Cavaliere Dell’Ascia Reale o Gran Patriarca oppure Principe Del Libano – XXII grado
AperturaAl fine di aprire il Consiglio, il Gran Principe ordina: “All’Ordine Fratelli miei!” e questo annuncio viene ripetuto dai Grandi Ufficiali. Dopo un momento di silenzio, il Gran Principe alza le mani, con il pollice e le dita più tese possibile e dice: “Gli alberi del Libano sono cresciuti, é tempo di tagliarli” Tutti i Fratelli alzano le mani allo stesso modo e poi le lasciano ricadere sulle cosce, per mostrare che sono pronti ad essere abbattuti e tagliati per servire i disegni Divini [1] che sono: – che servano a costruire l’Arca di Noè; – che servano a costruire l’Arca dell’Alleanza; – che servano alla costruzione del Tempio di Salomone. Il Gran Principe dice [2]: D: Noè. R: Iafet (la risposta viene data dal Primo Gran Custode). D: Bezelee’l. R: Elia. D: Sidoniano. R: Libano. DiscorsoL’origine di questo Grado risale alle differenti circostanze nelle quali i cedri del Libano furono abbattuti per delle cause sante. La spiegazione di ciascuna delle lettere che seguono sarà come un sommario della Leggenda. Sono le iniziali di ciascun nome di cui dobbiamo serbare memoria. L significa Libano e si trova sulla faccia anteriore della lama dell’Ascia Reale; S significa Salomone e si trova in alto sul manico dell’Ascia, dallo stesso lato della L; A significa Abda e si trova al di sopra della S; A che si trova sulla faccia anteriore della lama, significa Adonhiram; C sulla stessa faccia, significa Ciro; D sempre sulla stessa faccia, significa Dario; X nuovamente sulla stessa faccia, significa Xersès (Serse); Z sulla stessa faccia, significa Zurubbabel; A sempre sulla prima faccia, Anania; S sull’altra faccia significa Sidoniano; N sull’alto del manico, dal lato della S, significa Noè; S sul manico, sopra la N, significa Sem; C sulla stessa faccia della lama della S, significa Cam; I su questa stessa faccia, significa Iafet; M sempre su questa faccia, significa Mosè; B ancora su questa seconda faccia, significa Bezelee’l; E sempre sulla seconda faccia, significa Elia. Questa Ascia Reale costituisce il Gioiello del Grado e dev’essere in oro. L’Ascia vi si trova sormontata da una Corona. Il Gioiello si porta sul petto, sospeso ad una tracolla coi colori dell’arcobaleno. Ma si può anche appenderlo ad una fascia che va dalla spalla destra al fianco sinistro. Molto prima del Diluvio, i Sidoniani furono sempre zelanti artigiani delle sante imprese. Essi si prestarono a tagliare i cedri del Monte Libano per la costruzione dell’Arca di Noè, sotto il comando di Iafet. I loro discendenti tagliarono i cedri, che erano ricresciuti, per la costruzione dell’Arca dell’Alleanza. E i loro posteri tornarono ad abbattere gli alberi della stessa foresta, al comando del Principe Harodim, per la costruzione del primo Tempio di Dio, eretto per ordine di Salomone. È lo stesso popolo che contribuì a far scendere i tronchi dalla montagna al mare per essere poi trasportati fino a Joppa. I loro zelanti discendenti hanno, poi, abbattuto gli alberi di questa montagna per la costruzione del Secondo Tempio, secondo gli ordini di Ciro, di Dario e di Serse e sotto la conduzione di Zurubbabel. Questa celebre nazione formò, in tempi antichi, dei Collegi che, durante i lori Lavori, adoravano il Grande Architetto dell’Universo. Anche allora avevano i nostri stesi Segni e le loro Parole erano i nomi degli Ispettori e Conduttori, Noè, Sem, Cam e Iafet. Noè era il capo principale e i suoi figli i direttori dei lavori. Siamo debitori a questi Conduttori e agli antichi Patriarchi di averci trasmesso la conoscenza di questi avvenimenti. Nei tempi che seguirono il Diluvio, in questi tempi così antichi, vennero stabiliti dei Collegi sulla stessa montagna per contribuire alla costruzione dell’Arca dell’Alleanza e, di secolo in secolo, gli stessi Collegi furono impiegati per la costruzione del Tempio di Salomone. Il saggio monarca ordinò che venisse costruito un piccolo palazzo sul monte Libano. Quando venne terminato, prese l’abitudine di andarci, per visitare il Principe Herodim e, allo stesso tempo, per vedere i progressi degli operai nell’abbattimento e nella squadratura dei cedri. Con questo ricordo, conserviamo con il più grande rispetto i nomi di questi venerabili Patriarchi, ma anche la memoria dei Sidoniani. Le iniziali che sono incise sul Gioiello formano come un’abbreviazione di questa interessante storia, come fa anche il Quadro di Loggia. ChiusuraIl Collegio si chiude allo stesso modo in cui si apre. *** CommentiQuesto Grado è senza alcun dubbio il meno sviluppato di tutti i Gradi di Perfezione. Non vi è alcuna cerimonia d’iniziazione e nessun Giuramento. In seguito, il rituale del XXII Grado venne considerevolmente sviluppato e si potrà consultare, a questo proposito, il libro di Paul Naudon [3]. Beninteso, le Parole sono state conservate. Ma, visto che il nostro quaderno non fa alcuna differenza tra esse, se non ci sono domande e risposte, Noè, Bezelee’l e Sidoniani [4] sono diventate delle Parole Sacre come Japhet, Eliab [5] e Libano sono divenute delle Parole di Passo. Esiste forse una lontana filiazione tra questo Grado e quello di Taglialegna, praticato in certe Logge, quale la Loggia di Mirecourt, negli anni 1760. È ben difficile ritrovare, nel nostro quaderno, il “carattere ermetico ed occulto” proclamato dal Dizionario Universale della Libera Massoneria di D. Ligou [6]… Ciò non è più evidente nella citazione di Paul Naudon, che descrive due appartamenti, il Collegio, colorato in blu, e il Consiglio della Tavola Rotonda, arredato in rosso. L’influenza arturiana sembra più probabile. Ben inteso, non è impossibile che le diciassette lettere figuranti sul Gioiello possano formare un messaggio criptico…Tutto è sempre possibile… __________ Note1. Questo é il Segno del Grado. (torna al testo) 2. Sono le Parole di Passo. In questo Grado non esiste il Toccamento. (torna al testo) 3. Paul Naudon, op. Cit. ,p. 332-333. (torna al testo) 4. Divenuto Sidonius nei rituali successivi. (torna al testo) 5. Divenuto Ooliab nei rituali successivi. (torna al testo) 6. Daniel Ligou e altri, Dizionario universale della Libera Massoneria, Prisma, Parigi (1974), p. 1158. Il testo indica vedi Principe del Libano e, sotto questo titolo, non si trova che un rinvio all’articolo da cui deriva. (torna al testo) |