Francken Manuscript /XXIV grado – (seconda parte)

Quattuor Coronati(segue Cavaliere Kadosh o Cavaliere Dell’Aquila Bianca e Nera – XXIV grado)

Francken Manuscript /XXIV grado

a cura di Franco Cenni

(segue Cavaliere Kadosh o Cavaliere Dell’Aquila Bianca e Nera – XXIV grado)

Leggenda del Grado

Dopo la morte di Papa Benedetto XII nel 1304, i Cardinali si riunirono pereleggere il suo successore e si divisero in due fazioni, i francesi da una parte e gli italiani dall’altra.

Filippo il Bello, re di Francia, aveva formulato vari progetti che non potevano essere portati a termine senza il sostegno del Papa che si stava per eleggere. Il suo partito, nel conclave, fomentò dunque delle divisioni in modo da favorire i disegni di Filippo, che pensava di poter trarre vantaggio dalle circostanze. Convocò Bertrand Got, allora arcivescovo di Bordeaux, e figlio di Bertrand, signore di Villardan, nella stessa diocesi, tenne consiglio con lui in una piacevole località vicino a Saint-Jean d’Angély. Il re informò l’arcivescovo delle sue intenzioni, delle divisioni del conclave che lo mettevano in condizione di far eleggere un Papa di sua scelta ed infine, che lui, Filippo, aveva deciso di dare la sua preferenza al suo interlocutore, ammesso che egli accettasse di giurare di portare a termine sette condizioni delle quali la settima ed ultima rimaneva segreta, anche per il nuovo Papa, finché non fosse giunto il momento della sua messa in opera. Poi il re espose all’arcivescovo i primi sei articoli del patto, che non ci riguardano qui, ma non il settimo del quale però si giurarono reciprocamente l’esatto compimento. Il re, avendo così trovato l’uomo che gli conveniva per divenire agente della sua vendetta, lo fece eleggere Papa e lo fece ascendere al soglio di San Pietro, nell’anno 1305, con il nome di Clemente VI. Dopo l’elezione il Papa stabilì la sede a Lione e sua prima cura fu di portare a termine le prime sei condizioni che Filippo gli aveva imposto. Arrivò il momento di rivelare il settimo punto e Filippo non tardò a dichiarare al Papa che, secondo il suo giuramento, egli si era impegnato ad aiutarlo a distuggere completamente ed a sterminare i Cavalieri del Tempio in tutta la Cristianità. Ecco quale fu l’origine dell’astio di Filippo il Bello verso i Templari e perché prese contro di loro questa barbara risoluzione:

Poco prima della morte di Benedetto XI, vi fu una sedizione a Parigi. All’origine era il fatto che Filippo il Bello aveva fatto rompere dei pezzi di cattiva qualità, troppo leggeri e di metallo non nobile. La plebaglia si ammutinò, saccheggiò e demolì la casa di Stephen Barber, mastro della Zecca. Poi i dimostranti invasero gli appartamenti reali e vi commisero ogni sorta di indegnità, come succede sovente in occasione di una insurrezione.

I Templari, ai quali l’invidia aveva procurato molti nemici potenti, vennero sospettati di essere stati all’origine di questi oltraggi e della rivolta. Tale fu la causa, benché totalmente infondata ed assolutamente irragionevole, che determinò il re a decidere la loro rovina. Allora considerò come trarre vantaggio dalla morte di Benedetto XI, ponendo sul Trono di San Pietro un Papa al quale potesse facilmente imporre le sue condizioni.

Ai congiurati non mancava più nulla, salvo il pretesto. Ma quando si dispone della forza e dell’autorità, tutto diventa facile. Il pretesto fu trovato quando i servitori del re persuasero due uomini depravati a sollecitare la loro ammissione tra i Cavalieri del Tempio. Questi due uomini erano Gerard Labé e Benoit Mehui. Essi, dopo essere stati ammessi ai misteri del Tempio, dovevano accusare l’Ordine intero dei più grandi crimini ed é proprio ciò che i due scellerati fecero. Chiesero dunque di essere iniziati nell’Ordine, cosa che fu loro facile perché apparentemente portavano dei titoli onorevoli, sembravano persone di qualità e sembrava godessero di un preteso credito a Corte.

Tutto cospirò in loro favore e vennero iniziati. Ma i Templari non tardarono a rimpiangere amaramente d’aver acceso la miccia che fu all’origine dei tragici e deplorevoli avvenimenti in cui quasi tutti i Templari vennero coinvolti nella comune distruzione. Poco tempo dopo la loro ammissione, i due scellerati accusarono l’intero Ordine dei crimini più efferati e supplicarono che li si dividesse a motivo delle cose esecrabili che erano state loro suggerite di fare.

