Il Vangelo del Popolo Italiano

Storia NascostaSenza libertà non esiste Morale, perché non esistendo libera scelta fra il bene ed il male, fra la devozione al progresso comune e lo spirito d’egoismo, non esiste responsabilità. Senza libertà non esiste società vera, perché tra liberi e schiavi non può esistere associazione, ma solamente dominio degli uni sugli altri. La libertà è sacra come l’individuo, del quale essa rappresenta la vita. Dove non è libertà la vita è ridotta ad una pura funzione organica. Giuseppe Mazzini

Il Vangelo del Popolo Italiano

di Giuseppe Mazzini

A chi legge

L’umanità è sconvolta.

Scossa e percossa da tante sciagure, essa ricerca le cause dei suoi mali, vuole trasformarsi, rigenerarsi, ricostituirsi, rivivere.

L’Italia non si è sottratta alla grande crisi: è anzi nella più profonda crisi morale, politica, sociale.

Voci di studiosi, di uomini politici, incitano al grande lavoro di restaurazione e i partiti sono in lotta mortale. Programmi, promesse, parole di eccitamento, parole di rassegnazione, voci di speranza, raggiri ed inganni.

La salvezza del mondo non deriverà dalla caotica azione del bolscevismo, né dai disperati tentativi di riparazione e di puntellamento dei conservatori.

L’Italia sarà salva e si rigenererà, se il Popolo saprà scoprire nelle tenebre di quest’ora la luce di un pensiero di giustizia, di equità, di libertà, di morale, ispiratore delle azioni individuali e collettive.

Quella luce è nel pensiero di Giuseppe Mazzini dell’Apostolo repubblicano, del Profeta di una nuova Umanità più giusta, più buona, più nobile. Ispiriamoci ad esso e dedichiamoci all’opera santa di rinnovazione umana contro le cieche resistenze conservatrici e fuori delle unilaterali, inadeguate soluzioni del bolscevismo.

* * *

Abbiate una fede

Sono nella vista dei popoli, come in quella degli individui, momenti solenni, supremi, nei quali si decidono le sorti di un lungo avvenire, quando tra due vie schiuse al moto, fra due insegnamenti, tra due principi diversi, la nazione oscilla, incerta nella scelta e cerca una norma alla propria azione. Allora ogni uomo ha diritto di chiedere all’altro: in che credi? E a ogni uomo corre debito di rispondere: questa è la mia fede: su questa giudicherete l’opera mia.

I popoli si rigenerano adorando il Vero, avendo una fede in sé stessi, dichiarando il loro diritto e il loro dovere, e osando.

Amate la libertà

Voi avete diritto alla libertà e dovere di conquistarla in ogni modo, contro qualunque Potere la neghi.

Senza libertà non esiste Morale, perché non esistendo libera scelta fra il bene ed il male, fra la devozione al progresso comune e lo spirito d’egoismo, non esiste responsabilità. Senza libertà non esiste società vera, perché tra liberi e schiavi non può esistere associazione, ma solamente dominio degli uni sugli altri. La libertà è sacra come l’individuo, del quale essa rappresenta la vita. Dove non è libertà la vita è ridotta ad una pura funzione organica.

Libertà personale, libertà di locomozione, libertà di credenza religiosa, libertà d’opinioni su tutte le cose, libertà d’esprimere colla stampa o in ogni altro modo pacifico il vostro pensiero, libertà di associazione per poterlo fecondare col contatto del pensiero altrui, libertà di traffico pei suoi prodotti… Libertà per tutti e davanti a tutti.

Amate la Famiglia

La Famiglia è la Patria del core. V’è un Angelo nella Famiglia che rende, con una misteriosa influenza di grazia, di dolcezza e d’amore, il compimento dei doveri meno arido, i dolori meno amari. Le sole gioie pure e non miste di tristezza che sia dato all’uomo di goder sulla terra, sono, mercè quell’Angiolo, la gioia della Famiglia.

L’Angelo della Famiglia è la Donna.

