Senso dell’anima e impersonalità iniziatica

Domande e RisposteLa ricerca iniziatica non risponde a necessità personali ma a spinte molto più profonde. Chi s’incammina alla ricerca del “vello d’oro” non è solo un Argonauta, ma uno strumento della coscienza profonda (anima). Un cercatore di “luce” non può esimersi dal voler ricevere e dare “amore”.

Senso dell’anima e impersonalità iniziatica

di Athos A. Altomonte

Caro amico, l’empatia – come la chiami tu – è essenziale. Ma il riconoscimento che c’è stato non dipende dal nostro lavoro o da una eventuale collaborazione. Il riconoscimento (per la regola: riconoscendo sarai riconosciuto) è avvenuto in termini di “principio” che, nel nostro caso, è prettamente di servizio e di coloritura iniziatica.

Tutto lascia supporre, perciò, un riconoscimento impersonale (di tendenza nei limiti), perché orientato su concetti astratti (vedi Impersonalità). La ricerca iniziatica, insomma, non risponde a necessità personali, ma a spinte molto più profonde. Chi s’incammina alla ricerca del “vello d’oro” non è solo un Argonauta, ma uno strumento della coscienza profonda (anima). Un cercatore di “luce” non può esimersi dal voler ricevere e dare “amore”.

Un amore particolare, però. Non viscerale, né emotivo, ma cardiaco.

Il che significa: amore intellettuale. Lungi dalle faziosità del tipo: “ogni scarrafone è bello a mamma sua!”.

Se poi si sceglie di diventare “divulgatori”, ebbene, fratello mio, questo significa essere spinti da un cuore generoso. Non una ragione ingorda ma una mente che condivide con altri gli «strumenti salvifici» di cuore ed intelletto. Cioè, gli strumenti dello spirito iniziatico.

E questa è la strada per ri-alzare l’Hiram ch’è in noi.

Per finire, due parole sul destino, che non si accetta. E a cui nemmeno ci si sottopone, ma si costruisce.

Come insegna Aurobindo, si vive oggi quello che si è deciso ieri.

Ergo, vivrai domani quello che stai pensando oggi.

Fraternamente

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