Esiste un risveglio inconsapevole della Kundalini? E se si, in quali circostanze avviene e per quale motivo? Quali sono i pericoli che essa può portare? Se la mente è invasa da psichismi (pensieri o “voci”) di natura negativa, quali possono essere le conseguenze sul piano fisico e spirituale, e quali conseguenze, nel bene e nel male, hanno sul destino karmico dell’individuo? Il cammino spirituale può essere percorso da chi è portatore di disagi psicologici (nevrosi, psicosi, disturbi della personalità ecc…)?
D: Gentile redazione di Esonet.it, …già vi scrissi in passato per porre alcune domande e mi fu risposto cordialmente. Oggi vorrei porvi qualche nuovo quesito. Esiste un risveglio inconsapevole della Kundalini? E se si, in quali circostanze avviene e per quale motivo? Quali sono i pericoli che essa può portare? Se la mente è invasa da psichismi (pensieri o “voci”) di natura negativa, quali possono essere le conseguenze sul piano fisico e spirituale, e quali conseguenze, nel bene e nel male, hanno sul destino karmico dell’individuo? Il cammino spirituale può essere percorso da chi è portatore di disagi psicologici (nevrosi, psicosi, disturbi della personalità ecc…)? Vi ringrazio per l’attenzione e vi saluto. A.F. R: Caro Amico, per risponderti farò riferimento a quanto la scienza iniziatica insegna su quest’argomento. L’energia di Kundalini, o serpente di fuoco, che risiede alla base della colonna vertebrale, quando risponde alla vibrazione dell’anima (sentita nella testa, nella regione della ghiandola pineale e chiamata “luce nella testa”), irrompendo in alto arde tutti gli ostacoli nel canale eterico della spina dorsale, e vivifica i cinque centri che vi si trovano, più i due della testa. Ma ciò non concerne ancora l’aspirante; questi deve soltanto badare a che, per quanto sta in lui, l’aspirazione del suo cuore sia del necessario carattere “ardente” e che proceda a dovere la costante purificazione della natura fisica, emotiva e mentale. Quando ciò avviene l’anima risponde e le conseguenti reazioni entro i centri eterici hanno luogo in sicurezza, in modo normale e conforme alla legge. Va ricordato che i centri vengono attivati coltivando certe virtù principali e non con la meditazione e la concentrazione sui centri stessi. Essi sono messi automaticamente in condizione d’irradiare in modo soddisfacente con una vita retta, un pensiero elevato e un’attività basata sull’amore. Queste virtù possono apparire poco interessanti, ma sono molto potenti e scientificamente efficaci per produrre nei centri la desiderata attività radiatoria. Quando ciò sia stato compiuto e tutti i centri siano divenuti sfere viventi d’attività irradiante le cui orbite si interpenetrano, l’iniziato diviene un centro di luce vivente e non un insieme di sette centri radianti. Quando la meditazione (concentrazione focalizzata) è forzata o seguita con troppa veemenza, prima che sia compiuto l’allineamento tra i corpi inferiori e superiori tramite quello emotivo, il fuoco può agire su quello latente alla base della spina dorsale (“kundalini”) e causarne una prematura circolazione. Ciò provocherà lacerazione e distruzione invece di produrre la vivificazione e lo stimolo dei centri superiori. I pericoli possono interessare il cervello fisico per congestione, lesionandone i delicati tessuti e provocare lacerazioni permanenti fino ad arrivare all’idiozia. Sintomi come torpore e stanchezza dovrebbero indurre a sospendere l’attività di meditazione. La pazzia è l’altro male che può incorrere allo studente che risvegli prematuramente il fuoco sacro mediante esercizi di respirazione e pratiche del genere. Vi possono essere pericoli poi al sistema nervoso con sintomi come insonnia, eccitabilità, irrequietezza, irritabilità, tremore, depressione, che se ignorati possono degenerare nei loro aspetti cronici. Vi possono essere poi pericoli per gli organi sessuali dovuti all’iperstimolazione di questi organi, dovuto al fatto che il fuoco interiore segue la linea di minor resistenza. Si dovrà allora ritirare la coscienza da quei