Si cambia lentamente. Ciò è ben chiaro a coloro che lavorano con abnegazione e perseveranza a lanciare nello spazio il suono silenzioso, a cui rispondono tutte le coscienze prossime al risveglio.
Canoni della divulgazione
di Athos A. Altomonte
Si cambia lentamente. Ciò è ben chiaro a coloro che lavorano con abnegazione e perseveranza a lanciare nello spazio il suono silenzioso, a cui rispondono tutte le coscienze prossime al risveglio. Facendo sempre attenzione ai porci, pronti a calpestare la beltà di ogni migliore pensiero (che per essi è veleno) ed evitando i cani che azzannano ogni buon seminatore.
L’alternativa è stare fermi ed aggiungere al nulla anche il “proprio nulla” o proseguire quella che sembra un’opera infinita (ma non lo è), di “cospargere di bello ogni brutto”.
Il bello, però, non è ancora una condizione stabile della natura umana, allora va tratto da una realtà ideale che ancora non è tra noi ed ancora non ci appartiene. Bellezza ed Armonia sono realtà impersonali sulle quali possono esserci ancora solo visioni personali; perciò il divulgatore cerca di adattare sempre più la propria visione (mentale o spirituale) alle caratteristiche oggettive dei Canoni d’Armonia e di Bellezza che vorrebbe attestare. Egli è consapevole, tuttavia, di non poter evitare l’uso di un proprio “linguaggio” per trasferire all’esterno il sentimento che percepisce per una verità ch’è solo transpersonale e che trascende ogni individualismo.
Nonostante debba ricorrere all’uso di un “linguaggio” personale, il divulgatore non formulerà mai opinioni su concetti reali che cercherà, anzi, di trasmettere intatti nonostante se stesso. Conscio della propria relatività e dipendenza “sentimentale”.
Il divulgatore si pone d’innanzi alla propria opera con lo stesso spirito che anima il pittore. Entrambi “vedono e sentono” una realtà che non gli appartiene, ma che vogliono condividere con altri, e per farlo, non rimane loro che la sensibilità interiore e una capacità che, seppure individuale, non deve mai permettersi d’offuscare il significato della visione.
Se così sarà, lo strumento d’espressione raggiungerà la perfezione. E quando la capacità espressiva dell’artista e del divulgatore diverrà pressoché perfetta, che differenza ci sarà più tra loro, la visione dell’idea, ed il suo significato?