Tecnica della Preghiera – Il Tempo dell’Opera – Appendice
La precisione della Preghiera, ai fini della Grande Opera Interiore, è cosa assai importante, ed ogni dottrina d’ordine quietista costituisce un errore di metodo.
La Via Interiore del Filosofo Incognito, è d’apparenza quietista solo nei suoi aspetti generali, mai nelle sue applicazioni pratiche ed operative.
Sommario: Tecnica della Preghiera – Il Tempo dell’Opera – Appendice Tecnica della PreghieraLa precisione della Preghiera, ai fini della Grande Opera Interiore, è cosa assai importante, ed ogni dottrina d’ordine quietista costituisce un errore di metodo. La Via Interiore del Filosofo Incognito, è d’apparenza quietista solo nei suoi aspetti generali, mai nelle sue applicazioni pratiche ed operative. Preghiamo dunque per ottenere, e per ottenere qualcosa di preciso e per leciti motivi, come l’indica il Vangelo: La Via della Salvezza 3 Giov . 3, 16 ; Rom 10, 9 Pace nell’ansietà Fil. 4, 6–7 ; Giov. 14, 27 Coraggio nel timore Ebr. 13, 5–6 ; 2Ct 13, 5–6 Sollievo nella sofferenza 2Ct 12, 8–10 ; Ebr. 12, 3–13 Guida nell’incertezza Gc 1, 5–6 ; Ebr. 4, 16 Riposo nella stanchezza Mat. 11, 28–30 ; Rom. 8, 31–39 Conforto nell’afflizione 2Ct 1, 3–5 ; Rom. 8, 26–28 Forza nella tentazione Gc 1, 12–16 ; 1Ct 10, 6–13 Lode nel ringraziamento 1Ts 5, 18 ; Ebr. 13, 15 Gioia nel perdono 1Giov. 1, 7–10 . “Io altresì vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa. E chi è quel Padre tra di voi che, se il figlio gli chiede un pane gli da una pietra? O se gli chiede un pesce gli da invece un serpente? Oppure se gli chiede un uovo gli da uno scorpione? Se voi dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il padre vostro donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono.” – Luca 11, 9–12 ; “Vi era nella casa di Ipparco, una stanza sistemata con cura. Egli aveva fatto dipingere sul muro orientale di quella stanza, una croce. E là, davanti al simbolo del Cristo, con il volto rivolto all’Oriente, egli pregava sette volte al giorno…” – Atti di Ipparco e di Filotea, Cfr. Assemani. Per la domanda come pregare, la risposta è facile: come si pregava, nel ricordo dei tempi in cui l’uomo era in più stretto contatto con il Piano Divino. Ne abbiamo testimonianza diretta, dai tempi della Chiesa Cristiana primitiva e dal Giudaismo che l’aveva preceduta, e da cui essa aveva trattenuto molto dell’Alto significato esoterico immessovi dalle Guide d’Israele. Origene, la cui figura emerge tra le altre, mostra come i Cristiani preghino in ginocchio o in piedi rivolti all’Oriente, e d’innanzi alla Croce o alla sua rappresentazione. Ritroviamo le medesime posture sin nel lontano Yoga (asana), oltre che in tutte le Scuole Mistiche e di Preghiera. “Poiché le attitudini del corpo umano sono innumerevoli, deve essere preferita a tutte le altre quella in cui noi stendiamo le mani e leviamo gli occhi al Cielo, per esprimere con il corpo l’immagine della disposizione dell’Anima durante la sua orazione. Bisogna, per usare un’allegoria, stendere l’Anima con le mani ed elevarsi con lo spirito verso Dio, prima che con gli occhi. E prima d’elevarsi, liberare lo spirito dalla terra e tenersi d’innanzi a Dio, deponendo ogni risentimento, se si vuole che anch’esso ci perdoni per gli errori e le colpe dei peccati commessi…” – Origene: “De Oratione”, XXXI Si ritrova quest’attitudine negli antichi affreschi, pitagorici e cristiani, che mostrano gli “orantes” con le braccia tese in avanti, le mani aperte a coppa, e gli occhi levati al cielo. La preghiera in ginocchio s’impone ogni volta che l’orante si umilia davanti a Dio a causa delle sue colpe, ma se questa posizione dovesse usarsi nelle semplici preghiere e nei