Morte: la grande avventura – Parte XIV

Letture d'Esoterismo OrientaleLa resurrezione è la nota dominante della natura; la morte non lo è. La morte è solo l’anticamera della resurrezione.

Morte: la grande avventura – Parte XIV

a cura di Adriano Nardi

Dagli scritti di Alice A. Bailey e del Maestro D. K.

La resurrezione è la nota dominante della natura; la morte non lo è. La morte è solo l’anticamera della resurrezione.

La resurrezione è la chiave del mondo del significato, ed è il tema fondamentale di tutte le religioni mondiali passate, presenti e future. La resurrezione dello spirito nell’uomo, in tutte le forme, in tutti i regni, è l’obiettivo di tutto il processo evolutivo, e questo implica liberazione dal materialismo e dall’egoismo. Nella resurrezione, l’evoluzione e la morte sono solo normali stadi preparatori.

La nota e il messaggio emessi dal Cristo quando venne sulla terra fu la resurrezione; ma il genere umano è stato così morboso e così immerso nell’annebbiamento emotivo e nell’illusione da permettere che la Sua morte sfuggisse alla comprensione; di conseguenza, per secoli si è messo l’accento sulla morte e solo a Pasqua o nei cimiteri si acclama la resurrezione. Questo deve cambiare. Il perpetuare questa condizione non contribuisce alla comprensione progressiva delle verità eterne. Oggi la Gerarchia si dedica a determinare questo cambiamento, modificando così l’accostamento del genere umano al mondo dell’invisibile e alle realtà spirituali.

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L’intero concetto della resurrezione è la rivelazione nuova e più importante che sta giungendo all’umanità e che porrà le basi della nuova religione mondiale.

Nel vicino passato, la nota fondamentale della religione cristiana è stata la morte, simboleggiata per noi nella morte del Cristo e molto deformata per noi da San Paolo nello sforzo di fondere la nuova religione dataci dal Cristo con la vecchia religione ebraica basata sul sangue. Nel prossimo ciclo, questo distorto insegnamento sulla morte prenderà il suo giusto posto e sarà conosciuto come l’impulso disciplinante di abbandonare e di por fine per mezzo della morte alla presa della materia sull’anima; il grande scopo di ogni insegnamento religioso sarà la resurrezione dello spirito nell’uomo e infine in tutte le forme di vita, dal più basso punto evolutivo fino alla più elevata esperienza monadica. In futuro si darà importanza alla «vitalità della natura Cristica» – la cui dimostrazione sarà il Cristo Risorto – e all’uso della volontà che invoca questa «dimostrazione vivente».

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Il prodigio della Risurrezione di Cristo, per quel che riguarda la Sua personalità, consiste nel fatto che, dopo essere passato attraverso la morte ed essere risorto, Egli rimase essenzialmente la stessa persona, solamente dotata di poteri accresciuti. Non può essere lo stesso anche per noi? Non è possibile che la morte rimuova la limitazione intesa nel senso fisico, lasciandoci con una sensibilità accresciuta ed un più chiaro senso dei valori?

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La paura della morte è una delle grandi anomalie o deformazioni della verità divina, di cui sono responsabili i Signori del Male Cosmico. Quando, nei primi tempi dell’Atlantide, essi emersero dal luogo dov’erano stati confinati ed obbligarono la Grande Loggia Bianca a ritirarsi temporaneamente sui livelli soggettivi, il loro primo grande atto di deformazione fu di impiantare la paura negli esseri umani, cominciando dalla paura della morte. Da quel momento in poi gli uomini hanno posto l’accento sulla morte e non sulla vita e sono stati dominati dalla paura per tutta la loro vita.

Una delle azioni iniziali del Cristo che riappare e della Gerarchia sarà di cancellare questa paura particolare e di confermare nella mente della gente l’idea che l’incarnazione e il prendere una forma è il vero luogo delle tenebre per lo spirito divino che è l’uomo; per lo spirito è una temporanea morte ed un imprigionamento. L’evoluzione, verrà insegnato agli uomini, è in sé un processo iniziatico che conduce da un’esperienza di vita ad un’altra, culminando nella quinta Iniziazione della Rivelazione e nella settima Iniziazione della Resurrezione.

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Vi sono state molte morti nel ciclo eonico di vita dell’iniziato.

1.

La morte, familiare e costantemente periodica, del corpo fisico, un’incarnazione dopo l’altra.

2.

La morte dei veicoli astrale e mentale, quando l’anima che non muore li abbandona, vita dopo vita – solo per crearne di nuovi finché non ne sia raggiunto il dominio.

3.

Poi – come risultato del processo d’incarnazione e dei suoi effetti evolutivi – viene la morte del desiderio e la sua sostituzione con una crescente aspirazione spirituale.

4.

Quindi con il giusto uso della mente, viene la «morte» della personalità o piuttosto il suo ripudio e la rinuncia a tutto ciò che è materiale.

5.

