Abbiamo parlato in effetti più di ciò che accadeva nei Grandi Misteri e trascurato i Piccoli Misteri, limitandoci a dire che probabilmente gli iniziati dovevano sostenere quattro prove legate agli elementi. Uno spiraglio di luce ci viene offerto dalla bellissima storia di Amore e Psiche, contenuta nell’Asino d’oro di Apuleio.
Abbiamo parlato in effetti più di ciò che accadeva nei Grandi Misteri e trascurato i Piccoli Misteri, limitandoci a dire che probabilmente gli iniziati dovevano sostenere quattro prove legate agli elementi. Uno spiraglio di luce ci viene offerto dalla bellissima storia di Amore e Psiche, contenuta nell’Asino d’oro di Apuleio. Il libro racconta la trasformazione dell’io narrante in asino e le sue peripezie, prima di recuperare la forma umana grazie all’intercessione della dea Iside. È molto probabile che la storia di Eros e Psiche adombri proprio una iniziazione ai piccoli misteri.
La seconda prova consiste nel recarsi presso un gregge di pecore dalla lana d’oro purissimo, riportando a Venere una quantità consistente di quella lana. Prima che sia troppo tardi una canna palustre spiega a Psiche che, finché il sole è alto nel cielo, le pecore incornano e mordono con ferocia, instillando un veleno mortale in chiunque si avvicini loro. Occorre, prosegue la canna, attendere che il sole superi il mezzogiorno e poi le pecore diverranno mansuete e la lana potrà essere racolta senza pericolo. Psiche segue il consiglio della canna e raccoglie poi i boccoli di lana d’oro rimasti impigliati nella vegetazione della boscaglia. [Acqua, flessibilità, saper attendere scegliendo il momento adatto, dopo un percorso di maturazione, cioè dopo il mezzogiorno, lasciare che le cose “si compiano” da sole – la lana che resta attaccata ai rami. ] Nella terza prova Venere conduce Psiche sulla cima di una montagna, le mostra un fiume impetuoso che scorre in una valle inaccessibile custodita da draghi feroci e le dà un’ampolla: la fanciulla dovrà attingere l’acqua del fiume, un affluente dello Stige, la palude degli inferi. La stessa acqua di quel fiume grida e si oppone a chiunque voglia attingerla. Psiche viene aiutata da un’aquila [aria, capacità di visione, cultura sviluppo delle facoltà superiori, saper attingere alla propria “acqua interiore” superando l’abisso che ci separa da quella sorgente] Infine l’ultima prova: Venere dà a Psiche un barattolo, una pisside, e le chiede di portarla nell’oltretomba, a Proserpina/Persefone, per farsi dare da lei un poco della bellezza eterna. Le ordina tassativamente di non aprire la scatola e di riportargliela indietro. Sopraffatta da quel compito impossibile e non sapendo come raggiungere l’Averno, Psiche sta per gettarsi giù a capofitto da un’alta torre ed uccidersi quando proprio la torre su cui è salita decide di aiutarla. Le spiega la strada per raggiungere l’entrata degli inferi e le dà alcuni buoni consigli: Psiche dovrà portare con se due monete e due focacce impastate col miele. Incontrerà sulla sua strada un asinaio zoppo con un asino zoppo, e l’asinaio le chiederà di aiutarlo a raccogliere la legna che gli è caduta in terra. Psiche dovrà tirare dritto senza ascoltarlo. Quindi dovrà farsi traghettare lungo il lago sotterraneo che conduce al regno di Ade pagando Caronte con una moneta che questi raccoglierà dalla bocca di Psiche. Non dovrà dare ascolto né a un vecchio morto che tornerà a galla nel lago per chiedere di essere traghettato, né alle tessitrici che chiederanno il suo aiuto. La legge divina vieta a Psiche di toccare la loro opera e di interferire [dice la Torre: “laggiù la pietà ti è interdetta dalle leggi: Tutti questi sono tranelli di Venere”]. Soddisferà il feroce cane Cerbero, che sta a guardia degli inferi, con una delle focacce. Una volta giunta agli inferi, Persefone le offrirà un pasto sostanzioso, ma Psiche dovrà chiedere un tozzo di pane secco e mangiare solo quello. Ripresa la scatola con il suo prezioso contenuto potrà tornare indietro dando a Cerbero e a Caronte l’altra focaccia e l’altra moneta. “Ma soprattutto” – si raccomanda la Torre – “non aprire mai la scatola!”. Ma Psiche, che vuole riconquistare Eros ed essere ancora più bella apre la scatola e un sonno infero la assale. La risveglierà Eros per condurla con lui in cielo. [fuoco: saper vedere la vera funzione di ogni cosa, il suo motivo d’essere, la trama dietro le apparenze. Non auto commiserarsi, essere spietati con se stessi e quindi non proiettare all’esterno le proprie parti deboli e malate] Nell’infrangere il primo divieto Psiche è spinta dagli squilibri dell’anima (invidia, brama, gelosia, le sorelle malvage) a contemplare il volto di Amore. È ciò che fanno normalmente i riduzionisti quando cercano disperatamente di razionalizzare ciò che è irriducibile alla ragione. Dopo una purificazione (morte delle sorelle, parti impure dell’anima), Psiche affronta la prova dei 4 elementi e la supera. Infrange quindi anche il secondo divieto, mentre reca in mano quella stessa scatola che quasi tutte le Kore del museo archeologico di Atene portano in dote a Persefone… Paradossalmente è proprio infrangendo il secondo divieto, aprendo la scatola destinata a Venere e addormentandosi quindi nel sonno della morte che Psiche riesce a riunirsi ad Eros e ad ascendere al cielo con lui. |