Imago Templi /6.7

MassoneriaLettura esoterica d’un Simbolo Vedantino, il Chakra Cardiaco sede dell’intelligenza ricettiva

L’esoterista si distingue dall’uomo comune perché non dà peso a quello che appare, o come appare un contenitore, sia esso parola, concetto o simbolo, tanto meno abbraccia mai una “fede” di parte, ma si rivolge a penetrarne quella che ne è la sostanza (l’insegnamento) sintetica ed atemporale, spogliandola da quelle caratteristiche della forma, corruttibili e passibili di modificazioni, col mutare dei linguaggi e delle interpretazioni.

Imago Templi /6.7

di Athos A. Altomonte

Rappresentazione simbolica del Chakra cardiaco della tradizione Veda, detto anche il Loto dai 12 Petali.

Lettura esoterica d’un Simbolo Vedantino, il Chakra Cardiaco sede dell’intelligenza ricettiva

Per la tradizione Vedica quel centro energetico (nodo o ganglo energetico) è la sede della percezione attiva all’interazione con l’Ego o Triade, tant’è che i FF. d’Oriente, per verificare la possibile accettazione (tegolatura) d’un Neofito nell’Ashram (Loka o Loggia) usano una tecnica da loro chiamata, da Cuore a Cuore (Ponte d’interazione magnetica). Questo consente loro di “percepire” la realtà emotiva velata nella mente del novizio e determinarne l’accettazione o il rigetto con serena certezza.

Invito i FF. che non conoscano questa Tecnica, ad evitare qualsiasi ipotesi od analogia di carattere mistico o devozionale, bensì a considerarla se pur dall’esterno, un’avanzata modalità di percezione interattiva energetica, tra un polo attivo ed uno passivo. Ciò premesso passiamo all’esame degli elementi che compongono questo simbolo.

Il punto d’emissione dell’energia del Centro è lungo la spina dorsale dell’uomo e si sviluppa attraverso tre linee di tensione verticali. La principale fissa (neutra) mentre le altre due (negativa Prakriti e positiva Purusha) s’intrecciano a mo’ di sinusoidi.

Che non sfugga al Fratello, l’analogia col Caduceo Ermetico, con i tre Alberi della Conoscenza e del Bene (polo attivo) e del Male (polo passivo) e con le tre Colonne Sephirotiche tracciate invisibilmente sul Pavimento del Tempio Massonico.

Ad ogni incrocio dei tre Canali appare un Chakra che proietta, aprendosi, la sua corolla energetica sulla parte anteriore del corpo.

Dall’illustrazione possiamo vedere la mappa dei Chakra tratta da un antico documento disegnato con inchiostro su carta, ritrovato in Nepal.

Possiamo inoltre intravedere altri simboli che forse credevamo appartenessero alla cultura occidentale, quali la Croce e l’Esagramma. Ebbene questo dimostra come quei simboli ebbero origine in epoche antecedenti e tra popoli diversi da quelli, che li hanno poi trasmessi alla cultura occidentale, anche se è lecito presumere l’ipotesi d’una matrice di molto anteriore.

Sottopongo ora all’attenzione del ricercatore un altro documento.

Quando le energie passiva-attiva specializzatesi sull’asse verticale, s’immettono ad un livello superiore costituiscono una “camera di perfezione” o Chakra.

La prossima figura mostra un antico mandala in tessuto, usato per le meditazioni dai sacerdoti, che illustra il completamento del percorso evolutivo nell’uomo, per l’attivazione delle due energie, Shiva e Shakti e per l’unione tra tutti i Centri, l’opera compiuta, dal Centro basale al Centro della testa dell’Iniziato, quindi con la “restaurazione dell’Ordine” (divino) nel Chaos della materia fisica.

Sulla parte inferiore del braccio verticale della Croce, come al suo centro, troviamo nuovamente inserito l’Esagramma. Il Sigillo, cosiddetto, di Salomone.