Ciò è seguito dalla morte o distruzione del corpo causale o dell’anima, alla grande Iniziazione della Rinuncia. Questo processo di morte e resurrezione prosegue incessantemente in tutti i regni della natura; ogni morte prepara la via a maggior bellezza e vitalità, e ogni morte (se l’analizzate con cura) prelude alla resurrezione finale e allo stato di realizzazione finale.

Non mi dilungherò qui su questo processo di morte costante seguito costantemente dalla resurrezione, ma esso è la nota fondamentale e la tecnica dell’evoluzione e gli uomini temono la morte solo perché amano indebitamente ciò che è materiale e odiano perdere il contatto con l’aspetto forma della natura. È saggio ricordare che l’immortalità è un aspetto dell’essere spirituale vivente e non un fine in sé, come gli uomini cercano di renderla. Per i Conoscitori della Vita, una frase come «Io sono un’anima immortale» non è nemmeno vera. Dire «Io sono la Vita stessa e quindi sono immortale» si avvicina di più alla verità, ma perfino questa frase (dal punto di vista dell’iniziato) è solo una parte di una verità maggiore.

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Anche qui mi soffermo a sottolineare che i concetti di morte, sostituzione, espiazione e sacrificio, nella nuova era saranno sostituiti da quelli di resurrezione o vitalità di unità spirituale, trasferimento e servizio, cosicché una nuova nota suonerà nella vita, recando speranza, gioia, potere e libertà.

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La vita che era racchiusa entro la forma ascende ora trionfalmente in seno al «Padre celeste», proprio come al momento della morte la vita contenuta nel corpo fisico cerca la propria sorgente, l’Ego. Anche questo avviene in quattro stadi:

1.

Con il ritiro dal corpo fisico.

2.

Con il ritiro dal corpo eterico.

3.

Più tardi lasciando il corpo astrale.

4.

Infine abbandonando il corpo mentale.

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In senso occulto, qualsiasi processo di elevazione o «innalzamento» comporta automaticamente la morte. Si tratta di morte degli atomi degli organi interessati, che provoca stadi preliminari di salute cagionevole, malattia e distruzione, perché la morte non è che distruzione e rimozione di energia. Quando la scienza del trasferimento di energia da un centro inferiore a uno superiore sarà compresa, l’intero problema della morte ne sarà rischiarato e nascerà la vera Scienza della Morte, che libererà l’uomo dalla paura.

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«Cristo è risorto» è il loro grido, e poiché Egli è risorto, il Regno di Dio può estendersi sulla terra e il Suo messaggio d’amore può essere largamente diffuso. Ogni discussione è superata ed ora essi sanno che Egli ha vinto la morte e che negli anni futuri essi pure vedranno la vittoria sulla morte. Dai loro scritti e dal loro entusiasmo risulta evidente che essi attendevano la venuta immediata del regno e che miravano a vedere universalmente riconosciuto il fatto dell’immortalità. Quasi duemila anni di Cristianesimo provano che essi erano in errore. Ancora non siamo cittadini di un regno divino definitivamente manifestato sulla terra, il timore della morte è sempre forte e la realtà dell’immortalità è ancora soltanto una sorgente di congetture per milioni di persone. Ma il loro errore consiste nella valutazione del tempo e nella mancata comprensione della lentezza dei processi della natura. L’evoluzione procede lentamente, ed ora soltanto ci troviamo al limite della dimostrazione del regno di Dio in terra. Siamo al termine di un’era, e per questo sappiamo che la stretta della morte sull’essere umano e il timore ispirato dall’angelo della morte tra poco scompariranno. Svaniranno perché noi considereremo la morte soltanto come un altro passo compiuto sul cammino che porta alla luce e alla vita. E comprenderemo che, come la vita di Cristo si esprime entro e attraverso gli esseri umani, costoro dimostreranno a se stessi e nel mondo la realtà dell’immortalità.

La chiave della vittoria sulla morte e dei processi che permettono la comprensione del significato e della natura dell’eternità e della continuità della vita può essere rivelata con sicurezza solamente quando nella coscienza umana prevale l’amore e ove il bene generale, e non il bene egoistico dell’individuo, diventa lo scopo supremo. Soltanto attraverso l’amore (e il servizio quale espressione dell’amore) può essere compreso il vero messaggio di Cristo, e gli uomini possono avanzare verso la gioiosa risurrezione.

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Eresse la Sua Croce come una frontiera, un simbolo ed un esempio del metodo, fra il mondo dei valori materiali ed il mondo dei valori spirituali, e ci esortò alla morte della natura inferiore affinché lo Spirito di Dio possa esercitare tutto il Suo potere su di noi.

Insegnò che la morte deve avere termine, e che il destino dell’umanità consiste nella risurrezione dei morti. L’immortalità deve prendere il posto della mortalità. Per amor nostro, dunque, Egli sorse dal regno dei morti dando prova che le catene della morte non possono trattenere nessun essere umano capace di vivere come figlio di Dio.

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«Che l’energia del Sé divino mi ispiri e la luce dell’Anima mi diriga; che io sia guidato dalle tenebre alla luce, dall’irreale al reale, dalla morte all’immortalità ».

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