dialoghi con la Divinità, gli Antichi Autori indicano allora, per gli scopi precedenti, la Prosternazione. Nelle Istruzioni Segrete per i Rosa+ Croce e nelle liturgie degli Alti Gradi dell’Ordine, si mostra l’Eletto Cohen in certe orazioni penitenziali nell’atto di prosternarsi. L’orante, ventre a terra, gambe unite ed anch’esse ben distese, ma senza forzare, nella prima posizione terrà le braccia distese orizzontalmente e le palme delle mani poggiate al suolo, la fronte a terra, gli occhi chiusi. Questa posizione serve ad allineare la mente dell’uomo con l’idea del “Sacrificio” della sua Anima, “Crocifissa nella Materia”, per due unici scopi: il proprio Progresso Spirituale per meglio Servire nell’amore e per la Gloria di Dio. Questa posizione consente un miglior approccio al contatto con l’Ideale Mistico Cosmico, lo Spirito Santo. Mantenendo la posizione precedente, e mantenendo, come per sopra, una respirazione concentrata al centro del torace, ed affiancando una potente visualizzazione di tutte le operazioni, l’uomo questa volta porrà le braccia, con i polsi incrociati e sovrapposti ed i pugni chiusi, sotto la fronte che vi poggerà sopra; gli occhi sempre chiusi, a sostegno d’una forte concentrazione. Quest’ultima posizione, molto “occulta”, rammenta il teschio della Magia Nera, che poggia su due tibie in croce, (simboleggia l’opposto, la morte e la perdizione), ma nel nostro Rituale, il cranio è quello vivente d’un uomo, come pure lo sono le ossa, a simboleggiare la via della vita e della salvezza, nella ricerca della Luce ed in opposizione alla Tenebra. Anche per la preghiera in ginocchio o in piedi, avremo una posizione particolare per le braccia. Questa volta gli avambracci sono incrociati sul petto, le mani piatte e con le dita unite posate in prossimità delle spalle, a generare un movimento energetico in cui i polsi si sovrappongono sul Centro Cardiaco; la palma destra sul lato sinistro del corpo, e la palma sinistra sul lato destro, vanno a formare e chiudere un anello d’energia “ad otto”, che fluirà nell’uomo finché egli lo manterrà. Questa posizione, nella Scuola della R+C, è conosciuta come la “posizione del Buon Pastore”. In realtà, anche se è stata usata “anche” dalla R+C, ne troviamo evidenza da sempre e tra tutti i popoli. A sostegno di quest’affermazione, ti porto un solo esempio ed è quello della posizione assunta dai Faraoni seduti sul trono. Sempre per la preghiera sia in piedi che in ginocchio, vorrei rammentare un’altra posizione delle braccia che si collega con la precedente, in qualche modo. L’uomo, questa volta, tiene le mani unite palma contro palma, a dita ben distese, unite tra di loro, e con le falangi che sfiorano le labbra. Anche in questo caso il motivo occulto di questa posizione, è l’attivazione di un moto “energetico”, anche se più ‘morbidò del precedente, con il triangolo che forma tra gomiti e falangi, che producendo un acuto sonoro nello Spazio Psichico, aumenta ed amplifica in più livelli l’atto della Preghiera. Queste sono le Posizioni Principali Nella Preghiera Mistica ed i suoi significati occulti. Altre posizioni sono previste nelle Liturgie e nei Rituali, anche in combinazione tra loro ed in combinazione, naturalmente, con Suoni, Parole e Gesti, o movimenti particolari. Ma, per non uscire fuori tema da uno studio così specifico, vorrei che fosse estremamente chiaro al Fratello ricercatore che mi segue, che il fine della Liturgia nel Rituale è il raggiungimento della massima Potenza esprimibile nell’azione sinergetica, ed in sincronismo tra tutti i livelli d’Espressione Energetica: preghiera, evocazione– invocazione, involve, ad esclusione di quello astrale, i Piani fisico, eterico, psichico, spirituale. A