione dei Rosa+Croce ricordava che l’iniziato deve apprendere “cento e uno lingue”, con riferimento non certo agli idiomi del mondo ma lingue concettuali, ovvero i linguaggi.
Quello che si chiede al ricercatore con questo lavoro è di imparare a riconoscere i diversi “linguaggi”. Per arrivare a comprendere che ogni linguaggio è semplicemente una forma e come strumento va trattato. Se noi riconosciamo tutti i linguaggi senza identificarci con alcuno, troviamo la strada verso la sintesi, che oltre ad essere intellettuale è soprattutto cardiaca.

Il concetto sintetico è l’effetto della “comprensione per contatto”. Questo primo Rotolo, che è un ragionamento per immagini tra i “linguaggi”, se unito alla comprensione delle Leggi Cosmiche (Libro dei Sette Sigilli, che sarà il secondo Rotolo) e alla Scienza dell’Armonica, costituiscono nel loro insieme un concetto sintetico, che più si avvicina all’idea di Padre, inteso come Volontà spirituale.
Il “Rotolo” è lo sviluppo di un ragionamento mediato per indicare ai fratelli, un inizio ed una fine, attraverso tutta una serie di passi, rappresentati da una successione di tavole.

Cominciamo allora questa rapida presentazione dal primo quadro, per esporne alcuni concetti fondamentali.

Apre la presentazione quella che l’autore di quest’opera chiama una dichiarazione di guerra: all’ignoranza, alla paura, alla forma. Mediamente si è consapevoli che tutto ciò che è forma è relativo, quindi illusorio. Un profano che vuole dare l’assalto al sapere iniziatico deve mettersi nella posizione mentale del guerriero.

Il testo è tratto da un antico commentario ebraico. È d’uso nella tradizione esoterica utilizzare acronimi per indicare termini che debbono essere protetti “fuori dal Tempio”.

KS (King Salomon) inizia rivolgendosi al Saggissimo; qui si tratta di un Elohim (gli Elohim o “Figli di Dio” degli ebrei, gli Spiriti Planetari di tutte le nazioni, divenuti Dèi per gli uomini).

Chiedendo «Che ora è?» indica qual è la condizione dalla quale si parte in questa ricerca di conoscenza. Come sempre per ogni scritto esoterico, ogni parola potrebbe essere analizzata perché portatrice di un significato o di un concetto più vasto. Lo faremo in modo più approfondito successivamente, per ora ci si limita a presentare i punti salienti.

«…è la prima ora del giorno
in cui il Tempio fu scisso,
e la tenebra e la costernazione
si diffusero sulla Terra.»

Non entrando nel merito delle singole indicazioni, va evidenziato che qui c’è un riferimento a quell’evento della storia dell’umanità conosciuto come la “Caduta degli Angeli”, che non fu una caduta (nel senso morale che fu trasmesso dalla teologia) ma un sacrificio, finalizzato alla sacralizzazione della materia.

«La Luce fu oscurata»: qui si fa riferimento non alla luce del sole, ma alla luce del Sapere.

«Gli attrezzi massonici furono spezzati»: non gli arnesi presenti nel Tempio, ma ciò ch’essi rappresentano, come ad esempio la Spada, che rappresenta la volontà, dove per volontà animica s’intende la volontà che illumina la mente. Perciò è al significato che gli attrezzi velano che qui si fa riferimento.

«E la Stella fiammeggiante disparve»: la Stella fiammeggiante rappresenta lo spirito dell’uomo, quella che comunemente viene riconosciuta come l’anima. Nel Tempio massonico, il “medio” tra l’iniziato (simbolicamente rappresentato dal M.V.) e il G.A.D.U. è il Pentalfa fiammeggiante; questa è un’informazione reale.

«E la Pietra cubica fu spezzata»: la Pietra Cubica era quella pietra sulla quale il gran Sacerdote aveva posto su ogni faccia due lettere del nome dell’Ineffabile (il Grande Architetto, Dio, tutti termini usati per non pronunciarne il nome) distribuite senza una sequenza ordinata per evitare di risalire al nome del Padre. Il figliol prodigo (la personalità) non poteva così più chiamare direttamente il Padre, per un motivo di crescita evolutiva e non per colpa, come ci hanno erroneamente abituato ad interpretare quella mirabile parabola.