Il Fr. massone dovrebbe riflettere sull’analogia tra l’immagine di questo antico mandala, e la Pianta filosofica del Tempio di Ezechiele tramandatagli dall’ermetismo Rosacruciano (vedi riferimento). Ambedue i documenti si riferiscono alla realizzazione della medesima Opera nell’Umanità.

Dopo aver raccolte alcune minime informazioni sui Chakra, torniamo a quello che si è scelto per quest’esame particolare, l’Anahata chakra o per l’esoterista occidentale, la sede dell’intelletto (base del Ponte che collega l’entità separata dell’uomo alla Triade) o Centro Cardiaco.

Questo Centro pur nella comprensibile diversità di linguaggio riveste un’eguale importanza per l’iniziato orientale come per quello occidentale, perché sede della prima iniziazione reale.

All’accensione di quel Centro, appare al suo interno il riflesso di quella grande Entità cosmica a cui l’occidentale ha dato il nome di Cristo (Chrestos) o Messiah e che per l’orientale è il Signore Maitreya. Ambedue concordano nel riconoscerLo come l’Entità che rappresenta il II Aspetto della Trinitaria espressione dell’Uno: il Signore di Amore e Saggezza.

L’apparizione nell’iniziato di quel riflesso: dà un significato universale a tutto ciò che egli in seguito apprende e comprende e al movente di ogni sua futura azione.

I Filosofi Ermetici chiamano la presenza cardiaca di quel riflesso, l’apparizione del Maestro Occulto. I Mistici considerano quella prima iniziazione, la nascita del Cristo Interiore ela Comunione mistica con l’Anima (il completamento del primo Ponte).

Al centro è visibile il Ponte verticale (l’Antahkarana per l’orientale) che lo attraversa, mantenendolo così unito al Centro precedente come a quello successivo.

La corolla dell’Anahata chakra è composta da 12 petali (energetici); 12 quanti sono i segni dello Zodiaco (chiamato, la Ruota dell’Universo) che in esso si riflettono.

Il Cristo, Entità cosmica che appare nel centro di sintesi di questo Chakra, si è già riflesso nei 12 Apostoli “accendendoli”, creando così una Ruota di 13 Elementi. Vedremo nel capitolo dedicato al Numero 12, il significato di questo simbolismo, per adesso accertiamo l’analogia tecnica tra quanto fatto per “salvare” l’umanità e quanto avviene nell’uomo particolare, per “salvarlo” attraverso la propria evoluzione spirituale.

In ogni petalo è inscritta una lettera, quindi un suono particolare.

L’Alfabeto indiano è uno dei pochi alfabeti sacri creati dalla Casta Sacerdotale, giuntici immutati dall’era arcaica.

Esso non produce suoni (artificiali) come molti degli alfabeti successivi e come tutti gli attuali, ma è “prodotto” dai suoni che esprime. E comprende tutti i suoni che la fisiologia dell’uomo è in grado d’esprimere.

Ancora oggi la triplice manifestazione sonora AUM viene considerata sacra.

Ora per il ricercatore, questo avviene per una ragione, ben precisa e facilmente spiegabile.

Per il Filosofo ermetico il Punto è sacro perché Archetipo di tutte le forme concrete.

Ma non solo per questo.

Quella considerazione di sacro, avviene nell’astrazione concettuale che nel Punto giacciono latenti, le capacità espressive di tutte le forme “concepite ed ancora concepibili”. Si giunge così al Punto come soggetto metafisico di manifestazione nell’unione di tutto quanto è stato, con tutto quanto è, ed a tutto quanto ancora sarà (sostanza atemporale).

Sacro quindi e soprattutto, perché sfugge al giogo delle regole del tempo, in cui l’uomo è immerso ed imprigionato. Ma la dimensione “tempo”, come gli Iniziati ben sanno, è un effetto legato alla Forma, non all’uomo.