livello Spirituale provoca, per assonanza magnetica, una precipitazione energetica, detta Vortice, nei Piani psichico ed eterico, con effetti evidenti e manifesti sul piano fisico dell’Iniziato, ed attorno a lui. Questa èla Magia Liturgica, o altrimenti conosciuta come Magia Bianca e Magia Cerimoniale. Le Operazioni Rituali ottengono l’effetto voluto solo alla condizione che si apra un “Ponte d’Accesso”, costituito nel Corpo dello Spirito Santo, che produce il collegamento con il Piano Spirituale attraverso tutti i piani Subordinati. Quando il ‘collegamentò, in una prima fase, da saltuario ed incontrollabile, diviene costante nella possibilità di richiamo o chiusura, si riscontra nella Forma mentale concreta prima, e nella Forma fisica poi, quell’Effetto conosciuto quale “Trasfigurazione”. Quanto indicato, riconosciuto quale Via Mistica tanto dall’Occidente quanto dall’Oriente, dimostra la Via del braccio verticale della CROCE. Coloro che vorranno operare nel modo più rituale, indosseranno durante il loro lavoro Spirituale ed in quello solamente, una veste di lino bianca, il cordone alla vita e sandali. Il Tempo dell’Opera
Altra possibilità di operare è di consacrare un intero primo anno alle 4 Virtù Cardinali. Questo comporterebbe di conseguenza, 9 novene in tutto l’anno. Nell’anno seguente s’opererà al conseguimento o allo sviluppo delle 3 Virtù Teologali. Ciascuna di esse sarà ‘energizzatà da 12 novene. Infine, nel terzo ed ultimo anno del ciclo, si opererà sulle 2 Virtù Sublimali, ottenendo così per ciascuna di esse un’attivazione per 18 volte. Si dovrà attribuire un’attenzione particolare a tutte quelle Operazioni che verranno svolte nel periodo dal 28 Novembre, al 3 Dicembre di ogni anno. In quest’opera, presentata in maniera essoterica, non vengono date le chiavi totali dei rapporti tra certe Forze, collegate simbolicamente all’Alchimia, e di certe Entità Spirituali, legate alle chiavi della Gnosi, poiché abbandonando il dominio della Via Interiore, entreremmo sulla Via della Liturgia Iniziatica e della Teurgia. Nota: avendo gli Esseni, ci dice la Tradizione, consegnato ai Greci i Testi dei Salmi in maniera volutamente confusa, se ne conviene che, possedendone il giusto allineamento, si otterrebbe una Liturgia efficace nei suoi effetti. Per renderti chiaro questo concetto, rifletti sull’allineamento delle parole di questa novena: Prima novena Salmi 130 tutti i versetti; Seconda novena Salmi 143 tutti i versetti; Terza novena Salmi 51 tutti i versetti; Quarta novena Salmi 102 tutti i versetti; Quinta novena Salmi 6 tutti i versetti; Sesta novena Salmi 38 tutti i versetti; Settima novena Salmi 32 tutti i versetti. L’inizio di questa come di altre sequenze di novene, deve avvenire, recitano i Rituali, nella giornata della “luna nera”, con un digiuno e molti lavaggi Rituali (che il Fr. non iniziato potrebbe sostituire con docce), allo scopo di espellere negatività. Alle ore 03,30 del secondo giorno di luna nera, ci si appresta all’opera rituale, recitando 7 Salmi per 7 volte al giorno e per 7 giorni, in una sequenza stabilita allo scopo come, ad es., quella soprascritta. Le sequenze di novene debbono essere terminate entro le 24 dal giorno d’inizio. I Salmi, per i mistici occidentali, sono l’equivalente dei Mantram dei mistici orientali. AppendiceDa “De Alchimia”, del Vescovo Alberto Magno, A.D. 1193/1280: “L’Alchimista deve essere taciturno e discreto, non deve rivelare a nessuno il risultato delle sue operazioni. Dovrà essere solitario e vivere lungi dagli uomini. Due o tre stanze della sua casa saranno riservate esclusivamente al lavoro. Sceglierà l’ora giusta per le sue operazioni, cioè attenderà il favore delle