Sei risposte di Teosofia

Domande e RisposteL’Iniziazione maggiore è, per così dire, un senso d’illuminazione interiore, o d’intelligenza impersonale, in cui si comincia ad avvertire la capacità di capire il senso nascosto delle cose che, prima, non ci esprimevano che il loro significato esteriore?

Sei risposte di Teosofia

di Athos A. Altomonte

D: Quando parli di “Iniziazione maggiore” ti riferisci a “quella che caratterizza il contatto con l’Ego superiore”, ma ce ne sono diversi altrettanto dominanti?

R: Quella che dal basso viene vista e considerata come l’Iniziazione maggiore, in realtà, è solo la prima e nemmeno l’ultima vera iniziazione della coscienza fisica.

Le fasi precedenti, dette prima e seconda iniziazione minore, andrebbero considerate solo due fasi intermedie tra una prima assoluta incoscienza spirituale (cecità interiore) ed ignoranza di Sé, come entità immateriale composta di puro pensiero ed il primo, grande, “risveglio interiore”.

Ed è importante sapere che solo dopo questo primo, grande, risveglio ha inizio il vero cammino iniziatico. In altre parole, dopo aver superata una prima fase preparatoria, l’Iniziato interiormente risvegliato prosegue “coscientemente” in una progressione di perfezione che per gradi, o iniziazioni, fa sì che realizzi una sempre più profonda “Liberazione” dalla “terra” della propria fisicità. Non si può sottintendere la realtà che ogni fase, grado o iniziazione che dir si voglia, si svolga tra la mente e la coscienza dell’individuo. Man mano che si avanza (si cresce dentro) in queste fasi, tappe o stazioni coscienziali ci si aggrega in nuclei di “presenza” detti Io, dal senso di: io sono (senso egocentrico e separativo del sentirsi sé stessi) o Ego, dal senso di: noi siamo, (coscienza impersonale ed inclusiva).

Il Ponte reale o Antahkarana, è l’allegoria della linea coscienziale (v. il simbolo del Filo a Piombo) che avanza a partire dall’io personale e attraversa vari stadi di coscienza (i modelli di: io sono questo o io sono quello). Questa “avanzata” interiore è posta nella metafora della scalata della Montagna sacra. Una “ascesa” verso il proprio “cielo interiore” (simbolizzato dalla cupola) sino a “toccare” l’Ego (l’anima impersonale).

La scienza iniziatica cita 7 raggi o qualità d’energia, la psicologia riconosce 7 tipi umani. Tutto, dunque, porta a considerare l’energia del pensiero quale centro, o crocevia di ogni senso dell’esistenza consapevole. D’altronde, la coscienza superiore (la cosiddetta “voce nel silenzio”) non potrebbe essere “udita”, né “compresa”, senza la costruzione di un adeguato “recettore mentale”. Allora, lo snodo principale di tutta la questione torna ad essere sempre la mente (Manas). Un “fenomeno energetico” che deve essere “specializzato” per supplire a funzioni superiori che non quelle limitate alle sensazioni fisiche che guidano le necessità e i desideri del corpo fisico.

Per non disperdersi nell’argomento rimanderemo la discussione su cosa sia necessario fare per avanzare alla ricerca di Sé come anima e ci limiteremo, allora, a ricordare solo le fasi mentali di questo riconoscimento.

Rispettando il “linguaggio” attuale, diremo che l’azione si svolge in un campo d’irraggiamento della coscienza (l’Aura) che contiene tanto il nucleo psichico dell’io personale che la volontà dell’Ego superiore. Questo campo comprende la parte fisica della “coscienza ordinaria” e quella metafisica della “coscienza spirituale”.

