Cavaliere d’Oriente o Cavaliere della Spada – XV Grado
Francken Manuscript /XV grado
a cura di Franco Cenni
CAVALIERE D’ORIENTE
O CAVALIERE DELLA SPADA
XV Grado
La Massoneria Rinnovata
La Massoneria Rinnovata o la Spada Rettificata nelle Grandi Logge di Prussia e Francia, le Isole di Hispaniola e Giamaica, la provincia di New York e più particolarmente a Bordeaux, Marsiglia, Tolone, Cap Francais, Cayes de Fond, Kingston (Giamaica) ed Albany nella provincia di New York.
Instaurata dall’Illustre Fratello Stephen Morin, Principe del Real Segreto , ecc. ecc., e fatte rivivere (risvegliate) per opera di Henry Andrew Francken, Principe del Real Segreto, Delegato Grand’Ispettore Generale di tutte le Logge Superiori, Capitoli, ecc., per i due emisferi.
Cavaliere d’Oriente o Cavaliere della Spada
Premesse
Il Consiglio dei Cavalieri d’Oriente o della Spada si tiene in una sala decorata con tendaggi di colore verde acqua, in ricordo degli avvenimenti che erano legati alle sponde del fiume Eufrate (che viene chiamato Starbuzanai in questo Grado) al tempo del ritorno di Israele dalla cattività, avvenimenti che saranno narrati più tardi. Questi tendaggi devono essere disseminati di rosso in ricordo del sangue assiro sparso e che arrossava il fiume.
Sessantadue stelle devono illuminare il Consiglio in ricordo dei sessantadue anni di prigionia degli Israeliti a Babilonia, ma, in caso di necessità, ci si può accontentare di sette grandi stelle e di due piccole, queste rappresentanti gli ultimi due anni del regno di Sedécia, i due anni che durò l’assedio di Gerusalemme, gli altri rappresentano i sessant’anni di cattività, dal giorno in cui gli Israeliti furono condotti prigionieri a Babilonia da Nabuzaradan, sotto il regno di Nebucadnezar, che diede l’ordine di distruggere Gerusalemme e il tempio di Dio. Ma queste sessantadue stelle sono anche il simbolo delle sessantadue lettere da cui sono formate le Parole del Grado di Cavaliere d’Oriente come lo erano anche quelle dei Grandi Eletti Perfetti e Sublimi Massoni, com’è dimostrato qui di seguito:
Parole dei Cavalieri d’Oriente [1]
Yaveron Hamaim | 13 | lettere |
Rafodom | 7 | lettere |
Giuda e Beniamino | 14 | lettere |
Monte Gabaon | 10 | lettere |
Liberthas | 9 | lettere |
Syrie | 5 | lettere |
Libano | 5 | lettere |
Jakin | 5 | lettere |
Boaz | 4 | lettere |
Sono, in totale, settantadue lettere.
Parole dei Grandi Eletti e Sublimi Massoni:
Bérith | 6 | lettere |
Neder | 5 | lettere |
Shelemuth | 9 | lettere |
Shiboleth | 9 | lettere |
Elchenam | 8 | lettere |
Mahacmaharabac | 14 | lettere |
Monte Gabaon | 10 | lettere |
Mahabin | 7 | lettere |
Adon | 4 | lettere |
Sono, così, settantadue lettere.
Tutti i Cavalieri devono essere decorati da una larga fascia verde acqua che va dalla spalla destra al fianco sinistro. All’altezza della spalla dev’essere dipinto o ricamato un ponte in modo che le lettere Y. H., color fuoco, iniziali di Yaveron Hamaim e che significano “Libertà di Passare per i Liberi Massoni.” [2]
Questa fascia deve comprendere anche numerosi dipinti o ricami rappresentanti le teste e le membra di cadaveri uccisi da poco, di pezzi di spada, di corone e di scettri. La parola Starbuzanai, scritta in due gruppi di lettere separate, deve figurare da ambo le parti del ponte.
Una piccola scimitarra [3] nel suo fodero dev’essere sospesa sul fondo della sciarpa.
Non si deve avere nè testa di morto nè scheletro in questo Grado, né alcun ornamento nero che possa rammentare un qualunque dolore, poichè i Cavalieri d’Oriente non hanno nessuno da piangere. E, in verità, chi piangerebbero essi dunque, giacchè hanno appena vissuto il più felice capovolgimento di situazione, dal momento che hanno appena trionfato, in un combattimento in cui nemmeno uno di loro è stato ucciso, al contrario dei loro nemici che, in violazione degli ordini del Gran Re di Persia, avevano tentato di opporsi al loro passaggio.
Il verde, colore dell’acqua, è il solo che possa convenire ai Cavalieri d’Oriente, in ragione della vittoria che hanno appena riportato ed in ricordo del fiume sulle cui rive trionfarono.
Le teste e le membra tagliuzzate che figurano sull’Insegna non sono che la rappresentazione realistica di ciò che avvenne sulle rive dell’Eufrate e sul ponte che l’attraversa. Le acque del fiume sono state arrossate dal sangue assiro, ricoperte di teste troncate, di membra sparse e di cadaveri dei nemici assiri.
Questo fiume è anche chiamato Starbuzanai dai Cavalieri d’Oriente. Era il nome di uno dei capi di coloro che tentarono di opporsi alla Ricostruzione del Tempio. Questo nome significa in ebraico l’Arte di ricostruire, come c’insegna il Talmud, un significato che si adatta meravigliosamente bene all’attività dei Cavalieri d’Oriente, un nome formato da undici lettere che, aggiunte alle altre Parole del Grado, forma il numero misterioso ottantuno, come sarà ampiamente spiegato più tardi.