Madre, sposa, sorella, la Donna è la carezza della vita, la soavità dell’affetto diffusa sulle sue fatiche, un riflesso sull’individuo della Provvidenza amorevole che veglia l’Umanità.

Amate, rispettate la donna.

Non cercate in essa solamente un conforto, ma una forza, una ispirazione, un raddoppiamento delle vostre facoltà intellettuali e morali. Cancellate dalla vostra mente ogni idea di superiorità: non ne avete alcuna.

Amate i figli che la provvidenza vi manda; ma amateli di vero, profondo, severo amore; non dell’amore snervato, irragionevole, cieco ch’è egoismo per voi, rovina per essi.

I vostri figli saranno simili a voi, corrotti o virtuosi secondo che sarete voi stessi virtuosi o corrotti.

Amate i parenti.

Parenti, sorelle e fratelli, sposa, figli, siano per voi come rami collocati in ordine diverso sulla stessa pianta. Santificate la Famiglia nell’unità dell’amore. Fatene come un Tempio dal quale possiate congiunti sacrificare alla Patria. Io nonso se sarete felici; ma si che così facendo, anche di mezzo alle possibili avversità, sorgerà per coi un senso di pace serena, un riposo di tranquilla coscienza, che vi darà forza contro ogni prova, e vi terrà chiuso un raggio azzurro di cielo in ogni tempesta.

Purificatevi amando!

Amate! L’amore è l’ala dell’anima a Dio, e al grande, al bello, al sublime che sono l’ombra di Dio sulla terra.

Purificatevi, fortificatevi, miglioratevi amando. L’amore è l’unica forse tra le passioni che possa ricondurre un’anima alla virtù.

Amate la Patria

La Patria è la nostra casa: la casa che Dio ci ha dato ponendovi dentro una numerosa famiglia che ci ama e che noi amiamo, colla quale possiamo intenderci meglio e più rapidamente che con altri e che per la concentrazione sopra un dato terreno e per la natura omogenea degli elementi che essa possiede, è chiamata a un genere speciale d’azione.

L’Umanità è un grande esercito, che move alla conquista di terre incognite, contro nemici potenti e avveduti. I Popoli sono i diversi corpi, le divisioni di quell’esercito. Ciascuno ha un posto che gli ha confidato: ciascuno ha un’operazione particolare da eseguire; e la vittoria comune dipende dall’esattezza colla quale le diverse operazioni saranno compiute.

La Patria del Popolo sorgerà, definita dal voto dei liberi, sulle rovine della Patria dei re, delle caste privilegiate.

Amate l’Umanità

L’Umanità è l’associazione delle Patrie; l’Umanità è l’alleanza delle Nazioni per compire in pace e amore, la loro missione sulla terra, l’ordinamento dei Popoli, liberi ed eguali, per muovere senza inciampi porgendosi aiuto reciproco e giovandosi ciascuno del lavoro degli altri, allo sviluppo progressivo di quella linea del pensiero di Dio ch’egli scrisse sulla loro culla nel loro passato, nei loro idiomi nazionali e sul loro volto.

I vostri primi doveri , primi non per tempo ma per importanza e perché senza intendere quelli non potete compiere se non imperfettamente gli altri, sono verso l’Umanità. Avete doveri di cittadini, di figli, di sposi, e di padri, doveri santi, ma ciò che fa santi e inviolabili quei doveri, è la missione, il Dovere, che la vostra natura d’uomini vi comanda.

Amate l’Umanità. Ad ogni opera vostra  nel cerchio della Patria o della famiglia, chiedete a voi stessi: se questo ch’io fo fosse fatto da tutti e per tutti, gioverebbe o nuocerebbe all’Umanità? e se la coscienza  vi risponde: nuocerebbe, desistete; desistete, quand’anche vi sembri che dall’azione vostra escirebbe un vantaggio immediato per la Patria e per la Famiglia.

Siate apostoli della Fratellanza delle Nazioni e dell’unità, oggi ammessa in principio, ma nel fatto negata, del genere umano.

Vogliamo la santa Alleanza dei Popoli.

Conquistate la Repubblica

La Repubblica è l’unica forma legittima e logica di governo.