costellazioni celesti. Sarà paziente e perseverante. Praticherà, secondo le regole, la triturazione, la sublimazione, la fissazione, la calcinazione, la soluzione la distillazione e la coagulazione. Userà soltanto recipienti di vetro o invetrati. Deve avere mezzi sufficienti per affrontare le spese necessarie. Ed infine dovrà evitare ogni domestichezza con principi e signori.” L’Alchimia è dunque l’arte della “trasformazione” dei metalli, quella Spirituale di seguito, s’interessa alla “trasmutazione” degli elementi sottili nell’Oro potabile, l’Oro dei Saggi, che rende immortali. Evidente il significato mistico nel linguaggio simbolico. Sarebbe un errore per lo studioso accomunare i significati di ‘alchimià e di ‘chimicà, anche se quest’ultima ne è una diramazione certamente solo fortuita. In realtà, tutta l’Opera dell’alchimista è volta alla Reintegrazione della Materia nella Radice originaria, attraverso la Trasmutazione degli elementi fisici prima e di quelli sottili poi, col raggiungimento dello Stato d’Unione Spirituale (III Aspetto) ed alla Volatilizzazione del sé inferiore in una nuova Fissazione, ma questa nel mondo dello Spirito Universale. Si afferma inoltre che l’esito dell’operazione non sarebbe stato possibile senza l’intervento di Entità di Ordine Superiore. A tale proposito Silesius afferma : “…il piombo si muta in oro, e con dio io sono cambiato da Dio in Dio. È il cuore che si muta nell’oro più fino.” Se l’Opera rappresenta l’evoluzione umana da uno stato dove predomina la materia, ad uno spirituale, trasmutare il metallo in oro equivarrà a trasformare l’uomo in puro Spirito. Si presuppone nell’alchimista una conoscenza della materia e dell’energia che la forma, nella trasformazione degli elementi che la compongono, attraverso l’agire sulle energie che la permeano, riconoscendone così l’identità di “cosa vivente.” Osserviamo nelle fasi che si rivolgono agli elementi “gravi” dell’uomo, una vera e propria opera di psicologia occulta, in azioni ed attitudini determinate e coscienti, nell’area delle Cause e dei Canoni prima, ed una sorta di “osmosi” con gli Archetipi, riconosciuti quali semi di tutto, poi. Riassumendo e concludendo: l’Alchimia è l’arte di trasmutare i metalli che, quali elementi del Regno minerale, l’Uomo assomma in sé assieme ai tre successivi; la Chimica si rivolge alla Forma quale entità fisiologica delle materie, senza però averne mai raggiunta la radice unica; l’Arte Alchemica si rivolgeva alla trasformazione delle forme attraverso la manipolazione dell’energia fisica che crea tutte le materie da un’unica radice, conosciuta nella Tradizione Iniziatica come immersa nella Grande Madre da cui trae la vita per il tutto. L’Alchimia Spirituale si rivolgeva alla trasmutazione delle Forme sottili, (corpi Eterico, Astrale, Mentale inferiore), la manipolazione dell’energia del Pensiero attraverso la spinta d’elevazione del Misticismo-Astratto; Il Rituale Teurgico, infine, altro non è che l’elevare attraverso una Struttura Geometrica di Pensiero esterna all’uomo, l’Emotività del Misticismo-Astratto, sino a trascenderne l’identità, rendendola qualcosa di diverso e di più nella fusione del farsi assorbire sui livelli d’energia d’elevata potenza vibratoria, (Suono, Luce, Calore), il sotto-piano, o il piano, atomico. Quando anche la mente razionale comprenderà alfine la triplicità della scomposizione avvenuta nella ricerca ed attraverso l’involuzione d’una realtà infinita in una mente finita, creando così necessariamente un’interpretazione multipla d’una realtà unica, quella mente razionale avrà ricomposto in sé, attraverso un lavoro creativo ed intellettuale, questo solo ed unico concetto, raggiungerà così l’Iniziazione. |