Il Cuore del mondo

Domande e RisposteIn base agli scritti di Guénon (ma non solo…) è evidente, dal suo punto di vista, la esistenza di una “tradizione primordiale”. […] Credo che la tradizione primordiale esista ed abbia un senso nel percorso iniziatico di chi si vuole liberare. Non penso che questa credenza sia in contrasto con le leggi e le scoperte scientifiche.

Il Cuore del mondo

di Athos A. Altomonte

D: In base agli scritti di Guénon (ma non solo…) è evidente, dal suo punto di vista, la esistenza di una “tradizione primordiale”. […] Credo che la tradizione primordiale esista ed abbia un senso nel percorso iniziatico di chi si vuole liberare. Non penso che questa credenza sia in contrasto con le leggi e le scoperte scientifiche. Riflettendo il pensiero va anche ad “analogie” (metto però il termine tra virgolette) con aspetti della scienza. Quali? Tre possibili risposte: 1. Il mondo junghiano degli archetipi e dell’inconscio collettivo; 2. Il prima del big bang (ammesso che abbia senso parlarne); 3. Quelli che Jacques Monod chiama “tentativi” della prima molecola “viva”. Lui li vede come tentativi casuali (appunto parla di “Caso e necessità”), ma non potrebbero essere tentativi vari di qualcuno? Dalla partenza, tutto segue con le leggi che la scienza cerca di scoprire.
Per usare un riferimento simbolico massonico, la parola che Hiram possedeva è andata perduta. Dopo la morte di Hiram siamo nel mondo della costruzione materiale ove valgono le leggi e le regole delle costruzioni materiali. Forse chi riuscirà a trovare la vera parola perduta, non quella sostitutiva, riuscirà a comprendere il disegno primordiale (raggiungere la tradizione universale)? M.

R: E se il “cuore del mondo” fosse il cuore dell’umanità? E se il centro della cultura primordiale fosse il piano della coscienza spirituale?

Kant credeva in un senso di giustizia “innato”, superiore ai codici umani, che troppo spesso sono costruiti a favore d’una parte e a sfavore di un altra.

I Maestri Sufi (non i danzatori, per carità) insegnano che l’Eden, il paradiso terrestre, circoscritto da quattro fiumi, sia la metafora iniziatica del cuore umano (di uomo e di donna) ed i 4 affluenti che lo circondano siano i flussi d’energia vitale che scorrono nei 4 arti del corpo umano, braccia e gambe (vedi i L’Apocalisse e i 4 fiumi dell’Eden). La Loro scuola iniziatica, insegna come “accedere” a questo paradiso di pace e saggezza, in unione con il trascendente e diventando trascendenti noi stessi.

Il pensiero iniziatico ritiene che tutto quello che è andato “perduto o smarrito”non è posto all’esterno dell’essere umano ma al suo interno. E la ricerca di “ciò che è andato perduto” è, come insegna Dante (ma non solo), un Viaggio interiore (vedi Esoterismo dei 4 viaggi dell’iniziazione massonica). Questo fu l’errore di Parsifal, che andò cercando il Santo Graal (l’accensione del centro cardiaco, ossia, del centro cristico) per terra e per mare, ma non nel posto dove “giaceva inerte”, cioè, dentro di lui (vedi Come cercare sé stessi).

La perdita di coscienza di sé come Ego (archetipo dell’Idea) o anima, o spirito (la monade platonica) è la “Parola perduta”. La “Parola perduta” è il vero nome dell’Iniziato (reale) e questo nome rappresenta la “rivelazione” della sua identità “occulta” (vedi il Nome Occulto dell’Iniziato nel paragrafo Le parole-simbolo AUM ed OM ).

Identità (occulta) e tradizione primigenia hanno un denominatore comune: il riconoscimento di Sé e la propria funzione nell’Opera universale (divina). Questa “rivelazione” è deposta in uno scrigno (sfera coscienziale) la cui chiave “è spezzata” e va ricomposta (vedi La Chiave spezzata).

Caro Amico, non intendo proseguire con i significati simbolici della chiave. Prima di tutto perché non pretendo di poter indicare nessuna “nuova via” per interpretare la simbologia iniziatica. Ma visto che hai citato Jung, ho voluto inserirmi in alcuni punti del tuo ragionamento sul simbolismo.

Anche sulla “leggenda” di Hiram e dei 4 Maestri segreti ci sarebbe molto da dire.

La mia è stata solo una breve imbastitura, del tutto insufficiente me ne rendo conto.

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