Il Feng Shui tradizionale: radici storiche e basi filosofiche

Letture d'Esoterismo OrientalePer capire che cos’è il Feng Shui e comprendere perché ancora oggi è uno strumento utile dobbiamo tornare indietro nel tempo, alle sue origini, all’epoca d’oro del pensiero cinese. Il periodo predinastico dei Zhou orientali (771 a.C – 221 a.C.), “cinque secoli in cui vi fu solo una parvenza di autorità centrale, fu un’era di sviluppo dinamico, durante il quale si assistette al prorompere di grandi energie e di un grandioso spirito creativo, un’età che non trova paragoni in nessun altro successivo periodo della storia cinese. Forse la molteplicità degli stati e le loro rivalità agirono come elementi di stimolo”.

Il Feng Shui tradizionale: radici storiche e basi filosofiche

di Alessandra Mazzocchi

Per capire che cos’è il Feng Shui e comprendere perché ancora oggi è uno strumento utile dobbiamo tornare indietro nel tempo, alle sue origini, all’epoca d’oro del pensiero cinese. Il periodo predinastico dei Zhou orientali (771 a.C – 221 a.C.), “cinque secoli in cui vi fu solo una parvenza di autorità centrale, fu un’era di sviluppo dinamico, durante il quale si assistette al prorompere di grandi energie e di un grandioso spirito creativo, un’età che non trova paragoni in nessun altro successivo periodo della storia cinese. Forse la molteplicità degli stati e le loro rivalità agirono come elementi di stimolo” [1].

Durante questo periodo la Cina recupera lo svantaggio tecnologico rispetto alle culture dell’Asia mediorientale e del bacino del Mediterraneo: l’introduzione del ferro nel lavoro dei campi e il controllo delle acque per l’irrigazione danno inizio ad una vera e propria rivoluzione agricola che ha come riflesso l’incremento demografico, il rapido sviluppo del commercio e un enorme accrescimento della ricchezza. Dobbiamo immaginare quest’era come una sorta di rinascimento con un grande fiorire d’idee, di saggi, di eroi e di briganti, durante il quale i vari staterelli in cui era ancora divisa la Cina [2], facevano a gara per accaparrarsi i servigi di insegnanti, pensatori, filosofi e burocrati di professione; si viaggiava continuamente da uno stato all’altro e con gli uomini viaggiavano le idee.

Ogni famiglia aristocratica teneva con sé anche esperti di occultismo, chiamati fang shi [3], che praticavano le Sei Arti Occulte e cioè: l’astrologia, gli almanacchi, i cinque elementi, l’I Ching, vari altri metodi divinatori ed il sistema della forma che più tardi prese il nome di Feng Shui; essi si trasmettevano l’arte di padre in figlio e venivano consultati in ogni occasione importante. Con i cambiamenti sociali alla fine dell’epoca Zhou e la disgregazione dell’aristocrazia, molti tra i fang shi furono costretti ad abbandonare i loro mecenati e ad andare errando nel paese in cerca di un’occupazione, a volte anche tra il popolo.

A partire da questo periodo l’interesse filosofico dei cinesi si incentra sull’uomo, in netto contrasto con l’importanza attribuita al divino e al mondo ultraterreno dalle filosofie dell’India e di molte civiltà mediterranee. Pur avendo come divinità supreme Shang Di e Tian e credendo nell’esistenza di un gran numero di spiriti e di esseri soprannaturali, i cinesi di epoca Zhou portarono il loro interesse prevalentemente sull’uomo e sui suoi rapporti con l’ambiente sociale circostante, ma più che attribuire importanza all’individuo, essi presero in considerazione l’uomo in quanto membro della società.

Due correnti principali si delineano intorno al IV secolo a.C., il Confucianesimo, che si incentra sulla condotta eticamente irreprensibile, sull’equilibrio tra virtù interiori e comportamento esteriore, sull’ordine e sul rispetto dei riti e delle relazioni; e il Taoismo, prevalentemente una filosofia di protesta, la ribellione dell’uomo comune contro il crescente dispotismo dei governanti, e la ribellione dell’uomo non comune, dotato di intelligenza e sensibilità, contro la rigidità crescente dei moralisti. I taoisti presero fermamente le difese dell’indipendenza dell’individuo la cui sola preoccupazione doveva essere quella di adattarsi al grande modello della natura e di raggiungere l’unione dell’uomo con un ordine naturale impersonale.

