Immersione nella materia /2

Letture d'Esoterismo OrientaleIl vero significato dell’antica dottrina degli “Angeli Caduti”

Affinché il lettore possa capire appieno e correttamente il significato della Caduta, così mistico e trascendente nel suo vero senso, deve contemporaneamente conoscere i particolari che precedettero questo avvenimento, visto che la Teologia moderna ne ha fatto un cardine sul quale impernia le credenze e i dogmi più assurdi e perniciosi.

Immersione nella materia /2

a cura di Adriano Nardi

Estratti dalla Dottrina Segreta di H. P. Blavatsky

Il vero significato dell’antica dottrina degli “Angeli Caduti”

Fino ad un certo punto dell’evoluzione, l’uomo apparteneva più alla Natura metafisica che a quella fisica. Soltanto dopo la cosiddetta “Caduta” le Razze cominciarono a trasformarsi rapidamente in una forma puramente umana. Affinché il lettore possa capire appieno e correttamente il significato della Caduta, così mistico e trascendente nel suo vero senso, deve contemporaneamente conoscere i particolari che precedettero questo avvenimento, visto che la Teologia moderna ne ha fatto un cardine sul quale impernia le credenze e i dogmi più assurdi e perniciosi.

I Commentari Arcaici, come il lettore può ricordare, spiegano che della Legione di Dhyâni* per i quali era venuto il turno di incarnarsi come Ego delle monadi immortali ma prive di sensi, su questo piano – alcuni “obbedirono” (alla legge dell’evoluzione) appena gli uomini della Terza Razza divennero fisiologicamente e fisicamente pronti, cioè quando ebbero i sessi separati. Furono i primi esseri coscienti che, aggiungendo la conoscenza e la volontà consapevoli alla loro divina purezza innata, “crearono” per mezzo di Kriyâshakti** l’uomo semi-divino, che divenne il germe sulla Terra dei futuri Adepti.

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* Dhyan Chohan – Letteralmente il «Signore di Luce». I più elevati Dei, corrispondenti agli arcangeli della romana chiesa cattolica. Le divine intelligenze destinate alla custodia del cosmo.

** Kriyashakti – Il potere del pensiero; una delle sette forze di Natura. Potenza creativa tra i Siddhi (poteri) degli Yogi realizzati.
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D’altra parte, quelli che, gelosi della loro libertà intellettuale – indipendenti com’erano dai limiti della Materia – dissero: “Noi possiamo scegliere… noi abbiamo la saggezza”, e così si incarnarono molto più tardi – questi ebbero la loro prima punizione karmica preparata per loro. Generarono corpi inferiori (fisiologicamente) ai loro modelli astrali, perché le loro Chhâyâ* erano appartenute a progenitori di un grado inferiore nelle sette classi. Quanto a quei “Figli della Saggezza” che differirono la loro incarnazione fino alla Quarta Razza, già macchiata (fisiologicamente) del peccato e dell’impurità, ciò produsse una causa terribile, il cui risultato karmico li opprime tuttora.

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* Chhâyâ – (anche Chaya) Termine sanscrito che indica la dea Ombra. Essa si sostituì a Sanjana, la moglie del Sole (Surya), che non riusciva a sopportare il calore del marito. Da Surya, Chhâyâ ebbe tre figli: Shani, il pianeta Saturno, Savarni e una bimba, Tapati.
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Questo si produsse in loro, ed essi divennero i portatori di questo germe d’iniquità per eoni futuri, perché i corpi che dovevano animare erano stati macchiati dal loro rinvio. Questa fu la “Caduta degli Angeli”, dovuta alla loro ribellione contro la Legge del Karma. La “caduta dell’uomo” non fu una caduta, poiché egli non era responsabile. Ma, essendo stata inventata la “creazione” secondo il sistema dualistico, come “prerogativa solo di Dio” – attributo legittimo riservatogli dai teologi in nome di una Divinità infinita di loro ideazione – il potere di Kriyâshakti doveva considerarsi come “satanico” e come usurpazione dei diritti divini. Per cui, alla luce di vedute così ristrette, quanto precede sarà considerato naturalmente come un’orribile calunnia per l’uomo, “creato ad immagine di Dio”, come una bestemmia ancora più spaventosa nei riguardi della lettera morta del dogma.

