L’idea di esoterismo è controversa, non solo per i suoi temi, per i suoi metodi, per la sua storia, ma anche per la sua stessa essenza, per la sua realtà.
Che cos’è l’esoterismo? È un’idea? Un concetto? Un inganno? Per alcuni è un insieme di discipline, per altri una chimera, un delirio, una fantasticheria, un sogno.
Esoterismo è un termine d’origine greca che significa “star dentro, interiore”, in opposizione ad exoterismo, che significa “star fuori, esteriore”.
L’esoterismoL’idea di esoterismo è controversa, non solo per i suoi temi, per i suoi metodi, per la sua storia, ma anche per la sua stessa essenza, per la sua realtà. Che cos’è l’esoterismo? È un’idea? Un concetto? Un inganno? Per alcuni è un insieme di discipline, per altri una chimera, un delirio, una fantasticheria, un sogno. Esoterismo è un termine d’origine greca che significa “star dentro, interiore”, in opposizione ad exoterismo, che significa “star fuori, esteriore”. In realtà è un neologismo che indica la conoscenza (o anche il semplice interesse) di ciò che una volta era chiamato metafisica. Il termine fu impiegato come definizione moderna di conoscenze riservate in particolare da Réne Guènon, il massimo interprete della Tradizione, ma era già diffuso negli ambienti iniziatici nella seconda metà del XIX secolo. Naturalmente nel corso del tempo il termine ha acquisito valenze di diverso ordine e grado. Gli esoteristi tendono a dargli un significato opposto a quello di “occultismo”, in quanto questo sarebbe una forma superstiziosa, volgare e degenerata di pratiche ciarlatanesche o stregoniche, il contrario, appunto, della conoscenza intellettuale e spirituale che l’esoterismo persegue. I mass-media, spesso per ignoranza, ma a volte anche per strumentalizzazione, tendono a confondere a volte i due termini per cui, nell’opinione volgare, “esoterismo” dovrebbe indicare qualsiasi tipo di pratica superstiziosa o addirittura satanica. Un’altra interpretazione del termine intende indicare la non divulgabilità di certe discipline filosofiche che trattano argomenti di natura ermetica. Non essendo di facile interpretazione, queste potrebbero essere studiate ed approfondite solo in ambienti circoscritti, e da persone in grado di capirne i valori e di applicarne le operatività previste. In realtà l’aspetto gnoseologico dell’esoterismo non comporta maggiori difficoltà di qualsiasi altra disciplina scientifica. Il problema consiste piuttosto nella metodica stessa dell’esoterismo, che tende ad avvicinare i piani spirituali con “forzature” nella psicologia del profondo e quindi comporta notevoli rischi per l’equilibrio psico-fisico, se le corrispondenti pratiche non sono svolte nella piena coscienza e conoscenza della tradizione operativa. Chi trasmette e pratica questa tradizione è definito un “iniziato”. Per quanto il rapporto di trasmissione di tale conoscenza possa esser correttamente svolto direttamente da maestro a discepolo, in genere gli “iniziati” formano delle comunità di studio ed apprendimento reciproco, ma con un rapporto docetico con un maestro. Queste comunità sono definite in vario modo ma soprattutto con il termine di “logge”. Dall’esterno può sembrare difficile comprendere la differenza fra comunità iniziatica e le nuove sette. Ma la differenza è sostanziale. In una comunità iniziatica ogni insegnamento è strettamente e rigidamente gratuito e s’insiste in modo particolare sulla libertà individuale, che nessuno, neanche il maestro, può prevaricare. Inoltre le sette svolgono una propaganda a volte plateale, a volte subdola. Nelle comunità iniziatiche non è svolta alcuna pubblicità o proselitismo, non per una sciocca superbia, ma per il principio che l’accesso a conoscenze riservate è legato ad un destino individuale su cui nessuno ha il diritto d’interferire. L’apparente esplosione della spiritualità di massa, legata ad una sorta di neo-materialismo occulto tipico dei nostri tempi, ha reso l’accesso ad una comunità iniziatica più difficile, in quanto la confusione e la volgarizzazione della metafisica rende necessaria la massima riservatezza. È da notarsi che il carattere di segretezza prima, di riservatezza poi, non è assolutamente essenziale ad una comunità iniziatica, ma è stato imposto dalla persecuzione dei potenti, civili o religiosi che fossero, sempre sospettosi e gelosi di un’alterità e di una libertà che sfuggiva dai loro paradigmi. L’ingresso in una comunità iniziatica è effettuato con una procedura di “iniziazione” che indica simbolicamente la morte e l’inizio a una nuova vita. Le discipline esoteriche sono spesso chiamate anche ermetiche, da Hermes, che nella mitologia greca era il tramite fra cielo e terra, l’iniziatore ai Misteri. L’insegnamento impartito dalle comunità esoteriche riflette i grandi archetipi eterni dell’umanità, gli assiomi fondamentali che regolano la materia e la vita, e sottintende non soltanto l’esistenza di un piano sottile che interagisce con quello più