L’uomo soggiace alla dimensione tempo nella misura in cui è legato alla Forma e ai pensieri di quella. I Filosofi hanno sempre dimostrato di considerare, con parole ermetiche, la mente mercuriale come un “liquido infradimensionale” già superiore, come elemento, alla Forma, che contenendo quest’ultima, la esprimeva.

Questa chiave porta, se sviluppata, alla liberazione dell’uomo dal concetto (restrittivo) dell’elemento Forma. Liberando la percezione della sua coscienza, nel concetto atemporale di spazio.

Questa Via a cui ho potuto appena accennare è chiamata Filosofia senza appoggio (della Mente) o Coscienza del Vuoto. In quel vuoto l’Iniziato ha la prima “conoscenza” della Triade ed il “riconoscimento” di quella e di tutti i suoi attributi.

Posso aggiungere che “la volgarizzazione” del Punto avviene col muoverlo a determinare una forma. Questa volontà di moto (del creatore) nel determinare una forma particolare, esclude di fatto nel Punto, la capacità di contenere “in astratto” tutte le altre. Cessa quindi d’essere Archetipo per apparire Forma definita ma separata. Per analogia, questo è il modus operandi del massonico G.A.D.U.

Questa in poche e scarne parole, la chiave di volta, della Scienza della Forma.

Ora se avessimo compresa quella chiave, potremmo ricondurre quel procedimento all’AUM, che è considerato l’Archetipo d’ogni Forma sonora manifesta di cui l’OM, come vedremo, ne è la radice.

La costituzione formale dell’uomo permette la sola espressione, nel microcosmo della sua manifestazione, di tre suoni fondamentali (vibrazione d’energia in moto): il suono gutturale, la cui sintesi è l’Aaaaa; il suono palatale, la cui sintesi è la Uuuuu; il suono labiale, la cui sintesi è la Mmmmm.

Per l’interazione di quei suoni con la vibrazione particolare di specifici Chakra, argomento che per noi è ancora prematuro affrontare, avremo un’affinità energetica tra la vibrazione sonora gutturale di A col Mondo spirituale; la medesima affinità nelle corrispondenze tra il suono palatale di U ed il Mondo del Pensiero; e sempre attraverso l’affinità con un altro Centro particolare, tra il suono di M ed il Mondo materiale della Forma (qui si potrebbe entrare nella considerazione del perchè tutti i nomi “magici terreni” inizino con la lettera M).

Riprendendo ora l’analogia con il Punto quale Archetipo sacro d’ogni Forma, potremo forse comprendere come l’AUM simbolizzi per l’Iniziato d’oriente, l’Archetipo sacro d’ogni Forma sonora possibile nel mondo oggettivo della manifestazione del microcosmo uomo.

Quanto abbiamo appena riscoperto nell’essenza di suono se non di termini, sono postulati che ritroveremo nei fondamenti della Scuola Pitagorea, ma questa per l’Iniziato non è ancora la chiave di volta della Scienza del Suono.

Pitagora aveva espresso il concetto di “punto di non ritorno” con la fisicità, nell’espressione metafisica del Suono silenzioso.

Questa affermazione circonchiude l’anello d’occidente con quello d’oriente nell’espressione metafisica dell’OM, , Archetipo d’ogni Suono immanifesto (vedi più avanti al capitolo dedicato al Numero 9).

Nel considerare la corolla di dodici petali abbiamo dato “forma e significato” al cerchio esterno, il terzo di tre, da cui è composto questo Chakra. Vale la pena di ricordare che la corolla o cerchio esterno, è il prodotto dell’attività del III Aspetto energetico cosmico, l’Attività Intelligente del potere creativo dell’Uno, nella Volontà di manifestazione.

