Sapete che la qualità di una domanda serve ad orientare la seguente. Non si può tollerare che l’inesattezza si insinui nell’essenza della domanda. Essa sovente s’allarga come una macchia d’olio s’un panno, e rimane indelebile.
Verrà il giorno che insisterete perché il vostro interlocutore ponga le sue domande. Ma la prima deve essere vostra. E innanzi tutto domandategli cosa l’ha condotto fino a voi, quando s’accorse la prima volta della nullità della vita contemporanea, e come sorse nella stia coscienza la prima idea del Maestro. Fatevi dire cosa intende per conseguimento. Conosce la distinzione fra realtà ed evidenza? Sa realizzare la comunità in coscienza? Così procedendo bisogna poi scendere fino alle erbacce dei desideri e dei sogni. Non temete di parere severi; sono certo assai peggiori i cuscini morbidi e spiegazzati. La severità fa germinare le radici e se poi vi fosse un poco di intensità, apparirà il ponte. Escludete ogni domanda sulla vita familiare precedente. Una sola di esse può ricacciare nella banalità, mentre è necessario preservare alla realtà, ad ogni costo, il suo carattere inconsueto. La realtà prepara la via in un lampo. da Comunità |