grossolano, ma anche la relatività di ogni verità che l’uomo possa raggiungere di fronte all’universo. Nelle comunità esoteriche sono, inoltre, studiate le applicazioni di questa grande metafisica tradizionale, l’alchimia, la magia, la cabala, l’astrologia pantacolare e decanale, tutte le metodiche di avvicinamento ai piani superni, elaborate dai Maestri passati. L’esoterismo è stato talvolta, impropriamente, chiamato irrazionalismo La razionalità è una grande conquista dell’uomo, la base stessa della sua evoluzione che non si può in alcun modo negare o contestare. Ma questa grande fatica dell’uomo ha comportato la perdita di alcune qualità primordiali, come la sensorialità sottile, l’intuizione, la visione diretta del mondo spirituale. L’iniziazione, al cui perseguimento è necessaria la stessa logica e la stessa razionalità del vivere quotidiano, tende a reintegrare l’uomo nelle sue condizioni primitive e primordiali. Da questa meta tende poi alla sua trasmutazione, esaltandone prima le facoltà puramente umane per farlo risalire agli infiniti stati dell’essere. L’iniziazione porta alla conoscenza sensoriale di un’energia cosmica che si può assorbire con determinate pratiche o rituali e alla visione del vitalismo universale, che svela coscienza e vita anche nella materia apparentemente inerte, come, ad esempio, nei minerali. Un’altra falsa credenza sull’esoterismo è l’opinione che ogni religione abbia un aspetto “esoterico” rispetto a quello, più comune, “essoterico”. L’esoterismo può usare, ed ha usato nel passato, alcune forme e fraseologie simboliche delle religioni, ma non ha niente a che vedere con esse, che sono una forma popolare e volgarizzata di spiritualità. Le religioni sono volte ad assicurare ad un’umanità sofferente una forma devozionale mistica che può portare sollievo, ma che non è in grado di risolvere i problemi materiali e quelli spirituali. La necessità troppo umana di una verità assoluta, se può indurre alla rassegnazione e quindi alla rimozione del dolore, non può eliminare il problema di fondo della relatività di ogni pretesa verità, della necessità e non può essere una giustificazione del male. Il dualismo esistente nell’universo, per cui ogni cosa per esistere deve avere necessariamente il suo opposto, è motivo di imperfezione e sofferenza. Ogni forma iniziatica tende così all’Uno, al superamento della polarizzazione materializzante, all’unificazione cosciente ad un piano superiore indefinito, ma immanente e trascendente assieme. Le forme storiche in cui le comunità iniziatiche si sono rivelate sono una catena ininterrotta di conservazione e trasmissione di concetti metafisici tradizionali, rilevabili come immutabili ed uguali a chi ne osserva con attenzione le varie esplicazioni temporali. Le forme iniziatiche fondamentali, diffuse in ugual modo in tutti i tempi ed in ogni luogo sono: l’unzione regale l’ordinazione sacerdotale l’investitura cavalleresca l’iniziazione artigiana. Corrispondono alle universali ciclicità cosmiche dell’età dell’Oro, dell’Argento, del Ferro, del Piombo. La nostra epoca, la più oscura ha visto il permanere di una sola grande forma iniziatica, la Massoneria, che ha raccolto in se le ultime vestigia delle maggiori iniziazioni scomparse. L’esoterismo e la MassoneriaLa Massoneria è un “Mistero” minore, in quanto essendo la forma iniziatica del terzo stato, ha necessità di una comunità per trasmettere l’iniziazione, mentre le forme superiori permettevano la trasmissione diretta da maestro a discepolo. Essendo l’unica forma iniziatica effettivamente rimasta, ha il compito di trasformare il suo piombo in Oro, di ricomporre e di ritrasmettere, quando i tempi saranno maturi, i Maggiori Misteri, le superiori iniziazioni. Essendo una collettività rituale, non può non avere anche scopi sociali, ed è stata un grande fattore di catarsi storica e politica, di eliminazione delle scorie degenerate di ciò che una volta era stato rispettabile e venerabile. La sua secolare battaglia contro il trono e l’altare non è contro i principi metafisici che ad essi corrispondono, ma contro la corrente del male che ha riempito nei secoli i gusci ormai vuoti della spiritualità originaria, proteggendo nel contempo epigoni ed avanguardie dei combattenti della corrente del bene. Templari e Rosacroce, Gnostici ed Eresiarchi, hanno sempre trovato accoglienza e difesa nelle Logge Massoniche, in una reciproca influenza che ha formato nei secoli una sapienzialità, una gnosi, una metodica iniziatica inconfondibile, un’arma affilatissima contro l’ignoranza, la prevaricazione, la superstizione, la tirannia. Nell’uni-verso, che si esplica nella materia in forma dualistica, il bene è eterno, ma purtroppo anche il male è eterno. Il bene non può travestirsi da male ed in ciò consiste la sua promessa di prevalenza in tutti i cicli universi e su tutti i piani dell’Essere. Ma, sempre, il male si traveste da bene ed induce con ciò all’errore gli uomini. Le