La telepatia verticale

Alchimia del FuocoIntroduzione ai fenomeni dello psichismo superiore

Con il termine di telepatia orizzontale si vuole indicare il contatto mentale tra due elementi psichici individuali, ovvero tra due diverse persone mentre, con telepatia verticale, si vorrà indicare quel fenomeno d’integrazione (comunicazione interiore) tra l’elemento psichico immerso nella fisiologicità del cervello (la coscienza dell’io personale, detto anche ego inferiore) e la propria controparte metafisica, cioè quella parte della medesima coscienza libera però dai limiti dei sensi corporali: la supercoscienza dell’anima che si esprime nei piani più densi sottostanti, attraverso l’Ego.

La telepatia verticale

di Athos A. Altomonte

Introduzione ai fenomeni dello psichismo superiore

La telepatia verticale, nell’accezione più ortodossa, è quel fenomeno di comunicazione che intercorre tra l’Ego (il Sè sup.) e la mente inferiore (la personalità).

Questo fenomeno è anche denominato: «Illuminazione».

Evento che nei Commentari del Maestro D.K. così viene definito: “la telepatia verticale è possibile quando l’estensione del senso dell’udito diventa tale da interessare la Psiche.”

L’estensione del senso dell’udito a cui si fa riferimento, è la possibilità per l’uomo, nel corso del suo sviluppo evolutivo, di prendere coscienza (o possesso) dei cosiddetti poteri psichici superiori (in oriente noti come siddhi). Questi “poteri della mente” altro non sono che le controparti più sottili dei sensi fisici; anzi, è certamente più corretto affermare che questi ultimi sono la controparte inferiore (eterico-fisica) delle capacità di pensiero dell’Ego. Nel caso che stiamo trattando, il senso che sul piano fisico si manifesta come udito, è presente a livello astrale come chiaroudienza che, a livello mentale superiore s’esprime come telepatia.

Gli antichi Commentari definiscono fenomeni di “psichismo inferiore” i sensi che si manifestano astralmente mentre quelli dello “psichismo superiore” appartengono ai piani più sottili della mente, cioè quelli più prossimi all’Ego.

In uno di questi viene presentata una comparazione in forma di tabella delle differenze che intercorrono tra i poteri psichici superiori e quelli inferiori:

Psichismo Superiore Psichismo Inferiore
Divino Animale
Controllato Incontrollato
Positivo (attivo) Negativo (passivo)
Applicato con intelligenza Automatico
Mediazione Medianità

Il processo telepatico è dunque un processo di comunicazione tra due elementi psichici di qualità dissimile ma che risultino in qualche modo collegabili tra loro, e questo collegamento è percepito dal cervello fisico al pari del senso dell’udito esteriore. Tali elementi possono essere due individui diversi e separati fisicamente, ed allora il processo viene definito telepatia orizzontale; oppure i due elementi possono essere parte di una stessa unità di coscienza individuale; in tal caso si parlerà allora di telepatia verticale. Ed è di questo secondo tipo di telepatia che vogliamo interessarci, introducendone alcuni aspetti basilari della Psicologia Esoterica.

Mentre per il corpo fisico esiste la distanza tra sé ed un altro veicolo fisico, per la psiche la distanza non esiste. Provate ad “immaginare” o a “ricordare” una persona o un evento. Tra l’atto e l’immagine non trascorre “tempo”, quindi quell’immediatezza dimostra semplicemente la non distanza tra il ricettore e l’evento. Parlando di telepatia orizzontale e verticale, si descrive in verità uno stesso metodo di comunicazione tra due elementi assonanti (simili ma non uguali).

Con il termine di telepatia orizzontale si vuole indicare il contatto mentale tra due elementi psichici individuali, ovvero tra due diverse persone mentre, con telepatia verticale, si vorrà indicare quel fenomeno d’integrazione (comunicazione interiore) tra l’elemento psichico immerso nella fisiologicità del cervello (la coscienza dell’io personale, detto anche ego inferiore) e la propria controparte metafisica, cioè quella parte della medesima coscienza libera però dai limiti dei sensi corporali: la supercoscienza dell’anima che si esprime nei piani più densi sottostanti, attraverso l’Ego.