La personalità dell’io fisico (ego-ista), è sostanzialmente duale, composta d’energia sessuale della Libido e dell’impulso di vita primordiale dell’Eros (la Kundalini o Fuoco Serpentino che si caratterizza in sesso e pos-sesso). Queste due energie sono normalmente disgiunte da Psichè (l’Ego sup.) e libere di muoversi in maniera caotica ed impulsiva al di fuori dal controllo senziente del Sé superiore. Controllo senziente che va reimpostato attraverso quella “perpendicolare interiore” illuminante detta simbolicamente Ponte Antahkarana.

D: L’Iniziazione maggiore è, per così dire, un senso d’illuminazione interiore, o d’intelligenza impersonale, in cui si comincia ad avvertire la capacità di capire il senso nascosto delle cose che, prima, non ci esprimevano che il loro significato esteriore?

R: L’argomento è complesso, però sì, sommariamente il risultato è quello che dici. Ma più importante del risultato è il “come arrivarci”. E torniamo, allora, al Contatto col Sé che, solo, consente la conoscenza per contatto che abbiamo già citato come:

“…I Misteri non vengono rivelati attraverso la divulgazione o informazioni, ma per azione di certi processi attuati nella mente del discepolo. Questi lo mettono in grado di conoscere ciò che è nascosto…”

Assagioli (fondatore della Psicosintesi), descrive così questo contatto tra due simili anche se disuguali: “…forma di ricettività così chiamata perché presenta molte analogie con il senso fisico del tatto o col sentire attraverso il contatto.”

Significa un rapporto, un collegamento, o allineamento con il Sé, che ci permette di essere ricettivi al suo influsso, alle qualità spirituali di cui al momento abbiamo bisogno, e che il Sé cerca di comunicarci trasmettendoci l’impulso della sua intelligenza (la Ragion Pura).

Va detto che ogni Sé individuale discende da un unico Sé universale. Un’Idea Archetipa, essenziale ed onnicomprensiva.

Il Sé individuale, continua Assagioli, è l’Io superiore, eterno, che risiede nei più alti livelli dello spirito. Scintilla divina, sprizzata dalla grande fiamma centrale.

Individuale e universale allo stesso tempo, è immobile, stabile, immutabile, quindi diverso dal supercosciente i cui contenuti sono, invece, attivi, mutabili e dinamici.

Il Sé è una realtà di cui si può avere una consapevolezza diretta e sicura. L’io cosciente (la personalità fisica) è una sua emanazione, una proiezione che può divenire in vario modo consapevole della sua presenza. Anche se nella maggioranza dei casi è impossibile averne un’esperienza completa, è bene conoscerne le caratteristiche ed accettare l’esperienza della sua guida (il Sé è, dunque, il maestro interiore N.d.A.).

Il Sé universale è la realtà assoluta, che racchiude ed esprime la trascendente volontà universale, e tutti i Sé transpersonali possono essere considerarti “dei punti” all’interno di esso (campo della coscienza cosmica N.d.A.). Soltanto attraverso una serie di espansioni di coscienza e raggiungendo stati di percezione sempre più alti, l’essere può farne un esperienza graduale.

Di questa possibilità ci hanno dato testimonianza gli uomini e le donne più illuminati. I grandi mistici di tutti i tempi e di tutti i paesi.

D: Che differenza c’è tra anima ed Ego superiore?

R: Ogni aspetto dell’essere, tanto quello mentale che l’animico e lo spirituale sono composti da un ternario d’identica natura. Ma per procedere con chiarezza, sarà meglio ripetere i termini convenzionali della questione.

È ricordato come la natura dell’essere sia triplice. Una natura che nella sua complessità, comprende una triade (o ternario) spirituale, una triade (o ternario) animica ed una triade fisica. Dove ognuna è, nella dimensione più densa, il riflesso della triade superiore. Perciò, la triade spirituale o monade è il riflesso della Monade divina (Dio), la triade animica è il riflesso di quella spirituale e la triade fisica è riflesso o per meglio dire l’ombra dell’anima sul piano materiale.

Ogni triade è composta da un ternario di aspetti che sono: la Volontà, l’Amore-Saggezza e l’Attività Intelligente (lo spirito santo dei cristiani).