Massonerie, che non hanno niente a che vedere con la Massoneria sono, come le sette religiose, in numero infinito, e talvolta si rivelano vere e proprie associazioni ciarlatanesche, se non associazioni a delinquere. Rituali e paramenti massonici sono in tutte le librerie e in tutti i negozi specializzati e chiunque può usurpare, con scopi sempre illeciti, l’identità massonica. Ma un grande iniziato affermava che l’albero si vede dai frutti, e da questi gli alberi saranno giudicati. In Italia vi sono oltre 60/70 gruppi massonici, o sedicenti massonici, ed il loro numero è sempre in crescita, in mancanza di una legge sulle associazioni che preservi e difenda la buona fede e la rettitudine dei loro membri. Il caos che accompagna sempre la fine di un’epoca, che speriamo sia ormai prossima, moltiplica le clonazioni fasulle di associazioni massoniche ed esoteriche; più volgari sono, più hanno successo e più visibilità mass-mediatica. Esoterismo e rivoluzioneUna falsa interpretazione dell’esoterismo tende a considerarlo come una forma mistica o confessionale, avulsa sia dalle grandi correnti evolutive della storia che dall’ambito sociale o politico. L’esoterista, secondo un’opinione diffusa, vive in contemplazione sotto un albero, aspettando che ne cadano i frutti, per divina volontà. Il suo comportamento sociale, ancora, è considerato conservatore o addirittura reazionario, oscurantista perché irrazionalista. Quest’errore di giudizio nasce dall’ignoranza della natura della Tradizione, che è considerata come una sorta di consuetudine obsoleta, di dogmatismo immobile. Anche il più rigido dei tradizionalisti, René Guénon affermava che: “la Tradizione non esclude in assoluto l’evoluzione ed il progresso… solo nella misura che le modificazioni non tocchino alcun punto essenziale”. Ciò che è essenziale nella Tradizione non appartiene al contingente, ma al metafisico e come tale è eterno ed intangibile. Concetti come lealtà, onestà, onore, permangono intatti, anche se ogni generazione li interpreta secondo le necessità evolutive del momento. La conoscenza della storia del pensiero tradizionale porta ad una visione opposta a quella dell’opinione comune. L’esoterismo, nei secoli, ha sempre rappresentato un fattore d’evoluzione e di visione politico-civile rivoluzionaria ed eversiva nei confronti dei paradigmi sociali, destinati a diventare il più delle volte organismi oppressivi per la libertà e la dignità dell’uomo. Ogni passo che l’umanità ha effettuato verso la liberazione dall’ignoranza e dal dolore ha visto poi una retrocessione involutiva. I rivoluzionari vittoriosi hanno sempre teso a mantenere il proprio potere personale o di gruppo diventando a loro volta conservatori, reazionari e tiranni. L’azione tradizionale è sempre stata attuata attraverso una continua critica d’ogni deviazione personalistica del potere, che si ripresenta continuamente nella storia con cicli alterni d’evoluzione-involuzione. Ai nostri giorni l’involuzione è rappresentata dal presentarsi di due forme apparentemente opposte di materialismo, la globalizzazione e l’antiglobalizzazione. Il mondialismo, o globalizzazione, è criticato soprattutto dal pensiero anti-moderno (o anti-capitalista), sia quello più genericamente tradizionalista, sia quello influenzato dall’estrema destra o dall’estrema sinistra. Da questo punto di vista, nonostante il ritardo, è opportuno proporre un’interpretazione massonica di tali problemi. La predominanza della cultura di sinistra nel pensiero occidentale non nasce da un’effettiva produzione intellettuale orientata in tal senso, ma dalla “interpretazione” di parte effettuata dagli intellettuali di quell’area politica. Una buona parte della filosofia degli ultimi cento anni, pur non avendo caratteri dialettico-materialisti, anzi in molti casi proponendo addirittura visioni completamente opposte, è stata interpretata strumentalmente. Di contro alle critiche di parte, che disegnano una teoria cospiratoria alto-capitalistica producente disastrosi danni sociali alle classi medie, e medio basse, Popper affermava che la disoccupazione, la povertà, la degenerazione sociale era semplicemente il risultato: “non intenzionale di milioni di progetti umani indipendenti e diretti a tutt’altro“. La visione tradizionale, intrinseca all’esoterismo, potrebbe invece affermare che la storia è solo il riflesso temporale di una metastoria che, come causa effettiva, produce degli effetti che spesso sfuggono all’analisi puramente dialettica degli avvenimenti umani. L’attuale ciclo storico è dominato dalla tecnologia, che non ha, né potrebbe avere, emozioni e sentimenti e quindi esula da qualsiasi concezione etica. Il XX secolo, fino ai primi anni ‘90, ha ereditato da quello precedente l’illusione di un’evoluzione continua, le poetiche “sorti progressive”, nella speranza che il progresso quantitativo e la super-produzione di beni materiali potessero migliorare le condizioni dell’umanità. Però, già negli