La Bellezza negli occhi

Arte ed EsoterismoUna verità o realtà oggettiva (il ding an sich, di Kant) si basa su 3 presupposti: Giustezza, Bellezza ed Armonia. Da quest’ ordine Uno ma Trino, scaturisce l’architettonica dell’Idea. Ed è solo l’Idea, poi, ad esprimere tutto il resto.

La Bellezza negli occhi

di Athos A. Altomonte

Condividere un principio mi rende felice ma, in fondo, non potrebbe essere altrimenti. E questo per 3 ordini di motivi.

Una verità o realtà oggettiva (il ding an sich, di Kant) si basa su 3 presupposti: Giustezza, Bellezza ed Armonia. Da quest’ ordine Uno ma Trino, scaturisce l’architettonica dell’Idea. Ed è solo l’Idea, poi, ad esprimere tutto il resto.

Affinché una realtà formale, possa mantenere la sua capacità oggettiva, deve poter trasparire da una struttura adeguata, che non ne infici il significato: in sé. Perciò, credo, occorre che i parametri della rappresentazione (letterale o figurata) rispettino quelli della sostanza.

L’armonia che l’artista riesce a porre nella forma che “architetta” (ma amplierei il concetto ad ogni pensatore), per esprimere un significato (idea-sentimento) è il suo capolavoro. E se la Forma rispetta la natura dell’Idea, allora, l’opera sarà giusta e perfetta, oltre che bella ed armonica.

L’armonia, però, non può essere solo nel cuore del pensatore ma anche negli occhi di chi guarda e, perciò, riconosce. Si torna, dunque, all’assioma: riconoscendo sarai riconosciuto!

Ed è questo quello che ritengo il transfert magnifico. Cioè, la capacità di “percepire” l’Idea (intelligenza intuitiva), di rivestirla di una forma “giusta e perfetta” (intelligenza creativa) e di riversarla all’esterno (capacità artistica) attraverso una rappresentazione (l’opera).

Quando l’Idea, attraverso il suo tramite (il pensatore) è vista (l’opera) dall’osservatore e questi possiede le capacità di riconoscerne i “toni” (geometricità emotiva), allora, non è più il pensatore ad agire, ma è l’Idea stessa che precipita nell'”Aura” dell’osservatore (centro cardiaco), dandogli una sensazione di “momentanea paralisi”. Questo transfert magnifico, avviene quando l’osservatore possiede al contempo sia capacità che sensibilità, e raggiunge le sensazioni che vengono “sublimate” da suono-colore-pensiero. In certa misura, ciò ricorda il titolo: il tormento e l’estasi, ovvero, la passione ed il tormento della “generazione creativa”. Che, a mio avviso, talvolta può essere maggiore della gestazione fisica di una madre.

Termino con un ultimo pensiero. Chi non ri-conosce i canoni della pittura non pensi di riuscire a tra-scrivere efficacemente su carta un’idea o un sentimento. Perché, la tra-scrizione risulterà sempre a-tona.

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