Il tradimento é buono, ma i traditori sono detestabili! E i due scellerati soffrirono essi stessi tutto ciò che fu il destino dei Templari. In ricompensa della frode, sopportarono i più squallidi tormenti e non venne loro concessa nemmeno la vita, benché fossero stati, con le loro false accuse, lo strumento della vendetta del re contro i Templari.

Viste tali denunce, il re, che incontrò il Papa a Poitiers, prese tutte le misure  atte a permettere di arrestare in un solo giorno, tutti i Templari che si trovavano nel regno. Tutto ciò avvenne il 13 ottobre 1307, due anni dopo che le infami accuse erano state proferite. Tutti i documenti, i titoli, i tesori e più in generale tutte le ricchezze che erano state affidate ai Templari, vennero confiscate.

Il re di Napoli, Carlo, ordinò allo stesso modo l’arresto di tutti i Templari della Provenza. Coloro che vennero arrestati in Francia, furono imprigionati nella torre, o castello, di Melun per attendervi il loro giudizio.

Nella stessa epoca, il Papa inviò un emissario al Gran Maestro Jacques de Molay, originario della Borgogna, che aveva combattuto i Turchi nell’isola di Cipro. Non appena prese cognizione dell’ordine del Papa, Jacques de Molay tornò a Parigi con qualcuno dei suoi Cavalieri, tra i quali si trovava Guy Deviennois, fratello del Delfino [1], Hugues de Peraldes e Teodoro Bazille de Monancourt. Tutti furono arrestati e subirono le più spaventose torture nella speranza di strappare loro la confessione dei crimini di cui li si accusava. tutto ciò non produsse effetti, sfidarono bravamente ogni tortura piuttosto che confessare dei crimini dei quali erano innocenti. Così, senza altre prove che le accuse dei due infami corrotti, il processo venne chiuso. Era evidentemente impossibile produrre la minima prova contro di essi poiché nessuno aveva mai assistito all’iniziazione di un Templare. Condannati, vennero mandati al rogo, cinquantasette il primo giorno e cinquantanove l’indomani e così via, di giorno in giorno, fino al completo sterminio. Nessuno fu risparmiato, nemmeno i due scellerati che servirono il re con le loro accuse, incolpando l’Ordine del Tempio all’intero e così furono inclusi nella sentenza globale e bruciati vivi con gli altri.

Che questo sfortunato disastro ci serva di lezione! In avvenire, non lasciamoci sedurre dalle belle promesse e non iniziamo nessuno che non abbia dato, con i suoi servizi, lungamente prova del più sicuro merito. Altrimenti potremmo essere, per indiscrezione, trascinati con tutti i Cavalieri Kadosh in una comune fatalità.

Tuttavia il Gran Maestro e i tre Fratelli summenzionati non furono inclusi nelle prime esecuzioni. Il Papa, per ragioni che nessuno storico menziona, riservò il suo giudizio.

Nel corso di questa persecuzione, se la maggior parte dei Templari furono arrestati in stati Cristiani, non vennero messi tutti a morte.

Filippo il Bello pressava di continuo il Papa di farla finita con Jacques de Molay ed i suoi tre compagni. Vennero finalmente portati all’esecuzione, dopo aver sofferto sette anni in prigione, in catene. Furono mandati al rogo l’11 marzo 1314, nell’Isola di Parigi, impietosendo fino alle lacrime i numerosi spettatori presenti, per la loro fermezza, l’eroica costanza ed il giuramento solenne della loro innocenza, che fu, come si sa, in seguito, confermata da avvenimenti assolutamente memorabili.

Jacques de Molay, il Gran Maestro, facendo una profezia sul rogo, poco prima di morire tra le fiamme, dopo aver languito in catene per parecchi anni, per cui morire era divenuto un sollievo, piuttosto che sopportare un ancora lungo supplizio in questo mondo, si rivolse, in gran serenità a Dio, e fece questa preghiera:

O Dio Potente ed Eterno, Tu che conosci l’innocenza delle vittime che sono state sacrificate in molti anni, accordaci di condividere gli obbrobri e le infami torture che Tu hai permesso venissero inferte a Gesù Cristo al momento della sua morte, per riscattarci dalla schiavitù dei nostri peccati, per dare un esempio agli innocenti insegnando la Tua clemenza quando essi soffrono senza lamentarsi per le persecuzioni e i tormenti che l’ingiustizia e la cecità infliggono loro. Perdona, o Dio, le false accuse e le calunniose imputazioni che hanno causato la distruzione dell’Ordine intero, quest’Ordine del quale la Tua Divina Provvidenza mi aveva messo a capo e, Ti prego di accogliere la preghiera che noi Ti offriamo umilmente, permetti, o Dio mio, che un giorno questo popolo disingannato possa riconoscere l’innocenza di coloro che si sono sforzati di vivere nel Tuo timore e nel Tuo amore.