«E la Parola è andata perduta»: il suono. All’inizio fu il verbo e il verbo fu la creazione.

Se vogliamo ottenere dei risultati a livello massonico degni del prezioso lascito simbolico, dobbiamo ricostituire gli attrezzi massonici, ossia quelle virtù, quali intelletto, innocuità, percezione e tutte le altre che conosciamo; tenderci verso la Stella fiammeggiante, la propria anima e ritrovare la parola del Padre in noi, nel cuore. Quel suono fondamentale è il vero nome occulto di ogni uomo, conosciuto ad un certo grado iniziatico, che lega il Quaternario dell’uomo alla propria Triade ed è una nota vibrante, come insegna la tradizione tibetana.

Segue poi un Diagramma della Discesa nella Materia, che rende visibile la causa della perdita della Parola e della risalita nel “ritorno alla casa del Padre”. Tutto avviene su sette piani, altra informazione fondamentale. Sorvoliamo per ora sull’analisi di simboli e termini rappresentati.

Il quadro successivo raffigura un sistema, coerente alla tradizione del Tempio, anche se va ricordato che non è l’unico possibile. Questo, quando percorso, conduce l’uomo al superamento dello iato che c’è tra lo stato di ignoranza e la saggezza iniziatica.

Questo è un sistema calibrato secondo un concetto templare: «Conosci te stesso», attraverso Chi Sono, Da Dove Vengo, Dove Vado e Perché. Il problema risiede nel fatto che seppur “Io sono qualcosa”, cosa sono non lo so: questo è il profano che parla.

Sul piano mentale l’affermazione dell’Ego superiore è “Io Sono”. Sino a qui troviamo le scuole iniziatiche. In realtà l’unione con il Tutto avviene quando questa affermazione diventa “Noi Siamo”, condizione necessaria per l’Iniziazione di gruppo, che sarà il prossimo traguardo per l’umanità nella nuova era entrante di Aquario. Ed è in quell’unità che troviamo la strada verso il Padre.

Il quadro successivo rappresenta il Grembiule massonico e le 7 Arti Liberali. Viene rappresentato nei tre gradi ed è esplicito il riferimento alla Pietra Cubica simbolo sempre presente nel Tempio, costituita dalla Triade (la piramide) sul Quaternario (il cubo).

Si passa quindi all’Evoluzione del linguaggio iniziatico, attraverso l’apprendimento e l’utilizzo delle 7 Arti Liberali; il 7 torna sempre perché fondamentale nella manifestazione.

A seguire vengono rappresentati i livelli della Massoneria riconoscibili negli stadi corrispondenti all’Ars Pontificia, l’Ars Regia, l’Ars Muratoria ed il Mondo Profano, con i relativi sigilli.

Colui che dal Mondo Profano viene introdotto, una volta superata la porta del Tempio, soglia allegorica di un riconoscimento cardiaco, avrà come prima attività d’apprendimento il lavoro sul “pavimento”, la Catechizzazione della Morale, l’educazione al discernimento, del bianco dal nero, rappresentato dal pavimento a scacchi. Sappiamo che in natura nulla è tutto bianco o tutto nero, in questo senso il simbolo dello Yin e Yang ben raffigura tale dualità.

Questa educazione introduce ad un Orientamento del Sapere che di fatto costituisce lo stadio dell’Ars Muratoria. Tale riconoscimento corrisponde alla Massoneria Operativa, che consente il riconoscimento degli strumenti a disposizione degli “operai” e il loro utilizzo per la realizzazione dell’Opera. La polarizzazione nello stadio successivo, l’Ars Regia avviene quando il fratello apprende l’arte dell’uso dello “speculum”, l’utilizzo della mente, da cui il termine Massoneria Speculativa, grazie al quale riconosce quegli strumenti nella propria “borsa degli attrezzi”; lavorando al raffinamento della “propria pietra“, contribuisce all’edificazione del Tempio comune, Applicando quella Conoscenza, attraverso l’uso dei rituali, delle tecniche invocative-evocative, delle parole e delle Leggi. L’esperienza lo condurrà successivamente alla capacità di costruire ponti, l’Ars Pontificia, ponti con idee, uomini, parti di sé (ponte arcobaleno o antahkarana), riconoscendo che lo Spazio è un’entità viva che tutto collega; riconoscerà allora la vera Comunione degli Iniziati del pianeta: la Massoneria Universale, che trascende i credo, i dogmi, i linguaggi, le forme, quel piano coscienziale dove il riconoscimento è da “cuore a cuore“.

