La metafora della Vedova

MassoneriaIl corpo materiale (forma fisica), nell’interpretazione esoterica è la Vedova, i cui figli, sono gli spiriti degli uomini che la abitano. Essi, cercano nella via solare (o secca), la riunificazione con lo Spirito della Monade (il Dio interiore, Figlio o riflesso del Dio maggiore) e con essa la restaurazione dello “stato primitivo”.

La metafora della Vedova

di Athos A. Altomonte

Il corpo materiale (forma fisica), nell’interpretazione esoterica è la Vedova, i cui figli, sono gli spiriti degli uomini che la abitano. Essi, cercano nella via solare (o secca), la riunificazione con lo Spirito della Monade (il Dio interiore, Figlio o riflesso del Dio maggiore) e con essa la restaurazione dello “stato primitivo”.

Gli Ego incarnati vengono chiamati: i prigionieri del Pianeta. Cioè, prigionieri delle sembianze fisiche. Secondo l’antica cosmogonia, dunque, i figli della vedova rappresentano le entità fisiche, le personalità (il nephesch ebraico), che sono gli elementi passivi (la via lunare o umida) insiti in ogni forma fisica. La vedova, cerca, tramite il «figlio suo», di ritrovare il suo «sposo celeste»», ch’è la Monade spirituale.

Nella Grande Opera, questa volta sul piano planetario, si cerca la sacralizzazione di (della materia di) Gea (o Gaia, anch’essa di genere femminino). Il pianeta in ogni sua forma, allora, è la Grande Vedova “dello Spirito solare” (v. Natura: nata da UR, il sole spirituale).

dal Rosarium Philosophorum

Nell’opera personale, lo spirito dell’uomo deve ricongiungersi con l’anima, la sposa celeste, ottenendo la fusione delle due parti (l’Androgino celeste). Questa condizione permette all’Uomo fisico (il Figlio dell’uomo) di divenire il veicolo terreno della Monade, cioè, il tramite spirituale (v. pontifex, costruttore di ponti) dello spirito divino: il cosiddetto “Padre celeste”. Nella Cosmogonia arcaica di quell’Uomo si dice: che è tornato alla «Casa del Padre».

Per concludere, la Vedova, è la metafora della forma fisica priva di luce spirituale (v. illuminazione), ovvero una personalità in “disunione” con l’afflato spirituale.

Allora, quando si fa riferimento nella leggenda di Hiram alla Vedova, non è alla vedova che vendeva i datteri, ma alla generatrice terrena del M. Hiram. Figura emblematica dell’Iniziato che ha “raggiunto” la coscienza della propria parte immortale (lo spirito). Anche in questa metafora, Hiram, come sempre accade nei racconti che indicano un Iniziato spirituale, aveva una madre terrena (M. terra), ma non aveva un “padre fisico”. Questo a sottolineare che il vero “Genitore” era lo Spirito divino.

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