L’Onda di Vita ed altri canoni di Filosofia esoterica

Domande e Risposte“Quello che anima qualsiasi forma è il moto”; ed io non so se per “anima” intendi “rende manifesta” o “rende viva”…

L’Onda di Vita ed altri canoni di Filosofia esoterica

di Athos A. Altomonte

D: …“Quello che anima qualsiasi forma è il moto”; ed io non so se per “anima” intendi “rende manifesta” o “rende viva”…

R: Un’essenza energetica d’ordine superiore (leggi, spirituale) esprime il proprio “desiderio” d’apparire, spingendo in manifestazione una parte di sé. Questa spinta, superiore in vibrazione, “crea” una forma nella sostanza inferiore (pensa ad un colpo dato sull’acqua).
Questo avviene quando l’aspetto superiore (il nucleo energetico detto, spirito) “anima” di sé un aspetto di sostanza più grave (lenta) e materiale.

Ma come si anima un aspetto sottostante, caratterizzato da una vibrazione (suono energetico) più lenta?
L’animazione avviene quando l’ente superiore, impressiona di sé una sostanza più grave (lenta) penetrandola (questa è l’idea mal compresa della “caduta” dello spirito nella materia).

Questa impressione, riflette un piano più denso la forma dell’ente superiore, “animando” in quel piano una sua forma parallela. Per questa “similitudine” la coscienza umana, non il suo corpo, è detto “figlio” di un “padre divino” ch’è lo spirito.
L’aspetto più prossimo ad una coscienza fisica dell’energia che l’anima, noi la definiamo la “nostra” anima. Incorrendo in errore, perché non è l’anima ad appartenerci, piuttosto, come sua “forma”, siamo noi ad essere una sua espressione (manifestazione).

A questo punto, vediamo di centrare la sequenza di animazioni che interessano l’umano, ricordandoci che molti toni e colorazioni di quegli aspetti s’intersecano tra loro:

A) il cosiddetto superconscio: spirito, anima, Ego sup. o vero Sé;

B) il cosiddetto conscio o coscienza vigile: l’ego inf. o io personale (la ragione);

C) il cosiddetto subconscio: istinti, impulsi e animalità.

Vediamo, per fare esempio, un aspetto “discendente” di questa energia: volontà, determinazione, forza d’animo, forza caratteriale, volontà fisica, forza, violenza.

Vediamone anche il ritorno, ovvero l’aspetto ascendente o via del ritorno: violenza, forza, determinazione-sopportazione, forza intelligente, fermezza d’animo-spirito di sacrificio, intelligenza intuitiva, volontà spirituale.

Per esprimere meglio il concetto di riflesso e di riflettente, ch’è l’aspetto dominante del mondo manifesto, useremo l’immagine del sole che si leva su un prato.
Si potrebbe credere che vi siano migliaia di soli riflessi nelle gocce di rugiada del prato. Oppure, che migliaia di gocce di rugiada riflettono il sole.
In ogni caso si capovolgerebbe la realtà. Perché è il sole, che a mo’ di “Unità Centrale” (Dio), levandosi, riflette sé stesso in una moltitudine di gocce d’acqua (la forma).
Le gocce “sono” (manifestano) il suo riflesso, ma solo finché esso ci sarà. Dopodiché, quand’esso scomparirà, sulle gocce non rimarrà alcuna traccia della sua vita. Così le gocce torneranno a “spegnersi”, anche se la vita del sole continuerà ad esistere altrove.

Dunque ecco il postulato in cui si afferma: che l’essenza energetica (il sole spirituale) vive di sé anche in mancanza di una forma che lo manifesti. Ma ciò non vale per la forma fisica, che non esiste senza la “presenza” dell’essenza energetica o in mancanza della sua spinta a volersi mostrare.

Possiamo intuire, allora, che la “presenza” di quell’entità energetica, è “la vita”, senza la quale la forma fisica non sarebbe mai apparsa sul proprio piano materiale.
Ecco la relazione in cui porre la vita che anima e una qualsiasi forma apparente, anche l’apparenza umana in cui molti s’identificano, senza saper più distinguere l’apparenza dalla propria natura primigenia.