La mente di un uomo è comunemente ancora scissa in due unità psichiche, per l’incapacità di quell’uomo di sentirsi un’unità integrata. Questa «disunione di coscienza» manifesta quel dualismo (virtuale) che viene definito psichismo inferiore e superiore

Lo psichismo inferiore sorge dall’identificazione della personalità (l’io inferiore) con gli istinti passionali della natura animale e con il desiderio egocentrico di “possedere” (pos-sesso) o di “ottenere” sempre qualcosa per sé.

Gli antichi definirono quella natura: astralismo. Ma è grazie all’astralismo che apparve la cosiddetta mente inferiore, che col tempo, e a seconda dell’evoluzione personale, divenne più o meno razionale. La mente inferiore è letteralmente l’apice della Triade fisica dell’uomo. È l’elemento psichico definito personalità, che coordina quanto deriva dall’attività dei sensi fisici determinando l’azione dei veicoli più densi come il corpo fisico, l’energetico-fisico (il corpo eterico), e l’energetico-emotivo (il corpo astrale). La mente superiore o astratta è il ponte di collegamento tra la Triade fisica appena citata, e la Triade animica: la controparte metafisica o spirituale dell’uomo, anch’essa composta di tre elementi di cui quello che ci interessa, per ora, è solo l’Ego. Come abbiamo già accennato, questi due diversi livelli di “autocoscienza” di , nell’uomo comune sono di norma ancora scollegati ed allora entrano spesso in conflitto tra loro a causa della scarsa consapevolezza ch’egli ha di se stesso, soprattutto della propria identità interiore.

“La mente è il campo di battaglia delle forze contenute nel microcosmo… Lo stadio d’evoluzione che abbiamo raggiunto è il punto di partenza della grande lotta .” – Some Thoughts on the Gita

“Il dispiegamento di tale processo si esplica con il coltivare quello che viene definito come atteggiamento dell’Osservatore. Quest’atteggiamento, consapevole, attento ma distaccato dagli eventi in sé, deve costituire l’atteggiamento dello studioso. Questi deve assumere e mantenere con fermezza la posizione dell’Osservatore, distaccato dall’apparato che gli permette di osservare e avere contatto con gli eventi dei fenomeni esteriori (la propria personalità). Deve riconoscersi in essenza come entità spirituale, di natura, fini e metodi diversi da quelli dei corpi di cui temporaneamente s’avvale: il corpo eterico-fisico, l’astrale e il mentale inferiore.”

E ancora: “l’atteggiamento dell’Osservatore si sviluppa attuando il distacco, il distacco dell’Osservatore da tutte le brame proprie del sé separato. Il motivo che incita all’osservazione è la conoscenza del giusto e del bello, e questa consapevolezza determina la costituzione d’un Aura pura che possa registrare in se stessa soltanto ciò che potrà servire ad illuminare la comprensione del Piano Divino.”

In quest’ottica, il primo obiettivo che deve porsi dunque colui che vuole calcare il “Sentiero dell’Iniziazione” è quello di acquisire l’autoconsapevolezza, sia come esistenza fisica che come essenza metafisica e spirituale. Acquisire autoconsapevolezza, significa per l’uomo far riaffiorare nella propria coscienza ordinaria quel ricordo ch’è detto la “reminiscenza” del senso della propria vita. La reminiscenza delle “decisioni” poste in origine alla propria discesa nella materia, fa tornare alla superficie della memoria presente le risposte a: da dove vengo io, dove vado e perchè tutto ciò?