[…] Il vero significato dell’antica dottrina degli “Angeli Caduti”, nel senso antropologico ed evolutivo, è contenuto nella Cabala, e spiega la Bibbia. Si trova soprattutto nel Genesi, quando la si legge in uno spirito di ricerca della verità, senza gli occhi fissi al dogma e liberi da preconcetti. Questo è presto provato. Nel Genesi (VI) i “Figli di Dio”, B’ne Aleim, si innamorano delle figlie degli uomini, le sposano e rivelano alle loro mogli i segreti illecitamente appresi in Cielo, secondo Enoch; e questa è la “Caduta degli Angeli”.

Ma che cos’è in realtà questo Libro di Enoch, dal quale hanno attinto così copiosamente l’autore dell’Apocalisse e persino il S. Giovanni del Quarto Vangelo? Semplicemente un Manuale di Iniziazione, che espone in termini allegorici e prudenti il programma di certi Misteri Arcaici compiuti nei templi interni.

[…] Nell’exoterismo indiano, questi Angeli (Asura) sono anche denunciati come “nemici degli Dèi”, quelli che si oppongono al culto sacrificale offerto ai Deva. Nella Teologia cristiana essi sono generalmente chiamati “Spiriti Caduti”, gli eroi di varie leggende contraddittorie, provenienti da fonti pagane. Il coluber tortuosus (il sinuoso serpente, n.d.r.)qualifica che si dice originata presso gli ebrei, aveva un significato del tutto diverso prima che la Chiesa Romana lo deformasse; fra l’altro, un significato puramente astronomico. Al “Serpente” caduto dall’alto (deorsum fluens) fu attribuito il possesso delle chiavi dell’Impero della Morte (του θανάτου άρχή) fino al giorno che Gesù disse che cadde “come il fulmine… dal cielo”, (Luca, X, 17-18) nonostante l’interpretazione cattolica romana data alle parole “cadebat ut fulgur”. In realtà, esse significano che anche i diavoli sono soggetti al Logos, che è Saggezza, ma contemporaneamente, come antagonista dell’ignoranza, Satana o Lucifero. Quest’osservazione si riferisce alla Saggezza divina, che cade come la folgore e risveglia gli  intelletti di coloro che lottano contro i demoni dell’ignoranza e della superstizione. Fino al tempo in cui la Saggezza, in forma di Spiriti incarnanti di Mahat*, discese dall’alto ad animare e richiamare la Terza Razza alla vera vita cosciente; l’umanità, se così la si poteva chiamare in quello stato animale senza sensi, era naturalmente condannata alla morte morale non meno che fisica.

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* Mahat – Letteralmente il grande fra tutti. Il primo principio della coscienza ed intelligenza universale. Nella filosofia puranica, il primo prodotto della natura-radice o pradhana (lo stesso di Mulaprakriti); il produttore di Manas, il principio cogitante e di Ahankara, egotismo o il sentimento di «Io sono Io» nel Manas inferiore.
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Gli Angeli caduti nella generazione sono chiamati metaforicamente Serpenti e Draghi di Saggezza. D’altro canto, considerato alla luce del Logos, il Salvatore cristiano, al pari di Krishna, sia come uomo che come Logos, si può dire che ha salvato dalla “morte eterna” quelli che hanno creduto negli Insegnamenti Segreti, e che ha così conquistato il Regno della Tenebra, l’Inferno, come fa ogni Iniziato. Questa è la forma umana, terrestre, degli Iniziati, ed anche – poiché il Logos è Christos – quel “principio” della nostra natura interiore che diventa l’ego spirituale – il Sé Superiore – formato dall’unione indissolubile di Buddhi, il sesto principio, e la fioritura spirituale di Manas, il quinto.*

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* Non è corretto identificare Cristo – come fanno certi teosofi – con Buddhi, il sesto principio nell’uomo. Questo, per se, è un principio latente, il veicolo di Atma, inseparabile dall’Anima Universale manifestata. È solo in unione e congiunzione con l’autocoscienza, che Buddhi diventa il Sé Superiore e l’anima divina, capace di discernimento. Christos, semmai, è il settimo principio.
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“Il Logos è Saggezza passiva in Cielo, e Saggezza cosciente, attiva, sulla Terra”, ci insegnano. Queste sono le nozze dell’”Uomo Celeste” con la “Vergine del Mondo”, o la Natura, come è descritto nel Pimandro; matrimonio il cui risultato e la loro prole è l’uomo immortale. Nell’Apocalisse di S. Giovanni sono chiamate le nozze dell’Agnello con la sua Sposa. […] Così, l’osservazione fatta dal grande Iniziato in Luca – che parla allegoricamente del raggio di illuminazione e ragione, che scende dall’alto come la folgore nei cuori e nelle menti degli uomini convertiti all’antica Religione-Saggezza ora presentata in nuova forma dal saggio Adepto Galileo* – fu deformata fino a divenire irriconoscibile, come anche la sua personalità, e fu adattata ad uno dei più crudeli e perniciosi di tutti i dogmi.