In questo contesto si inserisce il Feng Shui, il quale ricerca l’armonia fra l’uomo e l’ambiente che lo circonda e l’occultismo si trasforma allora in scienza, quando abbandona la credenza in forze soprannaturali e cerca di interpretare l’universo in termini di forze naturali attraverso lo studio del paesaggio, delle stagioni, del clima e dei cicli celesti per comprendere l’ambiente. Confluiscono nel Feng Shui l’astrologia, l’I Ching, gli almanacchi e i cinque elementi. La teoria dei Cinque Elementi, in cinese Wu Xing, compare per la prima volta in un testo che risale, secondo la tradizione, al XII secolo a.C. ed è attribuita al mitico re Yu, fondatore del regno di Xia nel XXII secolo a.C.; anche l’invenzione della bussola è attribuita ad un sovrano mitologico, Huang Di, detto l’Imperatore Giallo, leggendario imperatore cinese, definito un eroe culturale e considerato l’antenato di tutti gli Han [4]. Secondo la tradizione, nel 2634 a.C. utilizzò un carro con uno speciale dispositivo differenziale collegato alle ruote che faceva sì che una statua puntasse sempre nella stessa direzione nonostante le curve compiute dal veicolo e grazie al quale ebbe la meglio in una importante battaglia combattuta nella nebbia.

Altro elemento Feng Shui che risale ad un’era protostorica è il quadrato magico Lo Shu, che sarebbe emerso davanti agli occhi dell’Imperatore Yu della dinastia Xia, disegnato sul carapace di una tartaruga che in quel momento affiorava dalle acque del Fiume Giallo.

È probabile che il Taoismo abbia assorbito le tradizioni precedenti e le abbia rielaborate in maniera organica nelle opere classiche che oggi conosciamo, tra le più importanti il Dao De Jing del VI secolo a.C. e il Chuang Zi del IV secolo a.C. Questi testi hanno come fulcro il concetto della virtù intesa con il non compiere nessuna azione contraria alla natura seguendo il principio del wei wu wei, e cioè “fare il non fare”.

I taoisti elaborarono anche la teoria del microcosmo riflesso nel macrocosmo, teoria che oggi la matematica moderna ha codificato. La proprietà di riprodurre se stessi dal piccolo al grande prende il nome di autosimilarità (o autosomiglianza): una parte dell’oggetto è simile al tutto. In geometria gli oggetti che sono autosimili vengono definiti frattali e possono essere costruiti seguendo precise regole di tipo matematico ed espressi con la seguente formula [5]:

«Consideriamo un insieme di N trasformazioni (non necessariamente affini) del piano cartesiano: { T1 , T2 , T3 , …, TN } ed applichiamole allo stesso sottoinsieme A del piano. Come risultato otterremo una famiglia di N sottoinsiemi del piano cartesiano { T1 ( A ), T2 ( A ), T3 ( A ), …, TN ( A )}. Sia A1 l’insieme ottenuto come unione di questi sottoinsiemi. Applichiamo di nuovo le N trasformazioni all’insieme A1 così ottenuto e consideriamo l’unione degli N insiemi immagine. Chiamiamo questo insieme A2 . Agiamo nello stesso modo su A2 e otteniamo A3.»

Possiamo ben dire quindi che la formula dei frattali, che codifica scientificamente una speculazione filosofica del 400 a.C., rende il Feng Shui una disciplina rigorosa e non più associabile alla magia.

Nel corso dei secoli i fang shi hanno continuato ad operare e a servire aristocratici, funzionari e imperatori e in Asia in effetti non hanno mai smesso, ma col tempo quest’arte si è evoluta al punto che, in epoca Song (960-1279 d.C.), nacquero due correnti: la “Scuola della bussola” e la “Scuola della forma”. La prima perfezionò l’uso della “bussola geomantica”, che consisteva in un disco con un ago magnetico al centro; i cerchi concentrici esterni contenevano gli Otto trigrammi, le Cinque Fasi e gli indicatori del calendario duodecimale cinese, i Rami Terrestri e gli Steli Celesti, nonché altri indici astronomici e cosmologici. I seguaci della forma erano più legati alle qualità concrete del paesaggio, percorso e scrutato attentamente dall’esperto il quale trovava le correnti nascoste nella terra, definite “Vene dei Draghi”, che non dovevano essere lese dalle costruzioni. Entrambe le scuole si basavano sullo stesso principio: costruire gli edifici in modo tale che venissero integrati nell’ambiente invece di dominarlo.