Rammentare il Senso della vita dell’anima, sia come esistenza (materia) che come essenza (energia), ricuce lo “strappo” coscienziale che, per l’incapacità di astrazione della mente materiale, ha separato i due livelli “psichici”: il personale e l’animico. Questo processo può essere accelerato con la costituzione di un Punto di contatto che gli antichi chiamarono “Ponte” (Ars Pontificia), Ponte arcobaleno o Antahkarana. La mente egoica. Questo punto di coscienza, costituisce una particolare forma mentale che non è più solamente fisica (legata ai sensi della forma animale), ma d’altronde non è ancora la mente animica, assolutamente iperfisica che s’esprime attraverso l’Ego (il pensiero puro dell’anima). Altrimenti, possiamo definire correttamente la costituzione della mente egoica come la densificazione (concretizzazione) di “un punto di mezzo” tra l’esistenza fisica, la coscienza di sé dell’uomo comune e l’essenza metafisica, la coscienza di Sé superiore dell’Iniziato.

“Noi ci occupiamo del lavoro dei costruttori di ponti. Anzitutto vi assicuro che la vera costruzione dell’Antahkarana ha inizio soltanto quando il Discepolo comincia ad essere focalizzato in modo definito sui livelli mentali, e perciò quando la sua mente opera con intelligenza e in modo cosciente.”

“La costruzione del ponte per mezzo del quale la coscienza può operare con facilità, tanto nei mondi superiori che in quelli inferiori, si ottiene soprattutto con una tendenza di vita indirizzata in modo definito, che dirige costantemente l’uomo nella direzione del mondo delle realtà spirituali, e con dei movimenti di riorientamento, diretti, predisposti ed attentamente ritmati .”

Dunque, la progressione della mente individuale avviene attraverso il riconoscimento di diversi piani di consapevolezza di sé, da quello inferiore a quello superiore della natura spirituale. Il riconoscimento della propria identità deve essere “acquisito” dall’uomo con il lavoro intellettuale rivolto a sé stesso (Conosci Te Stesso).

Viene insegnato con grande correttezza che l’illuminazione della mente inferiore è l’influenza permanente della mente animica sui piani più lenti (densi) della mente fisica. Questa densità è il cervello fisico che, costituito essenzialmente da composti chimici, è reattivamente più lento dei moduli nucleari che strutturano l’Anima. Iniziarsi al metodo del “contatto telepatico verticale” significa accelerare i tempi d’integrazione tra la mente della personalità e quella dell’Ego e ottenere così quell’influenza privilegiata detta illuminazione.

Per “allineare” la mente inferiore ai piani sottili dell’Ego è necessario innanzi tutto tacitare la turbolenza dei “vortici emotivi” della natura inferiore. A ciò è utile la “Regola del Silenzio”. Questa Regola è invero un atteggiamento mentale che presiede all’autocontrollo delle costanti fluttuazioni emotive della personalità. La Regola del Silenzio, di cui tratteremo altrove, è un antico insegnamento che tende ad inibire i “pensieri emotivi” considerati caotici, futili o indesiderabili, cioè quelli basati sulle passioni della natura astrale (annebbiamenti emotivi).

Per “regolare” la propria natura inferiore non occorre reprimerne l’emotività. Reprimere o censurare gli impulsi emotivi, com’è uso tra i giovani di molti ordini religiosi exoterici, porta a squilibri mentali, a stati allucinatori ed ossessivi. Regolare, significa attuare un processo educativo con cui si ri-orienta l’energia sensuale verso traguardi più elevati. Ecco allora sorgere l’aspirante (aspirazione e desiderio). Aspirare a conoscere, aspirare ad elevarsi interiormente, aspirare al miglioramento della propria vita e, soprattutto, aspirare ad armonizzarsi con la vita stessa, sono tutti sintomi che le forze del desiderio stanno orientandosi fuori dell’oscurantismo della materialità.