Dopo queste premesse arrivo subito alla risposta. L’Ego superiore rappresenta la parte inferiore della triade animica, ovvero, l’Ego o Sé transpersonale corrisponde a quella parte in cui si esprime l’attività intelligente dell’anima. L’Ego è quella parte di coscienza dinamica che trasmette fino ai livelli fisici, che sono i piani “più esterni della coscienza”, l’impulso intelligente dell’anima.

D: Monade, spirito e Sé Superiore sono tre sinonimi che indicano tutti la Scintilla Divina presente in ogni individuo?

R: Monade e spirito sono sinonimi.

La monade è la scintilla divina che pervade ed anima l’essere vivente.

La monade è il Dio interiore di ogni essere cosciente.

Molti mistici “non-introdotti ai Misteri”, con la forza della propria devozione sono stati capaci di percepire, intravedendolo, il bagliore del proprio spirito. Ma hanno scambiato la luce-amore della propria monade con Dio. Ma avrebbero dovuto sapere che “Dio” è un non-principio. Cosiddetto “senza veste”, innominabile perché inconcepibile. Immanifesto ed immanifestabile perché, altrimenti, da infinito Dio diverrebbe un aspetto “finito”.

Quello che alcuni mistici hanno percepito non era Dio ma qualcosa che gli somigliava molto. Perché anche se una monade non è Dio, ogni monade è: un Figlio di Dio in terra.

In Genesi è scritto: i Figli di Dio videro le Figlie dell’uomo, gli piacquero e vi si unirono, così nacquero i Giganti. Questo passo andrebbe interpretato come: le monadi spirituali s’immersero (con sacrificio di Sé) nelle forme fisiche umane per dare loro una mente, ovvero, dare alle forme fisiche una coscienza che potesse renderle “esseri consapevoli” utili al progetto di “Sacralizzazione della Materia”. La cosiddetta “Grande Opera” cui è chiamato a partecipare ogni Iniziato appena risvegliato, così da diventare in coscienza un “operaio divino” .

Ma questa è una interpretazione che pochi amano trasmettere.

Per il resto direi che sia sufficiente quanto è stato esposto nella risposta precedente.

D: Cosa si intende per “fenomeno psichico” o “evento psichico”?

R: La domanda è troppo concisa ma, se intendo bene, per fenomeno psichico si può considerare la mente e la sua continua evoluzione.

Seguendo questa falsariga, vediamo come attraverso un fenomeno di modificazione continua l’istinto diventa ragione e questa può evolversi nella logica. Poi la mente, espandendo le proprie capacità, potrebbe raggiungere un livello d’intelligenza considerato astratto a cui è possibile aggiungere la comprensione empatica (vedi empatia) e intuitiva.

Ognuno di questi aspetti sviluppa un proprio “canone di pensiero”. È questo l’evento psichico: un tipo di pensiero particolare e irripetibile in altre dimensioni mentali. Ad esempio, una mente logica analizza, approfondisce non si limita a ragionare, perché il ragionamento produce eventi limitati dalla mente concreta chiamata: “la mente che mente”, anche a sé stessa.

D: Dopo la morte la persona mantiene una sua individualità e intelligenza senziente?
In un libro, quando si parla di spiritismo viene affermato che non è così. Quindi lo spiritismo stesso non ha alcun senso. Come stanno le cose?

R: Prima di cominciare è necessario separare nettamente la teurgia spirituale, dote degli Hierophanti e l’evocazione cerimoniale di cui è capace l’Iniziato, dai pallidi tentativi di magia popolare ed i fenomeni di basso psichismo.

Dopo questa premessa possiamo tentare di dare una spiegazione al fenomeno dello spiritismo che non andrà mai confuso con la vera spiritualità!

Nella domanda, anche se non in maniera evidente, è implicito il concetto d’immortalità.