Partendo da questo postulato, la Filosofia esoterica (detta Etica vivente) comincia ad interessarsi sulle motivazioni che “spingono” un’essenza spirituale a mostrarsi sul piano fisico.
Nel pensiero exoterico, le cause che generano una manifestazione (i veri perché) vengono confusi con gli effetti che trattengono quell’essenza sul piano materiale. Per questo motivo, le motivazioni karmiche andranno sempre considerate degli “effetti”, mai delle cause. Perché il Karma non è una causa, ma solo una conseguenza della sua (incosciente) “presenza” sul piano fisico.

D: “Che sostiene e mantiene la forma fisica ed i suoi attributi (la ragione)”. Quindi ogni cosa manifesta sul piano fisico è dotata di ragione? Ma cosa si intende per ragione?

R: Per definizione comune, la ragione è quell’aspetto mentale capace di esprimere un pensiero, un giudizio su sé e su altri, persone e fatti.

È la coscienza di ciò che si crede di essere o che cosa si crede di volere per il proprio benessere. Ma si può trovare “una ragione” più ampia che accomuna ogni genere di manifestazione. Tanto più diffusa perché coinvolge ogni forma di vita. È la ragione che spinge all’evoluzione. La spinta evolutiva, è la ragione che coinvolge l’intelligenza innata di ogni forma vivente, anche di quelle più pesanti (lente) come le sostanze minerali. Questa ragione e la ragione della vita.

D: “Finché non cessa di ‘riflettersi’ per ritirarsi in una pausa di silenzio (materiale) in cui ella si accresce, per ri-generare un nuovo tono della stessa nota.”

Che io traduco con: una persona muore, rigenera la sua forza vitale e poi si reincarna.

R: La deduzione, posta nella prospettiva della forma fisica, risulta viziata dal suo egocentrismo. Così che al centro del concetto, viene a trovarsi la visione della personalità (la persona) che non rigenera un bel niente, perché, se non nei casi eccezionali previsti (terza iniziazione o iniziazione maggiore) non è destinata a proseguire il compito dell’anima.

È l’anima che ritraendo quel frammento di sé con cui “occupava” la propria forma, la rende silente ed inanimata (morta fisicamente). L’anima, riflesso dello spirito (la Monade individuale), si ritrae per rigenerare quella parte di sé che si è diluita con la materia fisica. Nel contempo, l’anima “riflette” (si perdoni il termine) nuove strategie, per rendersi più forte sul piano materiale.

Questo progetto è la Grande Opera, chiamata: sacralizzazione della materia.

Quando l’Iniziato fonde la propria coscienza fisica con quella dell’Ego superiore o vero Sé. Si forma il “Ponte” (antahkarana o arco reale) che unisce anima e personalità. Una personalità che a questo punto, è detta: integrata (con il progetto dell’anima). L’integrarsi ed il fondersi delle due volontà (personale ed animica) manifesta (incarna) un Iniziato che viene definito: un Operaio divino.

D: “Questa, è l’elevazione della coscienza spirituale”. In che senso? Io avrei detto che fosse la manifestazione del Divino nel piano Fisico. Perché dici che è l’elevazione della coscienza spirituale? Ma a dire il vero: che cos’è la coscienza spirituale?

R: Ogni forma fisica è, sul proprio piano d’esistenza (dimensione soggettiva), un’espressione del divino. Ne contiene l’imprintig (impressione), anche se rettificato per renderlo adatto al contatto con la sostanza più densa (vibrazione più lenta delle dimensioni più esterne e materiali).

Il “frammento spirituale” diventato coscienza fisica, deve essere riportato all’originale “splendore” (illuminazione).

Come: dalle stelle alle stalle; questo frammento è diventato immemore di Sé. Per questo deve essere riportato al ricordo di sé e della propria vera natura d’origine divina.

Ecco che come un re decaduto, la coscienza deve elevarsi (da sé stessa) e riportarsi (da sé stessa) al rango che gli appartiene, dopo essersi risvegliata (da sé stessa) dal “torpore” delle gravi (lente) sensazioni terrene. E affinché questo avvenga nel migliore dei modi, è bene seguire un sistema di sviluppo spirituale di comprovata efficacia, detto itinerario d’autocoscienza.

