Qualcuno teme il futuro e perde forza; altri pensano al Mondo sottile solo con immagini fasulle; altri poi sono come morti e non pensano che agli affari. Pochi capiscono che l’esistenza, durasse anche un secolo, è solo un istante nell’Infinito.
Il futuro è da contemplarsi secondo tre livelli. Primo, quello esprimibile in parole; secondo, con immagini che vanno oltre le espressioni verbali, quasi sorrette da onde e maree profonde. Per ultimo, con pensieri tanto profondi da non potersi dire in parole né immagini, che solo l’energia psichica e il plesso solare ricordano! Bisogna dunque contemplare il futuro in questi tre modi. È come gettare l’ancora, che assicura la nave. Il pensatore esperto è allora ormeggiato e si avvicina alla meta. Il saggio sa quando esprimersi al meglio. Solo il folle sogna i gingilli fuggevoli della vita. Chi ha già imparato alquanto non si lascia più incantare dalle apparenze, e pensa ai compiti grandiosi che lo aspettano. Si deve pensare al futuro come si prepara un gran viaggio, senza per questo trascurare gli obblighi terreni. Questa è commensura, questo è equilibrio. Della prima abbiamo detto molte volte. È una qualità indispensabile in tutti gli itinerari della vita. Lo ripetiamo, perché quel concetto è deformato, e si pensa di applicarlo solo in occasioni speciali. Si deve ripetere che tutte le circostanze della vita hanno le loro cause. Pensare alle azioni come piccole o grandi, è frutto d’illusione. La loro portata non appare a prima vista, ma il saggio ne ricorda le pietre miliari e le commensura alla vita futura. Sa che il bene è inesauribile e il male temporaneo. Avete giustamente notato che non sempre Ci opponiamo a certe malvagità Il motivo è duplice: talvolta per “Tactica adversa”, e perché il male è temporaneo. I suoi accoliti non possono alimentarsene per sempre: che spettacolo ripugnante, quando cominciano a divorarsi l’un l’altro con le loro azioni terrene! Il Pensatore esortava i discepoli a vivere per il Bene: “Il Bene è inesauribile, il male è limitato”. da Sovramundano III |