Infatti, se dopo il “grande mutamento” resta una qualsiasi forma di capacità intellettiva o uno stato di coscienza vigile, si sta considerando l’immortalità dell’io personale. È  possibile?

Se la personalità è stata capace di collegarsi (il Ponte) con l’Ego, la coscienza fisica mantiene l’identificazione con sé stessa anche dopo il “grande mutamento”. Se invece nella morte fisica la personalità resta “abbracciata” al nucleo dell’io fisico-animale, quella parte di coscienza investita nella materializzazione può considerarsi perduta, ovvero, più esattamente, dispersa.

Che poi resti “per qualche tempo” nel proprio guscio astrale, ciò non cambia il fatto che la sua dispersione definitiva è solo rimandata.

Va chiarito, dunque, che la vera identità intelligente dell’essere è l’Ego, non l’io fisico-animale. Il vero Discepolo è l’Ego non la personalità fisica, che diventa “partecipe” della propria immaterialità solo con l’unione (Ponte Antahkarana) con l’Ego, mai da sé stessa. In altre parole, è giusto affermare che è l’unione con l’Ego o Sé, a consentire che la personalità s’inizi ai “misteri dell’anima”.

Che una personalità materiale condizionata da una vibrazione più bassa e lenta, possa “arrivare da sola” a toccare piani energetici più evoluti (di alta vibrazione energetica) significa negare la realtà e la necessità del continuo moto evolutivo, i cui processi guidano e correggono anche l’esistenza individuale (v. Karma). E credere questo è solo un’altra “grande illusione” del mondo profano.

Per quanto riguarda la medianità ed i fenomeni spiritici molto è stato detto. Un’ampia letteratura gli è stata dedicata anche su Esonet. Perciò non è il caso di approfondire quello che anche i meno scettici considerano solo un “fenomeno astrale” di basso psichismo.

In tal senso, però, possiamo ricordare un postulato fondamentale: quello del «Similes cum similibus

La regola dice come il simile maggiore determini una attrazione irresistibile sul simile minore. Seguendo questo principio, sarà lecito domandarsi che genere di simile potrà mai attrarre l’uomo comune che “evoca” un elemento etereo.

Un simile accomunato da una fisicità plastica che tipo di spiritualità potrà mai avere?

Ma la questione non si pone nemmeno.

In realtà i frequentatori di “sedute spiritiche” sono plagiati o persone che per curiosità e passatempo vengono munte da “parassiti astrali” (vampirismo energetico). E possiamo vederne il senso dalla moderna orgonica e radioestesia.

Questo genere di parassitismo energetico è più diffuso di quanto s’immagini. Si comunica, si trasmette e resiste anche per generazioni. Un fenomeno silente perciò enormemente sottovalutato. Molto del “male” che affligge le nazioni nasce da questa grave dimenticanza. Ne sono un esempio anche gli estremismi e le dottrine sanguinarie che coinvolgono intere generazioni portandole alla completa dissolutezza mentale, oltre che alla completa inabilità spirituale.

E non si fa riferimento ai giochini sessuali da “messe nere” , ma a movimenti settari sanguinari di dimensioni mondiali.

Ne Le lettere dei Mahatma il Maestro K.H. ha così definito l’attendibilità delle comunicazioni spiritiche:

«È un buon inizio quello di far comprendere meglio le possibilità insite nella vita interiore dell’uomo esponendole come problema scientifico. Ad esempio, poiché akrshu (attrazione) e prshu (repulsione) sono una legge di Natura, non vi possono essere né rapporti, né contatti fra le anime pure e quelle impure – fra anime incarnate e anime disincarnate; perciò, le cosiddette comunicazioni spiritiche sono, prima facie, false. »

Questo non deve eclissare, però, la validità della “rivelazione interiore” che, mossa dall’anima ed attraverso il Sé, “illumina” la propria ombra fisica (l’io fisico), fino a riflettervi il proprio pensiero.

Ecco il “mistero” dell’incarnazione dell’anima.

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