Sulla Trasmutazione metallica /4

MassoneriaI criteri dell’Opera di Trasmutazione – Riconoscimento e disconoscimento – [Spirito, Spirituale, Spiritualità] – Dall’identificazione alla sintesi – [Sublimazione e Sintesi] – [Telepatia Verticale] – Il Potere del Serpente – [Yoga]

I criteri dell’Opera di Trasmutazione da un’identità personale e profana a quella iniziatica, sono esprimibili in 6 parole chiave.

Sulla Trasmutazione metallica /4

di Athos A. Altomonte

Il Viaggio come itinerario interiore verso la trasformazione iniziatica

ed una breve analisi sul significato del Segreto massonico

Sommario: I criteri dell’Opera di TrasmutazioneRiconoscimento e disconoscimento – [Spirito, Spirituale, Spiritualità] – Dall’identificazione alla sintesi – [Sublimazione e Sintesi] – [Telepatia Verticale] – Il Potere del Serpente – [Yoga]

I criteri dell’Opera di Trasmutazione

I criteri dell’Opera di Trasmutazione da un’identità personale e profana a quella iniziatica, sono esprimibili in 6 parole chiave. Queste sono nell’ordine:

il riconoscimento – il disconoscimento – l’identificazione – la trasmutazione – la sublimazione – la sintesi.

Riconoscimento e disconoscimento

Il primo criterio mira a riconoscere e separare tutti quei molteplici strati di “opinioni” (i veli della Filosofia Ermetica) che sono state sovrapposte alla sintesi della Verità iniziatica una ed universale, dalle diverse ideologie, linguaggi e interpretazioni superstiziose o dottrinali minori. Questo riconoscerne le distorsioni, separandole dalla verità, concorre al loro dissolvimento. In questo caso, il criterio di riconoscimento e quello d’esoterismo sono sinonimi.

Questa del riconoscimento è l’opera d’Alchimia mentale indicata nella Tabula Smaragdina e conosciuta come Verba Secretorum Hermetis:

« …Separa allora la terra dal fuoco, ed il sottile o fine dal grossolano o spesso, delicatamente e dolcemente, con grande comprensione e modestia….
Ne conseguiranno mirabili combinazioni e si verificheranno molti prodigi: la via per realizzarli è questa. E per questo sono stato chiamato Ermes Trismegisto ovvero Mercurius triplo: perché possiedo le tre parti della saggezza di tutto il mondo.
Ciò sia detto del capolavoro della chymia oppure del Lapide philosophorum.»

Per «le tre parti della saggezza di tutto il mondo», s’intenda quella delle tre Triadi. Terra (il corpo), Acqua ed Aria (le due menti, inf. e sup.), Fuoco (lo spirito igneo)

I metalli volgari sono i desideri, i modelli ed i miti che muovono il mondo dei profani. Potere, sesso, denaro; interpretazioni personali; opinioni religiose oppressive e repressive; l’eccesso ed il fanatismo ideologico; questi sono tutti elementi che vanno a costituire quelle che vengono definite in psicologia, le subpersonalità dell’uomo.

Non sarà sufficiente lavorare alla loro individuazione ed alla loro rimozione (il riconoscimento), ma occorrerà disidentificarsi da un “male” più sottile, quello costituito dai ruoli. Dal credersi qualcosa che appartenga in qualche modo alla sfera emotiva o mentale inferiore. I ruoli profani con cui l’adepto è identificato e che interpreta credendoli inconsciamente essere sé stesso, la propria identità personale. Questa attenta opera di discriminazione fra reale ed illusorio è la fase più delicata della crescita iniziatica, pertanto, l’ausilio di un Fratello Esperto e Terribile è non solo auspicabile ma indispensabile (vedine l’allegoria, nella figura di colui che guida i passi dell’iniziando attraverso tutti i Viaggi che, dall’oscurità, lo conducono verso la Luce dell’Iniziazione), per due ordini di motivi.