Ma cosa succede oggi? Le società contemporanee si fondano sul vivere e lavorare in ambienti urbani affollati, dove il ritmo della vita è estremamente veloce e il nostro legame col pianeta è ormai quasi sepolto dal cemento. Tuttavia le “vene del drago” sono ancora pulsanti e le nostre case ne avvertono la forza oggi come succedeva nell’antica Cina un tempo.

Dobbiamo immaginare che la casa è un’entità vivente, deve respirare, deve ricevere una quantità sufficiente di energia che sia anche di buona qualità; essa viene influenzata dalle configurazioni esterne e dall’orientamento delle porte che guidano il Chi dentro e fuori l’abitazione. Il Feng Shui tradizionale ha come scopo quello di realizzare l’unione dell’Energia Yin (Energia Terrestre) con quella Yang (Energia Celeste) all’interno della casa, sulla base di un meticoloso e dettagliato calcolo collegato ai movimenti planetari che serve a riconoscere le conformazioni energetiche presenti e ad armonizzarle se necessario.

Il più potente tra tutti gli stili di Feng Shui é chiamato “Yuen Hom” o “Mistero del Vuoto”. Questo stile di Feng Shui fu costantemente applicato presso le Corti Imperiali Cinesi durante molte dinastie, e si basa su una vasta e complessa interpretazione dei 64 Esagrammi dell’I Ching, o Libro dei Mutamenti, il quale descrive tutte le manifestazioni delle energie vitali. All’interno della casa, attraverso lo stile Yuen Hom, si possono individuare specifici centri energetici, collegati a particolari tipi di energia e alla vita degli occupanti. Quando questi centri energetici risultano bloccati, contemporaneamente anche gli aspetti corrispondenti della vita della persona che occupa quella casa potrebbero esserlo. Il Feng Shui tradizionale include anche una dettagliata valutazione dell’ambiente esterno, che influenza in modo specifico i singoli occupanti di una casa, oltre ad avere effetti a livello energetico su particolari arti e organi del corpo.

Attraverso un’attenta analisi basata su calcoli dello Yuen Hom, il consulente è in grado di accedere a canali di energia e sfruttarli, allo stesso modo in cui opera l’agopuntura, che individua i canali del Chi presenti nel corpo e li manipola liberandoli dai blocchi. È evidente il parallelismo tra microcosmo e macrocosmo e proprio basandosi su di esso che il professionista può identificare e correggere gli squilibri nelle case e di riflesso nella vita delle persone.

Poiché ogni casa è lo specchio di chi la abita, come ogni cosa che ci appartenga o che sia realizzata da noi, essa racconta un po’ di noi, della nostra visione del mondo e delle nostre esperienze e qui ci viene in aiuto la teoria del microcosmo riflesso nel macrocosmo; il posto in cui abbiamo scelto di abitare codifica in un certo senso la nostra sensibilità e dice molto sulla nostra personalità e carattere, indipendentemente dal fatto che ne siamo consapevoli o no. Il consulente svela queste connessioni sottili ed è in grado di dirci per quale ragione, in questo momento della nostra vita, scegliamo di vivere in una particolare casa, con uno specifico orientamento e con determinate caratteristiche, le influenze che questa casa ha su di noi, verso quale tipo di vita il nostro istinto ci ha guidato e gli insegnamenti che siamo pronti a ricevere. Con una sorta di lavoro maieutico, il consulente ci porta così ad un livello profondo di comprensione della nostra situazione attuale perché siamo pronti per ascoltare, capire, cambiare e fare un ulteriore passo sul cammino della consapevolezza.

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Note

1. Cfr.: E.O. Reischauer, J.K. Fairbank, “Storia dell’Asia orientale” pag. 61 – Giulio Einaudi editore, 1974, Torino (torna al testo)

2. Ricordiamo che l’unificazione della Cina avviene nel 221 a.C. ad opera di Qin Shi Huangdi. (torna al testo)

3. La traduzione letterale è “gentiluomini con ricette” volendo intendere persone che con le loro conoscenze erano in grado di trovare soluzioni ai problemi. (torna al testo)

4. Per popolo Han si fa riferimento generalmente all’etnia cinese maggioritaria che costituisce circa il 92% della popolazione ed è distinta dalle altre 55 etnie presenti in Cina. Prende il suo nome dalla Dinastia Han che ebbe il merito di unificare il nord della Cina a partire dal 202 a.C. (torna al testo)

5. Cfr.: Laura Lotti, e-mail: webmaster@frattali.it (torna al testo)

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