Il Grembiule dov’essere di pelle bianca, foderato in rosso e bordato di verde. La bavetta si porta abbassata. Una testa insanguinata, circondata da due spade incrociate in croce di San Andrea, vi è dipinta o ricamata. Sul del grembiule devono essere rappresentati tre mucchi di catene spezzate.
Spiegazione del Quadro di Loggia
Nella parte superiore del Quadro si trova un’aquila ritta sulle sue zampe, le ali aperte, la testa fieramente rizzata, che osserva il Sole alla sua destra. La Luna è rappresentata alla sua sinistra. Una grande I si trova presso il suo artiglio destro, una grande B presso l’artiglio sinistro. Da ambo le parti dell’aquila, alla stessa distanza, si trovano le iniziali delle parole Yaveron Hamaim.
Immediatamente al disotto dell’aquila si trova un grande rettangolo che rappresenta il Nuovo Tempio, costruito secondo le dimensioni ordinate dal re Ciro.
Nella parte orientale di questo rettangolo è rappresentato il Santo dei Santi, dove l’Arca dell’Alleanza è deposta, ricoperta dalle ali di due cherubini che sostengono il Delta nel quale è iscritto il Nome del Supremo Architetto dell’Universo, Nome che non sarà pronunciato senza terrore.
Il Santo dei Santi è separato dal resto del Tempio da un arazzo o da un velo.
In questo luogo sacro deve trovarsi un altare dei sacrifici, al centro del quale alloggia un cuore fiammeggiante attorniato dalle lettere R ed O, iniziali delle due parole che significano Maestri veri o Veri Massoni (al pari di coloro che consacrano il loro cuore a Dio ed al più grande bene dell’Ordine). Queste due lettere significano Raf Odom. Su questo altare devono ugualmente essere esposti gli Utensili e gli Strumenti che furono utilizzati per erigere il Tempio.
Ad Occidente del Quadro è disegnata una grande scala di sette gradini.
Sotto l’altare dei sacrifici si trova il Quadrato di Nove, che dà tre volte ventisette e che conduce al Numero misterioso di ottantuno, del quale si trova qui il primo esempio e che sarà spiegato ulteriormente, in modo dettagliato, al fine di permettere di comprendere perchè questo numero ottantuno è così particolarmente caro ai Perfetti Massoni.
Questo Quadrato di Nove, che dà tre volte ventisette, simbolizza la Triplice Alleanza e rivela l’Essenza della Divinità, iscritta nel Triplo triangolo, rappresentato di fronte. Il suo significato risponde ai nove Attributi, alle nove Virtù, che associate in questo Triangolo, compongono il Nome di ottantuno lettere:
Misericordia | Generazione | Onnipotenza |
Giustizia | Onniscienza | Perfezione |
Immensità | Eternità | Bellezza |
Sono, in totale, nove Virtù che applicate al Triplo Triangolo danno ventisette e fanno, in totale, ottantuno lettere
Tre parole di tegolatura che significano
B… | 6 | Alleanza |
N… | 5 | Promessa |
S… | 9 | Perfezione |
Tre parole di Passo
S | 9 | Abbondanza |
E | 8 | Misericordia Divina |
M | 14 | Dio sia lodato! Noi l’abbiamo ritrovato. |
Tre Parole velate
G | 8 | Favorito o zelante Maestro Eletto |
M | 7 | Silenzio e Rispetto |
A | 6 | O Tu, L’Eterno |
La Grande Parola è di nove lettere, e dunque, in totale, ottantuno lettere.
Sempre sul quadro di Loggia, ma all’esterno del Tempio, allineato tra l’Arco ed il Sole, si trova il monte Hebron, ben conosciuto da tutti i Massoni e rappresentato dalla lettera H. Sotto la Luna, dall’altra parte, si trova il monte Gabaon, rappresentato, ugualmente, dalla sua iniziale G. È su questo monte che si facevano i sacrifici prima della costruzione del Nuovo Tempio.
Presso la porta del Mezzogiorno è disegnata una mano che tiene una cazzuola, e a cinque spanne, di fronte a questa porta, è disegnato un mastello da muratore, che serve a portare la calcina. Tra questi due disegni si trovano un mucchio di pietre cubiche e, un po’ più lontano, un mucchio più grande di pietre grezze, le une e le altre destinate a fortificare l’edificio.
Presso la porta del Settentrione è disegnata una mano che tiene una spada e, tre spanne più giù, un elmo ed uno scudo, che potranno essere utilizzati dai costruttori in caso di bisogno.
Più in basso sono rappresentati i vasi, le urne e gli altri ornamenti del Nuovo Tempio, il Mare di bronzo, la Tavola dei pani di offerta ed il candeliere a sette braccia. L’ara dei profumi si trova immediatamente sotto la scala a sette gradini e gli strumenti dei sacrifici sono sparpagliati all’intorno.
Il Quadrato delle Parole del XV Grado
Al centro del Quadro, un po’ al disotto dei sette gradini, sono rappresentate la Bibbia, la Squadra ed il Compasso.
Ancora un po’ più giù, allineati sulla destra, sono rappresentati un a pala, una leva ed un martello. Su una terza linea, dallo stesso lato, si trovano una Livella, una Perpendicolare, una Pietra Cubica a punta ed una Pietra Cubica semplice, ripartiti in tal modo che tutta la parte della Loggia che va da Settentrione al Meridione sia occupata.
