Prima di parlare di virtù iniziatiche sarebbe opportuno chiarire cosa sia l’iniziazione e cosa una identità iniziatica.
Sull’iniziazione esistono opinioni diverse. Ci sono quelle di valore simbolico, che valgono il tempo di una cerimonia, e che nulla richiedono al postulante se non la sua partecipazione fisica. Ci sono le iniziazioni integrali, lente e complesse, perchè, sottintendono la trasformazione dell’essere dell’iniziando, che «muore a sé stesso».
Prima di parlare di virtù iniziatiche sarebbe opportuno chiarire cosa sia l’iniziazione e cosa una identità iniziatica. Sull’iniziazione esistono opinioni diverse. Ci sono quelle di valore simbolico, che valgono il tempo di una cerimonia, e che nulla richiedono al postulante se non la sua partecipazione fisica. Ci sono le iniziazioni integrali, lente e complesse, perchè, sottintendono la trasformazione dell’essere dell’iniziando, che «muore a sé stesso». Non ch’egli muoia fisicamente, ma che lasci morire parte di mente e coscienza emotivamente e passionalmente attaccate alla natura animale. È quella la parte “profana” che oscura e svilisce la coscienza sottile. Abbandonare sé stessi, i modi di pensare e sentire precedenti, infine, è l’insegnamento occulto della Sala dei Passi Perduti. La versione integrale dell’iniziazione, dunque, prescinde da qualunque atto simbolico, ma significa operare quel processo interiore che «trasforma in oro i vili metalli» che sono l’allegoria dei sentimenti della natura inferiore. Lo strumento del «non-attaccamento» è l’intelletto. Infatti, è con l’intelligenza forte e cosciente che ci si libera da una coscienza asservita ad esaudire le sensazioni della natura fisico-animale. E non per effetto morale. È scritto ovunque che l’iniziazione comincia dal trasformare i propri metalli. A questo postulato consegue l’abbandonare se stessi per trasformarsi in un nuovo modo di essere e pensare. Senza più legami con il «come eravamo». Ma questo scollegamento deve essere reale, e non mantenuto nella finzione delle parole. Il metodo di scegliere per esclusioneEssere, non essere e diventare si riduce ad una questione di scelte. E scegliere, parole o fatti, è un elemento rivelatore dell’identità di chi le compie. Nel caso dell’iniziazione accade che, chi ha scelto la versione simbolica, si stupisca non poco della severità con cui s’impegna chi invece ha scelto di seguire la versione integrale. E questo mare di per sé agitato, viene ancora più confuso da quanti dell’iniziazione fanno commercio. Per cui, credo che stabilire «capacità e consistenza» di un iniziato sia una attitudine lontana dal comune sentire. Un esercizio di astrazione incerta e sdrucciolevole, soprattutto per chi si parametra su miti e leggende. Per cui, forse sarebbe più sicuro stabilire quello che un iniziato di sicuro non è. Adottando il metodo di scegliere per esclusione, semplificato nella frase “ciò non è questo, ciò non è quello”. Escludendo tutto quello che sicuramente non è, finisce col restare solo quello che si cercava senza sapere con precisione in che consistesse. |