Il primo è quello che nessun adepto è in grado di autodiagnosticarsi la presenza, la colorazione e la qualità di una subpersonalità, soprattutto nella fase in cui questa riducendosi ai minimi termini, pare scomparire. Secondo motivo, il Fratello esperto (nella guida) e terribile (nei confronti delle viltà metalliche) fungerà da specchio (lo Speculum dell’Iniziato è la propria coscienza animica ma per l’adepto lo sarà l’intelligenza, la sensibilità e la percettività d’un Fratello maggiore), riflettendogli nettamente e senza distorsioni personali, gli effetti della progressione e la reale consistenza del suo stato psichico ed emotivo in tempo reale. In altre parole, egli fungerà da baricentro egoico (come un barometro misura costantemente le variazioni climatiche) sino a quando l’adepto non sarà in grado di assolvere a quel compito autonomamente, e questo, nel senso più acritico del termine, può essere considerata una costante “tegolatura”, che può essere rivolta all’interno come all’esterno d’ogni Fratello (oltre che di sé stessi naturalmente).

Dopo aver considerato i metalli esteriori dei modelli profani, definiamo il teorema di riconoscimento e di disconoscimento dal ruolo. Per esemplificare l’argomento useremo una serie di esempi che ci auguriamo si dimostrino semplici ma efficaci.

Le parole-simbolo di ogni identificazione sono: «io sono questo ed io sono quello» mentre, quelle di ogni disidentificazione saranno: «io non sono questo e io non sono quello». L’adepto per raggiungere il suo scopo, dovrà prima usare la combinazione tra quei due simboli «io non sono quello, ma sono questo», per poi giungere all’affermazione del fatto: «io sono questo». L’affermazione, è un atto di volontà che non consente equivoci interiori perché è il riflesso che s’emana dalla Mente cosmica. Infatti Essa s’afferma (aspetto Volontà) con «Io sono Colui che è» – l’‘Ehjeh ‘Asher ‘Ehjeh della Qabbalah ch’è posto al di sopra (al di fuori) dell’Albero Sephirotico.

Possiamo esprimere l’essenza della Trasmutazione per gli Antichi Misteri in due Precetti: uno essoterico «Conosci te stesso» ed un altro esoterico «Tutto diparte dalla Mente (cosmica) e tutto vi ritorna». In ambedue i Precetti s’evidenzia un ordinato metodo d’avanzamento. Il primo Precetto, essoterico, contiene un preciso invito alla ricerca introspettiva e al lavoro interiore, assimilabile dunque al principio ermetico di V.I.T.R.I.O.L. Nel secondo, esoterico, è implicito l’invito a comporre un inanellamento di identificazioni d’ordine superiore che comporta quello che nei termini comuni, viene definita una graduale espansione di coscienza dell’iniziato. Questa espansione, se ben condotta, può giungere ad oltrepassare anche i piani alti della mente, sino a raggiungere la percezione dell’Archetipo Uno attraverso il collegamento interiore con la Mente (Luce) cosmica. Questo collegamento è contenuto nel simbolismo del “Ponte” degli ermetisti ed in quello dell’Arco Reale posto nella 13ma Alta Camera Rituale della Piramide Scozzese. Il medesimo concetto viene insegnato nelle Scuole iniziatiche orientali, nel simbolismo del Sutratma, il ponte aureo dinamico e discendente dello spirito (la Triade monadica, Osiride) e dell’Antahkarana, il ponte argenteo ricettivo ed ascendente, tra Personalità ed Anima (la Triade animica, Iside).

Questo inanellamento d’identificazione e di espansioni di coscienza, viene contenuto in quell’insegnamento della filosofia ermetica chiamato Aurea Catena Homeri, purtroppo non ne possiamo esporre i contenuti in questa breve trattazione ma, ogni buon ricercatore potrà ritrovarla nei testi ermetici (vedi la nota “La Pietra d’Acqua” in Alchimia Spirituale V ).

Appare inequivocabile come, per l’adepto, la lotta tra i (propri) Titani (l’Ego e le subpersonalità) si svolga tutta all’interno della propria coscienza e che l’Armageddon, è una formula allegorica per indicare una guerra che si combatte essenzialmente nei piani psichici.

Ecco perché nella filosofia esoterica, la Camera di Mezzo dell’iniziato è la sfera di Psiche (il Tempio di Salomone), attorniata dalle oscure subpersonalità che ne abitano i piani inferiori (i compagni, gli apprendisti ed i profani), in cerca della Luce della Triade (il primo Maestro Segreto) che schiarisca loro “il cammino” per raggiungere la Vera-Luce di Horus-Hiram.