Noi speriamo dalla Tua bontà e compassione la ricompensa dei tormenti e della morte che affrontiamo, questa morte che Ti offriamo nella speranza di godere della Tua Divina Presenza nella gioia eterna.

Poi, rivolgendosi al popolo, disse:

Buona gente, voi che ci vedete in procinto di morire nelle fiamme, potrete giudicare la nostra innocenza! A partire da oggi, io cito il Papa Clemente VI entro quaranta giorni e Filippo il Bello, entro dodici mesi, a comparire dinnanzi al trono spaventoso e terribile del Dio Vivente per rendere conto del sangue che essi hanno malvagiamente versato! Allora i carnefici affrettarono l’esecuzione, per timore che il popolo potesse venire in soccorso dei condannati.

La predizione di Jacques de Molay si é compiuta: il Papa Clemente VI é morto il 19 aprile dello stesso anno a Roquemont sul Rodano e Filippo il Bello morì prima dei dodici mesi nel suo castello di Fontainebleau.

L’annuncio del processo dei Templari aveva colpito, dopo molto tempo, quei cavalieri che erano restati nell’isola di Cipro e che, in assenza del Gran Maestro, erano stati sconfitti dai Turchi, perdendo Acri ed altre roccaforti e vennero finalmente costretti a ritirarsi nell’isola di Rodi e nell’arcipelago circostante.

Il processo dell’Ordine fu aperto al Concilio di Vienna il 1° ottobre 1311. L’Ordine fu bandito, i suoi beni furono confiscati e lasciati a disposizione del Papa che, nel 1312, ne donò la maggior parte ai Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Coloro che sfuggirono alla persecuzione e che si erano ritirati a Rodi durante la fuga, travestiti, non perdettero la speranza di vedere un giorno l’Ordine restaurato. Essi promisero un’avversione eterna nei confronti dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme che, ancora oggi, sono in possesso della maggior parte dei loro beni. Questo astio fa oggi parte del Giuramento dei Grandi Eletti Cavalieri del Tempio, chiamati Cavalieri Kadosh oppure, come si dice oggi, Cavalieri dell’Aquila Bianca e Nera.

Siccome il numero di coloro che scapparono era molto scarso, per rendere questo odio più efficace, cercarono di ristabilire gli effettivi del loro Ordine immettendovi delle persone il cui comportamento e qualità pensavano fossero incontestabili, in breve, coloro che giudicarono degni di condividere i loro più importanti segreti. Istruiti sulle meraviglie che compirono in ogni tempo i buoni e virtuosi Massoni, degni eredi di coloro che Salomone aveva distinto e colmato di favori dopo il completamento del Tempio, conoscendo la lealtà e l’intrepidezza della quale seppero dare prova nei più grandi pericoli, conoscendo la loro Saggezza, l’Unione, la Carità, l’Amore, l’Imparzialità, la Fermezza, la Discrezione e lo Zelo, gli ultimi Templari pensarono che non potevano far di meglio che tentare di unirsi ai Massoni, di farne i loro padri protettori, il loro sostegno e conforto. sollecitarono il favore d’essere ammessi nella loro Società e d’essere iniziati ai loro misteri.

Questi nuovi iniziati ai misteri della Massoneria non nascosero ai Massoni ciò che essi erano, a quali barbari avvenimenti erano sopravvissuti, la risoluzione presa d’aumentare il loro numero per essere un giorno in grado di rivendicare e recuperare i loro diritti, di far rinascere il loro Ordine e di riprendere possesso dei loro beni, diritti e tesori. Chiesero ai Fratelli Massoni il loro aiuto per prendersi la rivincita e di fare causa comune con loro e offrendogli il tributo della loro giusta gratitudine e ringraziamento.

I Grandi Eletti e Principi Massoni approvarono i loro disegni ed accettarono le loro offerte. Decisero insieme di sostituire l’emblema dell’Ordine Templare, che era la Croce, con le Parole, Segni e Toccamenti dei Massoni e, colpiti dalle molte similitudini tra gli avvenimenti delle loro due Storie, i Massoni persuasero i loro nuovi Fratelli che i differenti Segni della Massoneria li mettevano ormai al coperto dalla malignità di  coloro che, seguendo l’esempio di Gérard Labé o di Benoit Mehuy, temevano di farsi ammettere in un Ordine in cui cercassero vanamente di dissimularsi poichè non dividevano i veri segreti dell’Ordine. Questi non verrebbero confidati che a coloro che sarebbero stati perfettamente valutati, dei quali i Veri Massoni fossero sicuri come di se stessi, dopo aver loro fatto salire ad uno ad uno i differenti Gradi che conosciamo in Massoneria, questa Massoneria che prende inizio con la costruzione del Tempio di Salomone e che, dalla sua origine alla distruzione del Tempio, è attraversata da avvenimenti interamente veritieri per coloro che portarono la distruzione dei Templari. Questi ultimi, ora Eletti della Massoneria, aspirarono sempre a vendicare la morte del loro Illustre Gran Maestro ed a riprendere i propri beni.

