La filosofia illuminista e la Massoneria – Il mito dell’illuminismo massonico – Gli Illuminati o il reale illuminismo massonico
Nella storia del pensiero e degli accadimenti umani difficilmente si può definire ciò che è veramente originale in un determinato periodo storico. Forse, le idee fondamentali dell’umanità sono presenti nello stesso tempo in ogni era e solo il più lungo permanere od il più rapido tramontare di alcune di loro formano l’essenza di un’epoca.
L’unico metro di giudizio certo è sempre e comunque l’uomo e noi non possiamo purtroppo ipotizzare che vi sia stato un ulteriore salto di qualità da quando l’umanità, con la razionalità e l’auto-coscienza, scoprì il suo io, perdendo però quelle superiori genialità d’istintualità ed intuitività che ancora rimpiange e ricerca con inconscia nostalgia.
Ogni generazione reinterpreta la storia secondo le sue particolari ideologie predominanti e le pulsioni emotive del suo presente, che pur avendo radici in ogni più lontano passato, ha alcune sue specificità, secondo la forma che la società umana ha assunto. Nella storia del pensiero e degli accadimenti umani difficilmente si può definire ciò che è veramente originale in un determinato periodo storico. Forse, le idee fondamentali dell’umanità sono presenti nello stesso tempo in ogni era e solo il più lungo permanere od il più rapido tramontare di alcune di loro formano l’essenza di un’epoca. Fra tutti i miti che l’umanità ha conosciuto il più incerto è certamente quello d’evoluzione e progresso, che partendo da parametri precostituiti è arrivato fino alla nostra epoca. Oggi quei parametri sono stati soggetti a dubbi e ripensamenti ed il mito progressista, esaltato ai primi del secolo con il “ballo excelsior”, mostra la rada trama con cui è stato tessuto. L’unico metro di giudizio certo è sempre e comunque l’uomo e noi non possiamo purtroppo ipotizzare che vi sia stato un ulteriore salto di qualità da quando l’umanità, con la razionalità e l’auto-coscienza, scoprì il suo io, perdendo però quelle superiori genialità d’istintualità ed intuitività che ancora rimpiange e ricerca con inconscia nostalgia. Tutto ciò che di primitivo, bestiale, crudele, vogliamo attribuire negli uomini di un lontano passato è ancora presente in quelli d’oggi, paradossalmente assieme a tutte quelle meravigliose qualità quasi divine che i più arcaici testi del passato ci hanno tramandato. Ben poco sappiamo di là di cinque/seimila anni di storia, ma ciò che possiamo intravedere ci dimostra l’assoluta omogeneità dell’uomo di ieri con quello d’oggi, sia nei suoi lati negativi sia in quelli positivi. Ciò che ha caratterizzato la nostra era è soprattutto l’attesa messianica di una società razionale e più giusta attraverso l’evoluzione della coscienza del rapporto sociale e quella tecnico-scientifica. Questa speranza, spillante da svariatissime fonti confluite da ogni secolo nel XVIII, è ciò che si chiama illuminismo. Per quanto questa richiesta di razionale umanesimo sia stata sempre presente nella storia del pensiero umano, solo alla metà del diciottesimo secolo diventa una filosofia elitaria che si fece strada fra i più larghi strati borghesi della società fino ad arrivare alla coscienza popolare. La filosofia illuminista e la MassoneriaPer quanto sia necessario nel nostro contesto esaminare brevemente l’illuminismo di per se, nostra domanda fondamentale riguarda essenzialmente la storia della Massoneria. La Massoneria si è identificata effettivamente in questo movimento di pensiero? Ha ideato realmente alcune operazioni politiche e sociali per l’affermazione di questi ideali ? Si può affermare intanto che, curiosamente, il mito della massoneria complottante per gli scopi illuministi (che non può che rendere onore all’Ordine) ci proviene proprio dagli avversari, che negli anni della Restaurazione le si scagliarono con violenza contro, attribuendogli sia il complotto rivoluzionario sia i suoi eccessi. [1] Caratteristico di questa critica politica e religiosa alla massoneria è il prudente rispetto portato a quell’ inglese, che non fu mai attaccata per i suoi, pur tiepidi, contributi politici all’illuminismo, in funzione dell’appoggio dato alla contro-rivoluzione dai monarchi inglesi e nonostante la sua natura fondamentalmente protestante. Quando il Barruel critica, nella massoneria continentale, il cosiddetto “segreto” – che indicava nella predicazione dell’uguaglianza e della libertà come supporto al rovesciamento dei troni e degli altari – salva il “buon senso” della massoneria inglese affermando [2] “I Massoni inglesi, per la più parte, non riconoscono che i primi tre gradi; fuori dell’imprudente interpellanza sull’obbedienza al Gran Maestro dell’Ordine, non v’ha che la spiegazione giacobina sull’uguaglianza e sulla libertà, che rende il loro segreto pericoloso. Il buon senso degli inglesi ha fatto loro rigettare questa spiegazione. Ho pure inteso parlare di una risoluzione, presa dai loro primari Massoni, di scacciare tutti coloro che cercano di introdurre l’uguaglianza e la libertà dei rivoluzionari” In realtà l’Inghilterra fu la patria d’origine dell’illuminismo. Newton (1642-1727) n’è considerato il padre, assieme a Locke (1632-1704). Sir Newton, scienziato e filosofo, pur codificando il pensiero scientifico sperimentale della scuola italiana, ebbe l’intuizione che si poteva applicarlo anche all’uomo. Questa metodologia di nuova conoscenza umana, non comportò in Newton, come poi nei più radicali illuministi, una posizione anti-metafisica – dato anche i suoi interessi teologici ed alchemici – ma nei successivi elaboratori di tali premesse filosofiche (Toland, Collins, e Tindall), la tradizione metafisica e quella religiosa furono duramente criticate. Nasce qui la concezione deista della “ragione” naturale come solo criterio per stabilire la validità della razionalità e della morale. Da queste premesse nasce il rifiuto delle religioni rivelate, dei dogmi, dei misteri, dei miracoli e soprattutto della necessità di “intermediazione” sacerdotale fra l’uomo ed il piano divino. I deisti ammettono soltanto che Dio esiste, che l’universo è una sua creazione, che in un’altra vita un premio attende i buoni ed un castigo i cattivi. Si può affermare con certezza che questi principi illuministi sono nello stesso tempo quelli della riforma massonica di Anderson e Desaguliers, quando statuiscono l’adesione alla religione naturale, (… la religione nella quale tutti gli uomini convengono…) [3] la credenza in un Grande Architetto dell’Universo non altrimenti definito e nell’immortalità e nella trascendenza dell’anima. Nelle nostre attuali concezioni il concetto filosofico di fratellanza sembra comportare in sé quello d’uguaglianza, ma è dubbio che, in una società dove l’usanza del maggiorascato produceva effettive disuguaglianze anche fra i fratelli carnali, questa potesse diventare un concetto sociologico. Per quanto riguarda l’altro gran pilastro massonico, quello della libertà, i pragmatici Landmark d’Anderson escludono la possibilità che l’Ordine possa esser comunque coinvolto in tentativi d’eversione sociale, e predicano la sottomissione ai poteri civili, ma non esclude in alcun modo dalla Fratellanza i membri che si ribellano alle autorità. [4] Da questa fraterna solidarietà morale, concessa ai Fratelli non graditi al potere, ma non fino al punto di compromettere l’Ordine nella benevolenza dei governanti, deriva quella sublime ambiguità psicologica del massone, che sa essere conservatore nei periodi rivoluzionari e rivoluzionario in quelli reazionari. La Massoneria inglese ha preteso, e pretende tuttora, la primogenitura latomistica dalle Logge che nel XVIII secolo costituirono a Londra una Gran Loggia, ma quest’ ipocrita cecità storica nei confronti della secolare latomistica continentale non vela tuttavia l’originalità della riviviscenza massonica inglese del 1717. Quest’originalità consisté nel distacco dalla tradizione di sottomissione religiosa al cristianesimo che caratterizzava ogni confraternita di mestiere da tempo immemorabile, non tanto a favore del movimento protestante, come spesso si è detto, ma a favore di un deismo astratto e filosofico che si era appena affacciato alle soglie del pensiero europeo assieme a dei primi concetti di libertà nella ricerca della conoscenza. Queste idee, che i primi illuministi inglesi limitavano al piano razionale della ricerca etica, scientifica e teologica, senza eccessivi sconfinamenti socio-politici, proprio per la relativa libertà e giustizia che godevano nella liberale Inghilterra, ebbero un’ulteriore evoluzione fra i “philosophes” continentali. L’Aufklarung tedesco, che è ritenuto decisamente minore, essendo meno radicale di quello inglese e