“Il principiante non ha ancora da considerare la purezza assoluta… Per la maggioranza si tratta di purezza fisica e astrale, e soprattutto di affrancarsi dal desiderio e dall’emotività. Ciò spiega la continua ripetizione del precetto che, anche se mal tradotto afferma: «uccidi il desiderio». Forse l’espressione più corretta sarebbe: ri-orienta il desiderio poiché questa è la chiave di qualsiasi trasmutazione, questo dev’essere uno stato abituale della mente di ogni Discepolo.”

I Commentari associano ai “pensieri emotivi” anche le “fantasie mistiche” che caratterizzano l’aspetto devozionale del comune aspirante. Sia i pensieri emotivi che le fantasie mistiche, anche se possono incontrare le “simpatie” di ampie fasce di devoti (vedi le religioni e i culti exoterici basati su feticci, sulle idealizzazioni e sul mito di personalità di altri uomini), non sono frutto d’una realtà superiore ed immodificabile, ma sono entrambe interpretazioni di carattere individuale che, dato lo scarso livello conoscitivo implicito nei livelli dell’aspirantato, sono in grado di oscurare in larga misura le capacità mentali del neofito, sino a far precipitare nel “limbo delle buone intenzioni”, la sua determinazione ad intraprendere un cammino d’elevazione interiore e di progresso.

L’alternativa all’astralismo emotivo da cui sorgono i dogmi delle fantasie mistiche, è rappresentato dalle varie forme di presunzione e d’arroganza di adepti minori che, iniziaticamente non ancora svezzati, già presumono di sapere o di poter fare qualcosa in un ambito che non gli compete e s’arrogano il diritto di poter condizionare le scelte altrui o di poterne determinare il cammino improvvisandosi “capi” o “guide” spirituali. Costoro non sono accesi dal Fuoco dell’anima ma dai fuochi di paglia di avventati entusiasmi che sono un’altra caratteristica dell’astralismo.

L’aspirante che desideri essere accettato da un Maestro sino ad essere introdotto come Membro nella “gerarchia dell’anima”, deve iniziare il proprio cammino superando le “ebbrezze” della mente istintiva, emotiva ed astrale, sino a concentrare la propria attenzione (autocoscienza o coscienza di sé) nella “costruzione” di livelli più razionali della mente personale. La costituzione via via sempre più qualificata di livelli mentali, che andranno dalla razionalità alla logica sino all’intuizione, darà corpo a quella che gli Insegnamenti iniziatici definiscono: l’Aura magnetica dell’Adepto. Cioè un “serbatoio” qualificato d’energia mentale che costituisce la “dote” di sostanza-pensiero dell’Iniziato. Anche se potrà accadere che l’aspirante, sollecitato da improvvise passioni, ricada per brevi periodi nei livelli sottostanti, con il tempo, la determinazione e l’addestramento, egli consoliderà l’abitudine a risiedere sui livelli mentali logici ed intuitivi, così da poter orientare la propria attenzione dove “egli decida” sia più utile per realizzare i propri scopi e raggiungere i propri traguardi. Allora non si parlerà più di compiere scelte fortuite, ma si potrà parlare finalmente di vero Libero Arbitrio.

“La capacità di vivere soggettivamente, di serbare il contatto con l’anima e il suo mondo è un’attitudine interiore della mente, per cui può orientarsi a volontà in qualsiasi direzione. Può sintonizzarsi con il mondo mentale, con il regno delle idee e scegliere fra quei concetti quelli che meglio gli consentano la sua opera; cioè il Servizio che un Discepolo accettato o un Iniziato, è in grado di offrire a favore del Piano gerarchico di influire sull’astralità dell’ambiente dov’egli opera, dissipando le illusioni, svelando gli errori e rivestendo gli ideali di sostanza mentale adatta a farli riconoscere nel mondo dell’esistenza materiale. L’attitudine al Servizio (amore, dedizione, sacrificio) accelera nella mente del Discepolo il collegamento col mondo dell’anima.”