anni precedenti la seconda guerra mondiale si erano levate autorevoli voci contro questa visione ottimistica; erano quelle d’alcuni tradizionalisti e anche di qualche economista come John Maynard Keynes, che non esitava ad affermare che: “l’aumento della produzione tecnologica si è realizzato più rapidamente della nostra capacità di risolvere il problema dell’assorbimento di manodopera”. La tradizione afferma che l’evoluzione della civiltà non procede con graduale costanza, ma con cicli d’evoluzione-involuzione che sono motivo di sconcerto e sofferenza per l’umanità. Così, per esempio, l’orgogliosa ascesa delle classi borghesi, nate dal Rinascimento e dalla Rivoluzione Francese, che hanno formato la base sociale, filosofica ed etica della massoneria, è stata stravolta ed abbattuta, così come la prima e la seconda rivoluzione industriale resero più difficile la vita di contadini ed operai. Gli effetti dei cicli storici, come sempre positivi per alcuni, negativi per altri, fanno parte di una realtà che non può essere né negata né demonizzata, ma compresa, regolata, governata. La Massoneria dovrebbe avere su questo problema, come su tutti gli altri, dei parametri di giudizio specifici, e delle indicazioni operative che siano in relazione alla sua essenzialità. La carenza attuale d’interpretazione massonica su tutti gli aspetti dell’attuale ciclo evolutivo non dipende dalla mancanza di qualificazione dei Fratelli, spesso dotati di grandissimo ingegno e cultura intellettuale, ma dalla mancata riflessione ed analisi dell’essenzialità massonica, che ha conosciuto, concettualmente, la stessa parabola discendente della Chiesa Cattolica, talmente orientata a rincorrere affannosamente i miti etico-sociali del nostro secolo, ormai passato, da perdere ogni orientamento spirituale e tradizionale. Dagli albori della storia, ogni attività creativa, scientifica, gnoseologica e metafisica, è sempre stata sottoposta a sospetto sociale. Chi disegnava figure apotropaiche o di magia simpatica nelle caverne, era soggetto alla meraviglia ed alla sospettosa ed inquieta ammirazione. Ma molto spesso prevaleva l’inquietudine, la paura delle qualifiche altrui, lo sconcerto di fronte al nuovo. Il fabbro delle società primitive era un patrimonio sociale da salvaguardare, ma anche da controllare a vista. Spesso gli si tagliava il tendine del piede sinistro, per impedirgli una rapida fuga e la pur sua utile professione era esecrata, e soggetta a divieti e tabù. Efesto era il dio-artigiano, claudicante come il fabbro primitivo, scuro e fuligginoso come lui. È una delle iconografie diaboliche che il cristianesimo assunse e diffuse nell’immaginario popolare. Cabiri e Dattili, come Dei del fuoco e del ferro, avevano le stesse caratteristiche cacodemoniche, e nelle religioni primitive era interdetto l’uso d’arnesi rituali metallici, troppo eversivi, troppo demoniaci. Chi esamina non soltanto l’arte del fuoco e del ferro, ma anche ogni altra componente corporativa dell’antichità, non può che stupirsi delle barriere e limitazioni che il potere politico e religioso hanno sempre eretto fra essi e la società civile. Dietro quest’emarginazione e gelosa possessività, c’è il tentativo d’utilizzo delle creatività e qualificazioni, ma nel contempo il sospetto di non poter controllare l’innovazione ed il carisma che ne deriva. Nell’antichità greco-ellenistica e romana, ogni componente metafisica trovava comunque spazio fra i Misteri che divennero istituzioni di stato, ed avevano anche un ruolo politico ed economico. Alcuni, come quello di Delfi, avevano addirittura funzione di banca mondiale. I pitagorici non erano soltanto una scuola Misterica, ma formavano anche dei quadri politici le cui visioni e teorie confluirono nella concezione della Repubblica di Platone che rappresentò, per il mondo antico, un riferimento metafisico e civile assieme. La degenerazione progressiva, che allontanò le menti ed i sentimenti dell’umanità dalla felice età dell’oro, produsse la vittoria della creazione di Paolo, il Cristianesimo, che si rese quasi subito l’unico ed esclusivo detentore del potere religioso e quindi metafisico. Non furono più ammesse libertà filosofiche, ed ogni manifestazione di spiritualità non poté più esulare da quella cristiana. Le correnti esoteriche si rivelarono allora come eresie, diffondendo in primo luogo l’alienità della ricerca del divino dal potere politico e religioso dominante. Catari, Bogomili, Patarini, Adamiti, Fratelli del Libero Spirito, braccati e perseguitati, non furono passivi di fronte al braccio secolare ed ecclesiastico. Fondarono città, formarono eserciti, combatterono ovunque potessero per scrollarsi di dosso l’oppressione dei grandi, anche se la loro bandiera era spesso la povertà e l’umiltà del Cristo. Pochi motivarono diversamente le loro idee e ritornarono nella loro mente e nel loro spirito alla libertà del pensiero metafisico, avulso da ogni teologia e sentimento religioso.