francese, ha al contrario, per la storia del pensiero esoterico, un’importanza maggiore. Le correnti di pensiero che il ciclo storico del XVIII secolo comportava, in Germania furono mediate ed equilibrate dal permanere dell’interesse tedesco per la metafisica, a causa del carattere nordico, contrassegnato dalla fermezza spirituale e dalla società più tradizionalmente gerarchica. Già in Wolf [5] le due vie per giungere alla conoscenza sono esclusivamente l’esperienza e la ragione. L’intelletto non è rivolto solo al potere sul reale, ma ad ogni “possibile”, quindi anche al campo della metafisica dove l’uomo, senza intermediari, può arrivare alla conoscenza sovrasensibile. Inoltre, l’esperienza e la ragione non sono volte ad una catarsi di tipo sociale, ma al miglioramento, individuale e collettivo, dei “costumi”. Questo concetto ha influito profondamente sull’essenzialità massonica. Questa contempla la catarsi etica e sociale dell’umanità come prodotta non dall’evolversi collettivo della società, ma da quello dei singoli individui attraverso l’iniziazione. La civiltà progressiva, in questa forma di pensiero, non trova adito nell’espressione d’ideologie contingenti e transeunti, quanto in una spiritualità che trova nell’interiorità umana i soli mezzi. Ancor più, l’illuminismo di Lessing [6] si confonde con quello insito nella Massoneria quando afferma che l’essenza della religione consiste nella morale, in quanto l’uomo è stato fatto per l’azione, non per escogitare sofismi, e per la natura, quindi la migliore religione rivelata o positiva è quella che contiene il minimo d’aggiunte convenzionali alla religione naturale. L’uomo non può raggiungere, nella sua limitatezza, la verità assoluta e definitiva. La verità non può consistere nel suo stesso possesso, ma solo nella sua ricerca, quindi l’uomo ricerca e non possiede la verità. L’illuminismo razionalista, da cui discesero poi il materialismo ed il positivismo, è qui superato da una visione metafisica in cui non vi è più l’esaltazione della sola ragione, ma il ricorrere ad un intelletto superumano che, solo, può sorpassarla. Il celebre passo di Lessing [7] che espone questo concetto, rappresenta la forma più profondamente massonica dell’illuminismo: “Se Dio tenesse chiusa nella sua mano destra tutta la verità e nella sua mano sinistra unicamente il sempre vivo amore per la verità, benché‚ con l’aggiunta di andar errando sempre ed in eterno, e mi dicesse scegli! Io mi precipiterei con umiltà alla sua sinistra e direi: Padre, dammi questo! La pura verità è riservata soltanto per te!” In Lessing è ancora caratteristica quella “passione” per l’uomo che l’illuminismo tedesco trasferì poi nella cultura europea attraverso il Romanticismo, padre di tutti i miti moderni. Un caso a parte rappresenta Fichte [8] la cui “Filosofia della Massoneria” ha dei caratteri più pre-romantici che illuministici e che meriterebbe una più ampia trattazione. In Francia gli Illuministi trasferirono con più decisione il ricorso alla ragione nella causa della libertà ed inserirono nella storia gli elementi determinanti della rivoluzione americana In Francia gli Illuministi trasferirono con più decisione il ricorso alla ragione nella causa della libertà ed inserirono nella storia gli elementi determinanti della rivoluzione americana prima e di quella francese ed europea poi. La diretta appartenenza massonica di alcuni fra i maggiori illuministi francesi, ci porta poi ad ulteriori considerazioni sul mito dell’illuminismo latomistico così come si creò durante la restaurazione europea. Il mito dell’illuminismo massonicoPer quanto vi siano delle affinità sostanziali fra la filosofia dell’illuminismo, in particolare quella tedesca e i principi della massoneria, non è esatto assimilare completamente questa a quelli. La Massoneria si lega al piano storico attraverso dei principi etici fondati sull’uomo e sull’umanità trascendente che questi dovrebbe raggiungere perfezionandosi. La sua essenzialità conosce dei principi metafisici che esulano da qualsiasi filosofia e ideologia contingente, rivolgendosi ad una metastoria in cui gli avvenimenti umani sono solo dei simboli d’avvenimenti cosmici ed universali, superanti qualsiasi classificazione religiosa, sociale e politica. È proprio dal suo essere portatrice di valori superiori a quelli puramente religiosi o politici che deriva la