L’aspirante affronta la prima grande crisi della sua vita al momento che sentirà la necessità di disconoscere il piano astrale che, ciclo di vita dopo ciclo di vita, è stato la sua abituale dimora. L’impossibilità di soggiornare oltre sui livelli astrali, farà insorgere quella sorta di “disgusto coscienziale” per le vibrazioni che insorgono con le basse esperienze passionali ed emotive che, in ambito esoterico viene detto: il senso del distacco. Quest’ultimo sarà il segnale dell’avvenuto contatto della coscienza materiale con i piani più qualificati della mente che sono refrattari all’attrazione delle forme-pensiero che vivono nel piano emotivo (le subpersonalità, inconsce e subconsce, tendono ad essere dis-integrate dalla forza della logica e dell’intelletto sup.). Il serbatoio di sostanza pensiero si estenderà allora oltre gli usuali confini della mente inferiore (astrale) e comincerà a formare, concretizzandola, la mente superiore. La mente superiore andrà a rafforzare la consistenza dell’Aura magnetica individuale, e ciò susciterà “l’attenzione dell’Ego”.

La definizione dell’Aura magnetica che fungerà da corpo della mente superiore e da serbatoio di sostanza pensiero qualificata è il solo segnale che raggiunga l’Anima dai propri piani inferiori. Questo segnale di “maturazione” stimola l’azione dell’anima nei riguardi della sua ombra, la personalità, e ne suscita l’interesse ad illuminarla iniziando a fondersi con essa. L’Aura al pari dell’anima è composta d’essenza magnetica; quando con il suo sviluppo l’Aura dell’uomo emetterà la sua prima tenue nota magnetica invocativa, per la similitudine della loro natura, risuonerà sui piani mentali dell’Ego la risposta evocativa dell’anima.

“Quando il Discepolo s’avanza nell’opera di avvicinare la vita della personalità alla volontà dell’anima di perseguire il proprio Progetto, comune a tutte le Anime, si definisce il ponte coscienziale che ricollega nell’uomo le sue diverse nature, ed allora la differenziazione, in realtà solo virtuale, tra coscienza fisica e metafisica cessa d’esistere. Il Discepolo diventa allora un «punto di tensione invocativa». Questa tensione, questa riserva d’energia vivente che è il Discepolo stesso, sono messe in moto con la proiezione del suo pensiero. Ne risulta che la potenza da lui sviluppata è abbastanza forte da richiamare una risposta dalla Triade animica. La tensione dell’inferiore evoca così l’attenzione del superiore”.

I piani della mente astratta sono allora il luogo d’incontro (il Ponte) tra due livelli psichici: quello egoico e quello personale. I contatti saranno inizialmente irregolari ed instabili tanto da apparire come fossero fortuiti o frutto del caso. Quando il rapporto tra mente personale e mente egoica diverrà sempre più serrato, difficilmente si potrà notare una vera differenza tra loro, tra il loro linguaggio ed i loro moventi. Questa integrazione porterà la personalità, prima separata dal vero Sé, a compenetrarsi talmente col proprio Ego da perdere ogni attrazione per le iniziative materiali. Questo desiderio d’essere un’Unità con l’Anima porta il Discepolo avanzato a quella decisione ch’è detta: la Rinuncia. Rinuncia ad ogni forma di affabulazione che si diparte dalla cosiddetta “via sensuale”, l’istinto che governa il mondo materiale. Con la Rinuncia, sulla quale non sorvoliamo in questa occasione, si raggiunge l’acquisizione definitiva della coscienza egoica, e questa è la meta ultima di quel processo di collegamento ch’è detto telepatia verticale.