Discorso

“Mio caro Fratello, dopo il Grado di Maestro Massone al quale foste ricevuto, nel quale avete appreso a versare lacrime sulla Tomba di Hiram Abif, non siete stato preparato, in altri Gradi, ad esercitare la vendetta? Non vi hanno dipinto il traditore Jubulum Akyrop con i più spaventosi colori? Sarà esagerato confrontare la condotta di Filippo il Bello con la sua? Sarà esagerato raffrontare i due infami informatori Gérard Labé e Benoit Mehuy ai due scellerati che divennero con Akyrop i due assassini di Hiram Abif? Non dovete voi sentire nel vostro cuore la stessa sete di vendetta che hanno meritato questi disgraziati compagni e che abbatté alla fine su di loro?

Le prove che avete subito, le ricerche che avete effettuato per conoscere i fatti della Storia e dell’antica Bibbia non vi hanno permesso di comprendere e non vi hanno fatto sentire nel cuore che bisogna fare un giusto adeguamento della morte di Hiram Abif identificandola a quella di Jacques de Molay? Al Grado di Eletto dei Nove, quando il vostro cuore era pieno di vendetta, siete stato preparato all’odio implacabile che avete appena giurato ai Cavalieri di Malta, sui quali dovete vendicare la morte di Jacques de Molay. In quanto Grande Eletto, la discrezione provata nei Gradi della Massoneria Simbolica vi ha permesso di ricevere l’intera Luce e non ci resta null’altro da desiderare che l’effetto della vostra sottomissione al Concistoro dei Sublimi Principi del Real Segreto, nostri capi e Grandi Eletti dell’Ordine, che vi hanno oggi concesso questo insigne favore.

Ecco dunque, Illustrissimo Fratello, come, perché e attraverso chi la Massoneria ci é pervenuta e ci é stata trasmessa. Dovete notare che é per rientrare nei nostri dirittiche cerchiamo di associarci a degli uomini ai quali il merito, la bravura ed i buoni costumi danno dei titoli che, per diritto di nascita, erano dovuti ai nostri avi, i Templari. Voi siete ora un Cavaliere del Tempio, in procinto di essere inviato alla persecuzione, e non potrete sfuggir loro, se non osservando strettamente i Giuramenti e conservando segreti per i profani la vostra condizione e ciò che siete

Ora che avete ottenuto questo Grado di Luce, che meritate ed al quale solo la conoscenza che abbiamo delle vostre maniere ed il vostro zelo vi ha fatto accedere, siamo persuasi che la nostra fiducia in voi sarà sufficiente a farvi comprendere come sia importante che voi non ci facciate pentire di avervi iniziato. Noi vi conosciamo troppo bene perché ci rimanga un solo dubbio a vostro riguardo. Pertanto, non abbiamo esitato a chiarirvi, nel vero interesse dell’Ordine, per quale scopo vi uniate a noi e che, in sincera sottomissione, lavoriate per ottenere questa Perfezione che il vostro zelo merita.

Eccovi ora al rango di coloro che sono Eletti per la Grande Opera, ora che il vostro nome é nell’urna dell’Elezione. Il profumo delizioso dei vostri atti,vi porteranno verso la vera felicità, alla quale aspirate, cosa che vi auguro sinceramente.

Amen, Amen, Amen.”

Seguito dell’Iniziazione

Dopo questa Storia e questo Discorso, il Gran Commendatore batte un colpo forte per ricordare ai quattro Fratelli che sono all’esterno di rientrare nel Capitolo. Quando si saranno seduti, il Gran Commendatore termina l’Iniziazione e comunica al nuovo Cavaliere Eletto il Segno, il Toccamento e le Parole. Lo arma, lo decora con gli attributi del Grado e gli comunica il nome che dovrà portare in seguito, diverso da tutti gli altri e che é Cavaliere Kadosh, e non Templare.

Il Gioiello, che in altri tempi era una Croce rossa, é ora un’Aquila a due teste, nera e con le ali estese, che tiene una spada sguainata con gli artigli e come pronta a prendere il volo. Si porta appesa ad una Fascia rosso sangue, che va dalla spalla sinistra all’anca destra.

Il Segno si esegue seduti, portando la mano destra sul cuore, le dita estese, poi lasciandola ricadere con le dita aperte sul ginocchio destro.

Il Toccamento é lo stesso di quello degli Eletti dei Nove.

La Parola di Passo é Necum o Nikah oppure Manchen.

Alla domanda Nichamaka Bulion, la risposta é Begulkal, Pharaskal. I due Fratelli si danno l’abbraccio, e insieme dicono Adonai.