Dall’altra parte, disposti in triangolo, si devono trovare un Regolo, uno Scalpello ed un Maglietto. Al centro di questo triangolo è rappresentata la riva di un fiume sulla quale è scritto sia la parola Giudea che la sua iniziale.
Dal lato settentrionale si trova una pietra piatta rettangolare munita di un anello, che dissimula in parte una botola, che è la rappresentazione del Tempio di Enoch, con i nove Archi sotterranei. Vero il Mezzogiorno, si delinea in prospettiva una piramide egiziana.
Dal lato dell’Occidente, la Loggia è attraversata, dal Settentrione al Mezzogiorno, dal fiume Eufrate, che i Cavalieri d’Oriente chiamano Starbuzanai. Su questo fiume si trova un ponte di legno, che permette il passaggio dei Fra-Massoni che vanno verso la Giudea e, su questo ponte, sono iscritte le due iniziali Y H, che significano “libertà di passaggio per i Liberi Muratori”.
Il panorama qui sotto è cosparso di teste mozzate, di membra staccate, di corone, di spade spezzate e di scettri.
Sulla riva opposta e deserta è scritta la parola Siria e, in lontananza, da ambo le parti di questa parola, sono rappresentate delle catene ad anelli triangolari. Al centro, tra questi ferri, si trova il Candelabro a sette braccia rovesciato.
Un po’ a destra si trova rappresentata una montagna sotto la lettera T, che rappresenta la cava di Tiro, da dove furono estratte le pietre destinate alla costruzione del Tempio. Sulla sinistra, un’altra montagna porta la lettera L e rappresenta il monte Libano, da dove vennero le travi per lo stesso uso. Davanti la lettera L si trova un piccolo rettangolo sul quale vi è, a stessa misura, un piccolo triangolo che rappresenta la tomba di Zedekia, ultimo re della stirpe di David.
Al centro giacciono le due Colonne J e B, spezzate e in croce. Molto in basso sul Quadro è disegnata, in rovina, una parte di Babilonia.
Vicinissimo e al disotto della cava di Tiro sono rappresentate delle catene spezzate ad anelli triangolari, che si stendono parallelamente alla tomba di Zedekia.
Ciascuno degli elementi di questo Quadro di Loggia possiede un senso simbolico misterioso, del quale una parte sola sarà rivelata nel corso dell’Istruzione di questo Grado. Il resto deve rimanere enigmatico fino al momento in cui la Verità sarà totalmente scoperta, in una felice circostanza, quando i Veri Massoni saranno fortemente attaccati ai principi primi della Massoneria, che soli possono trasformare ogni stupore in felicità stabile, permanente ed eterna. Ma quanto sono rari coloro che hanno la buona sorte d’essere iniziati qui e tre volte ancora più fortunati coloro che meritano d’esserlo.
Tutti i Fratelli sono chiamati principi dal Sovrano ed hanno il titolo di Eccellenze. Il candidato rappresenta Zurubbabel.
La porta del Consiglio è custodita dai due Cavalieri più giovani, armati di picche, uno dentro il Tempio, davanti alla porta, e l’altro all’esterno di questa. Tutti i Cavalieri devono essere armati di giavellotti e, quando il Sovrano entra nel Tempio, formano con questi giavellotti una Volta d’acciaio sotto cui passa il Sovrano.
Cerimoniale del Consiglio
Il Sovrano, che rappresenta Ciro o Dario, va ad installarsi all’Oriente, su una poltrona, vestito con i suoi paramenti reali.
Il Gran Guardasigilli, che rappresenta Nehemia, prende posto alla destra del Sovrano. Egli non cede mai il suo posto, nemmeno in occasione d’una visita dei Principi di Gerusalemme e questi siedono alla sua destra.
Il Gran Generale, che rappresenta Satrabuzanes, si siede all’Occidente della sala del Consiglio, un po’ scalato sulla destra del Sovrano.
Il Gran Tesoriere, che rappresenta Mitridates, siede anche lui all’Occidente, alla destra del Gran Generale.
Il Grande Oratore, o Ministro di Stato, che rappresenta Esdra, prende posto alla sinistra del Sovrano.
Gli altri Fratelli Cavalieri prendono posto, indifferentemente, sull’una o l’altra colonna.
Se capita che uno qualsiasi dei Grandi Ufficiali sia assente, il Sovrano nominerà, per rimpiazzarlo, uno dei Fratelli presenti. Non vi sono Sorveglianti nel Consiglio e dunque il loro intervento non è mai richiesto.
Apertura
Il Gran Generale, all’Occidente, aprirà il Consiglio dichiarando:
“Fratelli Cavalieri, il Sovrano ci riunisce per tenere Consiglio. Eccolo che viene. Stiamo molto attenti a ciò che ci dirà”.
Il Sovrano entra allora bruscamente, passa sotto la Volta d’acciaio formata dai Fratelli e s’installa sul trono. Battendo con la sua spada sguainata lo sgabello posto davanti al trono, dichiara:
“Principi, questo Consiglio è aperto!”.
Saluta i Cavalieri portando la mano destra al cuore ed inchinandosi leggermente, la testa coperta oda un cappello o da una corona. Tutti i Cavalieri rispondono a questo saluto inchinandosi, il cappello nella mano sinistra e la punta del loro giavellotto puntata sul cuore, in segno d’obbedienza. Poi prendono posto.