La ricerca della libertà, che ha lo stesso valore su tutti i piani, non poté più esimersi dal travolgere quelle strutture ormai vuote, dei gusci qulifotici pieni delle larve della contro-iniziazione e dell’antitradizione. Da varie fonti sgorgarono così delle forme archetipali, che saranno impiegate con estrema abilità e durezza, fino a sfociare nel grande alveo della rivoluzione francese.
Amico di Robespierre, il 9 aprile 1794, assunse il comando rivoluzionario della città d’Oneglia, dopo una serie d’alterne vicende, arresti e processi. Napoleone gli permise di far ritorno a Genova nel 1806 e lì rimase per i successivi 17 anni, eccezion fatta per quattordici mesi che trascorse a Grenoble fra il 1813 e il 1814. Egli fu il primo di una lunga stirpe di massoni rivoluzionari (culminante con Lenin) che elesse la Svizzera come sicura base di protezione rivoluzionaria.
Le Logge massoniche di Ginevra costituirono l’ambiente in cui il nostro cospiratore formulò il suo primo programma. I Sublimi Maestri Perfetti, con tre livelli d’affiliazione, derivavano dalla Massoneria. Lo scopo del Buonarroti era quello di promulgare su scala continentale la costituzione repubblicana rivoluzionaria dei 1793. Per far ciò, il suo colorito programma, farcito di simbologia massonica, tratteggiò il prototipo dell’organizzazione rivoluzionaria moderna. L’organizzazione rivendicava una morale individuale particolare, una sorta di manicheismo rivoluzionario. Gli affiliati erano “gli agenti del Bene contro il Male”, della libertà contro la tirannide, dell’eguaglianza contro l’egoismo. Sebbene andasse oltre ogni modello massonico, l’organizzazione del Buonarroti, fu chiaramente influenzata dai suoi cinque anni d’immersione nell’ambiente massonico di Ginevra, che gli trasmise, tra l’altro, la metafora utilizzata dai rivoluzionari per giustificare la propria missione durante tutto il XIX secolo: quella dell’architetto impegnato nell’edificazione di una nuova e migliore struttura per la società umana. Se la Massoneria esoterica fornì l’ambiente d’incubazione ed il vocabolario simbolico, fu l’Illuminismo a garantirne il modello strutturale di fondo. Il piano organizzativo fu, infatti, mutuato dall’ordine degli Illuminati di Baviera, un movimento occultista radicale e secolare, organizzato in una gerarchia segreta su tre livelli: chiesa, sinodo e areopago.
In nome della Tradizione i nomi delle città furono cambiati: Ingolstadt divenne Eleusi, Monaco era Atene… lo pseudonimo di Weishaupt era Spartaco; gli altri membri avevano nomi d’eroi greci o egiziani, ma c’erano anche Tamerlano e Confucio!