Nota: I Fratelli che volessero meglio conoscere questa interessante Storia, possono consultare le seguenti opere:

Histoire de Villanni [2] ;

Storia di tutti gli Ordini, di Mathei in Parish [3];

Storia di Malta, di Vertor [4];

Saggio su Parigi, di Saint-Foix [5].

Istruzione

D: Siete Grande Eletto?

R: Lo sono, Tre Volte Illustre Cavaliere.

D: Chi vi ha ricevuto in questo Grado?

R: Un degno Vice Grande Ispettore, con il consenso di altri due.

D: Che cosa fece di voi?

R: Mi ha creato Cavaliere.

D: Come posso credervi?

R: Il nome che porto vi convincerà.

D: Qual’é questo nome?

R: Cavaliere Kadosh, ma oggi Cavaliere dell’Aquila Nera.

D: Non vi fece niente altro?

R: Il Vice Ispettore mi decorò con l’abito, la Fascia ed il Gioiello del Grado.

D: Dove avete ricevuto il premio dell’Elezione?

R: In una grotta profonda e nel silenzio della notte.

D: A quale opera vi impegnate?

R: Lavoro con tutto il mio potere e le mie forze alla costruzione di un Edificio degno dei miei Fratelli.

D: Quali progressi avete fatto?

R: Ho cognizione della Scala Misteriosa.

D: Di cosa si compone questa Scala?

R: Di due montanti e di sette scalini.

D: Quali sono i nomi dei montanti?

R: O Lebur Eloe e O Leb Barabac.

D: Cosa significano i due montanti?

R: Il primo simboleggia L’Amore di Dio e il secondo l’Amore del Prossimo.

D: Quali sono i sette gradini della Scala Misteriosa?

R: Le virtù che devo praticare per conformarmi ai miei Giuramenti.

D: Mi elencate queste virtù?

R: ‘t Sed Halaad, praticare le opere di carità;

Scharlabac, essere sinceri nelle proprie azioni;

Moteck, dolcezza di carattere, che tutti i Fratelli devono praticare;

Emunah, essere sincero nelle mie parole;

Hamach Sciata, progresso nella pratica del Cielo;

Sabaél, essere paziente nell’avversità;

Choemel, Binah Tabinah, la prudenza con la quale noi dobbiamo custodire i segreti confidatici.

D: Qual’è la vostra Parola di Passo ordinaria?

R: Manchen, il nome del Grande Maestro più rinomato dee Solitari, conosciuto sotto il nome di Kadosh o di Cavaliere dell’Aquila Nera.

D: Che significa questo nome?

R: Solitario o separato.

D: Qual’er la risposta dei Solitari quando gli si domandava a cosa essi aspirassero?

R: Avercha, recolgit Adonai Klamed tellesake Sophy, ciò che significa: Benedetto in ogni tempo e lo pregherò con la mia bocca.

D: Non dicono nient’altro?

R: DiconoBegaherad Stibium Hemuy, che vuol dire: Assisterò i poveri e li sosterrò con tutto il mio potere e con tutte le mie forze.

D: Da dove viene la Croce sormontata da un’Aquila e da una Spada?

R: Per me, significa che me ne devo servire sempre, sotto la bandiera dell’Aquila Nera, a sostegno dell’Ordine.

D: Dove lavorate?

R: In luogo sicuro ed a ristabilire segretamente l’Edificio rovinato dai traditori.

D: Quali successi ne attendete?

R: Il regno della Virtù, l’Unione tra i Fratelli, i beni dei nostri antenati e la salvezza eterna.

D: Avete versato lacrime?

R: L’ho fatto.

D: Avete portato il lutto?

R: Si, e lo porto ancora.

D: Perchè?

R: Perchè la Virtù è detronizzata, perchè i crimini resteranno impuniti finchè il vizio regnerà e l’innocenza sarà oppressa.

D: Se è così, chi dunque punirà il vizio e ricompenserà la virtù?

R: Solo il Grande Architetto dell’Universo lo potrà fare.

D: Come?

R: Nel favorire i nostri disegni e desideri.

A queste parole, tutti i Fratelli rispondono:

Dio favorisca i nostri disegni!

D: Portate un altro nome oltre quello di Cavaliere dell’Aquila Nera?

R: Si, porto anche quello di Adama, che m’insegna che dal più basso devo andare verso il più elevato.

D: Mi date il Segno di Conoscenza contro le sorprese?

R: Eccolo. Lo si dà ponendo la mano destra sul cuore del Fratello, nello stesso modo che col pugnale del IX Grado, poi si dà il Toccamento di questo Grado, infine i due Fratelli battono il loro ginocchio destro.

D: Perchè ponete la vostra mano destra stesa sul cuore?

R: Perchè ho posto la mia fiducia in dio.