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* Per rendere la cosa più facile, chiunque legga il brano in Luca può vedere che l’osservazione segue la descrizione dei settanta che si rallegrano perche “anche i diavoli [lo spirito di controversia e il ragionamento, o potere di opposizione, giacché Satana significa semplicemente “avversario” o “oppositore”] sono sottomessi a noi, per il tuo nome” (Luca, X, 17). Orbene, “il tuo nome” significa il nome di Christos, il Logos, o lo Spirito della vera Saggezza Divina, distinto dallo spirito intellettuale del semplice ragionamento materialistico; in breve, il Sé Superiore. E se Gesù dice in proposito che “vide Satana cadere dal cielo fra i lampi”, è solo un’affermazione dei suoi poteri di chiaroveggenza, notificando che lo aveva già conosciuto, con un riferimento all’incarnazione del Raggio Divino (gli Dèi o Angeli) che cade nella generazione. Poiché non tutti gli uomini se ne servono, e per alcuni quel potere rimane latente e inerte per tutta la vita. Veramente, “nessuno può conoscere chi è il Figlio senza il Padre; né chi “è il Padre senza il Figlio”, come aggiunge Gesù a quel punto (Luca, X, 22); la “Chiesa di Cristo” meno che mai. Solo gli Iniziati compresero il segreto dei termini “Il Padre” e “Il Figlio”, e sapevano che si riferiva allo Spirito e all’Anima sulla Terra. Poiché gli insegnamenti di Cristo erano insegnamenti occulti, e si potevano spiegare solo durante l’Iniziazione. Essi non furono mai capiti dalle moltitudini, perché Gesù proibì ai dodici di andare dai Gentili e dai Samaritani (Matteo, X, 5), e ripeteva ai discepoli che “i misteri del regno di Dio” erano per loro soli, non per le moltitudini (Marco, IV, 11).
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[…] Vi è un’eterna Legge Ciclica di Rinascite, e la serie è aperta all’aurora di ogni nuovo Manvantara (periodo di manifestazione contrapposto a Pralaya, n.d.r.) da coloro che hanno goduto il loro riposo dalle reincarnazioni in precedenti Kalpa per Eoni incalcolabili: i primi e supremi Nirvânî (chi ha ottenuto il Nirvana, un’anima emancipata, n.d.r.). Fu così che questi Dèi si incarnarono nel presente Manvantara; per questo la loro presenza sulla Terra, e le conseguenti allegorie; da questo, anche il travisamento del loro senso originale*. Gli Dèi che erano “caduti nella generazione”, la cui missione era di portare a compimento l’Uomo Divino, si trovarono più tardi rappresentati come Demoni, Spiriti malvagi e nemici, in antagonismo e in guerra con gli Dèi, agenti irresponsabili dell’unica Eterna Legge. Ma nelle mille e più allegorie ariane, mai fu intesa una concezione di creature come i Diavoli e il Satana dei cristiani, degli ebrei e maomettani.

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* Possediamo un brano di una lettera di un Maestro che si riferisce direttamente a questi Angeli incarnati, dove si dice: “Esistono, e devono esistere, insuccessi nelle Razze eteree delle molte classi di Dhyân Chohan, o Deva [entità progredite di un Periodo Planetario precedente], così come tra gli uomini. Tuttavia, questi insuccessi, essendo troppo progrediti e spirituali perché si possa rigettarli dallo stato di Dhyân Chohan nel vortice di una nuova evoluzione primordiale attraverso tutti i regni inferiori, ecco che cosa succede. Dove si evolve un nuovo Sistema Solare, questi Dhyân Chohan nascono “alla testa” degli Elementali [Entità.…. che devono svilupparsi in umanità in un tempo futuro] e rimangono come forze spirituali latenti o inattive, nell’Aura di un mondo nascente… finché si raggiunge lo stadio di evoluzione umana… Allora essi divengono una forza attiva e si mescolano con gli Elementali….. per sviluppare a poco a poco il tipo completamente umano”. Il che significa svilupparsi nell’uomo, e dotarlo della sua mente autocosciente o Manas.

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