Breve trattazione sui fenomeni dello psichismo inferiore

Chiarire questo punto dovrebbe dissolvere molti dubbi relativi alla favola della facile acquisizione di capacità psichiche che taluni continuano a propagare, come la mitica possibilità di essere scelti quali canali privilegiati o messaggeri di indefinite guide spirituali, senza prima aver nulla cambiato di sé stessi e senza dover dimostrare nulla delle proprie capacità. Nulla insomma che possa giustificare una situazione diversa da quella di un comune profano. Il campo dell’irreale è affollato di sedicenti “guide invisibili” sempre pronte a scendere al fianco dei più inverosimili allievi dalla natura passiva, tanto da “abbandonarsi” alle seduzioni astrali. Se gli inverosimili discepoli e seguaci, “ispirati” da un mondo che non c’è, se non come miraggio della propria astralità, si prendessero la briga di studiare le biografie di coloro che sono stati utilizzati davvero quali “portavoce” spirituali, non vi troverebbero nessun riferimento che s’adatti a ciò che credono d’aver capito o con quanto credono di essere. Dovrebbe apparire altrettanto evidente il divario (in termini di qualità e sviluppo) che separa la telepatia dai cosiddetti fenomeni psichici inferiori. Ma per rendere ancora più chiara questa distinzione prenderemo brevemente ad esempio una manifestazione di astralismo tra le più diffuse: la medianità. Lo psichismo inferiore è un fenomeno astrale a cui vengono accomunati soprattutto i fenomeni legati alla medianità. Come vedremo più avanti il medium non è soggetto allo sviluppo di alcun senso sottile, e la sua dote non ha nulla in comune con la telepatia.

Il medium non è un telepata; men che meno la sua presunta dote è conseguenza di qualche sviluppo psichico. Nessun senso fisico nella sua manifestazione più sottile, è implicato nei processi di medianità.

“Il medium ed il Discepolo sono diametralmente diversi. Il Discepolo agisce sempre coscientemente, tranne in circostanze eccezionali del suo sviluppo, sulle quali non è necessario soffermarci ora.”

Il medium è una persona comune la cui sola capacità consiste nel permettere che all’interno della propria dimora (il corpo fisico) alberghino entità astrali che costituiscono le spoglie energetiche di persone decedute. I Commentari definiscono tali scorie psichiche come «gusci vuoti».

L’Ego, o Sé superiore, si manifesta nei tre mondi (mentale, astrale, eterico-fisico) per mezzo di una unità che abbiamo definito Triade fisica governata dalla personalità. In ciascuno dei tre livelli l’Ego è dotato di un corpo, o veicolo d’espressione. Gli uomini sono comunemente ancora focalizzati sul piano astrale, e se non si approcciano al cosiddetto “Sentiero”, lì soggiornano per tutta la durata della loro esistenza. Identificandosi con quel piano, questi vitalizzano il proprio corpo astrale, trasformandolo in una potente forma-pensiero densa e concentrata, ch’è la somma di tutti i pensieri-emotivi prodotti nel corso di una vita. Se a questi aggiungiamo la paura della morte ed il conseguente desiderio di vivere abbiamo un quadro abbastanza completo di ciò che l’Ego lascia quando “distacca” da Sé la personalità, “abbandonandola” con i veicoli di cui s’è avvalso per quel ciclo vitale. Come avviene per il corpo fisico, anche gli altri corpi (più sottili di quello materiale) impiegano un certo periodo di tempo per dissolversi e dunque sulla soglia del cosiddetto “mondo dell’aldilà” restano le forme-pensiero astrali che non possono seguire il proprio Ego sup. sui piani sottili dov’egli risiede.

Tali forme-pensiero (i corpi astrali), però, prive in realtà della presunta purezza e della venerabilità che l’affezione degli uomini attribuisce ai propri defunti per alleviare il dolore della loro scomparsa (“vanno a vivere in un mondo migliore!”, dicono), sino al momento del loro dissolvimento, saranno solo dei «gusci vuoti», privati del principio vitale ma ancora dotati di una forma di capacità di pensiero ch’emerge dal bagaglio mnemonico della propria astralità. Se l’uomo fu sempre focalizzato sul piano emotivo, egli avrà a propria disposizione, praticamente tutto ciò che ha appreso ed inteso nella propria esperienza fisica. Allora si avrà un guscio astrale ancora attivo e soprattutto forte del desiderio di potersi nuovamente “esprimere” sui piani fisico-emotivi del mondo materiale. Maggiore sarà stato l’attaccamento della personalità alla vita materiale e più forte sarà l’impulso al “contatto” col mondo manifesto. È solo a questo tipo di entità che il medium sa aprire le porte della propria dimora.