Per concludere, è un errore ritenere che siano separate la dimensione “divina” e quella terrena. Ambedue concorrono ad uno stesso scopo, perciò non si vede la ragione perché debbano essere considerate antitetiche o conflittuali. Per usare un altro modo di dire: sono due lati di una stessa medaglia, chiamata: Vita (divina)ed Esistenza (materiale).

D: Quindi ricapitolando: è giusto dedurre che tutto (anche le pietre, le nuvole, il fuoco..etc.) è vivo?

R: Tutto è vivo finché contiene un atomo vivente che ne anima la “ragione d’essere”.

D: Cosa si intende per “ragione”? Si intende forse “Coscienza”?

R: La ragione fisica, come si sa, spesso sragiona, scambiando bene per male. Quindi, escluderei che ragione e coscienza possano ritenersi equivalenti.

D: Cosa si intende per “coscienza spirituale”?

R: Esiste una dimensione spirituale maggiore che circonda la dimensione fisica dell’universo. All’interno della dimensione fisica esistono “spazi relativi” di dimensione spirituale che, per così dire, esistono all’interno d’ogni concezione vivente.

Come descritto nella «Scala d’Ezechiele», parti spirituali scendono mentre altre salgono, e questo concorre a formare il moto ciclico che, come un grande pendolo, scandisce i ritmi della manifestazione divina (v. Gran Libro di Natura), fatta di luce (comparsa) ma anche di ombre (scomparsa). Ma Luce ed Ombra sono solo due espressioni di Una stessa Unità: ed è quella che dobbiamo arrivare a conoscere.

D: È giusto dedurre che ogni cosa manifesta sul piano fisico è dotata di ragione?

R: Certamente sì, ma il concetto deve essere approfondito più attentamente.

D: L'”Onda di Vita” è sinonimo di “Forza Vitale”?

R: L’Onda di Vita, di cui parlano alcuni Maestri che operano sui primi 3 raggi, è la lunga linea delle cause (volute) e delle loro conseguenze sui piani più densi.

Si manifesta attraverso “toni” (suoni e colorazioni psico-emotive) che diventano i “fenomeni” che rendono evidente la vita, attraverso un processo di espressioni formali che caratterizzano le forme fisiche che ben conosciamo. Ma le espressioni fisiche non sono altro che l’ultimo anello (ogni anello è una dimensione diversa) della vita che si evolve, generando le tutte diverse forme d’esistenza. Da qui il distinguo tra vita ed esistenza.

Per conoscere meglio l’evoluzione dell’Onda di Vita (moto in espansione), bisognerebbe cominciare a pensare in termini di: multidimensionalità. Un concetto, questo, difficile solo in apparenza.
Si pensi, ad esempio, a uno spazio suddiviso tra tante scatole, poste tutte una dentro l’altra.
Se si afferra questo concetto, non sarà difficile accostarvi anche quello della “sincronicità”. Si, perché, essendo tutti gli spazi relativi, parte di uno spazio (dimensione) maggiore, quello che avviene in uno, si comunica immediatamente a tutti gli altri. Ecco, quindi, il principio di sincronicità, che collega ogni spazio-dimensionale. Da quello più sottile (divino e spirituale) al più greve e pesante del piano materiale.

D: L’ Onda di Vita, è la Vita Celata a cui si rivolge Annie Besant nella sua famosa preghiera intitolata appunto “O Vita Celata”?

R: Non credo che una preghiera possa essere assunta a valore di conoscenza. Forse di metafora. Nel qual caso, è probabile che si stia indicando lo stesso principio. Ma le metafore hanno un valore puramente indicativo. Infatti, in mancanza di meglio, possono servire ad indirizzare il Viandante. Ma per procedere sul cammino iniziatico, o se si vuole, per avvicinarsi all’insegnamento vivente, è necessario abituarsi a pensare in termini di principi, tralasciando i termini simbolici che, per usare un’ultima metafora, fanno parte del giardino del Tempio.

Bisogna, allora, imparare come bussare alla Porta del Tempio, attendendo che qualcuno apra facendoci entrare.

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