L’esoterista si distingue dall’uomo comune perché non dà peso a quello che appare, o come appare un contenitore, sia esso parola, concetto o simbolo, tanto meno abbraccia mai una “fede” di parte, ma si rivolge a penetrarne quella che ne è la sostanza (l’insegnamento) sintetica ed atemporale, spogliandola da quelle caratteristiche della forma, corruttibili e passibili di modificazioni, col mutare dei linguaggi e delle interpretazioni. Ecco che noi, entrando nel secondo cerchio del Simbolo, non cadremo nell’errore d’abbracciare una, delle due “forme”, con cui viene espresso al popolo questa area d’energia, aspetto Madre o aspetto Figlio, ma ne considereremo invece le capacità di significato di questo, come avvenuto per ogni altro, attraverso i canoni esoterici d’una osservazione astratta e sintetica.

Penetrando la seconda circonferenza entriamo nel campo attrattivo e magnetico del II Aspetto della triplice manifestazione dell’Uno. Aspetto definito nelle qualità equilibranti di Amore e Saggezza.

Il primo nostro lavoro sarà quello di determinare un valore simbolico e filosofico alle due deità e all’animale che contornano il simbolo centrale dell’Esagramma (il Trikona). Ma questo deve avvenire in un’ottica orientale, perché è agli orientali, che l’Iniziato che creò questo Simbolo si rivolgeva componendo il “linguaggio” inscrittovi nelle circonferenze.

Shatchakra Virupana versetti 2227, traduzione di Avalon:

Il Cuore del Loto è del colore del fiore di Bandhuka (rosso) ed i suoi 12 petali sono le lettere da Ka a Tha, con il Bindu (goccia) al di sopra del colore vermiglio.

Nel suo pericarpio vi è il Vaju Mandala esagonale di un colore fumo ed al di sopra il Surja Mandala con il Trikona (esagramma) splendente come dieci milioni di raggi abbaglianti.

Al di sopra vi è il Vaju Bija (seme) di un color fumo ed è seduto su una nera antilope di quattro-braccia tenendo il pungolo (anckuscha). Nel suo grembo (di Vaju Bija) vi è Isha triocchiuto.

Simile ad Hamsa (Hamsabha) le sue due braccia si estendono nell’atto di donare la grazia e dissipare la paura.

Nel pericarpo del suo Loto, seduta su un loto rosso è la Shakti Kakim.

Essa ha quattro-braccia e porta il Nodo (Pasha – ricorda l’interpretazione del Nodo d’Amore massonico), il cranio (Kapala) fa la grazia (Vara) e disperde i segni della paura (Abhaya).

Essa è di un colore oro ed è vestita di giallo e porta ogni varietà di gioielli ed una ghirlanda di ossa. Il suo cuore è addolcito dal nettare (il nutrimento che provoca il risveglio di Kundalini).

Nel centro del Trikona è Shiva nella forma d’un Vana-Linga, con la luna crescente e Bindu (goccia) al suo capo.

Egli è di un color oro e guarda gioiosamente con un impeto di desiderio (creativo).

Al di sotto di lui è il Jivatma come Hamsa ed è simile alla fiamma d’una lampada (il Chakra secondario che potete vedere nel simbolo, posto al di sotto di quello principale).

Al di sotto del pericarpo di questo Loto vi è il Loto rosso di otto petali, con il suo capo rivolto all’insù, ed è in questo loto (rosso) che vi sono gli Alberi Kalpa (che reggono gli universi), un’altare ingioiellato, sormontato da un velo decorato di bandiere e cose simili ed è il luogo dell’adorazione mentale.

Come per tutti i Testi Sacri dell’Umanità male farebbe il Fratello che volesse penetrare il significato delle parole in essi usate a volergli attribuire, anche a quelle apparentemente più ovvie, l’accezione letterale. Perché in quel valore superficiale è celata la difesa predisposta agli occhi profani delle Caste meno progredite.

Nel Shiva Samhita tradotto da Sris Chandra Vidyarnava troviamo descritti, gli effetti in colui che visualizza e medita su questo Centro.

Ottiene incommensurabili conoscenze, conosce il passato ed il futuro: è chiaroudiente e chiaroveggente e può muoversi nell’aria dove vuole (proiezione delle proprie percezioni o telepatia).