D: Perchè dopo stendete la mano?

R: Per mostrare al mio Fratello che è il benvenuto e, con tutte le mie forze, incoraggiarlo a vendicarsi.

D: Perchè fate cadere la vostra mano sul ginocchio destro?

R: Perchè dobbiamo piegare il ginocchio per adorare Dio. Amen!

Chiusura

D: Che ora è?

R: Lo spuntar del giorno.

D: Se è lo spuntar del giorno, prepariamoci alla vendetta!

Il Gran Commendatore pone allora la mano sul suo cuore poi la lascia cadere sul ginocchio destro. Tutti i Fratelli fanno lo stesso. Il Gran Commendatore dà a tutti l’abbraccio ed i Fratelli si abbracciano l’un l’altro. Così chiude il Capitolo.

Nota: Il Gran Ispettore Etienne Morin, fondatore della Loggia di Perfezione, ecc., in occasione di un Concistoro dei Principi del Real Segreto tenuto a Kingston in Giamaica, nell’anno Massonico 7769, quando Herry Andew Francken, Primo Delegato Ispettore Generale, era Gran Commendatore, informò i Principi Massoni che a Parigi si era prodotta commozione e che era stata fatta un’inchiesta per sapere se i Massoni che si dicevano Cavalieri Kadosh non fossero, in realtà, dei Templari? Fu allora deciso, ai Grandi Orienti di Parigi e Berlino, che il detto Grado sarebbe stato ormai chiamato Cavaliere dell’Aquila Bianca e Nera e che il Gioiello doveva essere un’Aquila Nera con le ali distese, come è indicato in questo rituale del XXIV Grado, e che, infine, questa deliberazione doveva essere notificata a tutti gli Ispettori d’ogni parte del mondo.

 * * *

Commenti

Il Grado di Grande Ispettore Grande Eletto sarebbe stato introdotto a Metz dal cavaliere du Barailh nel 1761. E’, perlomeno, ciò che afferma, senza citarne la fonte, il Dizionario Universale della Libera Muratoria [6].

Paul Naudon [7] è più esplicito; parla della Loggia Militare La Perfetta Unione all’Oriente dei cacciatori di Bercheny, presieduta da Jean-Baptiste de Barailh, che si diceva in possesso di costituzioni deliberate dal conte di Clermont nel 1755. Al termine della sua discussione, conclude:

“Così, tutto porta a credere che bisogna cercare l’origine del grado di Kadosh in Germania, più precisamente ad Hesse [8], nella scia della corrente creata dalla Stretta Osservanza.

L’ipotesi è perfettamente logica, soprattutto se ci si ricorda che von Hund aveva costruito il suo sistema fin dal 1751 e pretendeva che la Libera Muratoria non è che una associazione facente seguito all’Ordine del Tempio.

Ma si può anche pensare che le cose non siano così semplici… Nel suo libro, Paul Naudon pubblica un rituale di Cavaliere Kadosh [9] del quale citeremo il primo paragrafo:

Paul, Kal, Pharaskal… lo si chiama anche Grande Eletto, il Cavaliere Kadosh [10]… il Grande Ispettore… e il Cavaliere Eletto. E’ lo stesso grado.”

La collezione Kloss contiene un manoscritto di Cavaliere Kadosh, a prima vista simile agli altri quaderni in quanto ai simboli, ma nel quale non si rilevano che due allusioni ai templari. La prima precisa che:

Il Quadro di Loggia rappresenta un Roveto ardente dove tutti gli strumenti che poterono servire a rendere il supplizio di Jaques de Molay, Gd…M…., più crudele sono raffigurati.

e la seconda, nell’Istruzione,

D: Che significa il mostro a tre teste raffigurato nel Quadro?

R: Rappresenta le tre potenze che si allearono per abolire il nostro Ordine ed impadronirsi dei beni dei quali i nostri antichi istitutori godettero, che vennero fatti morire miseramente, con l’accusa dei crimini più efferati dei quali non erano colpevoli, come é stato poi chiaramente provato.

Non si é molto lontano dallo spirito del Discorso di Ramsay…

La semplicità di questo rituale di Cavaliere Kadosh ci porta a credere alla sua anteriorità, in rapporto agli altri rituali di cui disponiamo. In effetti, se si considera la serie formata da:

– il rituale di Cavaliere Kadosh;

– il rituale citato da Paul Naudon;

– il rituale del Gran Consiglio degli Eletti o Principi Kadosh [11]

– il rituale praticato dalla Loggia di Mirecourt[12];

– il rituale di Cavaliere KxxxxxS, della Loggia Metropolitana di Berlino [13];

e il rituale contenuto nel Manoscritto Francken, si constata un continuo sviluppo del testo e un’importanza crescente del tema templare.