Repubblica, ossia cosa pubblica; governo della Nazione, tenuto dalla Nazione stessa. Governo sociale, governo retto da leggi, che siano veramente l’espressione della volontà generale.

Repubblica, ossia quel governo, in cui la sovranità della Nazione è principio riconosciuto, predominante ogni atto, centro e sorgente di tutti i poteri, unità dello Stato, in cui tutti gli interessi sono rappresentati secondo la loro potenza numerica, in cui, il privilegio è rinnegato dalla legge, e l’unica norma delle pene e dei premi sta nelle azioni; in cui non esiste una classe, un individuo, che manchi del necessario, in cui le tasse i tributi, i gravami, gli inceppamenti alle arti, all’industria al commercio sono ridotti al minimo termine possibile: perché le spese, le esigenze e il numero dei governanti e dell’Amministrazione sono ridotti al maggior grado possibile d’economia, in cui la tendenza delle istituzioni è volta principalmente al meglio della classe più numerosa e più povera, in cui il principio di associazione è più sviluppato – in cui una via indefinita è schiusa al progresso colla diffusione generale dell’insegnamento e colla distruzione d’ogni elemento stazionario, d’ogni genere d’immobilità, in cui finalmente la Società intera, forte e tranquilla, felice, pacifica e solennemente concorde, sta sulla terra come in un tempio eretto alla virtù, alla libertà, alla civiltà progressiva, alle leggi che governano il mondo morale.

Riformate le proprietà

La proprietà è in oggi mal costituita, perché l’origine del riparto attuale sta generalmente nella conquista, nella violenza colla quale, in tempi lontani da noi, certi popoli e certe classi invadenti si impossessarono delle terre e dei frutti d’un lavoro non compito da essi.

La proprietà è mal costituita, perché le basi del riparto dei frutti d’un lavoro compito dal proprietario e dall’operaio non sono fondate sopra una gusta eguaglianza proporzionata al lavoro stesso.

La proprietà è mal costituita, perché conferendo a chi l’ha diritti politici e legislativi che mancano all’operaio, tende ad esser monopolio di pochi e inaccessibile ai più.

La proprietà è al costituita, perché il sistema delle tasse è mal costituito, e tende a mantenere un privilegio di ricchezza nel proprietario, aggravando le classi povere e togliendo loro ogni possibilità di risparmio.

Oggi il capitale – e questa è la piaga della Società economica attuale – è despota del lavoro.

Respingete il comunismo

La formula generale del comunismo è la seguente: la proprietà d’ogni cosa che produce, terre, capitali, mobili, strumenti di lavoro, sia concentrata nello Stato; lo Stato assegni la sua parte di lavoro a ciascuno; lo Stato assegni a ciascuno una retribuzione secondo alcuni con assoluta eguaglianza, secondo altri, a seconda dei suoi bisogni.

Questa, se fosse possibile, sarebbe vita di castori, non d’uomini. La libertà, la dignità, la coscienza dell’individuo spariscono in un ordinamento di macchine produttrici: la vita morale, la vita intellettuale sono cancellate.

Propugnate la cooperazione

Il rimedio alle vostre condizioni è l’unione del capitale e del lavoro nelle stesse mani.

Il rimedio alle vostre condizioni non può trovarsi in organizzazioni generali, arbitrarie, architettate di sana pianta da uno o da altro intelletto, contraddicenti alle basi universali, adottate nel viver civile e impiantate per via di decreti.

Il lavoro associato, il riparto dei frutti del lavoro, ossia il ricavato della vendita dei prodotti, tra i lavoranti in proporzione del lavoro compiuto e del valore di quel lavoro: è questo il futuro sociale. In questo sta il segreto della vostra emancipazione. Foste schiavi un tempo, poi servi, poi assalariati, sarete fra non molto, purché lo vogliate, liberi produttori e fratelli nell’associazione.