Iniziazione
Il candidato sta nel vestibolo, davanti alla porta del Consiglio, coperto da una grande cappa nera, un velo da lutto, che lo ricopre dalla testa al petto. Il Copritore, all’interno, deve sentire i suoi sospiri e, sentendoli, socchiude la porta per informarsi di ciò che succede. Alla vista di un uomo in lutto, chiude fermamente la porta e rende conto al Gran Generale. Questi si alza, senza pronunciare una parola e si reca presso il postulante al quale pone le domande qui sotto. Le risposte sono suggerite al candidato dal Copritore all’esterno del Consiglio.
D: Che cercate qui? (pronunciato con voce ferma)
R: Vi prego, s’è possibile, di procurarmi l’onore di parlare al Re.
D: Chi siete?
R: Un Giudeo per il mio popolo, un principe per il mio sangue, un discendente della razza di David e appartengo alla Tribù di Giuda.
D: Qual’è il vostro nome?
R: Zurubbabel.
D: Qual’è la vostra età?
R: Ottantuno anni.
D: Quale motivo vi ha condotto qui?
R: I pianti e la disperazione dei miei Fratelli.
Il Gran Generale dice allora:
“Attendete un momento, vado ad intercedere in vostro favore presso il Re”.
Batte allora un violento colpo di piede alla base della porta. Questa viene aperta dal Copritore interno che, riconoscendo il Generale, gli consente di entrare nel Consiglio. Il Generale si reca allora ai piedi del trono e riferisce al Re ciò che ha sentito. Il Sovrano ordina allora che Zurubbabel sia introdotto, sempre coperto dal suo velo da lutto.
IL Gran Generale fa una profonda riverenza al Re poi ritorna verso Zurubbabel e gli dice:
“Avete trovato favore davanti al Re dei re che vi autorizza a comparire velato davanti a lui”.
Il Gran Generale batte allora una volta alla porta, questa viene aperta ed il postulante, velato, è introdotto dopo che le Guardie si sono assicurate che egli non nasconda alcuna arma con la quale possa attentare alla vita del Re. Il Generale conduce allora il postulante fino ai piedi del trono e lo fa inginocchiare sulle due ginocchia. Quando il postulante entra, tutti i Cavalieri si alzano, spada o giavellotto in mano, il cappello in testa.
Il Ministro di Stato, Grande Oratore del Consiglio, avanza verso il postulante e gli pone le domande qui di seguito, le risposte essendo suggerite al candidato.
D: Che venite a fare qui?
R: Vengo ad implorare la bontà e la giustizia del Re.
D: In merito a che cosa?
R: Per sollecitare la grazia dei miei Fratelli Massoni, prigionieri da settantadue anni.
D: Chi siete voi?
R: Zurubbabel, un principe ebreo, della famiglia di Davide.
D: Quale grazia domandate?
R: Che sia resa la libertà ai miei Fratelli, che ci sia dato di ritornare in Giudea e che veniamo autorizzati a ricostruire il Tempio, a ristabilire le leggi del Dio degli eserciti secondo gli ordini di Mosè.
Il Sovrano fà segno di far uscire Zurubbabel ed il Gran Generale lo riconduce alla porta. In seguito è scortato dal Copritore esterno e la porta è chiusa.
Il Sovrano si rivolge allora ai Cavalieri:
“Principi, da molto tempo ho pensato di rendere la loro libertà ai Massoni prigionieri. Mi turba vedere questo popolo in catene. Il loro dio, che essi chiamano il Potentissimo, mi è apparso in una visione e, in questo sogno, questo dio mi atterriva come un leone arrabbiato, pronto a balzare su di me ed a divorarmi. Penso di aver sentito due parole dalla sua bocca, che nella nostra lingua significano: Rendi la libertà al mio popolo o morrai!
Beneamati Principi, attendo il vostro consiglio su ciò che devo fare del popolo di Zurubbabel.
Quando il Re tace, tutto il Consiglio osserva un profondo silenzio. Dopo un pò di tempo, il Ministro di Stato raccoglie, sottovoce, il voto di ciascun Cavaliere poi ne rende conto al Re mormorandogli i risultati dello scrutinio all’orecchio destro.
Il Sovrano ordina allora che s’introduca Zurubbabel, al quale si fa vestire un abito bianco e cingere una larga insegna verde. In questa tenuta, lo si guida fino al trono davanti al quale s’inginocchia.
Il Re pone allora la sua spada sulla spalla del postulante e dice:
“Alzatevi! Io condiscendo alle vostre richieste, consento a che la libertà sia resa ad Israele, a che sia permesso agli ebrei di ritornare nei loro paesi o di restare sulle mie terre. Voi potrete andarvene e ricostruire un Tempio al Dio Potentissimo… I vasi e gli ornamenti dell’Antico Tempio vi saranno resi, affinchè possiate decorare il Nuovo.
In oltre, io vi nomino capo di tutta la nazione Giudea ed ordino agli Ebrei di riconoscervi per tale. Come salario della mia benevolenza, vi armerò d’una Terribile Spada perchè combattiate i vostri nemici e siate temibile per coloro dei vostri fratelli che tenteranno di complottare contro di voi.
Ordino al mio generale Satrabuzanes d’istruirvi nell’arte della guerra.
Dopo che il Re ha armato Zurubbabel d’una spada, il Generale lo riconduce, gli insegna come farsi riconoscere gli pone le domande qui sotto, le cui risposte sono suggerite da Mitridate.
D: Dove si trova il vostro paese?
R: Al di là dell’Eufrate, all’ovest della Siria, il suo nome è Giudea.
D: Quali sono i nomi di coloro che sono prigionieri qui?
