Natura ciclica degli impulsi energetici

Scienza ed EsoterismoLa natura ritmica della meditazione dell’anima non deve essere trascurata nella vita dell’aspirante. Flusso e riflusso esistono in tutta la natura, e le onde dell’oceano ne descrivono a meraviglia la legge eterna.

Natura ciclica degli impulsi energetici

a cura di Massimo Mancini

Estratti dagli scritti di Alice A. Bailey e del Maestro D. K.

1. La natura ritmica della meditazione dell’anima non deve essere trascurata nella vita dell’aspirante. Flusso e riflusso esistono in tutta la natura, e le onde dell’oceano ne descrivono a meraviglia la legge eterna. Quando ci si adatta alle maree della vita dell’anima, ci si accorge che un flusso vivificante e stimolante è sempre seguito da un riflusso altrettanto certo e inevitabile quanto le immutabili leggi delle forze. Morte e incarnazione sono processi dello stesso genere. E lo si nota anche nel succedersi delle vite, poiché alcune paiono statiche e povere di eventi, lente e inerti per l’anima, mentre altre sono vibranti, ricche di esperienza e di progresso.

Ricordatelo, voi che v’impegnate ad aiutare gli altri a vivere meglio. Sono in bassa marea, o sulla cresta dell’energia dell’anima? Attraversano un periodo temporaneo di quiescenza, che prelude ad uno sforzo maggiore – e in questo caso si tratta di rafforzarli e rinsaldarli, che sappiano “stare nell’essere spirituale” – o subiscono un ciclico afflusso di forza? In quest’ultimo caso si tratta di aiutarli a ben dirigere e utilizzare l’energia, che, altrimenti, provocherebbe il fallimento della vita, anziché un servizio pieno e fecondo.

Sono concetti applicabili anche ai grandi cicli delle razze umane, e sarebbero studi di grande interesse. Ma qual che più importa per noi è che nella vita del discepolo gli impulsi periodici sono più frequenti, rapidi e potenti che per l’uomo ordinario. Si alternano con velocità sconcertante.

La vetta e la valle del mistico descrivono appunto queste oscillazioni. Talvolta il discepolo marcia nella luce del sole, altre volte al buio; talora sperimenta la gioia della comunione perfetta, talora tutto gli appare opaco e sterile; in certe occasioni il servizio gli pare fertile e soddisfacente, e crede di prestare aiuto efficace; in altre gli sembra di non aver nulla da offrire, e che i suoi sforzi siano aridi e infruttuosi. Certi giorni tutto gli è chiaro, come se contemplasse da una vetta un paesaggio assolato, tutto è luminoso ai suoi occhi. Sa e sente di essere un figlio di Dio. Ma poi appaiono nuvole, e non è più sicuro di nulla, come senza conoscenza. Torna poi nella luce del sole, quasi sopraffatto dal fulgore e dal calore di quei raggi, e si domanda quanto dureranno quelle oscillazioni, quel violento alternarsi di esperienze opposte.

Ma quando vede che sono effetti prodotti dagli impulsi ritmici della meditazione egoica, ne comprende il senso, e s’accorge che è la forma che reagisce in modo diseguale all’energia. Impara allora che quando sapesse identificarsi con l’anima e salire a volontà a quelle “altezze”, le fluttuazioni della forma non lo toccherebbero più. Trova il sentiero, stretto come filo di rasoio, che lo conduce dalla vita fisica al reame dell’anima, e s’accorge che se lo percorre con costanza esce dal mutevole mondo dei sensi nella luce chiara del giorno e della realtà.

La vita della forma diviene allora un campo di servizio, e non più di percezioni sensorie. Riflettete su questa frase. Mirate a vivere come anima. Gli impulsi ciclici che essa emette saranno allora qualcosa di cui voi stessi siete responsabili e che irradiate; saprete di essere la causa, e non più soggetti agli effetti.

2. Il flusso e riflusso della vita in una particolare incarnazione ha i suoi interludi, che l’aspirante deve imparare a riconoscere ed utilizzare. Egli deve distinguere fra l’intensa attività rivolta all’esterno, i periodi di ritiro, e gli intermezzi, allorché la vita esteriore sembra statica e priva di vero interesse. Questo deve fare, se vuole trarre pieno profitto dalle occasioni che l’esperienza vitale gli offre. La vita non si concentra in una sola, continua, furiosa corsa all’azione, né è una eterna siesta. Ha la sua vibrazione ritmica, il suo polso, il suo battito.

Per qualcuno, la vita cambia ritmo e modalità operativa ogni sette anni; per altri ogni nove o undici. Per altri ancora i cicli sono più brevi, e a mesi di strenuo sforzo ne succedono altri di apparente astensione. Altri uomini poi hanno organismi così sensibili che nel bel mezzo dell’opera per gli eventi e le circostanze sono costretti a un ritiro temporaneo, ad assimilare le lezioni apprese durante la fase attiva precedente.

Due classi di uomini non paiono risentire fisicamente del flusso e riflusso, e tendono continuamente all’azione.

La prima di esse comprende uomini di così scarso sviluppo evolutivo, ancora così animaleschi che non hanno reazioni mentali alle circostanze, ma semplicemente rispondono alle necessità fisiche, e usano il tempo solo per soddisfare i loro appetiti. Ciò non cessa un solo istante, e quindi essi poco esternano che possa chiamarsi ciclico. Fra questi stanno gli uomini non pensanti e i selvaggi.

La seconda comprende, all’opposto, quelli che sono di levatura relativamente notevole. Essi ormai, affrancati da ciò che è puramente fisico, e consci della natura astrale, hanno imparato a mantenere un’attività costante, basata sulla disciplina e sul servizio. Utilizzano scientemente i cicli e ne comprendono alquanto la natura. Conoscono l’arte divina di astrarre la coscienza nell’anima, che contempla, e sanno dirigere con saggezza le loro imprese nel mondo degli uomini.

Tutti i discepoli stanno imparando a farlo, e questa capacità contrassegna le opere degli iniziati.

3. Periodi di realizzazione sono inevitabilmente seguiti da altri, di sviluppo e assimilazione, quieti e senza emozioni. Durante questi ultimi, i momenti elevati possono anche cessare e il lavoro procedere senza che si percepiscano tensioni, e quindi senza momenti di grande importanza. Tutto ciò è benefico. Il costante succedersi di illuminazioni spirituali e la prolungata apertura a contatti superiori alla fine offuscherebbero lo strumento, sì da impedire i veri riconoscimenti.

Riflettete su ciò … e siate grati per i prossimi giorni di lavoro, di quieto vivere, di saldo orientamento verso la luce, di silenziosa comunicazione con l’anima, di studio e pensiero.

4. Ogni vita è di natura ciclica, ma i discepoli spesso lo dimenticano, e quindi si scoraggiano quando l’intensità del sentire li abbandona. L’iniziato procede lungo una linea diritta tra le coppie di opposti, sereno e senza timore.

5. Per effetto della legge ciclica, ci sono periodi di estroversione e di ritiro, di progresso nel servizio verso la periferia della attività ed anche di un’astrazione cosciente della coscienza dal circolo esterno, per tornare di nuovo al centro stesso del cuore della vita.

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