Hiram è il Sole Spirituale* interiore dell’Iniziato, la sua Monade.

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* Spirito, Spirituale, Spiritualità – Bisogna distinguere lo Spirito nella sua essenza dalle caratteristiche attraverso cui esso si rivela. Afferma Assagioli nelle sue opere. Lo Spirito per se stesso è la Realtà Suprema nel suo aspetto trascendente, cioè assoluto, privo di ogni limitazione e determinazione concreta. Trascende ogni limite di tempo e di spazio, ogni vincolo materiale; è nella sua essenza, eterno, infinito, libero e universale. Spirituale, nella sua più ampia connotazione psicosintetica, non include solamente le esperienze specificatamente religiose, ma tutti gli stati di coscienza e tutte le funzioni ed attività, che riguardano i valori superiori alla media, valori etici, estetici, eroici, umanitari ed altruistici. La Spiritualità non consiste in teorie ed astrazioni, non è un idealismo separato dalla vita. Consiste anzitutto nel considerare i problemi della vita da un punto di vista elevato, comprensivo e sintetico. Nel saggiare tutto in base ai veri valori, nel cercare d’arrivare all’essenza d’ogni fatto senza lasciarsi arrestare dalle apparenze esterne, né illudere dalle opinioni tradizionali, dagli influssi collettivi, dalle tendenze, dalle emozioni, dai preconcetti personali. Nell’uomo, si riconosce dall’assenza in lui di compartimenti stagni, dalla mancanza d’opposizione fra cuore e mente, fra anima e corpo, fra vita interna e vita pratica che si estende alla vita sociale.
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Torniamo ora con alcuni piccoli esempi, ai criteri che creano la disidentificazione dai ruoli profani e l’identificazione nei Principi iniziatici.

Nell’affermare: io sono medico, io sono operaio, io sono italiano, io sono cattolico, io sono maschio o femmina, l’individualità dell’adepto è assorbita, assimilata ed identificata in ruoli profani. Nei primi due esempi l’identificazione è con un ruolo sociale; nel seguente da un’identificazione personale con un punto geografico; poi con un linguaggio interpretativo, particolare e separativo della Religione universale, ed infine l’identificazione è attuata con la Forma materiale (il corpo fisico).

In realtà la coscienza individuale della mente superiore non è nulla di tutto questo, e quelle identificazioni a volte relative, a volte distorte, a volte illusorie, creano in essa dei conflitti interiori e del dolore. Non entreremo nel contesto delle malattie psicosomatiche, ci basta indicarne allo studioso il collegamento in questo punto. Nei casi d’identificazioni distorte e violente che raggiungano sino ai piani alti della Psiche, tutto questo s’aggrava ulteriormente tant’è che in quel caso, viene detto che “l’Anima s’ammala”, altrimenti che “lo Spirito è malato”. Di conseguenza s’ammala anche la mente inferiore con malattie psichiche come la malinconia, le depressioni ed i conflitti interni ed infine, decade anche il corpo fisico. Dice un antico Precetto che, per guarire il Corpo bisogna guarire prima la Mente. Questi avvenimenti comportano delle concause negative che, molto spesso, seguono l’Uomo in più immersioni nelle proprie Forme materiali. Queste concause negative vengono dette ripercussioni sui piani inferiori. Accenniamo appena che le ripercussioni hanno a che vedere, in senso negativo (ne distorcono l’armonica), col suono silenzioso (lo abbiamo chiamato anche il Nome Occulto) che si genera in tutti i piani di manifestazione. Questo è l’effetto tonico o distonico dell’energia in moto, il suono per attrito tra energia spirituale ed energia materiale (come il fenomeno detto effetto Joule nelle correnti elettriche).

Modificando l’atteggiamento mentale, l’adepto comincerà ad adattarsi ad una piccola ma non semplice decodificazione ed inizierà affermando (interiormente): io faccio il medico, io faccio l’operaio, io vivo e lavoro in questo paese, io sono abituato al linguaggio cattolico, io sono nato in un corpo maschile o femminile.