Segue poi una evocativa rappresentazione pittorica di come nell’antica tradizione greca veniva usato il Tempio di Delfi.* Va qui rilevata l’importanza data alla qualità energetica all’interno di un Tempio “operativo”, sia per la presenza di uomini e donne, che per le polarità energetiche dei singoli officianti e la loro disposizione, affinché il lavoro sul piano sottile possa avere luogo.

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* L’Oracolo di Delfi – Secondo la tradizione degli antichi Greci, l’Oracolo della Saggezza, o Il Dio invisibile, parlò all’uomo inizialmente in una grotta naturale.
C’è una leggenda o una tradizione secondo cui alcuni filosofi in pellegrinaggio si accamparono in un’alcova di roccia di una delle loro adorabili vallate greche, e mentre erano in silenziosa meditazione, ecco una voce di grande saggezza parlò loro dalle acque increspate, mormorando lungo il promontorio nella conca naturale. Grazie ai consigli dell’Oracolo, negli anni successivi, furono costruiti templi e la famosa Voce Delfica lì venne e dimorò, divenendo per secoli la Luce della Profezia per il mondo civilizzato.
La sacra formazione di un circolo delfico così a lungo noto in Grecia, da cui quella nazione fu più o meno influenzata e governata per più di mille anni, avvenne sotto la voce e la direzione dell’Oracolo di Delfi. Il profilo di questo glifo era l’insegna sacra e identificativa del tempio che portava quel nome, ed era inciso nei pavimenti delle sue sale e dei corridoi sacri.

Questa forma di mezzaluna era rivolta ad Est, con i due punti estremi della mezzaluna esattamente a Nord e Sud. La posizione dello Ierofante o Sommo Sacerdote era al n. 1. La medium femminile o Sacerdotessa di Delfi si trovava al n. 2. Fanciulle o bambini venivano posti ai nn. 3 e 4.
Nella posizione dell’arco nord n. 5 era posizionato il medium maschile negativo (nel senso di percettivo), solitamente di carnagione chiara. I numeri 6, 7, 8, 9 erano occupati da maschi, con temperamento magnetico crescente dall’estremo (polarità negativa) al n. 5 fino alla combinazione passiva (+ -) di vibrazione magnetica ed elettrica (nel senso di irradiante, dinamico) del Sommo Sacerdote o Ierofante al n. 1.
Le posizioni 10, 11, 12, 13, erano occupate crescendo gradualmente da figure maschili irradianti, elettricamente positive fino al n. 14, posizione molto importante occupata dalla più forte mente silente e polarizzata positivamente che fosse presente.
Il n. 15 è un braciere di fuoco e incenso ed il n. 16 un grande vaso di acqua pura. N. 17, il Santo dei Santi, che contiene l’Arca dell’Alleanza, o sacro scrigno degli Oracoli, fatto di un particolare tipo di cedro duro, nelle dimensioni che seguono: circa 4 piedi 4 pollici di lunghezza, 2 piedi 8 pollici di larghezza e 2 piedi 8 pollici di altezza; placcato con oro dentro e fuori. Il coperchio dell’Arca Ebraica era d’oro massiccio, sul quale, alle estremità una di fronte all’altra, c’erano le figure di due cherubini. Questo bellissimo manufatto a copertura fu chiamato il propiziatorio. Il ricercatore attento non mancherà nel constatare quanto l’Arca dell’Alleanza ebraica fosse particolarmente somigliante allo Scrigno di Ra e alla barca Solare o Celeste della tradizione dell’antico Egitto.
Conteneva la raccolta delle forze spirituali del Padre Assoluto, invocate dai Sommi Sacerdoti che in particolari occasioni legate al ciclo delle stagioni formavano un’unione con l’Akasha (essenza sottile, soprasensibile, spirituale che pervade lo spazio) e dava loro comunicazioni e consigli per il governo del popolo. (J.C. Street)

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