Una verità o realtà oggettiva (il ding an sich, di Kant) si basa su 3 presupposti: Giustezza, Bellezza ed Armonia. Da quest’ ordine Uno ma Trino, scaturisce l’architettonica dell’Idea. Ed è solo l’Idea, poi, ad esprimere tutto il resto.
L’armonia che l’artista riesce a porre nella forma che “architetta” (ma amplierei il concetto ad ogni pensatore), per esprimere un significato (idea-sentimento) è il suo capolavoro. E se la Forma rispetta la natura dell’Idea, allora, l’opera sarà giusta e perfetta, oltre che bella ed armonica. L’armonia, però, non può essere solo nel cuore del pensatore ma anche negli occhi di chi guarda e, perciò, riconosce. Si torna, dunque, all’assioma: riconoscendo sarai riconosciuto! Ed è questo quello che ritengo il transfert magnifico. Cioè, la capacità di “percepire” l’Idea (intelligenza intuitiva), di rivestirla di una forma “giusta e perfetta” (intelligenza creativa) e di riversarla all’esterno (capacità artistica) attraverso una rappresentazione (l’opera). Quando l’Idea, attraverso il suo tramite (il pensatore) è vista (l’opera) dall’osservatore e questi possiede le capacità di riconoscerne i “toni” (geometricità emotiva), allora, non è più il pensatore ad agire, ma è l’Idea stessa che precipita nell'”Aura” dell’osservatore (centro cardiaco), dandogli una sensazione di “momentanea paralisi”. Questo transfert magnifico, avviene quando l’osservatore possiede al contempo sia capacità che sensibilità, e raggiunge le sensazioni che vengono “sublimate” da suono-colore-pensiero. In certa misura, ciò ricorda il titolo: il tormento e l’estasi, ovvero, la passione ed il tormento della “generazione creativa”. Che, a mio avviso, talvolta può essere maggiore della gestazione fisica di una madre. Termino con un ultimo pensiero. Chi non ri-conosce i canoni della pittura non pensi di riuscire a tra-scrivere efficacemente su carta un’idea o un sentimento. Perché, la tra-scrizione risulterà sempre a-tona. |