Dall’identificazione alla sintesi

Continuando con gli esempi delle 5 situazioni psicologiche prese in considerazione (ma la gamma potrebbe essere quasi infinita), potremmo progredire sommando la disidentificazione ad una nuova identificazione ma, d’ordine superiore. Ecco apparire un nuovo equilibrio tra, un ruolo necessario ed un valore auspicato : io faccio il medico o l’operaio ma sono un maestro massone ; io vivo e lavoro in Italia ma sono un adepto (e conosco il Principio dell’Universalità planetaria ); io comprendo questo linguaggio religioso ma sono un iniziato (e tendo allora a comprenderli tutti ); io sono immerso in un corpo maschile o femminile ma sono una mente pura (androgina emotivamente). È implicito che se l’iniziato lo è solo virtualmente, privo cioè d’un vero spessore intellettuale legato ai significati della Tradizione, la sua rimarrà solo un’aspirazione, un semplice desiderio d’identificazione con il Principio iniziatico e ciò, per così dire, sortirebbe gli stessi effetti di una preghiera, non evocativa ma di tipo devozionale, cioè nulla.

Fermo restando la necessità d’un ruolo sociale ma privo di effimere ambizioni o sovradimensionato rispetto ai reali doveri e necessità, questo graduale processo d’inanellamento da una forma-pensiero inferiore ad una forma-pensiero superiore, facendo agglutinare l’inferiore in quella superiore, conduce direttamente alla sublimazione e di conseguenza alla sintesi*. Questo è il percorso della «Trasmutazione» che termina nel riconoscimento interiore di «io sono questo» e cioè “Io sono un Iniziato” perché riconosco di identificarmi nel Principio Uno dell’Iniziazione. Questo Principio Uno è rappresentato dalla conoscenza del Mistero Maggiore ri-velato (velato due volte) da Horus-Hiram che a sua volta, nel suo Simbolo, vela l’identità del Grande Architetto dell’Universo.

«La Conoscenza è l’identificazione personale con una realtà, e non un semplice atto speculativo».

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* Sublimazione e Sintesi – La sublimazione e la sintesi sono due concetti significativi dell’Antica Tradizione presenti nella moderna psicosintesi. Vediamone con esattezza il significato. Per la psicosintesi la Sublimazione è un processo di trasformazione analogo a quello chimico, per cui l’energia è portata a livello superiore, lasciando in fondo le scorie. Naturale, perciò spesso spontaneo, può venir attuato mediante l’azione della volontà. Tecnica usata in psicosintesi con modi e mezzi che possono essere così riassunti: elevazione delle energie da sublimare; purificazione dei moventi e delle intenzioni; interiorizzazione; estensione di coscienza ed infine nell’espressione esteriore (l’atto, parole e gesto). Per la sublimazione delle energie sessuali, un metodo energico è quello di una risoluta immersione nell’attività creativa. Sintesi, è una parola che deriva dal greco synthesis che corrisponde a “composizione”. Espressione di un principio universale è una delle manifestazioni della legge di sintropia. La sintesi, a differenza del miscuglio, ch’è la semplice somma delle proprietà dei singoli elementi, riassume due o più elementi in una unità superiore che ha qualità diverse da ciascuno di essi, in una realtà superiore che li comprende ed insieme li trascende. Per attuarla occorre l’azione potente di un più alto Principio regolatore. Questo Principio, nel nostro caso, è quello della Luce   Iniziatica. Il Principio spirituale.
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L’Iniziato, progredito nella sublimazione di sé nella sfera di coscienza della Triade animica, trova l’ultima “chiave” operativa che conduce alla sintesi finale del Viaggio iniziatico: il collegamento con il “proprio” Archetipo Uno, la propria Monade.

Non approfondiremo quest’ultimo concetto perché molto lontano dalla soglia speculativa, ma indicheremo com’esso sia legato al Logos planetario attraverso un processo di “Trasmissione” (questo non è il termine originale) con quell’Ente ch’è chiamata l’Anima Mundi (di genere femminile) ed al Logos Solare con lo Spiritus Mundi volatilis (di genere maschile); «Tutto diparte dalla Mente e tutto vi ritorna» e nello sviluppo di questo ultimo periodo c’è la spiegazione di tutta la scienza ermetica.