secolare denigrazione e persecuzione dell’Ordine. Il mito dell’illuminismo massonico, visto in chiave negativa, fu usato dai suoi avversari in funzione d’appoggio alla restaurazione europea dopo l’immane conflitto sociale ed ideologico portato dalla rivoluzione. Per quanto sia stata accusata di aver cospirato contro il trono e l’altare, e di aver preparato e compiuto la rivoluzione, la Massoneria aveva, in tal senso, solo alcune responsabilità morali, in quanto aveva effettivamente propagato idee d’eguaglianza e libertà. Queste, in realtà, non sono state appannaggio del solo secolo XVIII, ma una meta ideale d’ogni epoca, anche la nostra, in quanto la sola evoluzione materiale e tecnologica dell’umanità non è sufficiente alla sua rigenerazione totale. Nell’arco temporale della rivoluzione la Massoneria era in totale crisi, in quanto i suoi membri erano dispersi in ogni fazione, aristocratica, moderata o giacobina che fosse. I Fratelli si ghigliottinarono a vicenda senza alcuna remora, seguendo la propria passione politica e le proprie idee, così com’è comune, purtroppo, in ogni cruento passaggio di regime. Nessun complotto, nessuna finalizzazione comunitaria, poté in realtà portare ad un’azione massonica comune, nemmeno per salvare i Fratelli dal carnefice. L’Abate Barruel ed i suoi emuli fecero opera d’efficace contro-informazione, per usare un termine moderno, confondendo alcuni termini, come illuminismo, illuminati ed illuminati di Baviera che fra di loro, avevano ben poco in comune. Pur nella limitatezza di questa breve ricerca, si può cercare di definire, nella sua realtà storica, l’essenza contrastante di questi termini, per contestarne l’interessata assimilazione. Gli Illuminati o il reale illuminismo massonicoIl termine “Alumbrados”, come espressione di società segreta o riservata, era stato usato per la prima volta in Spagna nel XVII secolo, e definiva un gruppo di rosicruciani dediti alla teurgia, che l’inquisizione condannò poi al rogo. Molti riti massonici, un secolo più tardi, così furono definiti, confondendo tale termine con quello indotto dalla filosofia illuminista. L’illuminazione di cui si trattava in tali ambiti era quella, puramente spirituale, che si conseguiva attraverso pratiche di purificazione, fino all’identificazione ed all’unione con i piani superiori. Le pratiche usate erano quelle, classiche e universali, di tipo meditativo e magico-rituale; attraverso la teurgia – che letteralmente significa “creazione” divina – o attraverso l’alchimia, che tentava di trasformare la conoscenza umana in quella dell’assoluto. Tali pratiche, sono nate all’alba dell’umanità, sono e saranno sempre presenti nella storia dell’uomo. Queste si basano su dei procedimenti metafisici super-razionali che sono, forse, il contrario dei concetti filosofici dell’illuminismo, che respinge la metafisica in quanto sfuggente alla ragione. Tali procedimenti sottili, incomprensibili alla rozzezza del potere politico e religioso, come del resto alla speculazione filosofica, comportano la liberazione interiore e la libertà esteriore. Sono sempre stati quindi invisi alla tirannia ed alla prevaricazione di coloro che, per scopi individuali o di gruppo, ricercano il controllo assoluto della società. Per quanto la politica e la religione, in tali contesti iniziatici, non abbiano alcun’ importanza ideologica o teologica, chiaramente la necessità fisica e morale della sopravvivenza dei loro adepti presuppone l’esistenza di una società libera ed eticamente evoluta. Alla libertà interiore necessita la libertà esteriore. Molto spesso, quindi, gli illuminati hanno operato individualmente nella storia e nella società, senza che per questo si debba intravedere quel complotto che gli alfieri dell’assolutismo ipocritamente affermano. L’Abate Barruel in particolare cita, a sostegno delle sue tesi, due Ordini illuministici, le cui finalità sono in realtà opposte, quello degli Illuminati di Baviera e quello Marinista. Il primo fu una setta che propugnava l’eversione sociale ed il comunismo e che solo impropriamente si chiama massonico, in quanto cercò di copiare ed usare le strutture dell’Ordine per le proprie finalità. Il secondo, più propriamente da denominarsi Martinezista piuttosto che Martinista , fu introdotto in Francia, su patente degli Stuart , da Martinez de Pasqually de las Casas, un iniziato che