R: Israele, che è divisa in due tribù, quella di Beniamino e quella di Giuda.
Dopo aver poste queste domande, Satrabuzanes dice al postulante:
“Mio caro Fratello, mi rallegro per i favori che state ricevendo dal nostro Sovrano, che, nella sua bontà, vi ha resi liberi, voi ed il vostro popolo. Egli vi ha armato di una spada per difendervi contro i vostri nemici. In virtù dei poteri che egli mi ha conferito, vi decoro con questa fascia, alla quale appenderete la vostra spada e che dovrete portare dalla spalla destra al fianco sinistro.
Vi è un Segno, un Toccamento ed una Parola con le quali vi farete riconoscere come Cavaliere d’Oriente.
Il Segno si fa portando la vostra mano dalla spalla destra al fianco sinistro, là dov’è appesa la spada, in modo ondulante come la marcia del serpente. Poi estrarrete la vostra spada dal suo fodero, come se vi apprestaste ad incrociare il ferro contro un nemico. Si risponde a questo Segno con gli stessi gesti.
Il Toccamento si fa così: posate le dita della mano sinistra sulla mano sinistra del Fratello tegolato e lo respingete come se fosse un nemico e voleste il libero passaggio. Sguainerete allora tutti e due le spade ed ognuno la punterà sul petto dell’altro. L’uno dice allora Giuda e l’altro risponde Beniamino.
La Parola di Passo è Yaveron Hamaim, che vuol dire Libertà di Passaggio.
Per farvi riconoscere da un Consiglio, dovrete dare la Grande Parola, che è Rafodom e che significa “Maestro di Verità”.
Il Postulante presta allora il suo Giuramento.
Giuramento
Io, A…B…, prometto e m’impegno solennemente, in presenza del Grande Architetto dell’Universo e davanti a tutti i Fratelli Cavalieri d’Oriente qui presenti e riuniti, sulla mia fede di uomo onesto e Libero Massone, di restare fedele alla mia religione ed alle leggi dello Stato finchè ciò sarà in mio potere; di giammai rivelare i misteri dell’Ordine dei Cavalieri d’Oriente; di giammai ricevere o iniziare in questo eminente Grado alcun Fratello Massone se ciò non è in conformità con gli Antichi Statuti e Costituzioni dell’Ordine, sotto pena d’essere disonorato, di perdere il mio titolo di Libero Massone e d’essere privato dei privilegi e vantaggi di questo Consiglio.
Prometto anche di riconoscere in tutti i luoghi della Terra i Principi di Gerusalemme in quanto superiori dei Massoni e della Massoneria, di rendere loro, in quanto tali, gli onori e gli omaggi dovuti alla loro dignità, e di fare del mio meglio per meritare ed aspirare a questo eminentissimo Grado.
Che Dio mi assista in rettitudine ed in Giustizia!
Amen”.
Leggenda del Grado
I cavalieri d’Oriente traggono la loro origine dalla prigionia di Babilonia dove gli Israeliti furono deportati per settant’anni, dopo che Gerusalemme ebbe subito un saccheggio di due anni.
Gli ebrei furono liberati da Ciro, re dei persiani, su richiesta di Zurubbabel, principe della tribù di Giuda discendente della stirpe di Davide, e a quella di Nehemia, un sant’uomo discendente di una distinta famiglia. Ciro permise loro di ritornare a Gerusalemme e di riedificare il Tempio. Tutti i vasi, urne ed ornamenti che erano stati asportati da Nabuzaradan, generale di Nebucadnezar, e che costituivano un tesoro di settemila quattrocentodieci oggetti preziosi, furono restituiti agli Ebrei ed affidati a Zurubbabel. Il Re ordinò a questi di ricostruire il Nuovo Tempio, che doveva avere settanta cubiti di altezza e altrettanti in larghezza. Il Re emise ugualmente un Editto, imponendo a tutti i suoi sudditi di lasciar passare liberamente i Liberi Massoni in tutto il reame, senza causare loro alcun danno, sotto pena di morte per coloro che avessero infranto il suo ordine.
Il Re incaricò Satrabuzanes, suo generale, d’istruire Zurubbabel nell’arte della guerra. Il Re l’armò cavaliere e gli diede potere di conferire questo stesso Grado a tutti quei Massoni che gli sembrassero degni d’esserlo.
Allora Zurubabel riunì tutti gli Israeliti, in numero di quarantadue mila trecento sessanta, schiavi non compresi. Mise da parte quei Liberi Massoni che erano sfuggiti al furore della soldatesca durante la distruzione del Tempio e scelse settemila tra quelli armati cavalieri e che mise alla testa del popolo per combattere se qualcuno si fosse opposto al loro passaggio in direzione di Gerusalemme.
La marcia degli Israeliti fu facile fino al loro arrivo sulle rive dell’Eufrate, chiamato anche Starbuzai, che separa la Giudea dalla Siria.
I cavalieri Massoni, che formavano l’avanguardia, incontrarono delle truppe decise ad interdire loro il passaggio, avide dei tesori del Tempio che gli Ebrei trasportavano. Nè le rimostranze dei cavalieri, nè lo stesso Editto di Ciro, furono sufficienti a frenare la loro insolenza. Essi attaccarono i cavalieri Massoni che, da parte loro, li combatterono con tanto ardore che gli aggressori furono tutti, come un solo uomo, o affogati oppure tagliati a pezzi al passaggio del ponte. Dopo questa vittoria, Zurubbabel fece elevare un altare sul campo di battaglia, vi offrì un olocausto al Dio degli Eserciti, per aver Egli combattuto al fianco d’Israele. È allora che i Massoni fecero di Yaveron Hamaim una parola di passo che significa Libertà di Passare.