Vede gli Adepti, conosce le divinità note come Yogini (Angeli), ottiene la facoltà nota come Khechari, conquista le creature che si muovono nell’aria (le forme pensiero dell’astrale e dell’eterico). Quando giornalmente contempla il celato Banalinga indubbiamente ottiene i poteri psichici chiamati Khechari (movente nell’aria) e Bhuchari (andare con la volontà ovunque nel mondo).

Tutti questi sono evidenti “effetti” dell’illuminazione nell’Iniziato, prodotta dalla manifestazione in lui del potere degli attributi dell’Anima.

Per il Fr. che non avesse la capacità di fermare la propria mente alla comprensione dei significati simbolici contenuti nei passi citati dai due testi sacri, riassumo concretamente l’indispensabile.

Le due divinità poste nel simbolo in una posizione particolare, manifestano la presenza nel Chakra delle due Energie, valorizzatesi, provenienti dai poli Positivo-Negativo.

L’Esagramma, forma geometrica connessa all’Elemento Aria, rappresenta il raggiungimento d’un livello particolare della Forma dell’iniziato per la presenza contemporanea di sei, degli Aspetti energetici ed occultandone al suo centro un settimo: il primo dei sette Aspetti.

Ma raccoglieremo maggiori dettagli sull’esagramma, quando affronteremo la lettura dei significati connaturati ai Numeri 6 e 7.

L’antilope, come tutti gli animali usati nelle allegorie sacre, riveste il significato d’una virtù. In questo caso simbolo “della velocità”, rappresenta l’Elemento Aria del Chakra Cardiaco.

Nella simbologia degli Elementi sono da considerare:

Elemento Terra, il quadrato, solido, l’odorato.
Elemento Acqua, la luna crescente, liquido, il gusto.
Elemento Fuoco, il triangolo, igneo o gassoso, la vista.
Elemento Aria, due triangoli intrecciati, aereo, il tatto.
Elemento Etere, il cerchio, etereo, l’udito.

Il triangolo rosso che attiva la parte interna del Chakra ha quale seme (Bija) la sillaba Ra. Evitiamo naturalmente di visitare le “regole” del Pranayama legate alla pronuncia visibile (con la respirazione) o invisibile (col pensiero) dei suoni che incontreremo.

Basti a noi ricordare che tali regole rendono “vivi” i suoni delle lettere e delle parole che l’Iniziato pronuncia, imponendo sostanza reattiva ed intelligente all’aria che si espira o inspira attraverso tecniche tenute particolarmente custodite, di cui quella basilare è la visualizzazione. Che comunque slegata dal sistema complessivo è solamente una tecnica per sviluppare la potenzialità della mente.

Ed eccoci giunti alla fine della nostra lettura con la lettera posta al centro dell’Anahata Chakra: il suono che emana da quel Centro costituendolo, corrisponde alla lettera sanscrita Ya^m.

È importante tener presente nella ricostituzione del valore sonoro d’ogni lettera, ma questo vale naturalmente per tutti gli alfabeti, di riferirsi con una prima indagine, non alla scala musicale temperata (artificialmente) in uso in occidente, ma a quella tradizionale e sacra (naturale) di quella Nazione. In questo caso i valori numerali ed armonici del Raga indiano.

Non era questo uno studio dei Chakra, tanto meno un’illustrazione dei sistemi fisiologico ed energetico, ad essi legati. Ma la ricerca della convinzione, con un’ennesima riprova, che ogni corridoio di sapere esoterico conduce invariabilmente ad un tema di vertice, il suono.

Questa come ho già avuto modo di affermare è la meta verso cui ci conducono lo sforzo dei nostri ragionamenti.

Anche se per comprenderne l’efficacia (le Parole di Potere) dovremo giungere all’Appendice di questo lavoro.

Le Scale Armoniche

Presento alcune scale di valori armonici (frequenze) che saranno utili al Fr. da consultare o per un rapido confronto, quando in seguito dovrà confrontarsi con i valori (vibrazioni) tra suoni di: parole, numeri, forme, centri energetici e colori.

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