E’ interessante constatare che il manoscritto del 1768 del rituale di Fendeur [14], presentato non come un grado massonico ma come un Dovere, é accompagnato da un Alfabeto dei Tagliapietre del Dovere, totalmente identico all’Alfabeto dei Cavalieri Kadosh, citato da Bord [15]. Poco importa che l’Ordine degli Spaccapietre sia stato inventato, o meno, da Beauchaine nel 1743… E’ chiaro che i Fendeurs (Spaccapietre) sono anteriori ai Kadoshim e che sono i secondi che hanno preso a prestito il loro alfabeto dai primi.

Da tutto ciò emerge la sensazione che il Grado di Kadosh sia stato composto non in Germania, ma in Lorena ed ha cominciato la sua carriera come molti altri Gradi. L’elemento templare, allora, non aveva molta importanza… L’essenziale della sua originalità si trovava dunque nella Scala Misteriosa, già largamente presente nella letteratura mistica del Medio Evo.

Ma, negli ultimi anni del 1750, allorquando in Germania si impone provvisoriamente la Stretta Obbedienza, il Grado cambia natura. Il quaderno del Manoscritto Francken segna l’apogeo di questo movimento. Composto con molta cura ed un gran senso della messinscena, riprende l’insieme del contenuto simbolico, separa l’Obbligazione dai Giuramenti istituendo, all’interno della cerimonia d’iniziazione al Grado di Kadosh, una seconda cerimonia di iniziazione templare.

In effetti, vi era una modifica sostanziale della Fra-Massoneria: alla ricerca iniziatica, esoterica ed interiore, si sostituiva un obiettivo essoterico, temporale, in una parola, politico. Si comprende bene la reazione di Willermoz a riguardo di questo

“grado nel quale ci si occupa di questa chimera di restaurazione in un maniera così esecrabile che ci siamo fatti fin da principio una legge di abiurare tutto ciò che vi si era tratto.”

A mala pena accettato dagli Imperatori, la versione templare del Grado di Kadosh diventa un pomo di discordia. Alcuni se ne vanno, come Pirlet… Senza dubbio, è ciò che la nota posta alla fine del nostro Manoscritto chiama la commozione che si é prodotta a Parigi… Sin dal 1769, non si dovrà più parlare di Kadosh nell’ambito del Rito di Perfezione, ma di Cavaliere dell’Aquila Bianca e Nera…

Ma, grazie a Dio, i rituali non per questo sono stati modificati. E’ una nuova prova della fedeltà con la quale Francken ed i suoi compagni hanno sempre agito.

In seguito, il Grado di Kadosh ha conosciuto molti altri cambiamenti e la componente templare si é talvolta trasposta in una componente politica, soprattutto alla fine del XIX secolo… Ma, come avrebbe detto Kipling, questa é un’altra storia…

Notiamo che il Kadosh é anche chiamato Grande Ispettore Grande Eletto. La collezione Kloss comprende un quaderno di Grande Ispettore [16], senza data precisa, ma anteriore al 1780. Vi si possono rilevare delle interessanti convergenze con il Kadosh:

– il Segno si fa portando la mano destra sul cuore, con le dita ad uncino, il ginocchio destro piegato, il corpo un po’incurvato e gli occhi al cielo;

– la Parola Sacra é Adonai e la Parola di Passo Manchen;

– l’ora della Chiusura é quella in cui la vendetta é compiuta.

In questo quaderno, non viene fatta alcuna allusione alla leggenda templare.

Un attento esame del contenuto simbolico del Grado mostra chiaramente che l’elemento templare non può essere che un’aggiunta. L’essenziale dell’insegnamento esoterico del Grado é contenuto nella Scala Misteriosa. I due montanti, senza i quali non si potrebbe fare nulla, sono i due precetti paralleli, ohev qerovo “ama il tuo compagno”, e ohev Eloah “ama il tuo Dio”. I gradini hanno per nome

tsar Sed khalilah, che significa Caccia lontano il Demonio;

shor lavan, che significa bue bianco e vuol dire qui sii come il bue bianco, devoto a Dio;

– motek, che significa dolcezza ed invita il Kadosh a praticare questa virtù;

Emounah, che significa fedeltà, sincerità, lealtà ed insiste qui sulle virtù del Kadosh;

– ‘Amal saghi, che significa gran lavoro, grande pena, grande sforzo ed implica qui che il Kadosh non deve risparmiare i suoi sforzi;

Sevel, che significa fardello, dolore, sofferenza ed invita il Kadosh a caricarsi del pesante fardello della virtù;

Khemlah Binah Tevounah, cioè clemenza, comprensione ed intelligenza, ossia le tre qualità fondamentali del Kadosh.