In seguito, gli Israeliti guadagnarono la riva e giunsero a Gerusalemme, dopo quattro mesi di viaggio, il ventidue giugno alle ore sette del mattino. Dopo sette giorni di riposo, i tre architetti e i loro compagni cominciarono a gettare le fondamenta ed intrapresero i lavori del Nuovo Tempio. Ripartirono le opere in più classi di cui ciascuno aveva un capo assistito da due aiutanti. Ciascun grado di ognuna di queste classi aveva diritto ad un salario in rapporto col suo rango ed ognuna aveva la sua parola di passo. La Parola della prima classe era Giudea e gli operai erano pagati ai piedi della colonna che si trovava all’entrata del Tempio. Per la seconda classe, la parola era Beniamino e gli operai venivano pagati sotto il portico.
Gli operai della terza classe ricevevano il loro salario al centro del Tempio dopo aver pronunciato la Parola Yaveron Hamaim. Le stesse regole che avevano presieduto alla costruzione del Primo Tempio furono rispettate per il Secondo.
I lavori erano appena iniziati che i Cavalieri Massoni furono turbati dai cattivi fratelli di Samaria che, gelosi della gloria che le tribù di Giuda e di Beneamino non avevano mancato di acquisire in ragione della loro novella libertà, decisero di far loro guerra in modo da mettere in scacco la loro volontà di ricostruire il Tempio.
Zurubbabel, informato delle loro intenzioni, ordinò che tutti gli operai fossero armati, tenendo in una mano la cazzuola nell’altra la spada in modo che operassero con l’una e potessero difendersi con l’altra e respingere gli assalti del nemico.
La costruzione del Nuovo Tempio durò quarantasei anni. Cominciò sotto il regno di Ciro e si compì sotto quello di Artaserse. Il Tempio fu consacrato nello stesso modo in cui Salomone aveva dedicato il Primo. Il decalogo e le ordinanze di Mosè furono di nuovo rispettati, un capo fu designato per governare la nazione e fu scelto dai cavalieri Massoni, che si chiamarono col nome di Cavalieri d’Oriente poichè essi erano stati liberati e fatti cavalieri da Ciro, re di Persia.
Il Secondo Tempio essendo stato a sua volta distrutto dai Romani, i Cavalieri Massoni della nostra epoca, discendenti da coloro che costruirono il Secondo Tempio, sono ora costretti ad elevarne un Terzo, sotto la guida di un nuovo Zurubbabel, alla Gloria del Grande architetto dell’Universo.
Istruzioni
D: Siete voi Cavaliere d’Oriente?
R: Ne ho ricevuto il Contrassegno, il mio nome, la mia veste, la mia spada e la mia fermezza ve lo assicurano.
D: In qual modo siete giunto in questo Grado?
R: Per la mia umiltà, per la mia pazienza e per le frequenti preghiere.
D: A chi le avete presentate?
R: Ad un Re.
D: Qual’è il vostro nome?
R: Zurubbabel
D: Chi siete?
R: Sono un Israelita, della Tribù di Giuda
D: Qual’è la vostra professione?
R: La Massoneria
D: Quali generi di edifici elevate?
R: Dei Templi e dei Tabernacoli
D: Dove li costruite dunque, voi che siete privo di patria?
R: Nel mio cuore
D: Che soprannome si dà ad un Cavaliere d’Oriente?
R: Quello di Liberissimo Massone
D: Perchè siete un Liberissimo Massone?
R: Perchè i Massoni che lavorarono al Tempio di Salomone furono qualificati così, ch’essi stessi ed i loro discendenti furono esentati in da tutte le imposte come da tutte le obbligazioni, anche da quella di portare le armi in guerra, che le loro famiglie furono dette affrancate per eccellenza. Ma, in seguito si dovettero sottomettere e non ritrovarono i loro diritti se non per la bontà del Re Ciro che glieli confermò. È per questo che si deve chiamarli Liberissimi Massoni.
D: Perchè dunque Ciro gli rese la libertà?
R: Perchè Dio gli apparve in sogno e gli ordinò di rendere la libertà al Suo Popolo affinchè potesse ricostruire il Tempio che era stato distrutto
D: Quali sono le obbligazioni di un Cavaliere d’Oriente?
R: Di amare ed adorare Dio; di mantenere la Tradizione con onore; di soccorrere i nostri Fratelli nel bisogno molto prima che essi lo sollecitino; di accogliere con amicizia i Fratelli stranieri; di visitare e confortare i malati; di aiutare a sotterrare i morti; di pregare per coloro che sono perseguitati; di amare l’umanità in generale; di sfuggire il vizio, di non frequentare giammai luoghi dissoluti nè donne di poca virtù; di essere religiosi nell’adorazione del Creatore e di osservare esattamente le leggi del Principe e dello Stato; e, per finire, di seguire punto per punto i principi della Libera Massoneria, di rendere onore e giustizia ai Principi di Gerusalemme e di rispettare in essi i Superiori dell’Ordine.
Chiusura
Il Sovrano dice:
“Principi, il Consiglio è chiuso!”
Batte allora per sette volte con la sua spada lo sgabello posto davanti al trono e tutti i Cavalieri dicono insieme:
“Gloria a Dio, onore al nostro Sovrano e prosperità a tutti i Cavalieri dell’Ordine!”