Non distante dall’inizio dell’Opera personale di Trasmutazione, alla percezione interiore dell’adepto (la soglia vigile della sua personalità) si presenta sempre con maggiore evidenza la presenza, riconoscibile per assonanza, dell’Ego o Sé sup. (il superconscio di Jung e la Psiche-Anima platonica) e conseguentemente appare anche la rispondenza magnetica della Triade animica (detta per questa sua qualità energetica attrattiva, Amore). È questa che produce, da parte sua, l’illuminazione della mente (con illuminazione s’intende, inizialmente, l’apertura dell’Occhio della Mente, la percezione telepatica* dei piani eterici ) nei piani inferiori, per condurli gradualmente a fondersi nella supercoscienza dell’Ego.

Questo metodo è chiamato negli antichi Commentari: l’Adombramento (dell’Anima sulla Personalità) mentre nei trattati ermetici, riconosciamo ancora l’Iniziazione discendente (della Triade sulla personalità inf.) e quanto ora esposto, è una « …delle mirabili combinazioni che verificheranno molti prodigi…» a cui si riferiva la citazione della Tavola Smeraldina di Ermete.

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* Telepatia Verticale – Telepatia vuole dire influenza a distanza e telepatia verticale, indica la distanza di livello fra io e il Sé. La Telepatia verticale (vedi Telepatia verticale) è dunque la facoltà di ricevere dall’alto, dal supercosciente individuale o dai livelli del supercosciente al di fuori dell’individuo stesso. Come quella orizzontale, si distingue in spontanea e provocata o, sperimentale. Nella spontanea, rientrano tutti fenomeni ispirativi. – Assagioli
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Il Potere del Serpente

La psicoanalisi della “libido” di S. Freud (fondatore in psicoanalisi della filosofia meccanicistica), del “superconscio” di C.G. Jung (fondatore in psicoanalisi della filosofia teleologica) e dell’“atto di volontà” di R. Assaggioli (fondatore in psicoanalisi della filosofia psicosintetica), solo per indicare sommariamente la genealogia del pensiero sul profondo, formano una scienza che, pur avendo attinto largamente alle psicodinamiche del Raja Yoga* della tradizione Vedica (la parte scritta risale c/a 5000 a.C, quella orale viene fatta risalire ad epoche anteriori), è però ancora troppo giovane per rappresentare un sostegno assoluto all’adepto che, voglia davvero trasmutarsi in Iniziato. Dovrà allora anch’egli tornare ad attingere alla Dottrina segreta della Scienza iniziatica (la stessa in tutti i Misteri) ed in modo particolare a quella branca che anticamente veniva chiamata: il Potere del Serpente.

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* Yoga – Yoga, nasce dalla radice sanscrita “yuj” che significa congiungere, unire. Si può definire come scienza dell’unione tra l’aspetto personale e quello transpersonale dell’uomo. Ma la parola-radice yuj significa unione, nel senso di “dominio”, quindi per Yoga s’intende il dominio e la disciplina degli elementi inferiori della natura umana, da parte di quelli superiori.
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In tempi recenti, attraverso pubblicazioni commerciali prive di scrupoli, le interpretazioni essoteriche dello Yoga, a partire dall’Hatha sino a giungere alle millenarie tecniche del potere mentale del Raja, sono state rese accessibili alla curiosità dell’acquirente anche senza l’ausilio d’una guida esperta. Questa facilità d’accesso all’esteriorità teorica, basato sulla curiosità e sull’improvvisazione, ha coinvolto molti occidentali soprattutto giovani, in paradossali pellegrinaggi sia psichici che fisici ed emotivi, creando i presupposti per situazioni a volte sfociate se non nella follia, in uno stato di permanente dissociazione mentale o, nei casi migliori, ad una separazione e ad un rifiuto della realtà sociale e culturale in cui essi erano radicalmente identificati, senza che però fossero poi capaci a sostituirla con la loro nuova dimensione, perché immaginifica e surreale. La cultura, la filosofia, il misticismo e la tradizione iniziatica orientale in cui sono immerse le radici degli Yoga (10 complessivamente), in special modo quelli considerati “alti” come il Raja e l’Agni (filosofia del Fuoco), in realtà per costoro sono del tutto impenetrabili e sin’anche ostili.