L’influenza degli Illuminati si può cogliere anche in Babeuf, nella prima esaustiva dichiarazione dei suoi obiettivi “comunisti” (inizi 1795); anche il suo circolo s’ispirò alla dottrina dell’ordine bavarese. Una recente scoperta getta poi nuova luce sulla vera finalità del Buonarroti. Sembra, infatti, che il cospiratore italiano fosse attivamente coinvolto nell’Illuminismo bavarese ( Appendice politica a tutte le gazzette ed altri foglietti di novità ossia La Spezieria di Sondrio, Giornale pubblicato a Sondrio, 1789. Vol. II, 1790. p. 1. Museo del Risorgimento. In questa pubblicazione sono citati apertamente Weishaupt e gli Illuminati, paragonati ai sacerdoti dei Misteri Eleusini). Come abbiamo visto la nuova fede rivoluzionaria trasse dall’antichità classica un vero e proprio arsenale d’immagini simboliche e propria legittimazione. Due furono i nomi particolarmente importanti: l’immagine del rivoluzionario come moderno Pitagora e del suo ideale sociale come Filadelfia. Stando alla tradizione, il grande matematico greco lasciò Samo, per Crotone, nell’Italia meridionale, dove si presume desse vita ad una esoterica confraternita filosofico-religiosa per la trasformazione dell’individuo e della società. Questa tradizione fu periodicamente rivisitata e aggiornata per tutta l’antichità: circoli neopitagorici svilupparono ad Alessandria nel II sec. a.C. e nel primo secolo d.C.; da un successivo gruppo uscì Apollonio di Tiana, un saggio taumaturgo, e mago, di cui ci è giunta la biografia scritta da Filostrato. Le idee pitagoriche ricorsero nella cristianità medievale, nel Rinascimento e durante l’Illuminismo. Il programma finale di Weishaupt, elaborato durante il primo anno della Rivoluzione Francese, era intitolato Pythagoras ed i principi sui quali riedificare la società erano fondati sulla fiducia pitagorica nei numeri primi e nelle forme geometriche. I primi rivoluzionari romantici attribuirono grande importanza ai numeri: 1, 3 e 7. Un particolare valore aveva anche il numero 5, mentre dal 17 si fece derivare l’intera struttura della storia rivoluzionaria (si veda: Nicolas de Benneville, Les Jesuites chassès de la maçonnerie et leur poignard brisé par les macons London, 1788). Si fece inoltre uso dei due più importanti simboli geometrici pitagorici: il cerchio ed il triangolo. Sembra che Weishaupt sia stato il primo ad impiegare il termine “circolo” o “cerchio” per designare un nuovo tipo d’organizzazione politica che facesse proprie sia le rivendicazioni etiche individuali che le pretese ideologiche universali. Nel l792, all’apice della sua influenza, il Circolo Sociale di Parigi iniziò a pubblicare i testi cripto-rivoluzionari del gran sacerdote del misticismo lionese Louis Claude de Saint Martin che aveva creduto di scoprire nel caos della rivoluzione la possibilità di edificare una nuova Gerusalemme, sulla base di forme e numeri pitagorici: “un sole radioso si è staccato dal firmamento per posarsi sopra Parigi, da cui diffonde una luce universale”. E ancora: “L’Uomo Nuovo” può cogliere quella luce contemplando i cerchi concentrici che convergono in un punto all’interno della fiamma di una candela accesa; in questo modo, egli si reintegra con gli elementi primi, aria, terra, acqua.” “Nella misura in cui l’uomo sì evolve in puro spirito, la democrazia rivoluzionaria diverrà democrazia” (si veda: Le Crocodile, 1799, pp.32 e 188 ed il finale del Traité de la Reintegration, in R.Amadou, Trésor Martiniste,1969, pp.48 e 50). È opportuno ricordare qui che una delle opere più rivoluzionarie di Louis Claude Saint Martin, Degli Errori e della Verità, fu pubblicata nelle stamperie del Palais Royal, a cura del Circolo prerivoluzionario di Bonneville e Marechal, comunitaristi pitagorici. Questo testo scatenò le ire dell’abate Augustine Barruél, gesuita, che così si scagliò contro il Filosofo Incognito: “Io so quanto costa il decifrare gli enigmi di quest’opera tenebrosa; ma convien ben avere, per la verità, la costanza che i seguaci hanno per la menzogna… l’eroe di questo codice il famoso Saint Martin si mostri all’aperto; ed ipocrita di pari al suo maestro egli non sarà più, che un vile copista delle inezie dello schiavo eresiarca, generalmente più noto con il nome di Manete. Con tutti i suoi raggiri egli non conduce meno i suoi seguaci negli stessi sentieri, e loro inspira il medesimo odio agli altari del cristianesimo ed al trono de’ sovrani, ed ancora d’ogni governo politico” (Storia del