I Cavalieri salutano allora il Sovrano come all’Apertura ed il Consiglio è chiuso.
Feste d’Obbligo dei Cavalieri d’Oriente
I Tre volte Illustri Cavalieri d’Oriente devono celebrare la Festa della Riedificazione del Dio Vivente [4] il ventidue Marzo e ventitrè Settembre, agli equinozi, cioè quando si rinnovano i giorni corti ed i giorni lunghi, in modo da commemorare le due edificazioni del Tempio dai Massoni.
Visita dei Cavalieri d’Oriente nelle Logge di Perfezione
Quando i Cavalieri d’Oriente visitano una Loggia di Perfezione o una Loggia dell’Arco Reale, devono essere sempre ricevuti con gli onori della Volta d’Acciaio. Se il Maestro di Loggia non è Cavaliere d’Oriente, offre il Maglietto e lo Scettro al Cavaliere, che può accettarli o declinarli. Se li accetta, prenderà posto in Cattedra per un breve istante poi la restituirà al suo titolare. Prenderà allora posto alla destra del Tre volte Potente Maestro, che gli sottoporrà gli atti della Loggia.
Se si presentano più Cavalieri d’Oriente visitatori, si disporranno, secondo il loro rango, alla destra e alla sinistra del Tre volte Potente Maestro e solo il più elevato in grado si vedrà offrire l’onore del Maglietto e della Cattedra.
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Il Grado di Cavaliere d’Oriente potrebbe essere stato istituito verso il 1747-1748, quando i Gradi dell’Antica Massoneria erano tutti conosciuti, ad eccezione, può darsi, del Maestro Segreto, prima del 1744.
La lettera [5], inviata dal F. de Boulard ai Perfetti Eletti di Bordeaux e datata 16 Maggio 1750, indica:
“Vi è un Consiglio dei Cavalieri d’Oriente a Parigi, ma oltre al fatto che non hanno il nostro Scozzesismo, sono anche in errore in più punti concernenti i loro Cavalieri d’Oriente”.
Ciò sarebbe una prova, se ne esiste una, della diversità dei Gradi dell’epoca….
Se si esaminano gli altri rituali contemporanei, si constata che, per lo Scozzesismo marsigliese [6], si tratta del Cavaliere della Spada soprannominato Cavaliere d’Oriente. Vi sono due appartamenti. Il primo, rischiarato da settanta luci, è tappezzato di verde, il secondo di rosso. La Batteria è di cinque e due e la Parola di Passo è Libertas.
Per una parte dello Scozzesismo parigino, illustrato da I Più Segreti Misteri…., si tratta del Cavaliere della Spada e di Rosa+Croce. Vi sono ancora due appartamenti, l’uno tappezzato di verde, l’altro di rosso, e settanta luci. La Batteria è di cinque e due e la Parola è anche Libertas. Tra questi due primi, non vi è, in fondo, grande differenza. È molto simile al rituale utilizzato dalla Massoneria Adonhiramita.
Al contrario, il rituale utilizzato dalla Loggia di Mirecourt, identico all’istruzione che si trova presso quella nella collezione Kloss [7], non menziona che un solo appartamento, tappezzato di nero e rischiarato da settanta luci, la Batteria è di un solo colpo a la Parola di Passo resta Libertas benchè vi siano due Parole d’Ordine che sono Giuda e Beniamino.
Ora, nel manuale che viene ad essere presentato, è fatto uso di un solo appartamento, tappezzato di verde e rischiarato da settantadue luci. La Batteria è di sette colpi uguali e la Parola di Passo Yaveron Hamaim, tradotta per Libertà di Passaggio.
È, beninteso, difficile fissare le rispettive precedenze dei diversi manuali. Tuttavia, è possibile pensare che la leggenda del Secondo Tempio ha ispirato due Gradi, uno dei Cavalieri d’Oriente, l’altro dei Cavalieri della Spada. Nella misura in cui certi elementi saranno riutilizzati per il Principe di Gerusalemme, sembra bene che il manuale figurante nel Manoscritto Francken derivi da due fonti.
Ma allora conviene evidenziare l’evoluzione della Parola di Passo. La Leggenda operativa anteriore doveva fare allusione al combattimento del fiume ed alla Libertà di Passare, che si ritrova, sotto la forma L.D.P. nel Compagnonaggio. La Parola Libertas si ricollega direttamente a quest’origine.
Yaveron Hamaim, in quanto corruzione di ya’avorou hamaim, che si può tradurre con “essi passeranno le acque” rileva così la stessa filiazione. Ma si tratta là d’un ebraismo deliberatamente introdotto, poichè non esiste negli altri quaderni.
Notiamo che il Cerimoniale del Consiglio si riferisce al Principe di Gerusalemme in quanto Ultimo Grado. Vi è là un altro indice di rimaneggiamento del quaderno.
Si noterà così che il gruppo di settantadue lettere costituisce, secondo lo Zohar, il Nome Vero e la più potente delle invocazioni divine, Nome sconosciuto, beninteso, ma che giuoca un ruolo centrale nella mistica ebrea. Lo si è ricercato attivamente nella Torah, e notoriamente nei tre versetti di Esodo 14, 19-21, che formano tutte settantadue lettere e che descrivono il Passaggio del Mar Rosso. Il passaggio dell’Eufrate sarebbe la controparte massonica di quella del Mar Rosso? Sarebbe lì l’origine della modifica della Parola di Passo?