La medianità è un processo totalmente passivo, un accantonare la propria coscienza, per permettere alle fatue presenze astrali di ripetere le nozioni acquisite durante la loro vita, a cui aggiungono quanto riescono a trarre fuori da quella fossa di decantazione astrale dell’umanità ch’è l’inconscio collettivo, e quanto possono “leggere” nei desideri dei presenti alle sedute.

“La medianità è solo un indizio di pericolo. Il medium è una locanda dove alloggiano mentitori disincarnati.”

H.P.Blavatsky, al pari del vescovo C.W. Leadbeater, studiò in modo sperimentale e per lungo tempo i fenomeni medianici. Grazie alla facoltà della chiaravisione (sviluppo psichico-mentale del senso della vista ) poterono entrambi osservare in qual modo dei “gusci vuoti” fossero in grado di affabulare il medium e gli astanti. Essi leggono con molta facilità il corpo astrale dei presenti, riuscendo così ad “interpretare” la parte di conoscenti, di parenti deceduti oppure qualche grande personaggio di sicuro effetto. Debbono però avvalersi della credulità degli astanti e, soprattutto, che non si ponga sotto verifica scientifica ciò ch’essi proclamano.

Ecco cosa ebbe occasione di affermare H.P.B. dopo qualche tempo di attente ricerche: “Più vedo i medium genuini ed artificiali e più vedo il pericolo che circonda l’umanità.”

L’istinto di sopravvivenza è prerogativa anche di quei «gusci vuoti», dunque. Allo scopo di prolungare la propria esistenza, essi cercano il contatto con il mondo eterico-fisico, che permette loro di assimilare l’energia delle emozioni altrui.

I Commentari definiscono tale fenomeno come vampirismo psichico. In pratica il medium, nel corso di una seduta spiritica svolge la funzione di “canale di suzione” e coloro che “formano la catena” sono il serbatoio da cui è tratta l’energia.

Si giunge così al paradosso di procrastinare indefinitamente la permanenza di un aggregato di entità “elementari” destinato alla decomposizione. Il medium e i suoi seguaci compiono così una sorta di “infibulazione energetica” dei gusci astrali.

Ancora H.P.B. commenta: “Questi tipi di sedute promiscue, con i medium nella catena, sono un vero vortice, un gorgo di magnetismo negativo, durante il quale i cosiddetti spiriti si cibano di noi, succhiano simili a spugne i nostri poteri vitali e ci tirano verso il loro piano di esistenza.”

“Esistono documentazioni circa le disastrose azioni di alcune forze eteree personificate (i gusci vuoti di Principio di Vita) che risiedono sul piano astrale”, e cita ” i caparbi, disobbedienti discepoli dei primi gradi dell’occultismo, che si burlano o disobbediscono ai pressanti ammonimenti degli Iniziati di non indulgere nelle pratiche proibite di magia nera come sedute spiritiche, negromanzia, cerimoniali magici, ecc…”

Sarà evidente a questo punto come la spiritualità sia totalmente aliena ai circoli spiritistici. La medianità e lo spiritismo sono sinonimi e sono la manifestazione aggiornata dei riti tribali dove venivano evocati i geni di Natura, gli spiriti guida del clan, lo spirito del totem o quello dei defunti, protezione e guida dei componenti della tribù. La superstizione, l’ignoranza (cioè il non sapere) e la conseguente credulità-timorosa portano l’uomo comune a definire ogni tipo di manifestazione inusuale ed incomprensibile completamente, come “magico e meraviglioso”. È così che il rame dello spiritismo viene irrimediabilmente confuso con l’ oro della spiritualità e delle scorie psichiche finiscono per essere acclamate quali guide dell’umanità.