La speciale branca di Tecniche mentali detta del Potere del Serpente, supera notevolmente le routine del Raja Yoga che ne è solo la premessa. Non ci stupisce allora com’essa sia coperta con particolare rigore e se ne scorge la necessità quando si scopre che le sue routine, muovono le energie dei campi elettromagnetici della fisiologia umana. Questi campi energetici sono presenti all’esterno del corpo fisico, sommati comunemente in un unico termine generico, quello di Aura (elettro-vitale ed elettro-mentale), ma sono presenti anche al suo interno, e sono l’attivazione di quest’ultimi ad essere posti in essere dal Potere del Serpente.

Questo, trasmuta bruciando con il suo il Fuoco serpentino (elettrico); è quindi un agente distruttivo, molto pericoloso in mano d’improvvisati ed empirici sperimentatori. Il Serpente (ed il Drago) è il simbolo del Sapere iniziatico, il Potere che illumina ed il Fuoco che distrugge ogni forma a lui difforme.

Questo potere, simbolizzato nel Serpente o nel Drago alato (bisognerebbe fare poi un distinguo tra i vari colori che contengono altrettanti significati), è un’energia attiva ch’è assimilata al suo contralto cosmico (nucleare) ch’è chiamato nei testi ermetici della Qabbalah il Fohat, energia primigenia che si manifesta ad ogni livello del cosmo per l’attività dell’Archetipo Uno.

Quest’energia è chiamata Fuoco serpentino per la forma che assume muovendosi (salendo) attraverso i suoi tre canali energetici, uno diritto e due di forma sinusoidale. Tre canali attraverso i quali ascende verso il centro della testa dell’uomo, fluendo attraverso 7 centri o gangli energetici che ravviva uno dopo l’altro (iniziazione ascendente). Questo percorso coi suoi centri, i punti di congiunzione tra le tre forze, è perfettamente riconoscibile nel simbolo del Caduceo Ermetico. Per questo motivo, il Caduceo è il simbolo di Mercurio, la mente illuminata (dal sole interiore della sephira Tiphereth).

Eliphas Levi chiama «il Grande Serpente», la parte inferiore dell’Anima Mundi che riflette tutto il Bene e Male che s’emana dal Mondo della Materia. Con il potere di Discriminazione e di Retto Giudizio, l’Anima Mundi, lo Specchio del Mondo, diviene per l’Iniziato un’inesauribile Archivio di sapere. L’esistenza di questo Archivio speculare è anche riconosciuto dagli Iniziati d’Oriente che dicono, sia posto nella parte inferiore dell’Akasha, sinonimo arcaico del termine più recente di Anima Mundi.

Quando gli effetti dell’iniziazione discendente e quelli dell’iniziazione ascendente s’incontrano, avviene () la completa realizzazione dell’Opera di Trasmutazione dell’Uomo. Egli diviene così, per usare ancora un termine ermetico, un Uomo Reintegrato, l’Adamokadmon della Triade Sephirotica (nel senso microcosmico) il cui vertice è Kether.

A questo punto vorremmo dimostrare allo studioso nella massima sintesi, la fondatezza di quanto affermato dal Risp.le Fr. Eliphas Levi, a proposito di un’unica Scienza radicale. Come la tradizione ermetica ed ebraica, apparentemente distanti tra loro, in realtà esprimono il medesimo Principio e, se avessimo più spazio a disposizione, giungeremmo a poter dimostrare come ambedue derivino da una terza ancora più antica, quella caldea ma, anch’essa discende a sua volta da… e così via. Ma questo sarebbe, per così dire, uscire dal seminato.