Quel che sia, il Cavaliere d’Oriente apre la Massoneria Rinnovata e ciò che noi chiamiamo i Gradi dell’Esilio. La materia della Leggenda è stata attinta nei Libri di Esdra e Nehemia, in un molto libero adattamento. Così, l’episodio del passaggio del fiume Starbuzanai [8] non figura nella Bibbia e proviene necessariamente da altra tradizione.
Conviene notare che se non si trova traccia della costruzione del Secondo Tempio nei manoscritti operativi anteriori al XVII secolo, se ne fa menzione nella Storia dei Liberi Muratori di La Tierce [9] Non è fatta menzione del passaggio del fiume e l’importanza data alla ricostruzione del Tempio è minore. La prima edizione, introvabile, di questa opera essendo del 1742, è dunque certo che il Grado di Cavaliere d’Oriente non era stato ancora costituito. Ciò è in buon accordo con la data del 1748, comunemente ammessa.
Il Manoscritto della collezione Kloss è, infatti, un quaderno molto completo che comporta, oltre il rituale, i Doveri dei Cavalieri d’Oriente, una Storia ben sviluppata e degli Statuti.
I Doveri precisano che:
“Gli Eccellentissimi Cavalieri d’Oriente celebrano la festa della Riedificazione del Tempio del Dio Vivente due volte l’anno, che si sappia il ventidue Marzo e il ventidue Settembre, giorni dell’Equinozio, nel Rinnovamento dei grandi e piccoli giorni, ed in memoria ancora del fatto che il Tempio è stato abbattuto due volte”.
Questo testo è, molto evidentemente, all’origine della nota sulle feste dei Cavalieri d’Oriente che figura nel nostro quaderno e che è stato ricopiato incompleto.
Lo stesso testo è ripreso negli Statuti (articolo 10). È interessante citare l’articolo 9:
“Essi (i Cavalieri) saranno regolari osservatori delle Leggi dell’Ordine Reale della Massoneria, istruiranno i loro Fratelli con esattezza e dolcezza, correggeranno e reprimeranno coloro che potrebbero venir meno all’Ordine, sia nel trasgredire le leggi, o infine divulgando i loro Segreti ai profani; in entrambi i casi li denunceranno al loro Sovrano, se non volessero affatto correggersi, perhè questi possa riprenderli ancora con dolcezza, o infine procedere alla loro esclusione nel caso in cui non volessero affatto sottostare alle sue giuste rimostranze, il tutto in conformità dell’articolo tre dei presenti Statuti e Regolamenti”.
È il solo articolo che potrebbe andare nel senso d’una preminenza dei Cavalieri d’Oriente sugli altri Gradi. Infatti, il riferimento all’articolo 3, che non è che una prescrizione morale:
“Egli (il Cavaliere) avrà soprattutto in orrore la menzogna, la maldicenza e la calunnia”.
L’esame dei differenti rituali in nostro possesso ci conduce a dubitare fortemente dell’affermazione corrente secondo la quale giusto verso il 1762 [10], i Cavalieri d’Oriente sarebbero stati i superiori dei sistemi Scozzesi. In fatti, sotto i diversi nomi di Cavalieri della Spada, dell’Aquila, della Terra Santa, il Cavaliere d’Oriente è il primo Grado della Massoneria Rinnovata, senza che ne risulti necessariamente una funzione particolare di regolazione.
Neppure nello Scozzesismo parigino degli Imperatori, vi è nulla che possa condurre al Rito di Perfezione. Non vogliamo per prova il fatto che solo quello prescritto esplicitamente intorno agli onori dovuti ai Cavalieri d’Oriente e imposizione di obbedire loro in occasione di differenti Obbligazioni dell’Antica Massoneria. Tuttavia, e malgrado queste numerose opinioni contrarie, noi pensiamo che, nel sistema del Gran Consiglio, il Grado ultimo era quello di Principe di Gerusalemme.
Questa constatazione rinforza l’opinione secondo la quale, per la loro azione regolatrice, i Membri del Gran Consiglio dei Principi di Gerusalemme sono stati i primi Scozzesi a concepire l’idea di Rito.
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Note
1. Tutte queste Parole, all’incirca, sono state deformate, per pura comodità, per ottenere un buon computo delle lettere… (torna al testo)
2. Significato tradizionale, senza dubbio, ma traduzione molto libera! (torna al testo)
3. Sciabola orientale leggermente ricurva che fu importata in Europa all’epoca delle Crociate. Sembra che non sia stata conosciuta nell’Antichità, neanche nel Medio – Oriente, dove venivano usati gladi e spade diritte. (torna al testo)
4. Vi è qui incontestabilmente una dimenticanza del copista: bisogna leggere la Riedificazione del Tempio del Dio Vivente. (torna al testo)
5. Vedi Alain Bernheim, Contributo alla conoscenza della genesi della prima Gran Loggia di Francia, Villard de Honnecourt, X (1973), p. 43. (torna al testo)
6. Rituali della Madre Loggia Scozzese di Marsiglia, cioè I Sette Gradi Scozzesi, ristampa Les Rouyat, Ventaden 1977. (torna al testo)
7. Manoscritto XXXIV I-V, tomo II, p.291-384, fac-simile Latomia, Helmond (1983). (torna al testo)
8. O Stabuzanaf secondo altri quaderni. (torna al testo)
9. La Tierce, Histoire des Francs-Maçons, Les Rouyat, Ventaden (1978), fac-simile dell’edizione del 1745. (torna al testo)
10. Per Paul Naudon, questo Grado sarebbe stato il sommo della gerarchia massonica fino al 1765. (torna al testo)