I Maestri, nei rari casi in cui le necessità del proprio Servizio gl’impongono di manifestarsi nei livelli inferiori, non “si dotano” di un veicolo astrale. Ciò soprattutto a causa dell’enorme dispendio di energie che ciò comporterebbe Loro per “sopportare” gli effluvi molesti di cui quel mondo è densamente impregnato. Ma anche nel mondo astrale è possibile rinvenire qualche aurea pagliuzza. I contenuti “migliori” del piano astrale sono le forme-pensiero dei desideri devozionali dell’umanità o le riproduzioni ad immagine d’uomo dei Maestri, così come le immagina l’uomo non ancora evoluto che tende a dipingere quadri fiabeschi della realtà spirituale. Sono solo dei riflessi distorti della realtà, ma talmente pieni di pura ingenuità che rendono la devozione quasi mistica.

“È ovvio che anche sul piano astrale vi sia una forma pensiero di me stesso come di molti altri vostri Fratelli. Tutti coloro che hanno ricevuto le mie istruzioni in grado di Discepolo, tutti quelli che leggono i libri che ho mandato nel mondo, e tutti coloro che operano nel mio Gruppo personale, hanno naturalmente contribuito a costruire questa forma-pensiero astrale. Non sono io, né essa è collegata a me né io ne faccio uso. Ne sono completamente separato e non la uso come mezzo per mettermi in contatto con coloro che istruisco, perché opero esclusivamente sui livelli mentali, limitando così indubbiamente la portata dei miei contatti, ma aumentando l’efficacia del mio lavoro. È superfluo aggiungere che questa forma-pensiero astrale è una deformazione di me stesso e del mio lavoro e che assomiglia a un guscio animato e galvanizzato… La sua validità è tale che, come per tutti i gusci con i quali si entra in contatto, per esempio nelle sedute medianiche, assume la mia maschera, e quando l’intuizione non è risvegliata, l’illusione è reale.”

Come per qualunque “facoltà” manifestata dall’uomo, i Commentari prevedono un uso costruttivo, qualificato ed evoluto delle capacità medianiche. L’attitudine passiva del medium a fungere da canale medianico può essere trasmutata nella capacità attiva di svolgere il ruolo di canale mediatore. Dapprima come centro di collegamento attivo tra il mondo fisico e quello astrale e, successivamente, per introdurvi gli Insegnamenti gerarchici. Una adeguata istruzione può condurre il medium naturale a chiudere definitivamente le porte all’astralismo e ad aprire una finestra sul piano mentale. Il disconoscimento del processo medianico così com’è condotto, cioè il disconoscimento di qualsivoglia seduzione astrale, sono i primi passi per “riorientare il desiderio” e spostare la focalizzazione della coscienza sul livello mentale razionale ed analitico, per poi raggiungere i piani della visione intuitiva. Da qui, attraverso il processo che abbiamo descritto, anche il medium può costruire il proprio «Ponte» con cui rendersi disponibile quale antenna di ricezione “verticale”: divenendo in tal modo un vero e proprio telepata e “trasmettitore psichico”.

Si potrebbe chiedere quale campo dovrebbe comprendere questa istruzione. Per lo psichico negativo (passivo) la meta dovrebbe essere l’addestramento della mente e la chiusura del plesso solare (passando all’accensione di quello cardiaco) fino al momento in cui egli potrà operare da vero mediatore (tra cielo e terra)… In questo modo, vedremo sorgere progressivamente nel mondo un grande corpo di psichici preparati ad esprimere i poteri psichici superiori: la percezione spirituale e la telepatia.”

“I medium si lascino addestrare a parlare sotto l’ispirazione della gerarchia dell’anima la cui precognizione si estende assai lontano nel futuro… Però saranno usati soltanto sotto sorveglianza, dopo rigoroso tirocinio, e solo due volte all’anno, nei rituali dei pleniluni di maggio e giugno.”