Nei Rig-Veda (trascrizione parziale dell’insegnamento orale) e nei successivi Veda (insegnamento scritto), è riscontrabile il medesimo principio assimilato in seguito dall’ermetismo e trasposto successivamente in tutte le altre tradizioni minori. Questo principio descrive la “discesa” nella manifestazione dell’Archetipo Uno in una Trinità e questa si riflette nel microcosmo uomo in tre Triadi, quella monadica, quella animica ed infine quella fisica. I mistici le chiamano, spirito, anima e corpo (energia del corpo), mentre i rosacrociani le definiscono nei termini di Corpo di Gloria, Corpo di Luce e Corpo del Desiderio mentre, i R+C alchimisti quest’ultimo lo chiamavano, più scientificamente, il Corpo Calore. Tutte le tradizioni, inclusa l’ebraica, indicano in 9, i livelli di manifestazione di cui, solo 7 sono percettibili all’uomo. L’esposizione di questi 7 (9) livelli è identica, a parte il linguaggio, in tutte le tradizioni minori. Noi in questa breve relazione non possiamo far altro che indicarne l’analogia sperando che vi si possa intravedere come, nonostante i linguaggi, l’Insegnamento proposto è sempre lo stesso, Uno. Questo farebbe cadere la barriera della forma, che fa credere a molti giovani adepti, d’essere differenti da altri che, in realtà, usano solo un diverso linguaggio. Nell’Albero Sephirotico sono dimostrati in termini diversi (la forma) i medesimi principi (il contenuto). Nel macrocosmo è manifesta la Trinità che in ebraico è chiamata Briah Yezirah Assiah, questa si riflette (specularmente, al rovescio) nel microcosmo dando forma a: Neshamah (lo spirito), Ruah (l’Anima) e Nephesch (l’energia del C. denso, quello che gli ermetisti chiamano il C. eterico).

Neshamah, Ruah e Nephesch formano le tre Triadi che sono riconoscibili rispettivamente, nel triangolo (Neshamah-spirituale) formato dalle sephirot Kether-Chokmah-Binah, in quello (Ruah-animico) formato dalle sephirot Chesed-Geburah-Tiphereth ed infine in quello (Nephesch-eterico) formato dalle sephirot Nezach-Hod-Yesod-Malkuth.

La Triade superiore (con il vertice in Kether) è l’Adamokadmon, l’Uomo Celeste dei mistici, mentre il Quaternario inferiore (Malkuth) è l’Adamo terrestre. Quest’ultimo è sovente indicato con il plurale di Adamo-Adami o semplicemente di Adamo. Quei plurali stanno ad indicare la presenza nella sfera di vita materiale del principio dei cicli di reincarnazione che l’Adamo terrestre attraversa per ricongiungersi all’identità divina, sino a che egli stesso ridiverrà un Adamokadmon.

Prima di concludere questa digressione, sarà bene chiarire un concetto la cui duplice interpretazione potrebbe creare un qualche problema ad un giovane ricercatore. Vorremmo chiarire i motivi delle due interpretazioni che indicano il Corpo fisico dell’uomo, la sua Forma densa, a volte come Quaternario e a volte come Triade.

In Massoneria il simbolismo usa un Quadrato per indicare la Forma densa (il Quaternario), a cui viene sovrapposto un Triangolo per indicare la Triade animica (la Monade è il simbolo dell’occhio inserito nel triangolo equilatero, segno questo di perfezione geometrica della Forma spirituale). Vogliamo dire subito che entrambe le interpretazioni sono corrette, in loro muta solo il punto di vista.

La definizione di Quaternario riconosce come principio anche la “materia” organica del corpo denso e poi vi aggiunge i principi energetici di: eterico (elettrico-vitale, elettrico-mentale), mentale inferiore (detto anche astrale, per l’interazione che avviene tra gli stimoli e gl’istinti della forma e la mente concreta, per questa definita è dai R+C il corpo del desiderio. In psicologia è chiamato il piano emotivo) e mentale superiore o astratto.

La definizione di Triade fisica è frutto di una speculazione più sofisticata. Nel concetto di Triade, infatti, si considera la materia del corpo un non-principio perché, è solo la somma di principi a se stanti che non appartengono al Regno propriamente umano e da esso indipendenti perché appartengono a Regni di Natura diversi, ed esattamente a quelli minerale-vegetale-animale. Ne è la dimostrazione il loro ritorno ai “serbatoi” d’origine, alla dissoluzione fisiologica del corpo denso, mentre i principi superiori dell’uomo restano coesi e coscienti. Allora nella Triade fisica, vengono considerati solo i principi genuini (puri), quelli energetici di eterico-mentale. In altri termini, nel concetto di Triade, è riconosciuta la sola Personalità umana.