Giacobinismo, Massoneria ed Illuminati di Baviera, Carmagnola, Oggero Editore, 1989, pg.41) L’immagine di Pitagora come modello eroico per ogni rivoluzionario massone fu pienamente sviluppata nella monumentale opera di Sylvain Marechal, Voyages de Pythagore del 1799. Il sogno di una organizzazione pitagorica rivoluzionaria alimentò la prima ondata di attività politica nell’impero russo dopo la caduta di Napoleone e la rivolta decembrista del 1825 con la misteriosa organizzazione “Lanterna Verde” di cui fece probabilmente parte anche Alessandro Puskin che descrive questa associazione come: “un circolo in cui l’amata uguaglianza siede in berretto frigio ad una tavola rotonda” (cit. in: M.Obscestvo, Soedinennjkh slavian, 1927,vol. l, pag.246). Come il cerchio, ebbe grande importanza anche il triangolo, simbolo chiave per i pitagorici, essendo il sistema più semplice per racchiudere una superficie con segmenti di retta. Il triangolo che esprime reazioni armoniose, (teorema pitagorico) divenne il principale simbolo dell’iconografia rivoluzionaria: Libertà, Eguaglianza, Fraternità ed il tricolore. L’occultismo pitagorico assegnò ancor più importanza al simbolo; in una sua opera del 1798, Sul quadrato pitagorico in natura, Franz von Baader sosteneva che i tre elementi (fuoco, acqua ed aria) traessero energia da un “principio animatore” o “punto solare” rappresentato da un puntino al centro del triangolo equilatero (Tübingen, 1798, sta in: Sämtliche Werke, Aalen, 1963, vol.3°, pagg.266-267). Grande fu l’influenza del von Baader sull’idea conservatrice della Santa Alleanza, vista come un triangolo di potenze in cui i “tre re dell’est” (russo-ortodosso, il prussiano-protestante e l’austriaco cattolico) fossero uniti nel segno dello Spirito Santo per costruire il “punto solare” dell’Europa post-napoleonica. Il punto centrale all’interno del sigillo triangolare era simbolo d’autorità occulta e di perfezione, di vigilanza in eterno. L’Occhio che sormontava la piramide degli Illuminati di Baviera, fu poi assunto nella simbologia dei templi massonici. Per l’influenza di Payne e Jefferson, lo stesso simbolo fu poi adottato nella coniazione della prima moneta americana, il dollaro. In passato nel triangolo equilatero si potevano trovare inseriti altri simboli: la stella del “triplo nodo sociale”, la Y di Eleusi, ed altri ierogrammi. I Sublimi Maestri Perfetti del Buonarroti avevano come simbolo di rango, un cerchio con dentro i tre puntini del triangolo: uno dei tre punti simboleggiava “il vulcano”, cioè la rivoluzione, (O elemento terra), gli altri due rappresentavano l’oceano (P acqua=nuova vita) e l’altare del santuario (M= aria). Il nuovo rivoluzionario trovò dunque il proprio modello in Pitagora, il punto di partenza nel circolo (microcosmo di perfezione) e lo strumento operativo nel triangolo (in ultima analisi: l’unità base dell’organizzazione, la cellula operativa iniziatica). Ma cosa costruire? Quale era il macrocosmo, l’ideale, cui tendere? La risposta era semplice: la comunità universale dell’amore fraterno, la comunità della libertà e dell’affrancamento dalla schiavitù dei dogmi, che i rivoluzionari nominavano con il suo nome greco: Filadelfia. Il Circolo dei Filadelfi, di ispirazione massonica, sorto nel 1797, fu la prima grande organizzazione rivoluzionaria francese dopo la cospirazione di Babeuf. Fra le sue fila raccolse repubblicani e monarchici, avversi a Napoleone Bonaparte e al regime imperiale. Il nome di Filadelfia evocava le promesse della rivoluzione ed il terrore dell’Apocalisse. Due erano infatti le città antiche con questo nome: una in Terra Santa presso l’odierna Amman, l’altra in Asia Minore, citata nel libro dell’Apocalisse. Ma il nome ricordava anche la città ideale realizzata da William Penn nel 1776 negli Stati Uniti d’America. Il termine Filadelfia era già conosciuto nella Massoneria francese dopo la fondazione a Narbonne, nel 1780, del Rito Primitivo dei Filadelfi. Già in precedenza si era formato un gruppo di Filadelfi fra gli esoteristi tedeschi, seguaci di Jakob Böhme, a Londra. Il tentativo di Narbonne fu approfondito a Parigi dall’importante Loggia proto-romantica delle “Nove Sorelle” che ebbe tra i suoi illustri membri Antoine Court de Gebelin (1725-1784), l’inventore della moderna scienza dell’interpretazione dei Tarocchi. La Loggia delle “Nove sorelle” divenne una specie di ONU del XVIII secolo, attraendo nel giro di pochi anni quasi duecento membri, con oltre