centri – cosa non facile – e dirigere l’attenzione dell’impulso creativo sul piano mentale. Se si riesce a farlo, si volgerà l’attività del fuoco divino al centro della gola e a quello della testa che gli corrisponde, invece che agli organi inferiori della generazione. Sarà dunque evidente perché, a meno che l’uomo sia molto avanzato, non sia saggio spendere molto tempo a meditare durante i primi anni. Alla domanda “è benefica la pratica della concentrazione?”, H.P.B. rispose: «la vera concentrazione e meditazione cosciente e prudente sul proprio sé inferiore alla luce dell’uomo divino interiore e delle Pâramitâ [le Virtù perfezionate del Bodhisattva], è cosa eccellente. Ma starsene “seduto per lo Yoga”, avendo soltanto una conoscenza superficiale e spesso distorta della vera pratica, è quasi invariabilmente fatale; perchè i novizi, nove volte su dieci, o svilupperanno in loro poteri medianici, o perderanno tempo e resteranno disgustati, tanto della pratica che della teoria. Se la mente è invasa di “psichismi inferiori” bisogna coltivare i loro aspetti superiori ed ignorandoli si toglie ad essi energia vitale. Reprimendo o combattendo certe negatività si ottiene il risultato non desiderato di alimentarle; questo perché “l’energia segue il pensiero”. Per ciò che riguarda le implicazioni karmiche da squilibrio della personalità, non azzardo affermazioni dal momento che il tessuto che questa meravigliosa legge (definita anche della Giusta Retribuzione) dispiega, si basa su cause per lo più imperscrutabili, dal momento che tiene conto di molti piani d’esistenza contemporaneamente. Una riflessione però possiamo farla; ogni insegnamento, a qualsiasi latitudine, ricorda sostanzialmente di coltivare una vita sana e giusti rapporti, retto pensiero ed azione amorevole, volti a sollevare l’uomo dalla sofferenza e dall’ignoranza, obiettivo che dovrebbe essere la stella polare di ogni uomo. Obiettivi questi, che l’individuo vittima di uno squilibrio della personalità (dovuto alla mancanza di controllo del suo sé inferiore, nel corpo fisico, nelle sue emozioni e nei suoi pensieri), non riesce a tener presenti a se stesso perché impegnato a curare le conseguenze delle proprie azioni e scelte, per lo più causa di una vita problematica. Laddove però sia consapevole dei suoi problemi, potrebbe accelerare positivamente il proprio stato karmico, qualora lavori per emanciparsi da quella condizione dolorosa. Va infatti ricordato, che i nostri “padre e madre” siamo noi stessi, nel senso che ciò che siamo e le condizioni in cui viviamo sono il frutto delle nostre scelte e delle nostre azioni; sia in una stessa vita, che di vita in vita (legge di Rinascita e legge di Causa ed Effetto – altro nome per la legge del Karma – sono strettamente correlate e saranno la nuova conquista nella coscienza dell’umanità, segnando il superamento della paura della morte). Allora capita spesso che una vita possa essere dedicata a “bruciare”, come viene insegnato, il karma negativo prodotto. Non uso il termine “espiare” (spesso utilizzato dal temperamento devozionale) perché attribuisce al processo un valore morale, che nell’azione (la causa) e reazione (l’effetto) ha un ruolo secondario. All’ultima domanda la risposta nasce spontanea, se si ricorda che percorrere il “sentiero spirituale” prevede quel probandato che, come dice il termine significa il superamento di prove finalizzate a testare la generosità, l’affidabilità, l’equilibrio, la riservatezza, l’abnegazione, la pazienza, l’ardore, del futuro discepolo. L’individuo disturbato nella personalità dovrà prima sopperire a quegli squilibri affinché possa continuare il suo cammino; una volta risolti i suoi problemi, come ogni altro uomo e donna sul sentiero iniziatico, lavorerà al proprio perfezionamento che lo porterà prima ad esprimere lo stato di “personalità integrata”, da Roberto Assagioli espressa nel concetto di «psicosintesi personale», e poi quello di unione tra questa e la sua controparte spirituale, indicato come «psicosintesi transpersonale». Fraternamente |