propagò, prima a Bordeaux e poi in tutta la Francia, un sistema massonico chiamato dei Supremi Giudici Incogniti o dei Filosofi Incogniti, basato su pratiche teurgiche di tipo magico-rituale e kabbalistico. A quest’ Ordine, chiamato anche “degli Eletti Cohen”, aderirono notevoli personaggi fra cui Louis Claude de Saint Martin, detto il Filosofo Incognito, Bacon de la Chevalerie e Jean Baptiste Willermoz, che a loro volta fondarono dei sistemi analoghi. D’origine Martinista, e di particolare importanza massonica, fu il Rito Scozzese Rettificato di Willermoz, che riuscì a restringere nella più ortodossa massoneria la Stretta Osservanza Templare di Von Hund, che rappresentava, inoltre, la volontà egemonica della massoneria tedesca su quella europea. L’importanza politica del Martinismo, di là da quella interna alla Massoneria, era inesistente ed i suoi scopi esulavano da qualsiasi tipo d’eversione sociale. Le motivazioni delle assurde accuse del Barruel potevano consistere soltanto nell’odio per la metafisica martinista, che ritorceva come una specie d’apologia segreta dell’empietà e della ribellione. Riportiamo un passo della sua Storia del Giacobinismo solo per far notare la veemenza calunniatoria e l’interpretazione surrettizia delle dottrine Martiniste per i consueti scopi denigratori e di contro-informazione: “Io però ricavo la sua dottrina (del De Saint Martin), ed il suo grande oggetto dai suoi scritti, nella sua famosa opera “Degli errori e della verità” quella che ne ha fatto l’Apocalisse dei suoi seguaci. Io so quanto costa il decifrare gli enigmi di quest’ opera tenebrosa; ma conviene bene aver per la verità la costanza, che i suoi seguaci hanno per la menzogna. Vi vuol pazienza per discoprire tutto il complesso del codice martinista fra il gergo misterioso dei numeri e degli enigmi. Risparmiamo per quanto possibile, questa fatica al lettore. L’eroe di questo codice, il famoso Saint Martin si mostri all’aperto; ed ipocrita al pari del suo maestro egli non sarà più che un vile copista delle inezie dello schiavo eresiarca, generalmente noto con il nome di Manete. Con tutti i suoi raggiri egli non conduce meno i suoi seguaci negli stessi sentieri e loro ispira il medesimo odio agli altari del cristianesimo e al trono de’ sovrani, ed ancora d’ogni governo politico.” In questo brano si sintetizza tutta la verità antimassonica di quell’ epoca e non solo di quella. La preoccupazione dei denigratori dell’Ordine non derivava che da un solo elemento: la volontà di mantenimento del controllo sociale da parte delle due tirannie, quella politica e quella religiosa, a volte contrapposte ma, purtroppo, molto spesso unite. La Massoneria, sia nei suoi concetti filosofici sia in quelli metafisici, è sempre portatrice di libertà, indipendentemente dalla sua azione nella società, che è stata politica solo in determinati momenti storici. Cos’è che ha unito storicamente Massoneria ed Illuminismo? È il loro portare nei loro geni il principio etico della propria libertà, che porta a sua volta in sé la tolleranza per la libertà altrui, anche quella dei persecutori; ed infine, quella “passione” per l’uomo che è la sola forma reale d’amore per l’umanità. Unione con solo ideale, ma anche etica, che supera i miti creati dall’odio e dall’intolleranza, supera la storia e la filosofia stessa, in quel piano metafisico dove si pone l’infinito ed indefinibile Grande Architetto dell’Universo. __________ Note1 . Fra i tanti “svelatori” di cose massoniche il più importante fu l’Abate Augustin Barruel che scrisse molte ponderose opere contro le filosofie del suo secolo e soprattutto contro il razionalismo dell’Enciclopedia, l’illuminismo e la Massoneria. La sua opera più importante è la Storia del giacobinismo, dove attaccava in modo particolare la Massoneria e gli Illuminati di Baviera. (torna al testo) 2 . Augustin Barruel Storia del Giacobinismo Edizioni Arktos-Oggero Editore Carmagnola 1989 (torna al testo) 3 . I Landmarks di Anderson Capo I “Concernente Dio e la Religione” (torna al testo) 4 . I Landmarks di Anderson Capo I “del Magistero civile supremo e subordinato” (torna al testo) 5 . Cristian Wolf (1679-1754) (torna al testo) 6 . Gotthold Ephraim Lessing (1729-1781) (torna al testo) 7 . Lessing Sulla nascita della religione rivelata, 1753-55 (torna al testo) 8 . Una controreplica, 1788 (torna al testo) |