Associazione libera, volontaria, ordinata su certe basi da voi, tra uomini che si conoscono e s’amano e si stimano l’un l’altro, non forzata, non imposta dall’autorità governativa, non ordinata senza riguardo ad effetti e vincoli individuali, tra uomini considerati non come esseri liberi e spontanei, ma come cifre e macchine produttrici. Associazione amministrata con fratellanza repubblicana da vostri delegati e dalla quale potrete, volendo ritrarvi, non soggiacente al dispotismo dello Stato e d’una gerarchia costituita arbitrariamente e ignara dei vostri bisogni e delle vostre attitudini.

Il vostro avvenire è materiale e morale. Lavoro per tutti, ricompensa proporzionata per tutti, ozio e fame per nessuno.

Non più sfruttati, né sfruttatori, tutti operai. A ciascuno il frutto del proprio lavoro.

Bisogna che tutti producano: chi non lavora non ha diritto alla vita. Bisogna aumentare la potenza di produzione in ogni individuo; ricordarsi che il lavoro inservilito è di lunga inferiore al lavoro libero. Emancipare l’individuo da ogni denominazione, da ogni malizia che ne schiaccia l’attività e l’energia; intendere che per lavorare bisogna vivere e sopprimere quindi ogni tassa che limiti, non il superfluo, ma la necessità della vita; eccitare il lavorante alla sua missione di produttore e perciò fare che i frutti del lavoro vadano nella massima parte a chi li produce.

Bisogna diminuire, sopprimere i molti prelevamenti intermediari ch’oggi hanno luogo su quei frutti e mettere produzione e consumo a contatto.

Diventiamo moralmente migliori

Farvi migliori: questo ha da essere lo scopo della vostra vita. Farvi stabilmente meno infelici, voi non potete, se non migliorando. I tiranni sorgerebbero a mille tra voi, se voi non combatteste che in nome degli interessi materiali, o d’una certa organizzazione. Poco importa che mutiate le organizzazioni, se lasciate voi stessi e gli altri colle passioni e coll’egoismo dell’oggi. Le organizzazioni sono come le piante che danno veleno o rimedi a seconda delle operazioni di chi le ministra. Gli uomini buoni fanno le buone organizzazioni, i malvagi fanno tristi le buone.

Migliorare voi stessi ed altrui: è questo il primo intento ed è la suprema speranza d’ogni riforma, d’ogni mutamento sociale. Non si cangiano le sorti dell’uomo, rintonacando, abbellendo la casa dove egli abita, dove non respira un’anima di uomo, ma un corpo di schiavo, tutte le riforme sono inutili; la casa raddobbata, abbellita è un sepolcro imbiancato e non altro.

Educazione! Ed è la grande parola che racchiude tutta quanta la nostra dottrina. La questione vitale che s’agita nel nostro secolo è una questione d’educazione.

L’educazione è il pane dell’anima.

Dovete educarvi ed educare: perfezionarvi e perfezionare.

E avanti, avanti il popolo

Il Popolo! Ecco il nostro principio; il principio sul quale deve poggiare tutto l’edificio politico. Il Popolo, grande unità che abbraccia ogni cosa, complesso di tutti i diritti, di tutte le potenze, di tutte le volontà: arbitro, centro, legge viva del mondo.

Il Popolo! Il Popolo! Torniamo al nostro grido. È il grido del secolo, il grido dei milioni, che fremono moto, il grido di un’epoca che s’inoltra veloce. Salutate la bandiera del popolo, però ch’egli è l’eletto d Dio a compiere la sua legge: legge d’amore, d’associazione, d’eguaglianza, d’emancipazione universale. Spianate il sentiero al popolo, però che, dove voi non lo facciate, egli lo farà e volontariamente. Annunciate a tutti la sua manifestazione, i suoi bisogni, e i suoi diritti, perché dove un tale elemento s’è rivelato, fu tolta all’individuo, qualunque pur siasi, la potenza di far contr’esso o senz’esso.

Giorno verrà

sotto i cui auspici ogni privilegio scomparirà dalla terra, ogni ineguaglianza, ogni distinzione che non derivi dalle opere sarà condannata come usurpazione, nel quale non vi sarà più se non una classe sola, un solo Popolo, una sola famiglia.

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