Come si vede, niente di templare là dentro… Al contrario, vi si può riconoscere una sorta di contrappunto morale di Levitico 19, intitolato Kedoshim “le santificazioni”. Un esame dei principali versetti è istruttivo: vi potete trovare, scandendo le idee, le parole

Io, vostro Elohim.

e l’insieme comincia con:

poichè io sono santo, Io, vostro Elohim.

Il versetto:

4 – Non rivolgetevi agli idoli. Non farete divinità di metallo fuso.

corrisponde al caccia il Demonio lontano delle parole tsar Sed halahad del primo gradino.

Il bue bianco, shor lavan,dei sacrifici risponde ai versetti da 5 a 8 che cominciano con:

5 – quando offrirete al Signore una vittima in sacrificio di comunione,

e precisa le condizioni di questi sacrifici.

Il motek, “dolcezza”, del terzo gradino corrisponde ai versetti 9-10 che prescrivono d’abbandonare all’umiltà ed al forestiero la spigolatura della messe e gli acini caduti delle vigne.

L’Emounah del quarto gradino riassume i versetti 11-12, che interdicono il furto, la menzogna, i falsi giuramenti e termina con :

12 – Non giurerete il falso servendovi del mio nome; tu profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono il Signore.

Le parole del quinto gradino, ‘Amal saghi, “grande pena” rinviano al versetto

13 – il salario del bracciante al tuo servizio non resti la notte presso di te fino al mattino dopo.

Il versetto 14:

14 – non disprezzerai il sordo né metterai ostacolo davanti al cieco

si può associare a Sevel, al fardello, al dolore del prossimo che non bisogna accrescere.

Le tre parole Chomah, Binah, Tevounah che sono inscritte sul sesto gradino corrispondono, nello spirito, ai versetti da 15 a 18 che si riassumono con

Ama il tuo compagno come te stesso, Io, il vostro Dio.

Salire la scala del Kadosh diviene, simbolicamente, l’adempiere i precetti contenuti in questi versetti e secondo lo stesso testo, colui che li compie diventa così santo, cioè Kadosh.

L’iniziale ispirazione biblica del Grado è ancora confermata dal dialogo

D: Qual’era la risposta dei Solitari quando si domandava loro a cosa aspirassero?

R: Avercha, recolgit Adonai Klamed telleske Sophy, che significa “Lo benedico in ogni tempo e lo pregherò con la mia bocca

nella quale si riconosce il versetto 2 di Salmi XXXIV:

Io benedico il Signore in ogni tempo;
in permanenza la sua lode è nella mia bocca.

La causa ci sembra capita. L’ispirazione iniziale del Kadosh deve essere ricercata in Levitico. Ben inteso, ciò suppone una conoscenza approfondita della Bibbia. Ma tutto porta a pensare che questo Grado è stato elaborato in Lorena, senza dubbio a Metz, e noi sappiamo che molti ebrei, convertiti senza dubbio ma non aventi in nulla rigettata la loro cultura, appartenevano a Logge di Metz intorno al 1760.

__________

Note

1. All’epoca, il Delfino designava i conti di Viennoix. E’ stato portato per la prima volta da Guignes IV, nel XII secolo, e proveniva dal delfino azzurro che figurava sullo stemma di Guignes. Non é che nel 1345 che il futuro Carlo V venne qualificato come Delfino. (torna al testo)

2. Si tratta di della Storia Firenze di Giovanni Villani (1275-1348) (torna al testo)

3. Costui non può essere Matthew Paris, il cronista inglese, morto nel 1259. Non identificato malgrado le nostre ricerche. (torna al testo)

4. Si tratta della Storia dell’Ordine di Malta, di René Aubert, abate di Vertot (1655-1735), pubblicato nel 1756. (torna al testo)

5. Si tratta dei Saggi storici su Parigi, di Germain Francois Poullain de Saint-Foix (1698-1776) (torna al testo)

6. Pagina 714. (torna al testo)

7. Paul Naudon, op. cit., pg. 101-103. (torna al testo)

8. Bisogna ricordarsi che è anche da Hesse che è partita la corrente rosacrociana. (torna al testo)

9. Paul Naudon, op. cit., pg. 409-421. (torna al testo)

10. Manoscritto XXXIV I-V, tomo IV p. 159-179, fac-simile Latomia, Helmond (1982). (torna al testo)

11. Fac-simile Latomia, Helmond (1982). (torna al testo)

12. Fac-simile Latomia, Helmond (1988). (torna al testo)

13. Biblioteca di Lione, BMW 5930, manoscritto datato 1770. (torna al testo)

14. Rituali della Loggia di Mirecourt, fac-simile Latomia, Helmond (1988). (torna al testo)

15. G.Bord, La Fra-Massoneria in Francia, p.544. (torna al testo)

16. Manoscritto XXXIV I-V Tomo V, p. 81-102, fac-simile Latomia, Helmond (1982). (torna al testo)

torna su