quaranta stranieri. Fra questi Benjamin Franklin (1776) che ne divenne addirittura Venerabile Maestro. La Loggia delle “Nove Sorelle” stampò le costituzioni degli allora Tredici stati americani, e divenne, in effetti, la “prima scuola di costituzionalismo mai esistita in Europa” (D. Hill, A Missing Chapter of Franco-American History, in: American Historical Review, XXI [1916], pag. 714). Secondo l’idea di Court de Gébelin la Loggia avrebbe dovuto educare i futuri cittadini del mondo, formando un “immenso circolo” il cui centro era Parigi, ma i cui raggi penetravano ovunque” (H. Baulig Anacharsis Cloots Avant la revolution, in: La Revolution francais, agosto 1901, pag.154). Philadelphia doveva divenire così un’autentica repubblica universale con centro a Parigi. Fra i Filadelfi non dobbiamo dimenticarci della bizzarra figura di Charles Nodier, germanofilo e occultista, che svolse un ruolo di primo piano nell’organizzazione rivoluzionaria. Nodier era affascinato dall’aritmosofia pitagorica e aveva una vera e propria attrazione, quasi maniacale, per il numero cinque. Per quest’esoterista il pentagono rappresentò un ulteriore modello geometrico sul quale organizzare un’unità rivoluzionaria di cospiratori. La figura a cinque lati fornì l’immagine di una cellula formata da cinque uomini per la prima forma di opposizione sorta in seno all’esercito napoleonico, cioè gli stessi Filadelfi. La cellula a cinque membri apparve in seguito anche nei movimenti rivoluzionari irlandesi, italiani (Lega Nera babuvista) e polacchi; si diffuse poi anche nei Paesi dell’Est (decabristi russi). Dominò le organizzazioni cospirative di Blanqui e del gruppo che per primo si definì “comunista”, i Travailleurs-Égalitairés del 1840 a Parigi. Anticipò la “cellula” dei bolscevichi di Lenin, che secondo Serge Hutin, storico francese della Massoneria fu affiliato al Grande Oriente de France, Loggia di “Belville”. Le attività rivoluzionare dei Filadelfi si vennero poi ad intrecciare con il Rito di Memphis. Secondo Jean Etienne Marconis (Le Sanctuaire de Memphis, 1849) il rito di Memphis sarebbe stato portato in Europa da Ormus, un prete di Alessandria, che avrebbe purificato le dottrine degli egiziani secondo i canoni della cristianità. Fino al 1118 i seguaci di Ormus sarebbero stati i soli depositari di questa saggezza che poi sarebbe stata trasmessa ai Templari, noti poi come Cavalieri della Palestina o Fratelli Rosa-Croce d’Oriente. Secondo molti storici invece, il Rito nella sua primitiva forma, altro non sarebbe che un adattamento del Rito Primitivo dei Filadelfi o Rito di Narbonne praticato da alcuni ufficiali francesi che servirono nell’esercito napoleonico durante la Campagna d’Egitto. Si suppone che essi iniziarono un certo Samuel Humis del Cairo; Humis non può in alcun modo essere documentato e c’è rimasta soltanto un’affermazione di Marconis, che fosse presente a Montouba il 30 aprile del 1813 per la fondazione della Gran Loggia dei Filadelfi, dichiarata inattiva il 7 marzo 1816. La storia del Rito di Memphis è molto complessa e non è questa la sede per approfondirla. Le sue vicende comunque, connesse a quelle dei Filadelfi, hanno avuto spesso a che fare con i movimenti rivoluzionari del XIX secolo. Secondo uno studio della professoressa Annie Kriegel esisteva, per esempio, un collegamento fra la branca inglese del Memphis e l’Associazione internazionale dei lavoratori, fondata nel 1864, nella quale Karl Marx ebbe un ruolo preminente. La Prof.sa Kriegel afferma che questa Loggia d’oltremanica, chiamata anche i “Philadelphians”, aveva stretti legami con i proscritti della Comune rivoluzionaria francese, fondata nel 1852 da Felix Pyat, Caussidiére e Boichot, intorno alla quale gravitavano anche Mazzini e Garibaldi, che ne ripresero l’iniziativa (Annie Kriegel, Histoire general du Socialisme, cap. L’association International des Travailleurs,1864-76; Paris,Jaques Droz,1972). Può darsi che lo stretto legame sopra ricordato fosse del tutto fortuito, comunque va detto che Boichot era membro della Loggia dei Philadelphes. Per tornare al nostro tema originario, da quanto detto fin’ora, credo risulti evidente che il compito storico e politico dell’esoterismo tradizionale sia sempre stato quello della rivoluzione come punto di ritorno alle pure fonti originarie. Da questo punto di vista, l’azione delle componenti esoteriche nel campo sociale e politico non potrà quindi che essere sempre e comunque eversivo. Garibaldini |